Heavy

Intervista Cloven Hoof (Lee Payne) 2024

Di Stefano Ricetti - 18 Luglio 2024 - 8:02
Intervista Cloven Hoof (Lee Payne) 2024

Nell’universo heavy metal talvolta capita di incappare in gradite soddisfazioni del tutto inaspettate. Successivamente alla mia recensione di Heathen Cross degli inglesi Cloven Hoof si è ristabilito il contatto con il leader del gruppo, il bassista Lee Payne, con il quale non avevo avuto più alcun rapporto dai tempi dell’intervista del 2005. Il fatto di non rimanere più in relazione con qualcuno fa parte delle situazioni della vita nelle quali si ricade tutti: il tempo scorre e se non vi sono particolari occasioni di confronto gli anni passano e i ricordi sbiadiscono, ma non si cancellano. Ne ho quindi approfittato per scambiare un po’ di impressioni e togliermi qualche curiosità a livello personale, nulla di più. Ritenendo poi quanto emerso alla fine del nostro rendez vous di qualche interesse per i lettori ho semplicemente chiesto a Lee se avessi potuto pubblicare quanto fino a quel momento immaginavo dovesse rimanere privato. Payne ha accettato subitamente. Quella che segue non è un’intervista, quindi, ma il resoconto di una chiacchierata fra metallari.

Buona lettura

Steven Rich

 

 

 

Che fine ha fatto il cantante Russ North? Ci sarà mai in futuro un disco dei Cloven Hoof con lui?

Russ ha smesso del tutto di cantare dopo il crollo fisico che ha patito al Cyprus Power of the Night Festival. Peccato perché avevamo portato a termine più di sessanta sessioni di prove e si suonava alla grande. Sfortunatamente Russ soffre di problemi legati alla propria salute mentale e alterna momenti di depressione che poi si trascinano per un periodo considerevole. A un certo punto aveva anche smesso di presentarsi alle prove e persino ai concerti. Fondamentalmente, aveva manifestato di non avere più piacere nel cimentarsi con l’heavy metal. Gli ho parlato, ovviamente, e si è scusato per la sua performance e alla fine ho rispettato il suo desiderio di ritirarsi. I fan potranno sempre goderselo all’interno delle nostre canzoni incise su Dominator e A Sultan’s Ransom. La malattia mentale è una cosa terribile da affrontare e l’alcol non aiuta ma peggiora le cose. Gli auguro ogni bene ovunque sia. Sono sempre stato il migliore amico di Russ, prima che i suoi problemi lo affliggessero e ho fatto anche il testimone al suo matrimonio. Non ci sono possibilità che canti di nuovo con la band. Il rischio sarebbe troppo grande per lui e per il gruppo.

 

Russ North

 

Ritengo A Sultan’s Ransom l’album migliore dei Cloven Hoof, anche se l’ultimo, Heathen Cross è veramente notevole e cresce ascolto dopo ascolto. Il miglior pezzo dei Cloven Hoof della storia, per me è “Forgotten Heroes”. Hai qualche aneddoto su questo pezzo? Com’è nato? Cosa ricordi in suo riferimento?

Ricordo di aver fatto una demo della canzone mentre ero nel pub gestito dai  miei genitori. Quel locale aveva una brutta reputazione: si diceva fosse infestato da spiriti malvagi. A tarda sera stavo registrando “Forgotten Heroes” nella mia camera da letto e, dopo essermi tolto le cuffie, all’improvviso ho sentito il tipico rumore dei piedi che si trascinano sul pavimento fuori dalla mia porta. Era così intenso e inquietante che mi ha impedito di registrare le parti della chitarra gemella.

Presi coraggio e andai a controllare sul pianerottolo: non c’era nessuno! Sbalordito mi recai nella stanza dei miei genitori per capire se si fossero mossi loro. Erano entrambi profondamente addormentati. Nel pub non c’era nessun altro, tranne noi tre… Ancora oggi mi vengono i brividi a raccontare quell’episodio.

Un mio parente, George Payne, morì durante la battaglia della Somme nella prima guerra mondiale, è lui che mi ha ispirato la canzone. Pensavo che le condizioni in cui combattevano i soldati fossero infernali e volevo scrivere un testo in grado di catturare l’orrore e il sacrificio di quei coraggiosi guerrieri. “Help me, sweet Jesus. I feel I can’t go on!”. Quella frase mi fa venire la pelle d’oca ancora adesso.

 

Harry Conklin

 

Come siete arrivati all’attuale cantante Harry Conklin, anche nei Jag Panzer?

Ho incontrato Harry per la prima volta al Keep it True Festival in Germania,  faceva parte di una band di star che chiudeva lo spettacolo in compagnia di  altri grandi musicisti. Non lo conoscevo sino ad allora e la sua prova sul palco mi impressionò. Passarono poi degli anni e nel momento in cui ci mettemmo alla ricerca di un cantante per i Cloven Hoof la mia mente in maniera naturale andò a lui.

Sono un amico di lunga data della moglie di Harry, che guarda caso è una fan dei Cloven Hoof, quindi per il suo tramite ho contattato Harry. Ci organizzammo per un incontro in Germania e quel giorno accettò di unirsi alla band. Si è già esibito in un paio di concerti con noi e ne abbiamo altri tre in programma, al momento.

 

Il prossimo disco dei Cloven Hoof sarà ancora con lui?   

Certo che sì! Abbiamo una grande tradizione legata a dei cantanti fantastici nei Cloven Hoof, ma penso che Harry abbia alzato ulteriormente l’asticella, per noi è a tutti gli effetti l’inizio di una nuova era.

 

Heathen Cross, Cloven Hoof, 2024

 

Heathen Cross è il disco più fottutamente heavy metal in senso stretto della storia della band. Concordi?

Sì, assolutamente! Penso che questo album abbia un impatto reale. Volevamo catturare l’energia di una performance registrando questo disco come una band con tutti gli strumenti insieme in studio. Ho scritto le canzoni con l’idea che fossero molto più essenziali per permettere alla musica di respirare, permettendo alle chitarre di essere in primo piano, rendendole il più pesanti possibile. La varietà degli stili contenuti dentro Heathen Cross è in funzione dei fan, cioè creare ciò che (abbiamo imparato nel corso degli anni) si attendono dai Cloven Hoof, volevamo tornare alle radici occulte del primo album ma assicurandoci di avere la pesantezza e la produzione adatta per il 2024!

 

Cloven Hoof

 

Il fatto di avere Conklin nella line-up inevitabilmente fa “tirare” Heathen Crosso verso lo US Metal, però.  

Secondo me il fatto che “tiri” un po’ verso l’heavy metal statunitense, come da te affermato, a causa della presenza, dell’influenza e dell’impostazione vocale di Conklin, non cambia nulla. E’ un album maledettamente massiccio e chi se ne frega se suona un po’ meno “britannico” dei precedenti… O no? Ah,ah,ah!

Non per questo, però, sottolineo, ha smarrito le radici british…

Infatti! Heathen Cross penso abbia uno stile tradizionale britannico in linea con la Nwobhm. L’album e in particolare la canzone “Sabbath Stones” sono stati ispirati da una leggenda che circonda un villaggio in Cornovaglia chiamato St.Culham dove c’era una chiesa e storicamente un cerchio di pietre erette che la leggenda dice fossero sette sorelle che furono trasformate in pietra per ballare il successivo sabato. Tema che si sviluppa attraverso altre canzoni dell’album, da “Curse of the Gypsy” fino a “The Summoning”.

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

Si ringrazia ErikaW666 per la gentile concessione della foto di copertina