Intervista Cloven Hoof (Lee Payne)
Quella che segue è l’intervista a un personaggio che, salvo smentite (vado a memoria ma sono quasi sicuro al 100%), NON ha mai rilasciato prima d’ora dichiarazioni a nessun media italiano. Si tratta di Lee Payne, mastermind dei Cloven Hoof, gruppo trainante della Nwobhm. Buona Lettura, Steven Rich.
Hi Lee, è un vero piacere per un cultore della nwobhm come il sottoscritto avere il privilegio di scambiare alcune impressioni con uno dei protagonisti di quello stupendo movimento.
Sono veramente onorato delle tue parole e apprezzo tantissimo l’opportunità di rilasciare un’intervista per i nostri heavy metal fan italiani. Ti ringrazio, passiamo pure alla domande.
Cloven Hoof: nome strano, non credi? Cosa significa veramente? Come mai non sceglieste un nome più incisivo come altre band della nwobhm? Mi vengono in mente Sledgehammer, Weapon, Satanic Rites etc.
Fin dal principio, quando decisi di mettere in piedi la band, volli distaccarmi dagli standard in voga all’epoca, sia dal punto di vista del monicker sia dal punto di vista prettamente musicale.
Ho cercato in qualche modo di essere originale: la musica deve essere epica e deve provocare reazioni nell’ascoltatore. Il nome di una band deve riflettere queste mie sensazioni. “Show the Cloven Hoof” significa mostrare la tua parte peggiore, per poi prenderne il controllo. La Church of Satan chiamò il proprio periodico (negli anni ’70) Cloven Hoof, i suoi seguaci vengono definiti “I seguaci del Cloven Hoof”, una sorta di piccoli discepoli che adorano il maligno.
Sono sempre stato affascinato dall’occulto e dai film dell’orrore, ho quindi cercato di trasformare questi miei interessi in musica, a partire appunto dal nome della band. Il monicker di un gruppo rock deve esprimere potenza oltre a essere facilmente memorizzabile, rappresentare uno slogan per la gente. Quando inizia a pensare al nome della band scrissi tutte le parole che mi passavano per la mente che avessero qualche associazione con il mondo dell’occulto. Durante quella fase il nome che mi “prese” di più da subito fu appunto… Cloven Hoof!
Lee Payne
Fire, Air, Earth and Water. Perché questi nomignoli sul vostro EP d’esordio Opening Ritual utilizzati poi fino al 1988?
Volevamo essere la band definitiva dell’HM: sia a livello di proposta musicale che di concetto e immagine. E’ stata mia l’idea di dare a ogni membro della band il nome di uno dei quattro elementi fondamentali, questo perché nella stregoneria il cerchio magico è sovrinteso dagli spiriti posti nei quattro punti cardinali, ognuno dei quali è collegato a un elemento: fuoco, aria, acqua e terra. Oltre a questa spiegazione, I quattro elementi fondamentali li si può ritrovare nel nostro sound: I tuoni del basso, il terremoto della batteria, le melodie della voce e chitarre fiammeggianti.
Ognuno di noi è nato sotto un segno zodiacale con un elemento a lui attribuito. La cosa strana all’inizio della nostra carriera fu il fatto che ogni membro della band si riconosceva perfettamente in questa associazione. Io ero Gemelli quindi aria, Steve Sagittario quindi fuoco, Kevin Toro quindi terra e infine Dave era un Pesce quindi ovviamente acqua. Fu veramente stupefacente e misterioso nello stesso tempo questa naturale associazione di noi quattro!
Sembra comico ma era veramente così: ognuno di noi poteva quindi oscillare fra le creature a lui associate. Figurati che avevo iniziato a elaborare una mia teoria personale sul come quattro musicisti potessero acquisire la potenza dei quattro elementi…
Concorderai con me che questo tipo di tematiche potrebbero essere argomento di lavoro per un’opera di Steven Spielberg. Prima di noi solo i Kiss avevano cercato di approfondire queste teorie facendo uscire anche dei fumetti al riguardo, mi sbilancio asserendo però che i nostri approfondimenti sono più coerenti e profondi.
Ritengo che all’inizio della vostra carriera, intorno al 1982 (Opening Ritual era) voi foste in qualche modo avanti nel tempo. Nonostante il vostro look che ricordava Alice Cooper e Kiss la vostra musica non era pop rock ma un fottuto british HM. Dopo più di vent’anni, pensi che sia stata una mossa azzeccata oppure hai dei rimpianti in merito?
Avere un’iconografia strana e selvaggia come noi all’epoca ha due chiavi di lettura. Se da una parte un’immagine scioccante genera interesse nei media in quanto fuori dal comune, dall’altra rischia di offuscare l’aspetto prettamente musicale della proposta.
La priorità dei Cloven Hoof è sempre stata l’aspetto musicale. L’immagine era solo il mezzo per divulgare il nostro messaggio: horror e sci-fi di matrice epica. Questa associazione funzionò al cento per cento all’inizio: quando ci accorgemmo che la stampa specializzata tendeva a parlare solo del nostro aspetto esteriore senza approfondire i contenuti, abbiamo subitamente abbandonato i costumi di scena! Non volevamo passare per gente che si incanalava nei trend del periodo, fregando in qualche maniera i nostri fan.
Quando dici che noi fossimo avanti nel tempo temo tu abbia ragione: basta pensare oggi a gente come Slipknot o Cradle Of Filth. Noi già suonavamo HM pesante in maschera venticinque anni fa! E’ bello constatare in retrospettiva quanto fossimo innovative e propositivi agli inizi degli eighties.
Altro particolare veramente singolare nella vostra storia fu il fatto di registrare un album dal vivo come Fighting Back contenente solamente canzoni nuove. Come mai questa scelta bizzarra invece di un normale live album?
Ah, fu una pazzia! Far uscire un live album con pezzi nuovi è una cattiva idea perché l’audience non ha la necessaria familiarità con le canzoni, quindi non risponde a dovere. Nonostante questo pezzi come Reach for the Sky e Eye of the Sun furono accolti molto bene. Era il periodo nel quale eravamo senza contratto pur avendo parecchi pezzi pronti: ci sembrò una buona idea pubblicarli sotto forma di album dal vivo. Avevamo reclutato un altro singer e ci teneva a farsi conoscere, così come noi volevamo far sapere a tutti che i Cloven Hoof erano ancora vivi e vegeti.
Qual è stato secondo te il vostro miglior concerto della carriera?
Non ho dubbi Steven: il nostro come back ufficiale tenutosi all’A1 club di Atene l’anno passato.
Ricordo che fummo letteralmente rapiti dalla schiacciante passione dell’audience greca, veramente meravigliosa. La resa di un concerto live è strettamente legata alla risposta del pubblico, quella notte ritengo sia stata la più memorabile nella carriera dei Cloven Hoof. Se potessi ringrazierei di persona ogni kid presente quella sera!
Devo anche dire che il nostro debutto anni e anni fa presso il night club Affair Club di Colchester non fu affatto male: ci presentammo in piena era “spaziale” (per noi), quindi con maschere, ali, ghiaccio secco e esplosivi di scena vari. Il pubblico rimase stupefatto: non si era mai visto in Inghilterra uno spettacolo del genere! Persino il rock DJ del locale si fece coinvolgere così tanto che alla fine dello show gridò al microfono: “questa, signori e signore, è la migliore HM band che potete vedere nella vostra vita” . Gran debutto… Davvero!
Qual è la big band migliore che supportaste?
Nessuna top band ha mai voluto i Cloven Hoof come supporter!
A tale proposito ti cito la teoria del nostro cantante precedente Russ North: “una support band è pericolosa, può in alcuni casi offuscare gli headliner. Non si spiega in altro modo il rifiuto a farci suonare con gli Iron Maiden in Polonia o con i Van Halen nella vecchia Yugoslavia dopo che il loro management ci ha visto in sala prove! Lasciamo perdere poi chi hanno preso al nostro posto: dei buffoni che non andrebbero bene nemmeno a fare dei balletti dance di quarta categoria”
Va beh, Lee, allora qual è stata la band nwobhm che hai amato di più?
C’era una band veramente grande nella nwobhm proveniente dalla mia stessa città (Wolverhampton) chiamata Jameson Raid. Il loro problema è stato il fatto che la stampa non se li è mai filati. In carriera hanno fatto uscire due Ep e il punto più alto che hanno raggiunto è stato quando un loro brano è stato inserito nella compilation Metal for Muthas. Ritengo che ogni metallaro dovrebbe procurarsi i loro lavori. Furono uno dei gruppi più sottovalutati del periodo: li vidi la prima volta con gli occhi del fan e ricordo che dal vivo spaccavano veramente!
Quali furono in quegli anni le band con le quali legaste di più?
Più che gruppi, gradirei citare due persone: Robert Plant e Rob Halford. Entrambi aiutarono molto i Cloven Hoof agli inizi della carriera. Pensa che sia Robert che Rob portarono il nostro demo all’interno di BBC radio. Da lì nacque la sessione con Tommy Vance e il successivo contratto con la Neat Records. Il resto è storia… Dio li abbia in gloria!
Russ North
In Italia, agli inizi della nwobhm, l’unica fonte di informazione ufficiale era rappresentato da un solo magazine. Noi giovani e imberbi metallari sognavamo di leggere un giorno un’intervista agli eroi del tempo (Saxon, Mythra, Cloven Hoof, etc. etc.). Ricordo ancora chiaramente le infinite discussioni agli inizi degli anni ottanta tra noi ragazzi per stabilire se fossero più grandi i Saxon o gli Iron Maiden. Tu sei uno fra i prime mover della nwobhm. Fra voi musicisti avevate già intuito che nel lungo termine sarebbero emersi Saxon e Iron Maiden come paladini dell’interno movimento?
Ottima domanda Steven: devo subito precisare che le più grandi nwobhm band a livello di vendite furono Iron Maiden e Def Leppard. Questo per un motivo ben preciso: dietro di loro vie erano delle major che potevano permettersi cifre assurde per la promozione delle proprie band e portare il loro nome a livello mondiale. I Saxon erano dei grandi, ma avevano firmato per una piccola etichetta (se confrontata a quelle di Leps e Maiden) quindi avevano già perso la battaglia in partenza. Personalmente ritengo i Saxon allo stesso livello dei Maiden e nettamente superiori ai Def Leppard, che mi sono sempre sembrati troppo pop oriented. Alla fine comunque decidono sempre i fan, ognuno ha le proprie band favorite, è solo questione di gusti personali.
Bene Lee, passiamo ora alle band più sottostimate della nwobhm.
Allora, dei Jameson Raid ti ho già detto sopra e lo ribadisco con fermezza. Altri due gruppi che mi vengono in mente sono gli Elixir e i Blitzkrieg. Personalmente ritengo che anche la più scarsa HM band sia migliore di quella m…a pop che si sente in giro! Odio tutti i modi subdoli che vengono utilizzati per vendere musica commerciale. L’HM è immortale perché è espressione di potenza e per di più ha i migliori fan musicali esistenti al mondo.
Dammi una tua definizione dei seguenti ensemble:
Allora, ti ribadisco che si tratta solo di opinioni personali, comunque questo è quanto penso.
DEMON – Band tutto sommato melodica, utilizzante testi semi occulti. The Night of the Demon è l’album che preferisco ma anche qualche pezzo di The Plague non mi dispiace.
SAXON – HM band eccellente, immediata come poche al mondo. Molto vicina ai kid, con i piedi per terra e composta da persone squisite. Ti rivelo un segreto: ho diviso il palco con loro in un po’ di concerti in veste di bassista della loro band di supporto (non posso però rivelarne il nome per ragioni contrattuali). Il loro bass player lasciò il gruppo appena due giorni prima del tour schedulato con i Saxon: fui reclutato e in soli due giorni mi dovetti imparare l’intero set list dei pezzi. Di quel periodo ricordo molto volentieri il mio rapporto con Biff Byford: ritengo sia una delle migliori persone che abbia mai incontrato nella mia vita. Lo definirei come il “True Metal Ambassador” per antonomasia.
MYTHRA – Qui mi becchi in fallo: non li conosco per poter dare un giudizio. Li ricordo solo per nome.
THE HANDSOME BEASTS – La loro proposta è un HM molto lineare. Ricordo Suonammo insieme a loro alla Durham University nel 1984: uno dei loro roadie per errore mise fuori uso il cavo principale delle luci e noi suonammo i primi tre pezzi completamente al buio. Le tre canzoni, in quell’atmosfera irreale, uscirono durissime: quando tornò la luce i kid impazzivano. Quando si dice che un gruppo affiatato può suonare a occhi chiusi… Lascia perdere la battuta Steven, a dirla tutta penso che gli Handsome Beasts si cagarono in mano dopo il nostro soundcheck e il roadie non a caso manomise il cavo! Senza rancore, ma questa è la verità.
JAGUAR – Metallo granitico il loro. Power Games è un ottimo album. Provenivano da Bristol e firmarono anche loro per la Neat. Un giorno spero di suonare dal vivo condividendone il palco: hanno molto in comune con noi.
DIAMOND HEAD – Brian Tatler ha già fatto jam session insieme a noi. C’è stato un periodo nel quale entrambi vivevamo a Stourbridge. E’ una brava persona e ricordo rimase impressionato dalla tecnica del nostro chitarrista Steve Rounds, che considerava meravigliosa. Brian più tardi mi chiese se volessi far parte del suo progetto Radio Moscow band ma declinai, in quanto i Cloven Hoof sono la mia priorità musicale. Mi piace quello che fanno i Diamond Head: hanno un feeling epico e soprattutto non hanno paura di rischiare.
TYGERS OF PAN TANG – Altra band di HM diretto, che ebbe l’onore di avere fra i propri ranghi il grande chitarrista dei Thin Lizzy John Sykes. A proposito: i Thin Lizzy sono una delle mie band preferite di sempre! Ritengo il loro album The Cage piuttosto buono, anche perché si avvale dell’ex Persian Risk Jon Deverill al microfono. Questi ultimi erano una band gallese con la quale ci incontrammo nello stesso studio ai tempi dei nostri demo. Phil Campbell, ora nei Motorhead, l’abbiamo conosciuto in quell’occasione.
BLACK WIDOW – Abbiamo suonato con loro al festival di Genk, in Belgio. Molto debitori dei primi Black Sabbath che, sia chiaro, non è affatto un demerito!
FIST – HM diretto e sanguigno. Ho il loro album Back With a Vengeance.
SLEDGEHAMMER – Li vidi la prima volta in un piccolo club in Inghilterra nel 1979.
Ricordo fecero una canzone che prendeva per i fondelli Maggie Thatcher che mi piacque tantissimo. Li ritengo una band HM onesta molto legata a stilemi blues.
BATTLEAXE – Mai sentiti. Ammetto!
JUDAS PRIEST – La band definitiva dell’HM, con il miglior singer di sempre! Li amo tantissimo, conosco Rob Halford molto bene e sapere che i Cloven Hoof sono una delle sua band preferite per noi è un grande onore. Quando penso ai metal gods penso a loro
MOTORHEAD – Metal act brillante, originale, immediato e straordinariamente potente. Costituiscono da sempre l’anello di congiunzione fra il punk e l’HM. Incontrai Lemmy nel backstage di Donnington durante il tour Seventh Son degli Iron Maiden. Fu buffo perché iniziammo a parlare ai servizi: io stavo pisciando e Lemmy arrivò esattamente nella latrina vicino alla mia e la conversazione partì da lì. L’argomento fu riguardo il produttore del nostro album Dominator Guy Bidmead. Guy in quel periodo aveva già prodotto due album dei Motorhead e Lemmy mi illustrò parecchie cose che non andarono per il verso giusto con lui in studio. Penso sia stata la pisciata più istruttiva della mia vita! Lemmy lo rividi qualche anno dopo al Marquee durante uno dei nostri concerti: penso che si sia perso la maggior parte dei nostri pezzi, tanto era affaccendato a fare “altro”.
Lee Payne
Agli inizi degli anni formidabili della nwobhm in Inghilterra avevate grandi magazine come Kerrang!, Melody Maker e Sounds. Ritieni che oggi siano riviste solo per poser? Spiegami in generale l’evoluzione di queste testate dagli Eighties a oggi.
Kerrang! penso sia la maggiore delusione della storia del giornalismo HM! Quelli che ci scrivono sopra hanno perso letteralmente il senno e hanno abbandonato la musica che aveva fatto diventare Kerrang! famoso e rispettato. Nacque come un magazine specializzato esclusivamente in heavy metal per poi trasformarsi in un qualcosa che ha cercato in tutti modi di contribuire alla distruzione di tutto il movimento. Oggi è semplicemente vergognoso: lo consiglio a chi si deve pulirsi il c..o in assenza di carta igienica!.
Melody Maker l’ho sempre considerato insulso e in generale una rivista anti HM. Solo occasionalmente giornalisti come Pete Makowski ci hanno scritto sopra, parlando più che altro di band come Deep Purple e Led Zeppelin: pochi articoli ma buoni.
Sounds era veramente grande! Fra le sua file ci scriveva Geoff Barton: il più grande giornalista HM di tutti i tempi! Sounds fu pioniere della nwobhm accompagnando il movimento fino alla fine: fu proprio di Geoff Barton il primo scritto sui Cloven Hoof. Il lavoro portato avanti da Barton per supportare il british metal era un qualcosa che gli partiva proprio da dentro: un’ispirazione e una passione dedicata in maniera completa alla causa del metallo. E’ veramente un peccato che oggi tutti i magazine snobbino il true metal e promuovano band di m…a pseudo punk senza un minimo di skill che scimmiottano il nu metal. Maiden, Leppard, Kiss, Judas Priest e molti altri devono molto a Geoff Barton e Sounds.
Esiste oggi in Inghilterra una nuova o relativamente nuova band che si possa definire “a real true heavy metal band from UK”?
Non so cosa dirti in merito. Se qualche nuova band inglese ritiene di identificarsi nella tua definizione le consiglio di contattarci presso il nostro sito e di inviarci del materiale. Se possibile farò di tutto per promuovere la loro proposta musicale e li citerò volentieri nelle interviste future.
Come definiresti la situazione dell’HM oggi in Inghilterra?
Sono spiacente ma è veramente terribile. Questo perché i media non supportano in alcun modo i nuovi talenti musicali. Tantissime nuove leve sono costrette a fare da band tributo a nomi più famosi in quanto i club non vogliono nemmeno prendere in considerazione monicker non ancora conosciuti alle grandi masse. Solamente quelli che godono di un supporto dalla carta stampata si possono permettere date a proprio nome. Capisci che in questo modo si tarpano le ali a chiunque: come fanno le nuove generazioni a farsi un’esperienza se mancano le possibilità di suonare di fronte a un pubblico?
E’ proprio dura oggi per chi inizia a suonare HM in Inghilterra. Mi capita di sognare una nuova nwobhm che permetta a tutte queste band underground di esprimersi. Sogno che se il nostro nuovo album dovesse vendere a dovere ci potrebbe essere una rivitalizzazione della scena a livello nazionale e noi potremmo dare loro una chance portandole in tour insieme a noi.
Cloven Hoof
Cosa pensi del fenomeno Black Metal, Death Metal, e delle New Metal sensations?
Penso che noi insieme ai Venom siamo stati dei pionieri del black metal, inteso come propulsori di musica veloce e pesante con tematiche occulte. Suonare veloce e bene vuol dire avere musicisti preparati intorno a te e per fare death metal questo è fondamentale; usare il growl però penalizza la melodia e questa è una pecca del death. Le band estreme, finché suonano con passione e integrità le apprezzo, viceversa mi fanno schifo quei fenomeni da baraccone che vengono spacciati per heavy metal quando sono solo pop trendy mascherato.
Conosci qualche band HM italiana?
Ad Atene abbiamo avuto come supporting act sia i “Crush” che gli “Holy Martyr”, entrambe band brillanti composte da persone piacevoli. Riceviamo molte e-mail dall’Italia e non vediamo l’ora di suonare da voi. Magari l’anno prossimo si riuscirà a organizzare qualcosa in tal senso, ci stiamo lavorando.
Personalmente considero Russ North un grandissimo singer, dotato di una voce epica e potente, che si adatta molto bene all’HM dei Cloven Hoof. La sua prestazione su A Sultan’s Ransom è proverbiale. Nella recente line-up della band compare Matt Moreton alle parti vocali. Puoi descrivermi il suo stile?
Hey Steven, la prima volta che vedo Russ gli giro al volo i tuoi commenti! Hai ragione, lo ritengo uno dei musicisti più preparati con i quali ho lavorato finora. Inoltre siamo amici, purtroppo i suoi business in Spagna non gli permettono di fare ancora parte dei Cloven Hoof.
Matt è un altro ottimo cantante: ha una potenza veramente mostruosa. Probabilmente è il cantante con la tonalità della voce più alta con il quale ho collaborato finora, e di cantanti ne ho sentiti parecchi… E’ inoltre una persona simpatica con la quale ci si trova bene. La prima volta che l’ho sentito non ho avuto alcun dubbio: sarebbe stato lui il cantante sul nuovo album dei Cloven Hoof! Pensa che anche Russ è rimasto impressionato dalla sua performance!
Il vostro nuovo album mi dicesti che uscirà alla fine di settembre e, contrariamente a quanto si pensava, non si intitolerà “Absolute Power” per problemi di copyright. Dimmi qualcosa in merito.
Penso che l’ultimo album sia veramente la cosa migliore mai scritta dai Cloven Hoof in carriera. Ogni pezzo è immediato e epico allo stesso tempo, abbiamo scritto le canzoni per poi proporle dal vivo. Ritengo Inquisitor, Angels in Hell, Whore of Babylon, King for a Day, Kiss of Evil già dei classici dei Cloven Hoof. La produzione di Tom Galley è frizzante al punto giusto e “powerful as hell”! Il titolo comunque non l’abbiamo ancora deciso.
Adesso Lee chiudi l’intervista come vuoi, ti ringrazio per la perizia con la quale hai risposto alle mie numerose domande.
Sono io che ti ringrazio di cuore, veramente. E’ per me un piacere poter di nuovo spargere il morbo Cloven Hoof tramite il vostro eccellente portale HM.
I fan sono la linfa vitale dell’HM. Senza di loro niente potrebbe esistere. Il fatto di rilasciare un’intervista per Truemetal ci consente di parlare della storia e delle novità che bollono in casa Cloven Hoof ai nostri supporter italiani. Anche nel caso dell’ultimo album abbiamo cercato di non essere ripetitivi, sono sicuro che oltre ai vecchi raccoglieremo anche nuovi adepti. Siamo sempre stati contrari ai trend musicali, evitando di fare i pecoroni e i fan che sono cresciuti con l’undergrond questo lo sanno bene.
Permettimi di ringraziare i membri dei Necrophagia per le belle parole riguardo i Cloven Hoof che hanno rilasciato su Record Collector. Auguro loro ogni bene possibile.
Bene Steven: che le quattro forze elementari della natura siano con te! Continua a sentire HM finché le tue orecchie non sanguineranno!
Mi ha fatto veramente un piacere enorme rispondere alle tue domande per questa intervista, sono a disposizione per qualsiasi altra domanda ti venga in mente in futuro. Salutami tutti i metallari italiani che conosci a nome mio! Credete nei Cloven Hoof, perché noi crediamo in voi!
Hail true metal! May the elemental forces be with you!
Lee (CLOVEN HOOF)
Stefano “Steven Rich” Ricetti