Intervista CultØ (Dave)
A distanza di un anno dal loro debutto discografico, dal titolo ‘Of The Sun’ ed uscito a ottobre 2022 per Time To Kill Records, in occasione della sua recensione (che potete leggere qui) incontriamo finalmente i CultØ (da leggersi Cult Zero) e con piacere approfondiamo la loro conoscenza con questa intervista.
Intervista a cura di Jennifer ‘Jenny’ Carminati
Nome curioso il vostro, come mai vi chiamate CultØ? Immagino quante volte avrete dovuto correggerne la corretta lettura. Vi siete pentiti della scelta o la rifareste tale e quale ora?
Eravamo consapevoli delle difficoltà di lettura quando lo abbiamo deciso ma la cosa ci diverte, non ce ne pentiamo assolutamente! Il “culto zero” è la celebrazione di ciò con cui veniamo in contatto come prima cosa e che è ciò che abbiamo di più importante: noi stessi.
Le risposte che cerchiamo non provengono da divinità bislacche o libri “sacri”. Guardarsi dentro è il primo passo per comprendere cosa c’è fuori.
Siete tutti musicisti noti nella scena underground lombarda: come vi siete conosciuti e quando avete deciso di fondare questa band?
Ho fondato la band alla fine del 2019. I tempi erano maturi per prendere le redini della composizione e quando ho voluto testare la resa live del materiale ho radunato vecchie e nuove conoscenze. Panta l’ho conosciuto suonando negli Horrid, Ema durante le registrazioni del nuovo album dei Perfidious, BT è un vecchio collega e John Pino Lisi è stato portato in dote da Panta. La band è affiatatissima e lavoriamo divertendoci come cretini tutto il tempo.
Quali sono le band che vi hanno ispirato maggiormente e diteci un po’ di più delle coordinate stilistiche che vi hanno diretto nella produzione del vostro primo album Of The Sun.
La principale ispirazione sono sicuramente gli In Flames. Clayman è il mio disco preferito, non riesco neanche a concepire una canzone che non abbia linee melodiche da cantare. Ma la base è pur sempre death metal e quando si picchia duro i primi nomi che mi vengono in mente sono Bloodbath e Man Must Die.
La copertina dell’album ben rappresenta le tematiche contenute nel vostro album, chi se ne è occupato?
L’autore è Matteo Autunno Di Domenico, un mio caro amico. È un artista visuale a tutto tondo. Adesso è orientato verso la scultura ma è anche musicista ed autore di qualche riff dell’album. Ha disegnato una copertina meravigliosa che coglie in pieno l’atmosfera della nostra musica
Dave, so che sei tu a scrivere i testi delle vostre canzoni. Puoi spiegare ai lettori di TrueMetal.it il concept assai singolare che lega tutto Of The Sun?
Io ho definito il concept, titoli e temi dei pezzi, ma l’autore dei testi è Marcin Postmortem. L’album è stato realizzato grazie ad un team allargato, non solo ai componenti della band.
Marcin ha ascoltato con attenzione le mie idee e le ha espresse in poesie contorte. Io poi ho pensato alla traduzione e all’adattamento in metrica.
Il concept parla in sostanza della nascita di un artista: l’accendersi della passione, l’urgenza creativa, la paura di non combinare nulla di buono, l’euforia per un risultato esaltante. Questo disco è stato il mio primo vero esperimento compositivo. Crearlo mi è piaciuto talmente tanto che ne ho parlato nei testi.
Il vostro melodic death metal, che unisce vecchia e nuova scuola, fatto in maniera genuina e con passione mi è piaciuto sin dal primo ascolto; ho particolarmente apprezzato Darkness Leads To Light che credo vi rappresenti in pieno. Concordate con me o scegliereste un’altra canzone di Of The Sun come vostro ipotetico biglietto da visita per chi ancora non vi conosce?
Ciò che preferisco di Of The Sun è la sua varietà. Trovare un solo brano che lo identifichi mi viene difficile e quindi ti dico semplicemente il mio preferito: The Ashes Of Annihilation. Ritmiche oscure e feroci, melodie sognanti e totale assenza di una struttura. Che chiedere di più?
Quanto è importante per voi la dimensione live? come è andato il tour di promozione all’uscita di Of The Sun? Nei vostri progetti c’è un tour che vada oltre i confini italici?
Suonare live è il motivo per cui imbracciamo gli strumenti! Comporre e incidere sono attività che danno grandi soddisfazioni, ma è sul palco che avviene la magia.Capisci che è andata bene se persone che non ti hanno mai ascoltato prima vengono a ringraziarti, e ci succede spesso. Di concreto non c’è ancora nulla ma non vediamo l’ora di suonare anche all’estero
Come vedete il futuro dei CultØ: avete già scritto nuovo materiale immagino, c’è un album in lavorazione? Come avete trascorso quest’anno dall’uscita di Of The Sun musicalmente parlando?
Il futuro è denso di attività: puntiamo a completare la composizione del prossimo album entro la fine dell’anno per pubblicarlo a fine 2024. E nel frattempo si suona ogni volta che ce n’è la possibilità!
Come considerate la scena metal underground italiana e come vi rapportate con gli altri gruppi tricolore.
Direi più viva che mai. Anche solo guardando le altre band in cui siamo coinvolti c’è un sacco di ottima musica di generi diversi: Ghostheart Nebula, Filthy Generation, Husqwarnah, Perfidious, Vide…e ne sto sicuramente dimenticando qualcuna.
Per come la vedo io siamo tutti invitati alla stessa festa. Più siamo e più casino si fa!
Se avete qualcosa da aggiungere prima di concludere questa intervista, questo è il momento giusto, a voi la parola.
Se vi piacciono ferocia e melodia ascoltate il nostro primo album Of The Sun. Non ve ne pentirete!
Grazie per il vostro tempo e lascio a voi i saluti ai lettori di TrueMetal.it.
Grazie a voi per l’intervista. Ci si becca a scapocciare davanti al prossimo palco.