Intervista Dave (Entirety)
Oggi ospitiamo sulle pagine di TrueMetal una band che fa parte della scena metal italiana dalla bellezza di sei lustri: gli Entirety! Una band sinonimo di grande passione, soprattutto se pensiamo alla costanza con cui il bassista fondatore Dave porta avanti, incurante di qualsivoglia moda metallica, un discorso iniziato nel 1993 – un’era geologica alquanto differente da quella attuale, su moltissimi fronti. Sono felice di averli “vissuti” nel 1997, quando sulle frequenze di Radio Brescia Popolare trasmettevo a Helvete Radio Show il loro lavoro di debutto, sono ancora più felice di poter parlare con Dave oggi, speranzoso in un glorioso ritorno degli Entirety, sia sui palchi che su album!
Ciao Dave! Dunque… Trent’anni di Entirety: cosa hanno significato queste tre decadi di avventura musicale e qual è stata l’evoluzione della band in quest’arco temporale?
Ciao Mickey, questa lunga avventura musicale ha un’enorme importanza per me. Ancora oggi faccio fatica a trovare le parole adatte per descrivere la bellezza di aver registrato dischi, di aver fatto dei concerti… Insomma di aver potuto in qualche modo esprimere qualcosa con la musica che amo, attraverso gli Entirety. E grazie a tutti i musicisti che ne hanno fatto parte e soprattutto a Lord Skarn (voce), Jon (guitar), Necro (guitar) e Ale (drum), la line-up odierna. In questi trent’anni gli Entirety hanno avuto un’evoluzione sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista della tecnica, che si è affinata nel corso degli anni. Quando parlo di evoluzione musicale intendo un’evoluzione del modo di suonare e dello stile dovuta anche ai molti cambi di line up. Infatti ogni lavoro Entirety ha qualcosa di differente rispetto agli altri. Anche se l’utilizzo di determinate scale musicali, dalle quali derivavo peculiari melodie, rappresenta il trademark del gruppo.
Cosa ricordi di quei “magici” anni Novanta? Come percepivi la scena musicale allora e come la percepisci oggi?
I ricordi sono tantissimi e per elencarne solo alcuni bisognerebbe scrivere un libro. Ancora oggi ricordo il grande fermento e la passione che animavano la scena musicale. Lo scambio di lettere e demotape e l’emozione per la trepidante attesa prima che venissero consegnati dal postino. Le macchinate per andare a vedere i concerti. Il fatto poi di aver potuto suonare live in quel periodo con Entirety e di aver avuto la fortuna di registrare dei dischi… Beh è qualcosa di magico e irripetibile. Ad oggi devo ringraziare persone come il mio grande amico Christian Montagna, che con il suo grande progetto The Old Blood ha creato una vera e propria enciclopedia della musica underground in Italia. E parlo di tutti i generi musicali. Dando la possibilità a tanti artisti e musicisti di fine anni ‘90 di potersi raccontare. Essere parte di un progetto così importante (più di 200 video in due anni) mi ha dato una grandissima motivazione per continuare con Entirety. E grazie di cuore anche a te Mickey per l’intervista su Radio Onda D’Urto per Heavy Demons. E non posso dimenticare Henry dei Nott con il quale mi sento quasi tutti i giorni, grande persona e grande amico. Lord Skarn, Marco dei Necroshine, Jon , Ale… Lorenzo degli Orcrist, Vittorio Sabelli con progetti musicali uno più bello dell’altro, il maestro Wally Ache che ho conosciuto proprio tramite The Old Blood. La scena per me deve essere questo… Supporto incondizionato e amicizia tra musicisti e band , che va avanti da anni. In Italia ci sono sempre stati e ci sono tutt’ora grandi gruppi. Che nel mio piccolo non smetterò mai di supportare.
Descrivi ai nostri lettori il vostro ultimo 7” split con il progetto Nott. Cosa ti lega a Henry (Nott, Nebrus, Ignis Absconditus) sia in termini musicali che umani?
Conosco Henry da più di 20 anni. Una grande amicizia ci lega fin dai primi scambi Nott/Entirety. Siamo sempre rimasti in contatto scambiandoci consigli musicali e di vita. Lo ringrazio ancor oggi per avermi fatto partecipare, suonando il basso, in tre brani dell’album Nott Immaculate Eclipse e per aver organizzato nel 2018 una bellissima data live con Nott, Kaiserreich e appunto Entirety. Dopo la nostra partecipazione a The Old Blood ci siamo parlati e ci siamo detti… Perché non produrre un 7” split con due brani inediti limitato a 30 copie per celebrare rispettivamente i 30 anni degli Entirety e i 20 dei Nott? Per me questo lavoro ha una grande importanza proprio perché celebra i rispettivi anniversari e soprattutto una grande amicizia e passione per la nostra musica.
Tornando indietro nel tempo, quali ricordi hai della realizzazione del mini In Caelo Omnia Acciderunt, all’epoca uscito per Northern Darkness Records e più di recente ristampato in formato mini-cd da Masked Dead Records?
Ricordo ancora la telefonata che mi fece il batterista di allora, Stefano, che mi comunicò di aver dato il nostro demotape a Max della Northern Darkness Rec. E che il demo era piaciuto molto. Ringrazio ancor oggi Max per aver creduto in noi, anche se sul demo eravamo proprio alle prime armi e la stessa tape non suonava troppo bene. Ricordo l’entusiasmo durante il viaggio verso Torino per la firma del contratto e l’emozione durante le sessioni di registrazione a Milano presso i Malibu Studios con Marco Trentacoste (allora con gli Abnegate) come fonico. Arrivammo abbastanza preparati alle registrazioni. Anche perché in quel periodo suonavamo molto live e soprattutto provavamo 2/3 volte a settimana. Non fu facile trovare un suono adatto alla nostra proposta musicale. E il master, se non sbaglio , venne rifatto due volte. Nel 2017, dopo l’uscita di Eternal Fire, chiesi a Matteo Antonelli della Masked Dead Rec, se fosse interessato a produrre una ristampa del miniCd . Matteo accettò volentieri e produsse la ristampa su un nuovo formato digitale e con una nuova copertina . La Norhern Darkness nella persona di Max fece davvero un gran lavoro di promozione e distribuzione del miniCD sia in Italia che all’estero. Tanto è vero che dopo le prime mille copie ne vennero stampate altre millecinquecento. Quando Max mi consegnò la mia copia del disco, ero talmente emozionato che non dissi una parola. Tanto che mi venne chiesto se c’era qualcosa che non andava bene (risate)!
Poi arriva il 1999 e The Moth Of Hate. Quali caratteristiche aveva il vostro LP di debutto?
Dopo l’uscita di In Caelo Omnia Acciderunt, sempre nel 1997 suonammo molto dal vivo. E durante uno dei tanti concerti Paolo (voce) e Giovanni (chitarra) ci comunicarono la loro intenzione di lasciare il gruppo, seguiti poco dopo da Stefano (batteria). Dopo qualche mese a me e ad Alessio (chitarra) si aggiunsero Luca (voce) e Andrea (batteria), amici che spesso seguivano Entirety anche durante le prove. Con questa line-up e con l’aggiunta di un altro chitarrista (Mirko) iniziammo a lavorare al successore del miniCd. Nel frattempo terminò il contratto con la Northern Darkness Rec. Firmammo con la Harrowing Soul Prod. Una piccola label piemontese, che nel 1999 fece uscire il nostro primo full lenght album The Moth Of Hate. Musicalmente parlando The Moth Of Hate rappresentò un cambio quasi totale nel sound e pure nel genere proposto. Le tastiere, che caratterizzarono In Caelo… sparirono completamente. C’erano suoni più freddi e grezzi, screaming vocals e melodie quasi inesistenti se non in due sole canzoni, ‘Revocatio Dianae’ e ‘Vento Oceanico’, scritte con la precedente line-up ma completamente cambiate nel suono. Un album freddo e minimale. Anche la copertina ha solo due colori, bianco e nero, ben diversa dalla copertina colorata del miniCd e caratterizzata dalla rappresentazione fumettistica/caricaturale dei componenti del gruppo.
Tra Proud ed Eternal Fire passano dieci anni. Cos’è successo in quel periodo e quali differenze trovi tra i due album?
Il periodo compreso tra questi due lavori fu caratterizzato da una quasi inattività degli Entirety. Io stesso per motivi lavorativi mi trasferii in Toscana per lavoro. E non riuscii, soprattutto tra il 2008 e il 2014, a seguire molto bene il gruppo. Quando tornai in Lombardia cercai di rimettere in piede la band e di promuoverla il più possibile. Con Stefano (già su In Caelo Omnia Acciderunt) e Fabio (chitarra e voce) registrammo alcuno pezzi tra cui ‘Planet Earth’ , che andò a finire sul 7” split con i The True Endless intitolato MMXIV e uscito nel 2014. Seguirono poi alcune raccolte nel 2015: Through the years… su tape per la HOD di Lorenzo Gavazzi e “Anir… Live & old stuff nel 2016. Nel 2017 uscì Eternal Fire per la label americana Razed Souls. Iniziai a lavorare su questo lavoro nel giugno 2016 con Lord Skarn alla voce (a Repit, Paymon, Indren…), tutt’ora negli Entirety e con Vittorio Sabelli alle chitarre, piano, saxofono(Dawn of a Dark Age, Incantum , Notturno…). Eternal Fire è un lavoro molto diverso da Proud. Con Eternal ritornano le melodie nel sound Entirety. Che in alcuni casi rimandano a quelle del mini d’esordio naturalmente incastonate all’interno di canzoni sparate a 200 all’ora dove lo screaming di Lord Skarn e la tecnica di Vittorio la fanno da padrone. Proud. uscito dieci anni prima è un album molto death metal oriented con anche alcune sperimentazioni che sconfinano nel doom psichedelico della song ‘Daimon’ con la presenza di Convulsion, cantante dei Midriasy alla voce. Un album sicuramente complesso che reputo forse in anticipo sui tempi.
Quali argomenti siete soliti approfondire nelle liriche degli Entirety?
Ogni lavoro ha delle tematiche diverse. In Eternal Fire per esempio i testi di Lord Skarn parlano di oscurità, sofferenza ed entità tenebrose. Sempre nello stesso lavoro i testi di Vittorio Sabelli vertono su tematiche lovecraftiane (‘Nyarlathotep’) o incentrate sul folklore (‘Ancient Art’). Sul 7” split con i Nott c’è un nostro pezzo inedito intitolato ‘Ombra’. scritto da Jon. Qui c’è la ricerca dell’oscurità come rifugio e spazio per coltivare la propria solitudine. Il desiderio estremo di ricongiungersi alla grande Ombra del cosmo. E come anticipazione nei nuovi pezzi in lavorazione, i temi principali sono per l’appunto la notte, l’oscurità e l’ombra come proiezione della nostra oscurità.
Possiamo sapere se c’è qualcosa che bolle in pentola in termini di futuri lavori in studio?
Come anticipato nella risposta precedente, Lord Skarn, Jon, Necro, Ale ed il sottoscritto stanno lavorando su 10/12 pezzi nuovi, che andranno a formare il nuovo devastante album. Oltre a questo abbiamo messo nel nostro bandcamp alcuni pezzi inediti registrati negli anni della pandemia. In questo scellerato periodo abbiamo registrato anche due video, ‘Eternal Fire 2020’ e ‘Monolith’, tratto dal miniCD d’esordio. Abbiamo finalmente molti pezzi su cui lavorare. E lo stiamo facendo con la giusta armonia, che ha sempre caratterizzato questa line-up composta da bravi musicisti (almeno loro! Risate) e soprattutto da grandi persone mosse da una grande passione per la musica.
Dal punto di vista live invece come vi muovete in questa difficile epoca storica? Hai qualche ricordo che vuoi condividere dell’age d’or del metal in Italia?
L’anno scorso abbiamo suonato di supporto agli Ancient. Quest’anno probabilmente riusciremo a suonare verso la fine di quest’anno. Non suoniamo moltissimo live, anzi direi sporadicamente. Ma è stato bello vedere molta gente ai concerti in cui abbiamo suonato, pronta a supportare le band presenti. A fine anni ’90 suonammo veramente molto. C’erano sicuramente più possibilità di suonare dal vivo rispetto ad ora. Inoltre l’atmosfera che c’era in questi eventi era unica e irripetibile. Non vedevo l’ora di partecipare a questi festival per poter comprare qualche demo o CD dalle bancarelle sempre presenti o per scambiare i nostri lavori con quelli di altre bands presenti tra il pubblico. E rimanere in contatto tramite lettera. In questo periodo per motivi lavorativi faccio fatica a presenziare ai live. Anche se averne perso qualcuno mi è molto dispiaciuto. L’ultimo live che ho visto è quello dei Necroshine di Marco, il nostro chitarrista. Gruppo devastante e con grande presenza scenica.
Quale saluto e messaggio finali lasceresti ai lettori di TrueMetal?
Prima di tutto grazie per aver letto questa intervista. E grazie di cuore a te, Mickey, per questa grande opportunità di parlare degli Entirety che mi hai concesso.
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