Heavy

Intervista Death SS (Steve Sylvester)

Di Stefano Ricetti - 16 Dicembre 2005 - 16:10
Intervista Death SS (Steve Sylvester)

Ho il piacere di intervistare uno dei personaggi simbolo dell’HM internazionale, il mastermind dei Death SS Steve Sylvester, autentico patrimonio artistico vivente della nostra cara penisola. L’intervista, come al solito in questi casi, è abbastanza lunga, quindi munitevi di birra gelata, frittatona gigante e…
Buona lettura.
Steven Rich 

Nel 1977 iniziasti a occuparti seriamente di occultismo: in fondo eri ancora un teenager, quali furono  le reazioni dei tuoi genitori? Hai avuto, in generale, un’infanzia felice?

In realtà iniziai ad interessarmi del lato “oscuro” delle cose già anni prima, quando scoprii in soffitta dei vecchi libri e manoscritti del mio bisnonno materno, personaggio in odore di stregoneria…Verso i dodici anni iniziai a comprare i miei primi libri che trattavano tematiche legate alla magia e all’occultismo ma soprattutto collezionavo un’infinità dei fumetti “neri” dell’epoca. I miei genitori, soprattutto mia madre, cattolica praticante,  non vedevano di buon occhio queste mie passioni che mi distinguevano da tutti gli altri miei coetanei, ma malgrado ciò non fui mai osteggiato e trascorsi un’infanzia un po’ solitaria, ma felice…

Dopo la costituzione dei Death SS cosa pensavano i vs. coetanei a Pesaro? Curiosità, ilarità, o cos’altro? Vi consideravano già delle rockstar i vostri compagni?

Delle Rockstar forse no, ma sicuramente ci consideravano dei “diversi”. Eravamo gli unici a Pesaro a vestire in un certo modo, sempre completamente in nero,  pettinati in modo “strano” e adornati di accessori metallici vari… La nostra attitudine era molto “punk” e “oscura”: incutevamo ovunque un certo timore. Era difficile non  notarci… Poi cominciarono a girare tutte quelle voci sulla “sfiga” ecc. per cui…

Il logo so che lo hai realizzato tu e disegnato durante le ore di scuola superiore: bellissimo! Ma il nome, che ritengo uno dei più azzeccati in assoluto in ambito HM, da chi è saltato fuori?

Il nome “in DEATH of Steve Sylvester” lo avevo in mente ancora prima dell’effettiva formazione della band. Deriva dai cantici e dai carme della letteratura italiana di fine ‘700 inizio ‘800, tipo quelli di Monti, del Foscolo o del Manzoni ( “in morte di Carlo Imbonati”, “in morte di Ugo Bassville”,  ecc.). Inoltre aveva la duplice valenza di significare la “morte” del mio essere “normale” contrapposta alla mia “rinascita” da “iniziato”… A questo aggiungi ancora che, scrivendolo in maniera abbreviata, diventava semplicemente “DEATH SS” e, in piena era punk, si prestava anche alle provocazioni politiche allora molto in voga. Lo trovai un nome perfetto per una band che celebrava la morte e voleva essere  trasgressiva… Purtroppo allora non calcolai che quest’ultimo aspetto mi si sarebbe ritorto pesantemente contro! Ancora oggi, dopo ventotto anni, devo spiegare all’estero che in realtà non abbiamo niente a che vedere con il nazismo!

 

Death SS così come apparsi su Rockerilla nel marzo 1982

Ritengo la vostra intervista con Beppe Riva in un antico numero di Rockerilla uno dei punti massimi raggiunti dall’editoria italiana. A partire dall’ambientazione nella umida cripta sotto a un cimitero del centro Italia. Di chi fu l’idea? Hai qualche aneddoto a riguardo?

L’idea fu proprio di Beppe Riva. Lui era un cultore delle opere letterarie di Poe e Lovecraft e queste influenze le riversò nella prima intervista ai DEATH SS. Dobbiamo molto a Beppe perché fu il primo critico autorevole a credere in noi e ad aiutarci nella realizzazione della nostra prima uscita discografica: il brano “Terror” sulla compilation “Gathered” patrocinata da Rockerilla, il primo magazine italiano che trattava heavy metal e supportava la scena nazionale, allora ai suoi esordi…

Beppe temporaneamente si è ritirato dalla prima linea dell’editoria. Cura solamente le recensioni allegate ai dischi (sia Lp che Cd) della Akarma Records. Riva, a mio avviso, è stato il primo divulgatore nonché autorevolissimo supporter del maligno verbo Death SS. Spero tu ne convenga. Ti manca un nume tutelare come lui?

Come ti ho detto, dobbiamo molto a Beppe che ci ha sostenuto e difeso in un’epoca molto difficile, quella dei primi anni ’80, dove il metal italiano iniziava a muovere i suoi primi passi… Non lo sento più da tempo e la cosa un po’ mi dispiace. Più che del ‘nume tutelare’ mi manca la sua amicizia come persona…

Hai un fisico atletico. Pratichi qualche sport oppure cosa fai per mantenerti così in forma?

Niente di particolare! Osservo una dieta a base di sangue fresco e… Ricordati che ho fatto un patto con il diavolo!

Dopo 7th Seal dobbiamo aspettarci degli album solisti a firma Steve Sylvester? Che ne sarà dei Death SS?

Chi lo sa? Non c’è nulla di preventivato in merito…! Molto dipenderà anche dalle reazioni a quest’ultimo nostro lavoro…

 

25 novembre 2005: Steve Sylvester (a destra) e Steven Rich (a sinistra)

 

Pensieri e parole per le seguenti band:

Venom Non li ho mai seguiti molto… In Olanda ho fatto amicizia con Tony Dolan che sostituì Cronos per un periodo nella band! Veramente simpatico!!!

Mercyful Fateho i primi due dischi – ho anche incontrato King Diamond un paio di volte, in Italia e in Svizzera,  in occasione di concerti dove abbiamo suonato assieme. Personaggio interessante e più colto di quanto si possa pensare…

WitchfyndeHo tutti i loro dischi degli anni ’80! Sono stato molto emozionato quando mi hanno fatto da supporting act in un festival in Olanda…

Witchfinder General Non li ho mai conosciuti di persona ma i loro due album su “Heavy Metal Records” sono mitici!

Black WidowBeh, tutti sanno che sono il mio gruppo preferito di sempre e dell’amicizia che mi lega a Clive Jones. Ha fatto uno splendido lavoro sulla title-track e spero un giorno si concretizzi il reciproco desiderio di suonare live  assieme…

Black SabbathGli imprescindibili maestri di un genere.. Anni fa abbiamo suonato al Gods of Metal dove loro erano headliner in formazione originale e ho avuto l’occasione di conoscere Tony Iommi. Un sogno infantile che si è avverato!

Satanic Ritesnon li conosco…

Saxon da ragazzino li seguivo, ai tempi di “Strong Arm of the Law”… Ora non mi dicono più tanto…

RiotLi conosco ma non li ho mai seguiti…

Exciter Come sopra…

Anvil Come sopra…

Quali sono state le band di HM italiano più sottostimate negli anni Ottanta secondo te?

Beh, praticamente tutte! Il pubblico italiano è sempre stato piuttosto esterofilo e nessuna delle band italiane di quel periodo è riuscita veramente a “sfondare”. A parte quelle più o meno conosciute come noi, Vanadium, Strana Officina e Bulldozer, c’erano tante altre valide band come Gow,  Elektradrive, Crying Steel, Steel Crown, Hocculta, Vanexa, Sabotage Ecc. Ecc. Non credo però che si possa parlare di “sottostima”, quanto di effettiva difficoltà e diffidenza da parte dei circuiti musicali più importante nei riguardi di un movimento ancora ai suoi esordi…

Ho intervistato per TrueMetal qualche mese fa Hfr, alias Enrico Dell’Omo, l’organizzatore del primo HM festival italiano, a Certaldo nel 1983. Se per una combinazione astrale particolare dovesse riuscire a riproporre Certaldo Due nel 2006 con parecchie delle band di allora e con i Death SS come headliner (magari con Paul Chain in veste di special guest), saresti favorevole all’idea?

Assolutamente no! Quel che è stato è stato e bisogna guardare avanti! Una cosa del genere aveva un senso allora; ora sarebbe solo patetica…

 

“Evil Metal”

 

Adesso Steve due domande alle quali personalmente tengo tantissimo e dove necessariamente devi rispondere approfonditamente. Grazie! Spiega una volta per tutte la vera storia dietro a Evil Metal.

Beh, non è che ci sia poi tanto da spiegare… Tramite Beppe  Riva avevamo avuto la possibilità di incidere un singolo tutto nostro, dopo l’esordio sulla compilation “Gathered” patrocinata da Rockerilla. Iniziammo a registrare qualcosa ma all’epoca la situazione interna alla band era molto instabile perché tutti noi eravamo più attratti dal nostro stile di vita assolutamente selvaggio più che dalla musica in sé… Il risultato lo sanno tutti e ci portò nel 1982 allo split, senza aver effettivamente pubblicato nulla… Io me ne andai da Pesaro e Paul poco tempo dopo raccolse attorno a se il chitarrista, passato al basso, e il batterista. Assieme a loro reclutò un cantante per tentare di ricreare una band con la quale poter finalmente pubblicare il singolo in questione… Nacque così “Evil Metal”. Nell’idea originale avrebbe dovuto contenere altre canzoni, allora solo abbozzate, che solo dopo qualche tempo videro la luce in singoli autoprodotti…

Che fine ha fatto veramente Danny Hughes?

In realtà  i Danny Hughes erano due. Così come i Tommy Chaste furono tre…
Tutto derivò dalla mia fretta di consacrare subito i nomi dei singoli musicisti che avrebbero fatto parte della band, in un patto magico. Il primo Danny Hughes (all’anagrafe Daniele Ugolini) fu il primo ragazzo che suonò il basso nella band, ma, a causa di gravi problemi di tossicodipendenza, fu poi sostituito da Gabriele Tomassini che divenne il nuovo “Danny Hughes”. All’epoca non era prevista la possibilità di cambiare elementi una volta fatto il rituale, e così pensai di aggirare l’ostacolo lasciando sempre gli stessi nomi a persone diverse. Quello che morì nel ’83 fu appunto il primo Danny. L’altro, quello che appare nelle foto di “The Story” e di “Horned God” è tuttora vivo e vegeto…

Possiedi una copia di Evil Metal?

Si, certamente! Me la dette Paul qualche anno dopo… Anche se non ci sono io a cantare è pur sempre un pezzo di storia della band e contiene due canzoni alle quali anch’io ho partecipato come “Chains of Death” e “Inquisitor”. Per questo le ho poi re-incise in quella che avrebbe dovuto essere la loro versione originale.

Ritieni che dopo le ultime date vintage non ve ne saranno più in assoluto?

Di sicuro continuerò a riproporre i classici della nostra discografia anche nei nuovi concerti, questa volta però integrati da composizioni più recenti e da estratti dall’ultimo album. Non credo al momento che avrebbe senso continuare a proporre solo cose vecchie. Il tour “vintage” era appunto di supporto all’antologia “Horned God of The Witches”. Ora è il momento di guardare (anche) avanti…

 

Steve Sylvester

 

Ti hanno mai proposto di entrare a fare parte di una band straniera?

No…

Parla un po’ dei concerti che avete fatto questa estate all’estero come headliner

Sono stati tre, due in Olanda (Rise Your Fist e Ragnarock ) e uno in Grecia. Ci siamo molto divertiti ed è stata una bella esperienza. Ho avuto la possibilità di conoscere alcuni dei miti della mia infanzia come Demon, Witchfynde, Girlschool, Virgin Steele ecc..

I cinque dischi migliori della storia secondo Steve Sylvester.

Black Widow – Sacrifice
Black Sabbath – Black Sabbath
Sweet – Sweet Fanny Adams
Slade – Slayed
Sparks – Kimono My House

Recentemente, intervistando il drummer dei R.A.F. Mario Riso (ora a Rock Tv) gli ho chiesto cosa pensasse di voi e mi ha risposto: “sono sempre stati avanti con i tempi, uno come Marylin Manson li ha sicuramente studiati per bene, per poi sfruttarne le intuizioni” Hai mai avuto contatti con quel  pagliaccio costruito a tavolino dalle major di Marylin Manson? Che tu sappia il personaggio non ha mai ammesso pubblicamente di avervi copiato spudoratamente?

Chi lo sa? Certo a volte le coincidenze sono tante… Ma in fondo chi se ne frega? Non sono invidioso e se Manson mi ha in qualche modo copiato, avendo il successo che ha avuto, vuol dire che le mie idee, anche se realizzate da altri, almeno funzionano… Forse se fossi nato in America avrei potuto esserci io al suo posto,  o forse no… Chi può dirlo? A ogni modo mi ritengo parecchio diverso da lui anche se alcune intuizioni possono sembrare simili, e se io sono qui probabilmente è per un preciso disegno del destino…

Credi in Dio?

No, almeno non nel Dio che viene comunemente inteso nella religione cristiana monoteistica…

Come mai sei emigrato a Firenze? Non ti manca un po’ Pesaro?

Pesaro mi stava diventando troppo “stretta” e nel mio cammino verso un  risanamento  mentale e spirituale ho girovagato per molte città, fino a scegliere, (per vari motivi), Firenze…

Sai benissimo che finora il  mio album preferito rimane Heavy Demons. Esisterà mai la possibilità in futuro di avere un Heavy Demons II? So che ti incazzerai un po’ per una domanda come questa ma non sono riuscito a trattenerla.

Allora saprai già anche la mia risposta… Heavy Demons era un album secondo me perfetto per l’epoca in cui è uscito, anticipando di poco l’ondata power… Riproporlo ora sarebbe sterile artisticamente e assolutamente inutile…

Ritengo il vostro ultimo disco Horned God of the Witches un po’ scarsino dal punto di vista del packaging, cosa inusuale per uno come te che giustamente, se pubblica qualcosa, lo pubblica in maniera molto professionale e credibile, tenendo conto del “value for money” quindi in pieno rispetto dei fan, peculiarità spesso non comune nel vostro genere in Italia. Personalmente mi aspettavo qualche foto in più e soprattutto una presentazione per ogni pezzo, che ritengo storico. Come mai Steve?

Per Horned God ho usato praticamente tutte le foto esistenti di quel periodo e tutte le canzoni di quella formazione… Se non ci hai trovato altro è semplicemente perché non esisteva… Si tratta comunque di un’edizione a tiratura molto limitata e a costo molto contenuto, quindi in pieno rispetto del “value x money” che dici…

Quanto è importante la componente auto ironica nel personaggio Steve Sylvester? Da sempre sono fermamente convinto che la longevità nel mondo HM, sia a livello di voi artisti che di noi appassionati (e solo SUCCESSIVAMENTE cronisti) sia assicurata dal fatto di ridersi addosso di tanto in tanto e affrontare le tematiche spesso con il sorriso sulle labbra. Il tutto, ovviamente, senza intaccare la professionalità, che esula e, anzi, viene alimentata e tenuta viva da questo atteggiamento.

Sono perfettamente d’accordo con te su questo punto! L’ironia è un’arma molto importante che purtroppo solo raramente viene capita…

Il progetto che mi accennavi poco tempo fa, in occasione della prelistening session dell’album The 7th Seal (di prossima uscita), riguardo il fatto della pubblicazione su Dvd di film Horror italiani di serie B è soltanto in fase embrionale oppure ci possiamo aspettare a breve delle novità a proposito?

Attualmente ci sto lavorando sopra assieme ad un’importante label italiana.. Purtroppo le tempistiche sono lunghe perché occorre prima risolvere innumerevoli cavilli  burocratici legati ai diritti di autore…

Com’è il tuo rapporto attuale con il regista Dario Argento? Pensi che vi proporrà in futuro di curare la colonna sonora di un suo film in toto? Personalmente ritengo un saccheggio il fatto che molti registi italiani legati all’Horror e più in generale al Thrilling vadano a cercare chissà quale artista all’estero quando in Italia abbiamo una realtà consolidata e credibile come i Death SS.

Ottima domanda. Fai in modo di chiederglielo!

Il disco tributo ai Death SS uscito qualche tempo fa ti ha soddisfatto?

Certo! Al di là dell’altalenante qualità delle singole esecuzioni, si tratta comunque del primo disco di tributo fatto ad una metal band italiana! Come potrei non esserne soddisfatto?

Ho sempre apprezzato il fatto che i Death SS, fin dagli esordi, si sono sforzati di proporre dischi credibili anche al di fuori dell’Italia grazie alla pronuncia della lingua inglese, improntata alla ricerca del perfezionismo, evitando l’inglese maccheronico utilizzato da altre band, che penalizzava poi irrimediabilmente in prodotto finito. Hai seguito studi particolari o cos’altro?

Si è trattato di un’evoluzione…  Se ascolti le primissime composizioni sentirai una pronuncia alquanto imbarazzante e tutt’altro che professionale.. Poi, cominciando a lavorare con produttori di madrelingua, sono stato severamente “torchiato” finché non raggiungevo la perfezione necessaria… Anche per questo motivo preferisco, ormai da anni, registrare i miei dischi all’estero….

E’ nota la tua amicizia con Clive Jones, leggendario membro dei Black Widow. La famosa tua  collaborazione al nuovo album degli Agony Bag (progetto nel quale è ora coinvolto Clive) a che punto è?

Dipende solo da lui.. Quando mi chiama, io sono pronto! Si è parlato anche di un metal-musical che ha in cantiere da anni…

Una mia curiosità. Hai conservato in qualche maniera tutto quel campionario di croci, teschi, tibie, lapidi, drappi funebri e compagnia cantante che utilizzavate nei primi anni dei Death SS? Che fine hanno fatto?

No! Durante i vari traslochi il vecchio materiale è stato perso o gettato nelle discariche… Una volta ho lasciato quattro enormi sacchi pieni di ossa umane in una cantina del palazzo dove abitavo… Chissà la faccia che avranno fatto i nuovi inquilini…!!!

 

Steve Sylvester

 

Come sono andati gli ultimi tre concerti dell’ Horned God of the Witches Anniversary?

Devo dire molto bene! Avevo dei timori perché i nuovi/vecchi elementi (Freddy Delirio alle tastiere e Ross Lukather alla batteria) erano (ri)entrati da poco e non avevamo avuto il modo di fare molte prove assieme, ma ti posso assicurare che l’energia sprigionata sul palco è stata qualcosa di veramente magico e tutti gli spettatori se ne sono accorti, scrivendoci tantissime mail di complimenti…!

Nel mio report pubblicato su TrueMetal relativo al vostro concerto al Rainbow di Milano avevo puntualizzato che mi sarei aspettato un qualcosa di più (conoscendoti) a livello di scenografia sul palco che, mi risulta, non sia stata diversa nemmeno nelle altre due date…

La mancanza di particolari apparati scenici è stata dovuta alle dimensioni ridotte dei palchi sui quali ci siamo esibiti. Situazione resa ancora più grave dalla presenza di altri gruppi di supporto con relativo backline. Le vecchie coreografie di questo tour consistevano in quinte, pannelli , croci e lapidi varie rappresentanti un vecchio cimitero  che sarebbero dovute essere piazzate su tutto il palco fin da subito. A parte che le dimensioni dello stesso non lo avrebbero permesso, ciò avrebbe comportato l’esclusione dei gruppi di supporto a meno che gli stessi non avessero suonato sul nostro stage e con i nostri strumenti, ma questo, ovviamente, non era possibile… Purtroppo ho imparato che bisogna sapersi adattare e che non si può sempre far tutti contenti… Se dovessi suonare solo in condizioni ottimali (con scenografie complete, strutture giuste,  camerini accoglienti, luci giuste… Ecc. Ecc.) potrei fare al massimo due concerti l’anno……

Bene Steve, l’intervista è stata lunga me ne è valsa la pena!
Grazie per la disponibilità.

Grazie e te Steven.
Alla prossima!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti