Intervista Delirium X Tremens (Ciardo)
Il suono delle montagne, la storia ed il folclore delle nostre terre. Queste immagini sono nel cuore dei Delirium X Tremens. Abbiamo deciso allroa di parlare con Ciardo, perchè non potevamo lasciarci sfuggire questa opportunità. Ecco a voi l’intervista.
A cura di Stefano “Thiess” Santamaria
Ciao ragazzi, benvenuti su Truemetal e grazie per l’intervista concessaci. Sono rimasto personalmente molto colpito da Troi, un album che ho trovato ancor più intenso di “Belo Dunum, Echoes from the Past”. Siete complessivamente soddisfatti del lavoro svolto?
Ciao ! In realtà siamo noi a ringraziare voi per lo spazio che ci concedete , è un piacere per noi ! Ti dirò che le critiche degli addetti ai lavori e gli amici e la gente che ci segue sono stati davvero positivi, oltre le nostre aspettative! Non immaginavamo una risposta così calda ed entusiastica da parte di tutti , e la cosa che più ci ha fatto piacere è che la gente ha capito in toto il messaggio che abbiamo voluto esprimere , la bellezza delle nostre montagne , gli affascinanti scenari che ci danno ogni giorno , e le nostre leggende. Questa è la soddisfazione per noi più grande , e ci sentiamo di dire un roccioso grazie a tutti !!!
Raccontate ai nostri lettori di cosa parla Troi, e del perché avete scelto questo appellativo per il vostro album.
“Troi” è un viaggio , il viaggio di un bambino che attraversa gli affascinanti sentieri dei boschi Dolomitici. Questo giovane uomo è accompagnato da un gufo , magica creatura dei nostri boschi , che è a sua volta il veicolo dello spirito di un Alpino morto durante la prima guerra mondiale. Il compito del gufo è di portare , tra impervie salite e paurosi strapiombi , il giovane uomo , a ritrovare la vecchia dimora , ormai diroccata, dell’Alpino che si è impossessato del magico rapace dei boschi notturni… in questa casa troverà un antico album di fotografie, impolverato , logoro dal tempo, e dal quale scaturirà la bufera dei ricordi e delle leggende che non vanno dimenticate, e che noi abbiamo ascoltato e abbiamo provato a tradurre in musica. “Troi” , il titolo del disco, è una nostra parola dialettale, che significa sentiero, il sentiero che percorre appunto il bambino , e che abbiamo percorso noi , per arrivare a mettere in musica la storia del nostro passato.
“Troi” ha proseguito idealmente con il suo predecessore. Ci raccontate quali sono, a livello testuale, i punti di contatto tra i due lavori ?
Il punto di contatto è semplicemente uno, il ritorno alla nostra storia , alle nostre tradizioni, a tutto quello che ha fatto in modo di formarci per quello che siamo ora. Basare il concept su storie vere, leggende e altri concetti più metaforici ma che hanno sempre come ingrediente principale le nostre montagne. Questo è quello che collega i nostri ultimi due album, e che collega comunque anche i nostri primi due lavori , “Cyberhuman” e “CreHated From No_Thing”, dove parlavamo dell’alienazione umana verso la tecnologia, dell’abuso di essa, della sete umana di prevaricazione verso tutto e tutti , e soprattutto nei confronti della natura … così, dopo questi due album abbiamo deciso di mettere in musica quello che sono le nostre leggende, di tornare alla semplicità, ai tempi dove la tecnologia non la faceva da padrona e dove tutto aveva il proprio vero colore. Dunque possiamo tranquillamente dire che tutti i nostri album sono legati intimamente in maniera molto forte.
Pensate ci sarà spazio per un terzo capitolo sempre seguendo questa direttrice “folklorica”?
Forse ancora è un po’ presto per dirlo , dipende da quanto avremo bevuto il giorno nel quale decideremo come proseguire il nostro cammino musicale ahaha ! Scherzi a parte l’idea è comunque di tenerci , musicalmente parlando, su concept legati al nostro territorio , ma vedremo in futuro. Magari ci salta qualche idea strana in testa, chi lo sa?
Molte volte, le realtà italiche, si rifanno alla cultura ed alla mitologia nordica, ignorando la storia del nostro paese, invece ricca di storia e folklore. Voi avete fatto una scelta coraggiosa, ma che penso stia premiando, e dando soddisfazioni. Cosa volete dire a chi, magari, non ha questa voglia di approfondire le nostre tradizioni?
Ti ringrazio ! Noi, semplicemente, dal nostro punto di vista, abbiamo reso onore alla nostra terra e i nostri nonni, raccontando quello che è il nostro passato e il passato del territorio Dolomitico dove siamo nati. Non avremmo mai potuto raccontare storie di vichinghi , che adesso vanno tanto di moda, o di chissà che altre storie di altri paesi, uno perché in effetti non ne sappiamo molto , e due perché quella storia non ci appartiene. Siamo montanari , mica marinai con la pelliccia di renna e il caschetto con le corna di capriolo ahahah … Noi abbiamo la nostra di storia, e l’Italia possiede un bagaglio culturale, artistico, e storico che tutti ci invidiano. Non vedo perché dovremmo sforzarci di fare nostre storie che in realtà appartengono ad altri paesi. Quello che posso dire è di provare a scoprire il passato della propria città, del proprio ambiente, del proprio territorio…scoprirete degli scenari magici !
Abbiamo notato alcune divagazioni black metal nel sound, forse più di quanto ci saremmo aspettati o che abbiamo visto in passato. Pensate questo sia solo un accenno di cambio di direzione, oppure lascia spazio ad un ulteriore affondo in un filone che, in qualche modo è legato al concetto di pagan? Non pensate che tutto questo però possa far perdere originalità alla vostra proposta?
Sì, è vero, ci sono dei punti nelle canzoni di “Troi” che sia come riff sia come armonizzazioni rimandano al black metal. Questo è quello che naturalmente abbiamo composto, senza porci dei confini precisi.Anche qui ti posso rispondere che forse è un po’ presto per dire come si muoverà il sound delle nostre prossime canzoni. Di certo la base death metal è un nostro punto fisso di riferimento, ma ci piace arrangiarlo in maniera tale da farlo suonare più particolare, più personale, attingendo dal nostro background musicale, magari anche sconfinando nel black metal, o in qualche altra soluzione musicale.
Avete deciso di rendere omaggio a Bathory, senza però snaturare voi stessi e le tematiche che vi sono proprie. Come questa band vi ha influenzato nelle vostre scelte musicali?
Volevamo inserire un qualcosa di particolare in “Troi”, una piccola scheggia fuori campo, e la scelta è stata di inserire una cover. Proposi di reinterpretare “Song to hall up high” dei gloriosi Bathory perché non ha niente a che vedere col death metal e sarebbe stato stimolante coverizzarla, ma soprattutto per il valore storico di questa grande band, e nello specifico del compianto Quorthon. E’ stato elettrizzante registrarla e vedere pian piano che prendeva forma. Io personalmente adoro i Bathory, ma non credo però che ci abbiano influenzato molto a livello musicale.
Doveste definire con un aggettivo Troi, quale usereste?
Dolomitico
Quale pensate sia lo stato di salute del death metal in Italia, soprattutto a livello di idee e personalità?
Ci sono tantissime realtà molto valide, da scoprire, da seguire e supportare. Forse alcune di queste si basano troppo su dogmi dettati dalla scuola americana o svedese perdendo un po’ di vista il punto di creare un proprio sound, però ripeto molto valide! Quello che mi chiedo alle volte però, è perché spesso esce la frase fatta “ci sono band in Italia che non hanno niente da invidiare a quelle estere” … non capisco se è una sfida, una gara o cos’altro? Se una band è valida , è valida che sia italiana o di altre nazionalità… mi viene il dubbio che questa considerazione sia dettata dal fatto che ormai l’esterofilia in Italia sia una mania, un punto fisso , un basarsi sull’estero per valutare le nostre realtà. Non ci siamo.
Grazie ancora per l’intervista, lasciandovi qui spazio su un qualsiasi considerazione su un argomento a cui magari non siamo stati capaci di dare il giusto spazio. Vi abbraccio, e saluto.
Potremmo parlare delle serate passate in compagnia davanti al fuoco a bere sconsideratamente tra amici, di ridere e giocare a carte, dei boschi e delle loro creature, o di ascoltare la natura che ci circonda, ma non basterebbero i giga dei cellulari dei lettori !! Noi ringraziamo per l’intervista, è stata davvero interessante e stimolante in tutti i punti! GRAZIE ! Speriamo di dialogare ancora con voi in futuro, e ricordatevi che non c’è un alito di vento che non abbia qualcosa da raccontare….basta saper ascoltare !!!