Intervista Demons & Wizards (Hansi Kürsch)
Intervista a cura di Davide Sciaky
Ciao Hansi, come stai?
Non male, tu?
Tutto bene, grazie. Come sono andate le vacanze? [L’intervista ha avuto luogo ad inizio gennaio]
Alla grande!
Sono state troppo corte, immagino tu possa dire lo stesso.
Già, è uguale per tutti, le vacanze non sono mai troppo lunghe.
Ma è stato comunque bello avere un po’ di tempo, sette, otto giorni per godersi il Natale.
Ora ci siamo ributtati subito sul lavoro in studio e sento già che avrei avuto bisogno di una pausa un po’ più lunga.
Allora, parliamo del vostro nuovo album, “III”, che uscirà a breve dopo 15 anni dal suo predecessore. Tanti anni di attesa quindi, mi racconti un po’ come si è evoluto questo album? Quando avete cominciato a scriverlo, a registrarlo…
Certo, cercherò di essere breve.
Ovviamente dopo che abbiamo pubblicato “Touched by the Crimson King” non avevamo in programma di aspettare 15 anni per l’album successivo; la realtà dei fatti è che entrambi siamo stati molto occupati con l’attività delle nostre band principali e non siamo mai riusciti a trovare una pausa in cui poter realizzare l’album.
Tre anni fa abbiamo cominciato a parlare di questo nuovo album, ma eravamo ancora molto occupati con Blind Guardian e Iced Earth, quindi l’abbiamo rimandato un po’ tenendoci comunque in stretto contatto.
Jon [Schaffer] mi ha fornito le idee per le prime tre canzoni, tre brani che aveva arrangiato per “Incorruptible” degli Iced Earth ma per i quali non aveva idee per le melodie vocali. Mi ha mandato quelle canzoni e tra il 2016 ed il 2018 ci ho lavorato sopra.
Le fondamenta di “III” sono quindi ‘Invincible’, ‘Universal Truth’ e ‘New Dawn’ che ho poi connesso nei testi con “Queste oscure materie” di Philip Pullman.
Abbiamo messo queste canzoni da parte e siamo giunti alla conclusione che la fine del 2018 sarebbe stato il momento adatto per lavorare al nuovo album, per scrivere le canzoni e per registrarle, in modo da pubblicarlo nel 2019.
Abbiamo parlato della cosa in qualche intervista ed improvvisamente c’è stato un grande interesse per dei concerti dei Demons & Wizards, sia per festival che nei locali, e dato che i ragazzi del Wacken ci hanno contattato per partecipare al 30° anniversario del festival abbiamo dovuto cambiare un po’ i nostri piani per far spazio ad un tour.
Abbiamo finito di scrivere le canzoni tra ottobre 2018 e marzo 2019, poi abbiamo cominciato la produzione del disco subito a marzo 2019 e a causa di come ho dovuto registrare la voce – perché l’ho registrata tra un concerto e l’altro dei Demons & Wizards – ho finito di registrare ad ottobre 2019. Le parti strumentali sono state registrate tra marzo e maggio 2019, poi a maggio ho iniziato con le mie parti vocali che non ho finito prima della fine del tour.
Ecco, ti volevo giusto chiedere perché siete andati in tour dopo tanto tempo prima di aver pubblicato il disco, ma immagino che se dovevate suonare ai festival… be’, non puoi spostare un festival.
Esatto, il nostro piano iniziale, prima che ci contattassero per Wacken, era di finire l’album nella prima metà del 2019, pubblicarlo in autunno del 2019 e solo dopo andare in tour, all’inizio del 2020.
A volte però devi sfruttare le occasioni che ti si presentano se vuoi far crescere una band, e ovviamente Wacken è stata una grossa occasione per ricordare alla gente dell’esistenza dei Demons & Wizards, quindi invece di fare un tour dopo ci siamo detti che sarebbe stato bello suonare un po’ di concerti prima dell’uscita dell’album in modo da far vedere che eravamo ancora in giro.
E ha funzionato! Siamo sulla bocca di tutti e ci sono tante aspettative per questo album quindi, anche se non abbiamo seguito il piano iniziale, direi che ha funzionato bene.
La prima canzone del disco, ‘Diabolic’, è connessa a ‘Heaven Denies’, brano che viene citato nel ritornello stesso; mi spieghi questa connessione?
È stata l’ultima canzone che abbiamo composto.
È stata letteralmente scritta mentre ero in viaggio dalla Germania agli Stati Uniti per occuparmi della pre-produzione, per decidere cosa avremmo fatto più avanti in studio.
Jon ha scritto la canzone mentre stavo andando in aeroporto, ho ricevuto una demo mentre ero sull’aereo e ho iniziato a lavorare alle linee vocali durante il volo.
Ci mancava ancora la canzone di apertura dell’album, avevamo bisogno di qualcosa che fosse una dichiarazione di intenti, qualcosa che fosse connesso alla storia dei Demons & Wizards. Jon ha chiamato la canzone ‘Diabolic’ principalmente a causa dell’intensità della canzone e mentre l’ascoltavo, creando le prime melodie vocali nella mia mentre durante il volo, mi è piaciuto il titolo ‘Diabolic’, e mi sono innamorato subito dell’intro e dell’outro atmosferiche.
Quelle parti così atmosferiche mi hanno in qualche modo ricordato ‘Heaven Denies’ quindi ho pensato di dare un sequel come testo a quella canzone per chiudere il cerchio.
Quando ne ho parlato con Jon gli è piaciuta l’idea, quindi ho ripreso la storia da dove l’avevamo lasciata alla fine di ‘Heaven Denies’: come storia seguiamo Lucifero che sta vedendo la discesa di due dei suoi alleati più forti – Belzebù e Satana – che si vanno ad unire ad altri angeli caduti per formare un esercito per combattere una nuova guerra contro il Paradiso.
Mi parli di testi delle altre canzoni?
Se dovessi restringere ad un tema, direi che parlano del carattere sovraumano dell’umanità, di come siamo diventati: non abbiamo più a che vedere con normali esseri organici, nel senso di quello che abbiamo inventato, di come ci rapportiamo con la natura.
Non siamo divini, ma siamo creature simili alla divinità per quanto abbiamo creato, come ad esempio tutto il mondo digitale, è davvero affascinante e questo è quello di cui parla l’album.
C’è una canzone su quello che potremmo chiamare un pifferaio magico, uno che manipola gli altri per ottenere ciò che vuole – questa è ‘Midas Disease’ – dove come esempio ho preso i predicatori televisivi che dicono qualunque cosa, parlano di Inferno e Paradiso a chi li guarda, e loro ci credono! Non importa se quello che dicono ha senso o meno!
In ‘Split’ parlo di un personaggio schizofrenico che è così creativo con tutte le sue personalità che queste prendono vita propria, diventano realtà, di questo parla l’album, del creare delle realtà.
Parlando di chi ha registrato l’album con voi, sul disco abbiamo Brent e Jake degli Iced Earth, Ruben dei Purgatory e Jim Morris, ma anche la cosiddetta “Choir Company” per i cori.
Immagino quindi che abbiate registrato le parti strumentali negli USA e le parti vocali nei Twilight Hall Studios in Germania, giusto?
Esatto, per lo più è andata così.
Non sono riuscito a finire di registrare le parti vocali mentre eravamo in tour negli Stati Uniti, e volevamo fare il mixaggio da Jim Morris a Tampa, Florida, quindi ho finito alcune canzoni negli Stati Uniti e abbiamo fatto anche una sessione per le backing vocals negli Stati Uniti, ma l’idea originale era di dividere come hai detto, strumenti negli Stati Uniti, voce qui in Germania e poi di nuovo mixaggio negli Stati Uniti.
Questo era molto semplicemente perché vivendo in Germania, e con i Twilight Hall Studios qui a mia disposizione, e lo stesso con Jon che vive negli Stati Uniti e può registrare lì, aveva più senso dividerci così. Per questo abbiamo principalmente musicisti americani sul disco.
Nel video di ‘Diabolic’, però, anche se si può praticamente vedere solo il loro profilo, è chiaro che i musicisti presenti sono quelli che sono venuti in tour con voi, Marcus, Frederik e così via. Come mai nel video c’erano loro?
Abbiamo abusato di loro, ad essere onesti [ride].
È un video, tutti sanno che quello che vedi nel video serve solo a dare un accompagnamento visivo alla musica; eravamo in tour con loro e dato che eravamo già insieme gli abbiamo chiesto di partecipare e per fortuna hanno accettato [ride].
Per loro si è trattato semplicemente di essere lì con noi, divertirsi, suonare la canzone che è sempre una cosa divertente.
Avevamo bisogno di farlo, mettiamola così, loro hanno un bell’aspetto [ride] ed è sempre bello averli intorno, quindi sono contento che ci sia stata l’opportunità di avere questi musicisti nel video.
Musicalmente mi sembra che l’album sia un po’ più spostato verso il lato Blind Guardian della band, ci sono un po’ meno riff classici di Schaffer, e forse qualche elemento in più che rimanda ai Blind Guardian. Sei d’accordo con me, o trovi l’album perfettamente bilanciato tra le due anime della band?
Personalmente lo sento molto Demons & Wizards, quindi direi che non sono d’accordo con te.
Credo che abbiamo raggiunto qualcosa che ovviamente discende dai Blind Guardian e dagli Iced Earth, questo è innegabile, ma che nel modo in cui abbiamo scritto le canzoni è molto libero.
Jon scrive quello che gli passa per la mente per i Demons & Wizards, ovviamente parlo delle canzoni che abbiamo scritto insieme tra agosto 2018 e febbraio 2019, come ti ho detto le prime tre canzoni erano inizialmente state pensate per gli Iced Earth, e comunque per me già quelle non suonano molto Iced Earth.
Jon forse ha adottato una mentalità un po’ diversa, cosa che ovviamente ha aiutato molto i Demons & Wizards, così siamo riusciti ad essere ancora più liberi dalle nostre due band.
Quando mi approccio ad una canzone lo faccio rispetto ad un’entità individuale; ovviamente io sono me stesso ed il mondo in cui scrivo testi o linee vocali è sempre connesso alle mie capacità e al modo in cui mi piace ascoltare la musica, il mio stile è sempre quello.
La voce è sempre un po’ in primo piano indipendentemente da chi suona la chitarra, la mia voce dà un certo carattere alla musica e ovviamente questa è una forte connessione con i Blind Guardian, forse è per questo che hai avuto quest’impressione, ma per me davvero la scrittura del disco è stata molto libera e con canzoni molto diverse. Non ti saprei neanche indicare due canzoni che suonano come la stessa band, ogni canzone segue un approccio molto diverso.
Jon ha sperimentato molto con accordature diverse e forse quello allontana la band ancora di più dagli Iced Earth che dai Blind Guardian, perché per come costruiamo le canzoni tendono ad esserci accordature diverse, mentre gli Iced Earth seguono di solito la stessa accordatura; forse anche questo ti ha ricordato di più i Blind Guardian, ma se torniamo alle origini delle canzoni è tutta farina del sacco di Jon.
Ecco sì, può essere che sia quello. Ti dico, si tratta solo di feeling, mentre ascoltavo le canzoni mi ricordava un po’ più un lato della vostra musica che l’altro, ma ora che mi dici che Jon ha sperimentato allontanandosi di più del solito dagli Iced Earth immagino che fosse semplicemente quello.
Ad essere onesto se dovessi categorizzare i nostri dischi ti direi che il primo album è un po’ più nello stile degli Iced Earth, il secondo è un po’ più Blind Guardian, mentre questo terzo album per me è il mix perfetto delle due band.
Sono rimasto davvero colpito dalla tua performance vocale, con alcuni dei momenti più heavy della tua carriera, sia su questo album che su “Legacy of the Dark Lands” che è pure uscito da poco, hai preso lezioni di canto recentemente?
No, non ho preso nessuna lezione, non ho più preso lezioni dal 2006 o 2007.
Diciamo che conosco tutti gli esercizi, li faccio spesso e mi sento molto a mio agio.
Penso di aver menzionato, l’ultima volta che abbiamo parlato, di quanto io abbia imparato durante la registrazione dell’album orchestrale [dei Blind Guardian], perché quel disco è stato in molti sensi l’anello mancante, il mio passo finale per adattarmi completamente al registrare in studio, quello mi ha aiutato molto.
Dato che questo terzo album dei Demons & Wizards è completamente diverso da “Legacy of the Kings”… voglio dire “Legacy of the Dark Lands”, scusa [ride] è stato un processo molto più rilassato, le priorità erano diverse, ho potuto muovermi con più tranquillità, mentre con la Twilight Orchestra dovevo essere sempre molto concentrato.
L’esperienza questa volta è stata come cantare dal vivo, e ora penso che riuscirò a mantenere questa tranquillità per un po’ di tempo.
Tornando un attimo a parlare del tour della scorsa estate, avete suonato con un coro di quattro persone al Metalday e a Wacken. Come mai avete adoperato il coro solo per questi due show?
Uno dei motivi è una questione logistica: non possiamo permetterci di portare in giro tutte queste persone, i tour bus non sono abbastanza capienti per così tante persone e andare in aereo sarebbe molto costoso.
Da questo punto di vista abbiamo potuto usare il coro soltanto per gli show dove era possibile portarli.
Ovviamente è necessario un palco abbastanza grande per ospitare un coro, quindi alla fine ha senso averli solo nei festival, negli show nei club non ci sarebbe lo spazio necessario per fare un bello spettacolo, si rischierebbe di rovinare la resa finale con un palco troppo affollato.
Abbiamo pensato di aggiungere un coro per rendere speciale lo show a Wacken, e Tolmin era l’ambiente perfetto per fare una prova, per questo motivo abbiamo invitato il coro al Metaldays che secondo me è stato lo show migliore dell’intero tour.
Vi ho visti solo due volte in questo tour, quindi non ho tanti termini di paragone, ma è stato decisamente un gran concerto.
Già mi piace molto suonare lì, è sempre uguale a Tolmin: se suoni lì hai il numero di persone sufficienti per renderlo un festival grande, ma senza la pressione di uno show enorme come può essere il Wacken, per esempio, mantenendo comunque tutti i privilegi di un festival, il sound, un palco grande, e una cosa che è sempre importante è avere un buon pubblico, cosa che abbiamo avuto a Wacken come a Tolmin.
E’ stato davvero bello avere questo coro sul palco, è qualcosa che dovremmo fare anche con i Blind Guardian, devo dire.
Sono d’accordo con te, il Metaldays è un festival che consiglio sempre perché ha un’atmosfera fantastica, molto rilassato, non troppa gente, poi diventa una vera e propria vacanza con anche il fiume dove si può fare il bagno…
Esatto!
Se sei molto coraggioso e non ti disturba l’acqua molto fredda, sì, puoi andare a fare il bagno.
Sì, è bella fredda, ma questo non frena la gente.
Anch’io ci ho fatto il bagno, ma non ho resistito a lungo in acqua.
Be’, tu devi anche cantare quindi hai un motivo in più per essere intimidito dall’acqua fredda.
Vero, è una buona scusa quindi diciamo che era quello [ride].
Questa volta siete stati anche sfortunati, mi ricordo che si è rotto il vostro bus mentre stavate venendo al Metaldays.
Sì, c’è una storia incredibile dietro a quell’incidente.
Tornando indietro nel tempo e nel mio rapporto con Jon, era il 1991, stavamo viaggiando da Amburgo a Karlsruhe, mi pare, e nella prima notte che eravamo insieme sullo stesso tour bus ci fu un guasto a Kassel, vicino all’uscita di Kassel.
All’epoca fu un bel casino e i giorni seguenti furono piuttosto complicati, e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui andiamo tanto d’accordo, perché abbiamo affrontato tanti problemi insieme.
Nella stagione invernale in Germania la temperature va sotto zero, eravamo bloccati in autostrada ad aspettare un nuovo bus… una bella avventura, ma siamo sopravvissuti.
Quasi 30 anni dopo passiamo davanti a quella stessa uscita e il nostro tour manager, Henry, che era con noi anche nel 1991, ci fa, “Vi ricordate cos’è successo qui? È dove si ruppe il bus quella prima notte”. Ci scherziamo su, “Per fortuna questa volta non succederà niente”, e 500 metri più avanti l’autobus di rompe di nuovo.
La storia si ripete, ora lo so bene, è un cazzo di fatto [ride].
È stato strano perché è arrivato un furgoncino dei gelati, si è fermato lì e ci ha portato il gelato completamente a caso.
Stavamo già pensando di prendere un aereo e di lasciare lì il coro, quindi non avremmo potuto provare al Metaldays e avremmo fatto lo show con loro per la prima volta a Wacken, ma fortunatamente la compagnia che ci affittava il bus ne aveva uno di scorta disponibile, quindi abbiamo aspettato cinque, sei ore, non lo so, e alla fine siamo riusciti ad arrivare a Tolmin come da programma.
Avete registrato, o magari anche filmato, qualche concerto con l’intenzione di pubblicare un live in futuro?
Abbiamo registrato un sacco di show, almeno per quanto riguarda i concerti in Europa ne abbiamo il 60 o 70%, e credo che abbiamo registrato qualcosa anche negli Stati Uniti.
Almeno lo show a Wacken è stato filmato e abbiamo i diritti su quelle registrazioni, quindi potremmo riuscire a pubblicare un DVD o un album dal vivo in futuro.
Per la mia ultima domanda vorrei parlare un attimo dei Blind Guardian: negli anni avete sviluppato sempre più il lato orchestrale della vostra musica, e ora con l’album orchestrale avete portato all’estremo questo elemento. Ho visto con quest’album dei Demons & Wizards che ti piace ancora suonare musica più pesante quindi mi chiedevo se, ora che finalmente l’album orchestrale è uscito, col prossimo album vi muoverete in una direzione diversa, magari meno orchestrale.
Se me l’avessi chiesto due mesi fa ti avrei detto che non sarebbe stato così perché, da quello che mi ricordo, all’epoca – ed ero ancora in “modalità Demons & Wizards” in quel periodo – le canzoni mi sembravano molto più orchestrate.
Ora che sto lavorando a tempo pieno da due mesi alla nuova musica dei Blind Guardian ti posso dire che non c’è quasi nessuna orchestra sull’album.
Questo album è molto intenso, molto Progressive, in alcuni momenti direi anche futuristico, contiene un sacco di sorprese che portano i Blind Guardian in direzioni completamente nuove, questo è sicuro.
Per quanto riguarda le orchestrazioni quindi ti posso dire che ce ne sono di meno, molte di meno [ride].
Devo dirti che non me l’aspettavo neanche, ricordavo diversamente le canzoni a cui stavamo lavorando, ma effettivamente la nuova musica non ha quasi orchestra; ci sarà qualche elemento orchestrale, certo, ma per lo più si tratta di un album intenso e fantascientifico.
Con questo non voglio dire che ci sono suoni strani sul disco, ma c’è un approccio futuristico ai suoni e a certi elementi; è molto complesso, non sarà un album semplice, un album diretto e Speed Metal, sicuramente non sarà così, ma ci saranno anche dei momenti Speed Metal.
È come con i Demons & Wizards, in questa nuova musica puoi sentire lo stile dei Blind Guardian, non puoi nascondere le tue radici, ma non è una continuazione di quello che abbiamo fatto con “Beyond the Red Mirror” o “Legacy of the Dark Lands” o neanche con “Nightfall” o “Imagination”, è qualcosa di completamente nuovo.