Intervista Destinia (Nozomu Wakai)
Una prima assoluta per il guitar hero giapponese Nozomu Wakai.
Fresco autore di un debut album edito da Frontiers Music dalla doppia personalità – eccessivamente derivativo per alcuni, entusiasmante omaggio ai suoni classici, per altri – Nozomu ha risposto a qualche domanda in merito alla sua nuova creatura, scoprendo per la prima volta come “funziona” una promozione di tipo mondiale che vada oltre i confini del proprio territorio nazionale.
Un piccolo onore e motivo di vanto per noi di Truemetal che, al netto di quanto si possa pensare della musica – a nostro personale avviso, comunque molto valida – proposta dal musicista nipponico, potremo probabilmente fregiarci d’essere stati i primi osservatori della nascita di un side project che ha già nei nomi coinvolti un valido motivo d’interesse.
Tommy Aldrige, Marco Mendoza e Ronnie Romero sono, in effetti, personaggi dal curriculum inequivocabile per qualità e spessore.
Il resto, nel bene e nel male, verrà da se, con il futuro possibile testimone dell’evoluzione di un progetto che non potrà far altro che incusiosire i tanti fan del genere sparsi per il globo.
Buona lettura!
Intervista a cura di Fabio Vellata con la collaborazione di Carlo Passa
Ciao Nozomu, è un piacere ed allo stesso tempo un evento singolare il poterti intervistare. Il tuo disco è fuori da una manciata di giorni e non nego la curiosità che mi ha suscitato per via degli artisti di grande spessore coinvolti.
Da dove è nata l’idea di unire le forze di nomi così altisonanti?
Hai mai avuto un’idea precisa della canzone hard rock o heavy metal che volevi ascoltare?
Ad esempio, provando ad immaginare come sarebbe stata la canzone se avessi avuto un cantante specifico insieme ad una sezione ritmica ben precisa concentrata a suonare questo tipo di musica…? Ho sempre in mente una sorta di mia “band ideale”…
Metal Souls è stato composto con la certezza che sarebbe stata un’uscita pubblicata a livello mondiale: in Giappone molti artisti lavorano confinati solo nell’ambito nazionale e non mirano al mercato oltreoceano, ragion per cui ho dovuto compiere delle scelte molto importanti e ponderate. Dopo tutto si trattava di una grande occasione su cui non avere poi rimpianti futuri: dovevo, insomma, basarmi sulla mia idea di band “ideale” ed è in questo modo che ho scelto i vari membri.
Per primo ho visto Ronnie Romero cantare con la reunion dei Rainbow: quando poi è venuto in Giappone con i Lords of Black l’ho contattato immediatamente…mi sono ritrovato quindi a scrivere qualche brano con in mente la sua voce…e mi sono accorto che i pezzi si attagliavano in modo perfetto su di una sezione ritmica composta da Tommy (Aldrige) e Marco (Mendoza). Ed è così che il progetto è partito!
Come sei venuto in contatto con Frontiers e quanto sei soddisfatto della promozione del tuo cd?
Beh, ad essere onesti, avevo spedito il demo ad un po’ di etichette discografiche ed ho avuto in generale buone risposte. Visto però che uno dei membri del gruppo aveva già un contratto in essere con Frontiers, abbiamo deciso che era proprio con loro che dovevamo lavorare.
Per me è la prima release di livello mondiale, proprio come questa intervista, wow!!!
Tutto questo tipo di promozione è una novità per me: del resto, più il disco viene spinto, meglio è.
Se non dovesse bastare, sono pronto a fare promozione personale io stesso, in modo da dare alla gente la possibilità di conoscermi. Anche perché, più della campagna pubblicitaria, è importante il valore e la bontà del tuo disco!
Parlaci del songwriting…che contributo hanno fornito i singoli membri?
Mi piace molto scrivere canzoni e lo trovo molto semplice. Nella mia quotidianità, quando cerco d’immaginare il concetto o le tematiche che voglio far convergere in un brano, la melodia inizia a suonarmi in testa come se ci fosse una radio. Ti dirò di più: mi “arriva” quasi completa in ogni sua parte. Così prendo velocemente nota ed inizio a creare un demo…è molto importante immaginare la linea vocale mentre scrivi un pezzo…credo che non solo la voce ma anche la personalità di chi canta abbia un ruolo fondamentale e vada a riflettersi direttamente sulla canzone.
Tommy e Marco hanno caratteri molto forti e le loro parti mi nascono spontanee quasi subito: non sono stati coinvolti direttamente nella stesura dei pezzi ma mi hanno comunque fornito un sacco di idee superbe in merito agli arrangiamenti.
Come avete registrato il cd? Ognuno per conto suo o vi siete incontrati?
Ognuno di noi ha registrato nel proprio paese, sebbene qualche traccia sia stata incisa quando Ronnie è venuto in Giappone. Non ho potuto essere presente durante le registrazioni di Tommy e Marco, ma mi sono assicurato che fossero al corrente del concept alla base del disco ed ho provveduto a fargli avere istruzioni molto dettagliate.
Come dicevo prima, ho pensato proprio a loro mentre componevo, ed in tal modo le recording session sono state molto veloci e semplici da completare.
Insomma, il disco è stato creato in giro per il mondo: sono andato di persona in Svezia e ci sono rimasto per tutto il tempo necessario al completamento del missaggio…lavorare con Frederik Nordström è stata un’esperienza straordinaria…divertente soprattutto operare assieme pur percependo le notevoli differenze dovute alla nostra provenienza geografica così distante!
Qual’è secondo te, il vero valore aggiunto di “Metal Souls”? Cosa lo rende, a tuo parere, diverso da tutti i dischi heavy power che vengono pubblicati a ritmo continuo?
Il concept di Metal Souls è definito come “Classico-Moderno” proprio perché combina le melodie dello stile anni 80 / 90 – che mi hanno molto influenzato – con un approccio molto moderno.
Per farla semplice: come avrebbe potuto suonare un disco di DIO se fosse stato inciso nell’epoca attuale?
Volevo proprio che questo album esprimesse l’idea di “classico-moderno”: questa oltretutto è un’altra ragione per cui ho voluto Tommy e Marco, due artisti attivi sin dagli anni 80 / 90. Ho, infatti, pensato potessero creare una solida base per il “classico”, mentre io e Ronnie, figli di questo tempo, potevamo aggiungere il “moderno”.
Credo sia proprio questa miscela a rendere il disco speciale e diverso dagli altri.
Adoro la storia dell’hard rock / heavy metal e spero di poter continuare a creare musica in cui poterla percepire chiaramente!
Quali sono le influenze che riconosci come più importanti nello sviluppo del tuo stile musicale?
È iniziato tutto con Ritchie Blackmore. Mi ha insegnato l’hard rock quando non ero minimamente interessato alla musica: nel momento in cui ho visto Blackmore suonare la chitarra davanti ad una telecamera il mondo per me è cambiato.
Ho capito che dovevo seguire ed imparare tutto sulla storia del rock e del metal e questo è quello che mi ha reso ciò che sono ora.
In termini di composizione sono stato molto influenzato anche da musicisti come DIO, Whitesnake, Europe e Riot. Ad ogni modo gli stimoli non finiscono mai e sono sempre tanti.
In merito al mio stile chitarristico, devo ammettere che Michael Schenker è il mio preferito: sarebbe il massimo se riuscissi ad esprimermi con lo strumento proprio come fa lui.
Sono anche un disegnatore grafico per il suo merchandising, ed ogni volta che lo vedo suonare ho come la sensazione che la chitarra sia una parte del suo corpo. Ho bisogno ancora di imparare molto e fare parecchia esperienza, così da fare in modo che la mia vita sia “percepita” direttamente dal suono della mia chitarra…
Hai in programma un tour mondiale?
Abbiamo appena annunciato il primo show a Tokyo, previsto per il 21 gennaio 2019, con la line up al completo. Sul tour mondiale, ne stiamo discutendo con il nostro agente: tutti i membri hanno i loro impegni già programmati, quindi non ci sono date ufficiali, ma non vedo l’ora di poterlo mettere in cantiere! E se succede, vorrei proprio poter venire anche lì in Italia da voi!
Pensi che questa line-up possa avere un futuro?
Sono davvero felice di poter far ascoltare alla gente il mio disco, con la soddisfazione di aver ricevuto sinora commenti per lo più positivi. È stato un successo maggiore del previsto.
Spero di potermi ripetere in futuro: ci sono ancora molte cose che vorrei fare con Ronnie ed il suo stile vocale, mentre con Tommy e Marco il rapporto si sta approfondendo.
Quindi sì, credo che questa line up possa avere un futuro e che possa incidere ancora qualche ottimo album…se solo ci penso già mi sento elettrizzato, ahaha!
Ad ogni modo, “Metal Souls” è appena uscito, quindi penso sia ancora un po’ presto per parlarne…
Beh, abbiamo finito. A te il commento di rito finale…
Metalheads italiani, grazie per aver letto la mia intervista!
Se non avete ancora ascoltato “Metal Souls” dategli almeno una chance… se vi piacerà ditelo ai vostri amici specificando “ascoltatelo, è molto bello!”.
Se invece non vi piacerà, dite loro “ascoltatelo, fa schifo!!!”
Sarei davvero felice se lo faceste! Sarebbe grande poterlo condividere con tutti i rocker ed i metalheads italiani!
Keep it Metal!