Intervista Detevilus Project
Intervista a cura di Roberto ‘Bob’ Castellucci
Abbiamo fatto una chiacchierata con il fondatore di Detevilus Project, padre amorevole da cui nasce, è proprio il caso di dirlo, il disco di debutto ‘Reborn’ (in italiano “rinato”). Avanti con le domande!
Come nasce Detevilus Project? Come sei arrivato alla decisione di fondare questa one man band?
Tutto è nato nel 2010. All’epoca suonavo nella mia vecchia band Nekrosun, ed ero il principale compositore. Sentivo però che mi mancava qualcosa: la totale libertà compositiva e creativa. In una band, e non lo dico negativamente, ci sono più teste da mettere d’accordo con gusti e idee più o meno differenti. Ero semplicemente arrivato ad un punto in cui sentivo di aver bisogno di poter esprimente me stesso liberamente, senza paletti.
Chi o cosa è Detevilus? Che ruolo ha, se lo ha, il de-vil nascosto nella parola?
Detevilus è il musicista che ho sempre voluto e che finalmente posso essere. Ho voluto giocare sulla sciocchezza del Metal=musica del diavolo. Io suono Metal, quindi suono la musica del diavolo. E allora liberiamolo questo diavolo dentro di me.
A cosa dobbiamo la scelta del titolo dell’album, ‘Reborn’?
Ho scelto ‘Reborn’ perché rappresenta la realizzazione di un sogno che ho dal 2010, ovvero un album tutto mio che sancisca la vera nascita del Detevilus Project, e quindi una rinascita mia come musicista.
L’album è suonato e prodotto con cura. Detevilus è un autodidatta o ha ricevuto una preparazione specifica nella produzione musicale?
Sono principalmente autodidatta, ho ‘studiato’ tutto quel poco che conosco sulla produzione musicale guardando tutorial su YouTube di vari produttori, in particolare Joey Sturgis e Jordan Valeriote, e passando giorni e giorni negli ultimi 4 anni a sperimentare con quello che ho imparato. E ne ho ancora tanta di strada da fare!
Nel disco ogni brano cantato è seguito da un brano strumentale, una scelta sicuramente ben ragionata. A cosa è dovuta quest’alternanza?
Per dare i giusti spazi a testi e musica: nei brani cantati la struttura e i riff sono meno complessi, per dare più risalto al testo, mentre nelle strumentali è tutto il contrario. In altre parole per creare una sorta di equilibrio tra i due aspetti.
Quali artisti e quali generi musicali ritieni ti abbiano influenzato maggiormente?
Tra le mie influenze maggiori ci sono sicuramente Devin Townsend, Gojira, Death, Periphery e ultimamente Haken e The Ocean. E come generi principalmente Death Metal, Progressive e Djent.
La maschera di Detevilus mi ha fatto ricordare con piacere, e sia inteso come un complimento, il mitico “volto” di Sir Daniel Fortesque, protagonista di Medievil, famoso e apprezzato videogioco uscito nel lontano 1998. Su Facebook sono ben visibili sulla tua postazione di lavoro alcune action figures di personaggi del videogioco DOOM. Che ruolo occupano i videogiochi nella tua esperienza di vita? La tua musica viene influenzata in qualche modo dall’universo videoludico?
I videogiochi sono l’altra mia più grande passione dopo la musica. In particolare proprio DOOM è la mia serie preferita di sempre! Ci gioco fin dal primo uscito nel 1993, avevo 5 anni ed è anche stato il mio primo avvicinamento al Metal, per via della colonna sonora. Onestamente non ho ci ho mai fatto caso, ma in passato mi è stato detto che alcune mie composizioni ricordavano qualche musica per videogiochi. Però in futuro voglio sperimentare aggiungendo un po’ di elettronica, quindi chissà…
L’album è musicalmente molto vario, così come ampia è la varietà dei temi trattati nei testi: ricerca di identità, amore, tematiche ambientali, rinascita…cosa vuole comunicare Detevilus ai suoi ascoltatori?
Il messaggio predominante nell’album è il credere in sé stessi, di dare sfogo alle proprie passioni, compreso l’amore, non cedere mai e fare di tutto perché ciò avvenga. La salvaguardia dell’ambiente è un tema a me molto caro che ho voluto inserire nonostante si discosti dal resto dell’album.
Abbiamo terminato, ringraziamo Detevilus Project per il tempo dedicato e le interessanti risposte date. Grazie.