Progressive

Intervista DGM (Andrea Arcangeli)

Di Fabio Vellata - 22 Novembre 2023 - 8:30
Intervista DGM (Andrea Arcangeli)

In occasione dell’uscita del loro undicesimo album da studio, abbiamo incontrato Andrea Arcangeli dei DGM per discorrere di “Life“, nuovo disco edito dalla storica band prog italiana.
L’album, seguito del già ottimo “Tragic Separation“, è l’ennesima conferma dell’eccellente stato di salute del gruppo tricolore.

 

 

Intervista a cura di Fabio Vellata con la collaborazione di Roberto Gelmi

Ciao Andrea, qui è Fabio Vellata di www.Truemetal.it, ti mando un caloroso saluto e benvenuto sulle nostre pagine!

Ciao Fabio ricambio calorosamente il saluto e ti ringrazio per il benvenuto!

Life è un signor disco, dopo molti ascolti continua a convincere e a crescere. C’è tanta potenza, freschezza di suoni e melodia. Com’è stato il processo creativo? È durato almeno un paio d’anni, giusto?

Siamo molto contenti che LIFE vi sia piaciuto, è un disco che ci rappresenta al 100% e ne siamo molto soddisfatti. Sì, il processo creativo è durato all’incirca 2 anni, è iniziato poco dopo l’uscita del precedente “Tragic Separation” il quale non ha goduto di una gran visibilità visto il periodo nefasto in cui è stato pubblicato.
La stesura dei brani segue da parecchi anni ormai lo stesso iter; Simone sviluppa i pezzi, che condivide costantemente durante il processo di scrittura, ne finalizza le pre-produzioni e su di esse lavoriamo tutti assieme alle linee vocali ed ai testi.
Per questo album Simone ha curato anche tutti i testi, era particolarmente ispirato e di getto ha messo nero su bianco le sue riflessioni / esperienze…..da qui anche il titolo dell’album, LIFE appunto…

Qual è il segreto di Simone Mularoni al mixaggio? I vostri dischi suonano sempre perfetti…

Beh Simone oltre ad essere un musicista eccellente sotto ogni punto di vista, è anche un sound engineer/produttore di altrettanto valore…la sua esperienza con i suoi Domination Studios, come artista e come professionista fanno in modo di portarlo sempre a migliorarsi giorno dopo giorno cercando di ottenere sempre il meglio dalle sue produzioni e, come hai potuto notare, ci riesce sempre. Questo vale per tutti i lavori che cura, non solo con i DGM, basta ascoltare qualsiasi lavoro che esce dai Domination per capire l’attenzione e l’impegno che impiega con tutti i gruppi con i quali lavora.

I vostri artwork sono concettuali e poetici. Com’è nato quello di Life a firma di Travis Smith e come va interpretato?

Da sempre i DGM hanno strizzato sempre l’occhio in direzione di avvenimenti ed esperienze legate alla vita di ogni giorno, che siano espresse in chiave astratta o meno. LIFE continua il filone che abbiamo sempre portato avanti, dettato ovviamente da una diversa maturità acquisita negli anni e da vicende che hanno convolto tutti noi (vedi i vari lockdown). Quanto rappresentato da Travis può avere diverse interpretazioni, sostanzialmente, almeno per quanto riguarda noi, un persona ha sempre la necessità di andare avanti nella vita, superare ostacoli, difficoltà, siano esse emotive o pratiche…ognuno necessita di sbloccare quel qualcosa (vedi il lucchetto) che lo aiuti a migliorarsi, crescere, evolversi….si tenta continuamente ma non sempre quello che vogliamo accade (la chiave che può, in alcuni casi, svanire)…

Se dovessi dare delle percentuali, quanto conta la melodia nei vostri pezzi e quanto la tecnica?

Per i DGM la melodia ha sempre avuto la priorità su ogni cosa, fin dall’inizio e durante il corso degli anni e delle formazioni, la melodia è stata e sempre sarà la parte più importante dei nostri pezzi.
Per quanto la gente possa crederci o meno, la tecnica nei nostri pezzi è solo il mezzo per esprimere al meglio la melodia e costruire attorno ad essa una struttura che possa valorizarla, esaltarla.
Ognuno di noi, senza falsa modestia, gode di un valido background tecnico e questo bagaglio viene fuori in automatico durante la stesura dei pezzi o durante gli arrangiamenti. Non ci sono mai state e mai ci saranno decisioni prese a tavolino sul come fare la cosa più tecnica per impressionare…non è da noi.

Dopo undici studio album e quasi trent’anni di carriera si può dire che i DGM sono una delle band di riferimento del metal italiano insieme a Secret Sphere, Kingcrow, Eldritch e Vision Divine. Come ci si sente a gestire questa responsabilità?

Beh si dai, effettivamente abbiamo un po’ di anni di esperienza sulle spalle e assieme ai nomi che hai citato abbiamo continuato per la nostra strada, con tutti gli alti e i bassi incontrati durante questo percorso…
Non so se effettivamente siamo diventati un gruppo di riferimento per altri, se ciò fosse, può solo che farci piacere.
Sappiamo di certo che tutte le persone che abbiamo incontrato nel nostro cammino ci hanno sempre apprezzato e rispettato per tutto ciò che abbiamo fatto e per come lo abbiamo fatto ed è questo che continua a farci andare avanti.
Responsabilità! l’unica responsabilità che sentiamo su di noi è quella di dare sempre di più nei nostri lavori.
Cerchiamo sempre di fare del nostro meglio per offrire agli ascoltatori qualcosa in più rispetto al precedente, qualcosa che diventi unico per loro, qualcosa che li catturi dall’inizio alla fine, che li ispiri in qualche modo…ecco, questa sì che è una grande responsabilità!

 

I brani migliori a nostro avviso sono… tutti! Ci ha colpito in particolar modo “Eve”, un brano strumentale con alcuni rimandi al grande Steve Vai. Com’è nato?

Ovviamente nasce da Simone, aveva il brano scritto e l’unica perplessità nostra era proprio il fatto che fosse strumentale….guardandoci indietro ci siamo resi conto che non ne avevamo molti, anzi, levando il primo EP, c’è solo un pezzo su “Change Direction” ad essere interamente strumentale. Ci piaceva inoltre l’idea di dare un break all’interno del disco, un momento diverso, ed il pezzo è sembrato a tutti perfetto.

C’è chi continua a paragonarvi ai Symphony X: in effetti in un brano come “Second Chance” il riffing è vicino a quello di Michael Romeo. Come prendete questo accostamento?

Beh guarda in realtà per noi è una costante essere accostati ai Symphony X ed ai Dream Theater, la cosa tra l’altro ci fa anche piacere perché sono gruppi con i quali siamo cresciuti e che indubbiamente ci hanno influenzato tantissimo. Ma è anche vero che cerchiamo sempre di capire se, chi ci accosta a questi nomi, abbia effettivamente ascoltato l’album attentamente oppure ha solo usato gratuitamente queste etichette.
Diciamo anche che il nostro stile, nel corso degli anni, si è sviluppato/evoluto/personalizzato, doventando anche un nostro trademark. Prendi la melodia ad esempio, da te citata in precedenza, è un qualcosa per il quale spesso veniamo riconosciuti.

La traccia conclusiva, “Neuromancer”, è un tributo al libro cult di William Gibson?

Sì, esattamente, vuole essere un tributo all’opera di Gibson.

C’è qualche band promettente che ha prodotto Simone di recente, o che conoscete per averci suonato insieme e che vorresti consigliare ai nostri lettori?

Parlando con Simone, ha espresso sempre degli ottimi commenti su una band, i Silenzio Profondo, band del mantovano dedita a heavy metal vecchio stampo in lingua italiana, che è inusuale, ma artisticamente e tecnicamente preparatissima!

Un commento a caldo. Penso tu abbia letto del ritorno di Mike Portnoy nei Dream Theater, cosa ne pensi?

Premetto che non seguo più molto i DT, Mangini per me è un batterista fenomenale che non credo sia stato valorizzato a dovere negli ultimi lavori della band…il ritorno di Portnoy? È comunque un ritorno gradito visto che ne è stato uno dei fondatori… quindi vediamo che succede…

Pensi che torneranno mai a fasti del passato?

Ecco appunto, spererei tanto in un ritorno al periodo pre “Train of Thought”…Fino a Six Degrees, per me sono stati tutti dischi stupendi, dopo per me hanno perso un po di “verve”.

Si vocifera che abbiate già pronto un nuovo album completo ed in uscita il prossimo anno, con atmosfere tuttavia, completamente diverse da quelle di Life, alla Steven Wilson per intenderci. Puoi dirci qualcosa al riguardo?

Sì, esattamente, in questo periodo sono stati scritti due album, cronologicamente LIFE è stato il primo e successivamente un secondo album che è una sterzata verso atmosfere più progressive, un po’ più rilassate che strizzano l’occhio a gruppi come Spock’s Beard, Porcupine Tree, Kansas….sempre DGM ma diverso dai precedenti. La nostra idea è quella di farlo uscire nel corso del prossimo anno, non far passare tanto tempo dopo LIFE. Non ti posso dire molto altro al riguardo in questo momento ma ci sarà modo di approfondire tutti gli aspetti a tempo debito!

Volete fare per caso come Devin Townsend che alterna album molto metal a cose decisamente più morbide?

Ahhah no decisamente no, seguiamo semplicemente le ispirazioni del momento. Come già accennato, non facciamo mai le cose a tavolino, quello che ci sentiamo di fare, lo facciamo. Diciamo che questo secondo disco rispecchia una nostra variazione sia come influenze che come maturità artistica.
Non è detto poi che un altro album possa variare ulteriormente, ma diciamo che forse è prestino per pensarci…

Se dovessi scegliere una sola frase per definire “Life”, quale sarebbe?

Intimo…

So che a breve suonerete ad un release party di presentazione del nuovo cd. Avete qualche sorpresa in serbo?

Esattamente, venerdì 24 novembre presenteremo l’album presso il Reload SPeakeasy di Roma. Il locale è gestito dal nostro ex-tastierista Maurizio Pariotti, nonché uno dei fondatori dei DGM, con il quale siamo rimasti sempre in ottimi rapporti e quindi ci è sembrata un’idea carina riunire questi “momenti” per la presentazione del nuovo album. Non ci saranno particolari sorprese, ci sarà l’ascolto dell’album ed un piccolo set acustico per l’occasione e poi, cosa più importante, lo stare tutti assieme per qualche chiacchiera e qualche drink.

Parlando qualche anno fa con Randy George, bassista di Neal Morse, mi ricordo che mi disse: “il prog non sarà mai musica di massa. Bisogna avere pazienza, sensibilità ed una certa cultura per apprezzarlo“. Ti ritrovi in questa frase?

Beh direi che rispecchia a pieno la nostra situazione e quindi non posso che concordare con quanto detto da Randy. Purtroppo il nostro genere, per certi versi, non è facile. Nonostante ci siano gruppi, come noi, che puntano molto anche sulla melodia e su ritornelli che possano essere cantabili, l’insieme del tutto non viene sempre “compreso” o “digerito”. Siamo consci dello status di cui gode il progressive e per questo non ce ne lamentiamo, assolutamente. Quando però, qualche ascoltatore fuori da questo genere, ascolta determinati brani, fa strano sentirlo dire “ah però sto pezzo è praticamente pop“…forse è l’etichetta che tende ad allontanarli dall’ascoltare questo genere?

E ti rammarica l’idea di non poter ambire al grande successo di pubblico?

Dopo quasi 30 anni di attività direi che non è una nostra priorità, certo saremmo felici di vedere un aumento di fan dei DGM ma quelli che lo sono oggi sono per noi un pubblico stupendo, sempre pronto ad accoglierci nel migliore dei modi. Se continuiamo a fare dischi è proprio per loro e per noi stessi, è la nostra passione…anche se avessimo un solo ascoltatore, ne saremmo comunque orgogliosi.

A tal proposito, quale è stato a tuo parere il momento migliore della vostra carriera come DGM sino a qui? E il peggiore?

Beh diciamo che parlando esclusivamente di carriera, “The Passage” ha rappresentato il picco del nostro percorso…con quel disco abbiamo raggiunto il nostro top a livello di vendite, promozione, live, ascolti etc…
Il peggiore probabilmente è stato nel 2004 con “Misplaced” un disco a mio parere bellissimo che passò molto in sordina a causa di una scarsa promozione e per il periodo che vide poi l’allontanamento di Diego dal gruppo.

Andiamo sul personale: se come band doveste fare una sorta di selezione dei top album del 2023, magari i migliori cinque, cosa scegliereste?

Oddio, domanda difficilissima! mi avvalgo della facoltà di non rispondere! Semplicemente perché ognuno di noi ha gusti differenti, la mia selezione potrebbe differire da quella degli altri!

Ok, direi che può bastare! Grazie per la tua disponibilità, in bocca al lupo per il nuovo album e a presto!

Ringrazio te, tutta la redazione ed i fan per lo spazio dedicato ai DGM. Speriamo di vederci in giro!!!

http://www.dgmsite.com
https://www.facebook.com/dgmprog

 

Discografia DGM:

1997 – Change Direction
1998 – Wings of Time
2001 – Dreamland
2003 – Hidden Place
2004 – Misplaced
2007 – Different Shapes
2009 – FrAme
2013 – Momentum
2016 – The Passage
2020 – Tragic Separation
2023 – Life

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