Intervista Distruzione (Dimitri e Massimiliano)
In attesa di vederli sul palco del True Metal Festival, che si terrà il prossimo 8 luglio a Parma, scambiamo quattro chiacchiere con i Distruzione, Death Metal Band nostrana in azione dal 1990 e con all’attivo un EP e quatto Full-Length, dei quali l’ultimo, intitolato semplicemente “Distruzione”, è stato pubblicato dalla label Jolly Roger Records il 15 giugno 2015.
Buona lettura.
In quasi ventisette anni di storia i Distruzione hanno sempre dimostrato coerenza sfoderando un Death Metal diretto, definito ed incisivo. Il risultato è rappresentato da una discografia dirompente che ha sancito che il Death Metal italiano ha un’anima propria e non è il semplice frutto di scopiazzature straniere. Potete descrivere la crescita dei Distruzione dagli esordi ad oggi?
La storia dei Distruzione è la storia di una band che ha sempre creduto fosse possibile suonare del metal estremo in lingua madre in un Paese che pensava fossero credibili solo band con cantato anglofono. Come la stragrande maggioranza delle band del Pianeta. È la storia di una scommessa sulla ricerca di uno stile il più personale possibile e credibile, è la storia di una continua ricerca di proposte differenti, cercando di non tradire la sincera passione e la genuinità del nostro background.
Dal nucleo iniziale la lineup è cambiata per due quinti. I nuovi membri (Mike Chiari alla chitarra e Manu dietro le pelli), entrati dopo l’uscita di “Distruzione”, partecipano al songwriting del nuovo album che sappiamo in lavorazione, introducendo ulteriori novità stilistiche?
Con Mike e Manu siamo già al lavoro e, come sempre quando vi sono nuovi elementi nella band, il loro contributo è determinante nell’apportare novità e prezioso entusiasmo. Stiamo sondando nuove soluzioni per il nuovo devastante album.
Oltre a quanto sopra, potete rilasciarci qualche altra anticipazione relativa alla nuova uscita? Avete già previsto la data della sua pubblicazione?
Si tratterà di un full-length probabilmente costituito da dieci nuovi brani spaccaossa. Indicativamente, la pubblicazione sarà per la seconda metà del 2018. Anche se non è da escludere qualche sorpresa per questo 2017…..
Cosa ne pensate della scena Death Metal e di quella Heavy Metal in generale, sia Italiana, sia Estera?
La scena Thrash/Death gode di ottima salute con realtà molto attive e capaci. Tecnicamente il livello è salito in modo incredibile. Tante band italiane non hanno nulla da invidiare a quelle straniere. Forse, rispetto a qualche anno fa, si è perso in personalità e originalità, a livello globale le produzioni odierne sembrano tutte molto simili.
I Distruzione cantano in italiano. Come nasce un vostro testo? Come viene strutturato per far si che le parole diventino un messaggio e non semplici versi in rima?
Testo e musica sono gli strumenti che utilizziamo per raccontare delle vere e proprie storie, quindi entrambi hanno struttura costituita da aspetti, figure retoriche e tempi tipici di un racconto letterario. Lo scoglio più grosso è quello di riuscire a mantenere musicalità e potenza nel guidare l’ascoltatore in una completa immersione nel brano. Negli anni crediamo di essere riusciti a sviluppare un cantato molto personale e credibile, capace di dare immediatezza e maggior spazio alla comprensione dei contenuti. Di questo siamo molto orgogliosi.
Come viene accolta una band italiana, che canta in madrelingua, quando si esibisce all’estero?
Siamo rimasti sorpresi nel vedere la risposta del pubblico dell’”Enter the Eternal Fire Fest” al quale abbiamo partecipato lo scorso anno in Repubblica Ceca.
Anche il merchandising è andato molto bene. Rispetto all’Italia c’è uno spiccato atteggiamento di curiosità e arricchimento verso il bagaglio dell’ascolto musicale. Anche tra differenti generi.
Qual è il messaggio che i Distruzione vogliono trasmettere attraverso un songwriting che, in sostanza, esprime negatività assoluta? Non c’è speranza?
Tutt’altro. La negatività che traspare è solo l’immediato e apparente approccio di un cantato gutturale urlato in faccia che investe l’ascoltatore. Ma se si pone più attenzione alle parole e al senso completo dei testi, emergono colori e diverse interpretazioni. Una critica violenta, atta a scuotere le sensibilità e le coscienze attraverso uno sviluppo verticale opposto al solito orizzontale è il nostro percorso di speranza.
Cosa ne pensate del Death Metal dei primi anni, quando ancora non aveva tale nome? Secondo voi colpiscono ancora album quali “Seven Churches” dei Possessed e “Scream Bloody Gore” dei Death?
Siamo molto legati a quelle sonorità. Principalmente, le nostre influenze derivano dal Death degli esordi. Gli album che hai citato, ma anche molti altri, sono semplicemente capolavori immortali. E intoccabili. Ancora oggi, ascoltandoli, si viene investiti da energie fortissime e completamente genuine, con soluzioni e arrangiamenti per l’epoca incredibili. Molte band odierne non hanno nemmeno la metà della personalità di quelle band.
Potete descrivere il vostro ultimo album “Distruzione”, il cui titolo quasi richiama un nuovo inizio? Cosa lo differenzia dal precedente “Malicidium” pubblicato dieci anni prima?
Anche se in chiaro stile Distruzione, costituito da impatto, velocità e zero compromessi, “Malicidium” è un album diverso e lontano dall’ultimo “Distruzione”. Treno in corsa senza sosta e blocco omogeneo inarrestabile, l’album del 2005, in un confronto con il nuovo lavoro, risulta meno scorrevole e più opaco. “Distruzione” emerge certamente più brillante e coinvolgente. Le differenze fondamentali risiedono nella composizione e nella produzione. Quando siamo tornati a comporre, dopo aver analizzato attentamente ciò che era stato fatto nei lavori precedenti allo scioglimento, abbiamo iniziato a indagare e a lavorare su tutti quegli aspetti che ancora non avevamo preso in considerazione o sviluppato con la dovuta completezza. Consapevoli dei nostri limiti, siamo ripartiti da ciò che non sapevamo fare. “Distruzione” è senza dubbio il miglior lavoro della nostra discografia.
Quanto è importante sperimentare nuove sonorità per un gruppo Death Metal?
È fondamentale e linfa vitale per una band. Quello di tentare nuove soluzioni è un lavoro molto complesso e che richiede tempo e grande attenzione. Di contro, il rischio è di scadere nella ripetitività o peggio ancora nel patetico. Sono l’incastro con l’esperienza, la curiosità e il saper mutare che possono portare alla realizzazione di qualcosa che suoni sempre fresco, sincero e devastante. Riuscire ad amalgamare tutti questi aspetti nel modo migliore è lavoro tutt’altro che semplice e immediato.
Che differenze ci sono a suonare all’aperto con un pubblico, magari più folto, ma che si disperde, rispetto ad un ambiente chiuso, tipico dell’underground, dove è più raccolto?
Oggi le differenze non sono poi così tante, nel senso che diversi posti al chiuso sono oramai dotati di palchi alti e grandi con funzione, anche se in versione ridotta, del grande palco da fest all’aperto. Non è infatti difficile trovare palchi al chiuso muniti di mixer per le spie sul palco e transenne di contenimento. Certo, la dimensione più underground, del piccolo pub dove magari il suono esce direttamente dagli amplificatori, è spesso costituita da piacevolissime invasioni di “palco” con scambi diretti di sudore, abbracci e bevande alcoliche tra il pubblico e la band. Sono fantastiche situazioni che una band come quella dei Distruzione ha avuto la fortuna di vivere infinite volte nel corso della propria carriera.
Sicuramente, il calore che abbiamo ricevuto sul grande palco dell’ultima edizione del Matalitalia 2016 è stato sorprendente e inaspettato. Non ci aspettavamo una risposta di quel tipo e soprattutto in quell’orario. Resterà uno dei momenti più intensi nei ricordi di questa band.
Oggi si viaggia nel mondo digitale, ma per quanto un computer possa essere sofisticato ancora non batte le qualità dell’Hi-Fi. Secondo voi la pubblicazione di quasi tutto il materiale sonoro sui social ha abbassato la qualità della sua produzione?
È difficile dirlo con precisione. Si perde un aspetto e se ne guadagna un altro. L’importante è capire cosa davvero può essere utile per il fine comunicativo della band. Probabilmente si è puntato più sulla quantità che sulla qualità. Le compressioni titaniche ad appannaggio del guadagno di volumi esagerati e inutili hanno reso le produzioni meno genuine e po’ finte. E tutto suona molto simile. Oggi è piuttosto difficile riconoscere una band al primo ascolto.
Proseguendo il discorso del digitale, la pubblicazione online di concerti, sia ufficiali che amatoriali, può essere una della cause che ha portato ad un minore afflusso ai concerti, con la conseguenza che s’investe meno nei grossi eventi?
Anche qui il discorso segue in qualche modo il precedente: più quantità e forse meno qualità. Tantissime sono le band valide, anche rispetto a qualche anno fa, ma tantissime sono altrettante band che mettono insieme quattro accordi e organizzano delle serate. Alla fine, tanto pubblico si disperde in mille piccoli eventi.
Al True Metal Festival giocherete in casa. Come vi preparerete all’evento, o come vi state già preparando? Avete già un’idea della scaletta da proporre?
Siamo estremamente carichi per questo evento!!! Per l’occasione abbiamo già preparato una scaletta devastante ….… e non priva di sorprese.
Avete in programma altre attività live?
Freschi dalla recente e stupenda esperienza al Cueva Rock di Cagliari, il prossimo live imminente è il “Bus 666 Fest” dell’11 marzo a Parma insieme a Electrocution, Grumo e Human Decay. Il 3 giugno saremo sul palco del “Wilwarin Festival” di Ellerdorf nel nord della Germania. Siamo molto orgogliosi di questo invito. Altre date per la primavera e l’autunno sono in corso di definizione e a breve saranno annunciate.
Cosa potete dire ai fans che stanno aspettando di vedervi sul palco del True Metal Festival?
Non faremo prigionieri.
Non ci resta che ringraziare i Distruzione per la loro disponibilità, lasciando a loro i saluti finali ai lettori di TrueMetal.it. Grazie!
Noi ti ringraziamo per lo spazio dedicatoci e ricordiamo a tutti che vi aspettiamo a Parma per il devastante “TrueMetal.it Italian Aggression Edition” dell’8 luglio!!!