Black

Intervista Dorguz (Chernobog)

Di Jennifer Carminati - 5 Novembre 2023 - 8:30
Intervista Dorguz (Chernobog)

In occasione dell’uscita, lo scorso Halloween, di ‘Solemn Impiety of Sacrilege’ per l’etichetta italiana Nova Era Records, incontriamo Chernobog, fondatore dei Dorguz, Black Metal band italiana poco conosciuta qui in Italia, che noi di TrueMetal.it abbiamo il piacere di ospitare sulla nostra pagina.

Intervista a cura di Jennifer ‘Jenny’ Carminati

Ciao Chernobog, piacere di fare la tua conoscenza. Prima domanda di rito, forse banale, ma questa volta più doverosa che mai. Puoi spiegarci l’origine del nome Dorguz?

Anzitutto ciao Jennifer e grazie per l’opportunità e lo spazio che ci dedichi. Seguendo una prassi usuale nel Black Metal, il moniker Dorguz è preso dall’universo tolkieniano; è un termine della lingua nera orchica, più precisamente del dialetto di Gundabad, e significa “Padrone”. Nel nostro caso l’accezione può essere riferita ad un duplice padrone: l’individuo elitario che prende coscienza della sua vera natura e, per dirla alla Nietzsche, diventa ciò che è, e il padrone anticosmico che risponde al venerando nome di Satana.

‘Solemn Impiety of Sacrilege’ è il vostro quarto full-length. Puoi dirci qualcosa di più riguardo la vostra discografia precedente?

Si, questo è il nostro quarto disco, i tre dischi precedenti li ho registrati nei primi anni duemila, però li ho tenuti parecchio tempo nel cassetto sia per ragioni personali, sia perché volevo essere prodotto solo da un paio di etichette specifiche che non mi hanno preso in considerazione. Dopo varie vicissitudini musicali e personali, ho pubblicato due di questi (‘Demon Mesty’ e ‘On the Paths of Blasphemy’) soltanto durante la decade scorsa sull’etichetta ucraina Depressive Illusions Records, tra l’altro solo in musicassetta e con una tiratura di copie molto limitata. Dopo questi due dischi, ho autopubblicato il terzo disco, ‘Cursed to Evil’ e poi sono stato fermo per un po’ perché ho dovuto forzatamente passare diversi periodi in strutture psichiatriche a seguito di alcuni problemi legali e di dipendenze. Sino ad ora siamo rimasti nel solco di un underground veramente molto ristretto, in Ucraina e Russia abbiamo venduto in tutto qualche centinaio di copie, in Europa occidentale e soprattutto in Italia non è che non siamo molto conosciuti, non ci conosce proprio nessuno! Pensa che ad esempio non abbiamo mai avuto neppure pagine social e quando ancora non esistevano i social neppure una pagina myspace! Abbiamo aperto la nostra prima pagina Facebook soltanto a luglio di quest’anno e, se devo dirla tutta, per una cortese ma costante pressione da parte della label. Comunque sia è per queste ragioni che con il nuovo disco pubblicato appunto con la label italiana Nova Era Records speriamo di ampliare anche solo un minimo la nostra fanbase in Italia e in Europa occidentale e settentrionale.

Questa intervista è l’occasione per farvi conoscere ai lettori di TrueMetal.it. Sfruttatela al meglio parlandoci un po’ di più della band, se vuoi con una breve biografia.

I Dorguz sono stati una one man band composta soltanto da me fino alla fine del 2021. L’origine effettiva risale al 1998 quando ero un pischello liceale diciassettenne e comprai la mia prima chitarra elettrica, cominciando a tirar giù riff traendo spunto dalle band con cui sono cresciuto e che ho sempre ascoltato; le stesse che continuano a essere per me fonte di ispirazione, cioè Gorgoroth, Gehenna, Dissection, Carpathian Forest, Hecate Enthroned, Emperor e Immortal in primis, successivamente anche Summoning e Drudkh.

Durante una delle mie permanenze forzate nelle strutture di cui ti parlavo alla domanda precedente ho avuto modo di conoscere Hekate, entrata nella band a fine 2021 inizio 2022 per occuparsi delle lyrics, oltre che degli artworks e della produzione video. L’incontro con lei mi ha persuaso a riprendere a suonare; sia ben chiaro, l’esistenza è per me sempre qualcosa di rigurgitante, impossibile da sopportare senza ricorrere a sostanze psicoattive, però, almeno per ora, mi ha fatto tornare la voglia di esprimere questo disgusto in musica, soprattutto per una circostanza particolare che mi ha stimolato ulteriormente. Devi sapere infatti che Hekate è una suora che si dedica segretamente alle arti oscure e ha scelto di prendere i voti solo per avere vitto e alloggio assicurati senza doversi arrabattare in mille modi per arrivare a sbarcare il fottuto lunario, ed avere così il tempo di immergersi nei suoi studi esoterici. È anche per tutelare la sua privacy, oltre che per il fatto che è il genere che suoniamo a richiederlo, che nelle foto abbiamo sempre il corpse painting e spesso i capelli davanti alla faccia, oltre che sono sempre molto effettate.

Tornando al vostro ultimo lavoro, quali sono le coordinate stilistiche di ‘Solemn Impiety of Sacrilege’?

Dal punto di vista musicale, le coordinate stilistiche di ‘Solemn Impiety of Sacrilege’ sono le stesse di sempre: second wave of Black Metal, soprattutto nelle sue versioni più sinfoniche e sulfuree. Non esistono altri generi musicali per noi, non esistono chitarre che non siano distorte, parti vocali che non siano in screaming o tracce in cui le drums non vadano almeno una volta in blast beats o arcane tastiere non facciano capolino di tanto in tanto. Poi ci sono momenti più tirati e altri più tendenti al Depressive Suicidal, però è solo e soltanto Black Metal e per noi non può essere che questo.

Per quanto riguarda la produzione in senso tecnico, è tutto come sempre stato anche in passato, registrato da me nel mio home studio, cercando di restare su di un suono il meno processato possibile e che colga la dimensione primigenia oltre che la purezza selvaggia del Black Metal, che deve restare lontana anni luce dalle produzioni plasticose e ipercesellate che purtroppo si sono diffuse anche in larga parte nella moderna scena metal.

Chi si è occupato della copertina che, se non erro, ritrae una sorta di sabba/rituale occulto.

La tua interpretazione è del tutto corretta. La copertina parte da un disegno di Hekate che poi ho digitalizzato e colorizzato. Volutamente, non è niente di particolarmente originale, volevamo soltanto che veicolasse in modo diretto i concetti che trattiamo anche in questo disco come nei precedenti, ovvero: satanismo, nichilismo e stregoneria.

Riconducendomi alla domanda precedente, so che tu e Hekate avevate anche aperto uno studio artistico online per creare copertine per altri gruppi. Vuoi parlarci di questo vostro progetto?

Esattamente Jennifer, con Hekate avevamo iniziato a produrre copertine anche per altre band, lei disegnava la bozza e poi io la rielaboravo digitalmente. La cosa però non è durata molto purtroppo perché ci siamo accorti in primis che questo è un mercato molto saturo e soprattutto perché abbiamo oggettivamente difficoltà ad instaurare rapporti e avere contatti con altre band, essendo noi una band solo studio che non fa concerti. In compenso, abbiamo aperto un nostro store su Redbubble, dove è possibile acquistare i nostri artworks stampati su vari supporti, dalle t-shirt alle stampe incorniciate. Qui si trova anche il nostro merch come band, con grafiche su t-shirt, poster e stampe incorniciate; sono cose davvero fighe, dateci un occhio al seguente link https://www.redbubble.com/people/Chernobog1981/shop.

Per quanto riguarda il songwriting invece che mi racconti? Immagino ci sia un concept che lega i brani di ‘Solemn Impiety of Sacrilege’, raccontaci un po’.

Il filo conduttore concettuale di ‘Solemn Impiety of Sacrilege’ è un’unica invocazione al puro male e al nulla, sia in termini metafisici, sia riguardo la sua fenomenologia contingente che si esprime nelle pratiche occulte e stregonesche. La tracklist segue la sacrilega saga del principe delle tenebre dalla ribellione alla caduta, alla riorganizzazione delle legioni e le schiere di demoni e delle congreghe delle officianti terrene, passando per rappresentazioni della profondità della stessa figura di Satana, sino al rovesciamento del dio minore e lo scatenamento dell’Apocalisse.

Sempre a riguardo delle lyrincs, quali sono i vostri riferimenti filosofici o di altra natura a cui attingete per scrivere i vostri brani?

Sin dalla fondazione, siamo una band di True Satanic Symphonic Black Metal che si ispira a Nietzsche, al satanismo anticosmico e alla stregoneria dell’Europa medievale e moderna (soprattutto dell’Europa settentrionale e orientale). La nostra filosofia è basata sul rifiuto della morale cristiana e della attualità gregaria e consumista, sull’affermazione della volontà di potenza, sull’adorazione del Caos e del Vuoto, e sulla ricerca della conoscenza proibita e occulta che ci dia la possibilità di uscire dalla prigione cosmica del demiurgo e abbracciare il Caos infinito e indefinito. Da sempre ci riferiamo anche al mondo di Tolkien, ma non come la maggior parte delle band che si rifanno alla sua opera. Noi ci schieriamo dalla parte di Melkor/Morgoth e Sauron, i veri eroi della storia, che hanno combattuto contro l’ordine imposto dagli dei e dagli uomini. Il nostro immaginario si basa soprattutto sull’opera russa ‘Чёрная книга Арды’ (Chernaya kniga Ardy – Il libro nero di Arda) di Natalya Vasilyeva e Natalya Nekrasova, un libro uscito verso la metà degli anni Novanta che racconta la storia alternativa del legendarium tolkieniano dal punto di vista dei malvagi. In questo libro, Melkor/Morgoth e Sauron sono i portatori del sapere e della libertà, mentre gli elfi e gli uomini sono i servi stolti di un dio debole e tirannico. È ovvio associare i primi a Satana e il secondo al dio biblico. Noi diffondiamo il messaggio di questo capolavoro, che è stato censurato e perseguitato in molti paesi e che ovviamente non è stato riconosciuto dagli eredi di Tolkien (che peraltro era un cattolico tradizionalista, anche piuttosto bigotto a mio parere), non mediante dei concept diretti, piuttosto attraverso la nostra reinterpretazione musicale e concettuale. Ad esempio, nei vari dischi questo leitmotiv è stato declinato nella figura di Lucifero in ‘Demon Mesty’ (che in russo significa Demone della Nebbia), in quella di Faust/Prometeo in ‘On the Paths of Blasphemy’, in quella di una Lady Bathory adolescente in ‘Cursed to Evil’ e nel disco appena uscito ‘Solemn Impiety of Sacrilege’, come dicevo, direttamente in quella di Satana.

Il nostro obiettivo in generale è sempre stato creare una musica potente, oscura e blasfema, che esprima il nostro odio verso il mondo e la sete di distruzione e rinascita.

In una risposta precedente hai accennato al fatto che non fate live, puoi dirci qualcosa di più riguardo questa scelta alquanto singolare al giorno d’oggi.

Non facciamo live perché semplicemente la dimensione live per noi non esiste. Non ho mai fatto concerti con i Dorguz quando erano una one man band e non ne faremo ora che siamo un duo. Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila suonavo spesso nei locali come bassista in alcune band dell’underground milanese, ma era solo un modo per sballarsi e poi erano altri tempi. Ai concerti di allora non esistevano questi fottutissimi “golden circle” come non c’erano telefonini con cui stare per tutto il tempo come ebeti a fare video invece che fare headbanging o semplicemente goderci il live.

I concerti Black Metal, per quanto io stesso ne abbia visti a centinaia e non critico assolutamente nessuno perché ognuno deve fare ciò che desidera, sono una contraddizione in termini: il Black Metal è antitetico alla vita, è antitetico all’umanità, non può avere una dimensione terrena. Quando saremo tutti nel gelido nulla dell’inferno allora sì che saranno veri concerti black. Fino al 2007/2008 direi che avevano comunque un senso, perché tendenzialmente preservavano quell’aura particolare, ora per me è già parecchio che non ne hanno più.

Se ti chiedessi un brano di questo disco da proporre come biglietto da visita a chi ascolta i Dorguz per la prima volta, quale sceglieresti?

Ti direi ‘On Arcane Sufferings’, perché unisce bene le sfuriate ai rallentamenti, come la violenza alle parti più atmosferiche e credo ci possa rappresentare in pieno.

Qual è il vostro rapporto con la scena metal attuale, italiana e non, e cosa ne pensate in generale.

Dipende un po’ dalla scena. Quella attuale italiana sinceramente la conosciamo poco, anche perché come detto non facciamo concerti e non abbiamo rapporto alcuno con altri gruppi. Io seguo un paio di band russe come Spell of Dark e Nightwar, che consiglio caldamente ai lettori di TM, per il resto non ascolto molta altra musica nuova. Hekate nonostante abbia la metà dei miei anni forse è anche più integralista di me, per quel che mi risulta ascolta solo i mostri sacri scandinavi.

Ora vi concentrate su questa uscita ovviamente, ma avete già in cantiere progetti per il vostro futuro musicale?

Ci saranno sicuramente altri dischi, sempre se resteremo vivi. In ogni caso Hekate si sta concentrando sullo studio del Malleus e il Compendium Maleficarum, del Processus Juridicus Contra Sagas e di alcuni trattati dei fratelli Grimm, oltre che su approfondimenti sulla Nascita della Tragedia di Nietzsche e sul Чёрная книга Арды di Vasilyeva menzionato sopra. Come vedi sui nostri argomenti classici c’è parecchia carne al fuoco, e pure io ho ripreso a tirare giù dei riff sulle prime nuove bozze di testi che mi ha passato Hekate.

Siamo arrivati alla fine di questa intervista. Grazie per il vostro tempo e per esservi concessi ai lettori di TrueMetal.it che sicuramente apprezzeranno. Se volete aggiungere questo è il momento di farlo.

Vogliamo anzitutto ringraziare TrueMetal.it e soprattutto te Jennifer per questa intervista e per il supporto; se poi ci sono altri misantropi/e come noi che vogliono comprare il disco, anche a loro va il nostro ringraziamento, almeno per un po’ ci paghiamo le sigarette fino al prossimo disco.

Il link dove si può comprare il disco è il seguente:

https://dorguzband.bandcamp.com/album/solemn-impiety-of-sacrilege

Horns Up Hail Satan.

Petr “Chernobog” – Black metaller and digital artist

dorguzblackmetalband@gmail.com