Intervista Edgeland (Magnus Blixt)
Svedesi, attivi dal 1993 ma giunti soltanto quest’anno al debutto ufficiale su full length, intitolato Keepers Of The Light (qui recensione). Di seguito la cronaca della chiacchierata con Magnus Blixt, il batterista degli heavy metaller Edgeland.
Buona lettura
Steven Rich
Toglimi una curiosità, prima di tutto: come mai Keepers Of The Light dura così poco? (appena 33 minuti)
Sì, lo ammetto, è un album breve. Non abbiamo una vera spiegazione da fornire, se non che è stato ciò che siamo riusciti a registrare nel tempo che avevamo a disposizione. In realtà abbiamo avuto alcune discussioni sul fatto che potevamo orientarci per realizzare un EP con 4-5 canzoni piuttosto che qualche singolo. Tuttavia, quando abbiamo avuto tutto il materiale a disposizione abbiamo deciso che poteva valere la pena incidere un album. E direi che fosse ora, dopo 30 anni! Pensa che all’inizio, addirittura, risultava ancora più breve, dato che non avevamo ancora scritto “The Curse of a Fall Seabird…” e nemmeno il nostro singolo “The Clown”! Poi, fortunatamente, abbiamo cambiato idea. Devi sapere che “The Curse of a Fall Seabird…” è stata concepita da un’idea nata durante il processo di registrazione. Doveva essere un’intro, poi è diventata una traccia a sé stante e abbiamo pensato che sarebbe stata più adatta come vera e propria canzone del disco, ma come outro. Non a caso, come avrai notato, alla fine ci sono tre punti (…). Quindi trai le tue conclusioni… Ah,ah,ah!
Chi si è occupato del disegno in copertina?
Noi stessi! Con un po’ di aiuto esterno, ovviamente. L’idea di avere un faro in bella vista ci era chiara fin dall’inizio. Dato che il nome della band è quello, è stato naturale per noi costruirci attorno il discorso del faro e troviamo anche che le storie, i miti e le leggende che lo circondano, nonché lo stesso custode della luce, siano molto affascinanti. Si possono inventare parecchi spin-off sull’argomento. Avevamo anche discusso del fatto che il custode della luce potesse essere interpretato da un personaggio malvagio, una sorta di demone incontrollabile. Alla fine abbiamo portato le nostre idee all’artista Jan-Patrick Magnusson che “magicamente” ha creato per davvero il “gemello malvagio” e ha reso realtà le nostre idee e le ha manifestate nella copertina finale, di cui siamo molto orgogliosi e soddisfatti.
Edgeland, Keepers Of The Light, 2023
Mah, sarà anche, ma di primo acchito la copertina non pare legata al disco di una band heavy metal.
Mmmmhhh… sì e no! Se immagini la copertina di un album di puro heavy metal come appare di solito, con draghi, mostri, vichinghi seminudi o tutte e tre le cose insieme, allora sì, ti do ragione. Noi però ci consideriamo più un gruppo hard rock, certamente con forti elementi heavy metal, ma pur sempre hard rock. Per questo non sono d’accordo con te. Si tratta di una copertina oscura che racchiude un’aura mistica e un chiaro sentimento maligno, che cattura lo spirito dell’intero album in modo fantastico.
Ha quasi dell’incredibile notare che, nonostante esistiate dal 1993, solo quest’anno, quindi trent’anni dopo, giungete al traguardo di pubblicare il vostro primo album ufficiale…
E’ vero, ma è altrettanto vero che eravamo impegnati in altre cose, tra famiglia e bambini, ma abbiamo anche trascorso una quantità sufficiente di tempo a suonare nelle nostre cover e tribute band (sempre insieme però), quindi non abbiamo avuto né la possibilità né lo spirito per ricavarci lo spazio per fare qualcosa con gli Edgeland. Tutto è cambiato quando mi sono trasferito sull’Isola di Gotland, a più di 700 km di distanza dal resto della band e quindi, giocoforza, le cover band sono state accantonate. Certo, abbiamo scritto un sacco di canzoni nel corso degli anni, ma mai registrazioni professionali. La maggior parte delle canzoni che abbiamo realizzato non sono state nemmeno registrate, pensa un po’!
Se non vado errato negli Edgeland non vi è mai stato alcun cambio di line-up, in pratica siete sempre voi tre dal 1993. Giusto?
Corretto! Adoriamo suonare musica rock insieme e, cosa più importante, abbiamo coltivato una vera amicizia fra di noi. Sai, di tanto in tanto usciamo semplicemente per berci una birra in compagnia. Siamo cresciuti insieme, ci conosciamo a fondo, rispettiamo i difetti e le personalità di ognuno, questo rende possibile l’esistenza degli Edgeland e la loro durata nel tempo.
Da buoni svedesi, siete cresciuti nel cono d’ombra di band di culto quali Heavy Load, Torch e Axewitch?
Penso di sì, anche se inconsciamente, infatti non ricordo particolari discorsi, all’interno degli Edgeland, che riguardassero loro. Oh, con tutto il rispetto e senza offesa per le band in questione, ovviamente!
Tuoi pensieri e parole riguardo:
Bathory – se i Mayhem sono Adamo, Bathory è Eva. I padri del black metal! Rispetto!
Candlemass – Doom at Its best! Personalmente il Doom, l’unico Doom che mi concedo, di tanto in tanto.
Hammerfall – il classico heavy metal di Göteborg con una voce fantastica, armonie e grandi riff di chitarra. Dei grandi!
Conosci qualche band italiana?
Yes, Måneskin!
Come ti immagini la situazione riguardante l’heavy metal da qui a dieci anni?
La scena non morirà mai! Sembra un cliché ma è quanto ho in mente per davvero. Al contrario penso che sarà ancora più grande. Basta guardare i festival rock in tutto il mondo che stanno spuntando come funghi e la gente che ci va in termini di affluenza. C’è una domanda e un interesse per la musica dura che devono essere soddisfatti. Quindi Dio benedica tutti voi organizzatori di festival là fuori!
Ok, ma cosa accadrà quando inevitabilmente assisteremo al ritiro di Metallica, Iron Maiden, Guns N’ Roses eccetera?
Scena orribile, quella da te paventata, ma ovviamente un giorno accadrà. Dato che il mondo della musica è cambiato così tanto da quando queste band hanno scalato i grandi palcoscenici nei primi anni ‘80, credo che non ci saranno mai altri gruppi che possano paragonarsi a loro. Voglio dire, menziona qualcuna di queste band a chiunque, includendo KISS e Motörhead: tutti sanno chi sono, anche se non li ascoltano. Potenzialmente, però, queste persone potrebbero andare a uno loro concerto, anche solo per dire di averle viste. Esclusi i Motörhead per ovvi motivi, ma servivano come esempio riguardo la loro popolarità. Detto questo, penso che non avremo mai più gruppi con quel tipo di impatto sul grande pubblico. Tuttavia, le band da arena esisteranno ancora, ma saranno più numerose e avranno una base di fan più ristretta. Questa è la mia previsione.
Quale la maggiore soddisfazione e quale la maggiore delusione patita con gli Edgeland sinora?
La soddisfazione più grande è che dopo tutto questo tempo siamo ancora on the road. Dal punto di vista produttivo è senza dubbio l’aver pubblicato Keepers Of The Light. Delusioni? Nessuna! Potrei intristirmi pensando a quello che ho fatto o non ho fatto, ma a che pro? Una cosa ci rode, però: non abbiamo ancora suonato allo Sweden Rock Festival, ah,ah,ah! Sarebbe fantastico!
Come siete messi a date dal vivo?
Confesso che suoniamo molto meno di quello che vorremmo. Essendo una band indie senza alcun manager o agenzia di promozione che possa aiutarci, è difficile accaparrarsi attraverso il solo passaparola, gli amici o i social degli slot dal vivo. Ci stiamo comunque lavorando e siamo fiduciosi per il futuro. Abbiamo fissato alcuni concerti per quest’anno e per l’inizio del 2024, quindi la nostra attenzione sarà focalizzata sull’aggiunta di altre date e, si spera, su qualche possibilità all’interno dei festival dell’anno prossimo.
Prossime mosse?
Abbiamo in programma un secondo album, stiamo buttando giù alcune idee che sperimenteremo in sala prove.
Chiudi come meglio ti aggrada, Magnus.
Ti ringrazio anche a nome di Jimmy Karlsson (lead vocals/bass) e Niklas Eriksson (lead guitar) per l’intervista che abbiamo realizzato, spero un giorno di venire a suonare dalle vostre parti. Keep up the good work and don´t forget… to ROCK!
Best Regards
Magnus Blixt
Stefano “Steven Rich” Ricetti