Doom

Intervista Epitaph (Mauro Tollini e “Nico” Murari)

Di Stefano Ricetti - 9 Febbraio 2025 - 8:30
Intervista Epitaph (Mauro Tollini e “Nico” Murari)

Intervista al batterista Mauro Tollini – con anche un intervento del bassista “Nico” Murari – degli Epitaph, freschi dell’uscita del  nuovo album, il terzo della loro discografia, intitolato Path to Oblivion (qui recensione). Una chiacchierata sul presente ma anche riguardante il passato, dal momento che le loro radici Doom affondano nel retroterra della musica cimiteriale italiana, quella segnata da Black Hole e Sacrilege.

Buona lettura

Steven Rich

 

 

Da dove scaturì il nomignolo di Luther Gordon quando militavi nei Black Hole?

Mauro Tollini – Non l’ho scelto io, Roberto Morbioli voleva assegnarci dei nomi in inglese, come si usava per le band italiane negli anni Ottanta e decise che io dovevo essere Luther Gordon.

 

Black Hole, Land of Mystery, 1985

 

È fuori di dubbio che i Black Hole abbiano rappresentato un punto fermo all’interno della storia del Doom italiano e spesso vengono anche ricordati da band straniere, all’interno di varie interviste. La tua definizione di (sia in qualità di appartenente alla band che di esterno):

Land of Mystery

Ovviamente lo amo perché ho partecipato in tutto. Credo che sia un disco che lascia molto perplessi al primo ascolto (infatti all’epoca non fu considerato per nulla) ma che racchiuda tutto quello che era il dark sound dell’epoca. Trasmette inquietudine e per certi versi ansia per le sue atmosfere e suoni. E’ il classico disco da amare o odiare.

Living Mask

Io e Nico abbiamo partecipato solo in parte a questo album. I pezzi Angel of Lucifer e Crying Puppets sono stati registrati per Land of Mystery nell’85 ma per problemi di spazio fisico decidemmo di tenerli da parte, poi Robert li inserì in questo album. Non mi dispiace anche se si discosta un po’ da Land of Mystery.

Evil in the Dark 

Questo è un disco fatto totalmente da Robert. Premetto che gli voglio molto bene perché io non dimentico mai tutte le persone con cui ho suonato però lo trovo un album povero di idee e di songwriting e anche di suoni. Vedi, molte persone credono ancora adesso che al tempo di Land of Mystery facesse tutto Robert ma questo è l’esempio che Io e Nico ci abbiamo messo molto del nostro . Questo lo dico con molta umiltà ma è la verità.

 

Infatti ritengo Evil in The Dark un disco totalmente fuori bersaglio, per i Black Hole.  

A mio modesto parere è un lavoro che ha ben poco a che fare con gli altri due. Sono d’accordo con te.

Esiste la possibilità di una reunion della band e di qualche pubblicazione futura?

Ci siamo ritrovati tutti e tre qualche mese fa per una rimpatriata e ne abbiamo parlato. Credo che non ci sia la possibilità per una reunion per svariati motivi. Robert ora ha diversi interessi fuori  dalla musica e io e Nico abbiamo molto lavoro con gli Epitaph. Però mai dire mai. Mi piacerebbe fare un tour europeo suonando Land of Mystery per intero ma credo che rimarrà un piccolo sogno…

 

Black Hole

 

La famosa foto con voi radunati intorno alla bara nera di un bambino dove fu scattata?

Fu realizzata in mezzo ad un bosco dove c’è una vecchia chiesetta abbandonata vicino a casa mia in Lessinia. E’ lo stesso posto nel quale abbiamo fatto le prime foto degli Epitaph nel 2007 dopo la ripartenza. Si tratta di un luogo molto particolare e suggestivo.

 

Sacrilege, Demon Woman

 

Capitolo Sacrilege. Esiste la possibilità che Demon Woman un giorno esca anche in Cd?  

Onestamente è nostra intenzione farlo uscire in cd, come pure realizzare un cofanetto con i primi tre demo degli Epitaph, ma sono operazioni che richiedono tempo per le grafiche e un nuovo master. Ora siamo concentrati sulla promozione del disco nuovo ma faremo uscire il tutto appena possibile.

Come mai finì solo dopo due anni (1986-1987) l’esperienza Sacrilege?

Purtroppo in mezzo c’erano molte situazioni che non funzionavano come volevamo io e Nico. Mancava un vero feeling tra i componenti della band e ogni cosa si trascinava per troppo tempo. Alla fine decidemmo di chiudere quel progetto. Ho comunque dei bei ricordi di quella line-up.

 

Gli Epitaph nascono fra il 1987 e il 1988, una tua definizione dei vostri lavori, sinora:

Crawling Out of the Crypt (2014)

L’inizio. Quasi tutti i brani vengono dai primi tre demo tape, riarrangiati e suonati in classico stile Epitaph. Sono molto soddisfatto di questo album. Direi THE BEGINNING!

Claws (2017)        

Claws è un disco che io amo ma che purtroppo non è stato capito. Credo che sia il più pesante e articolato che abbiamo fatto. Spero che venga rivalutato in futuro… magari come Land of Mystery, ah,ah,ah!

Path to Oblivion (2024)

Il più maturo e il più diretto dei tre. Gode di un’evoluzione naturale anche grazie al grande Ricky che con la sua voce e il suo modo di cantare ha portato più melodia nei nostri pezzi.

 

Epitaph, 2025

 

Mi spiegate perché avete scelto di chiamarvi Epitaph nonostante esistessero sin dagli anni Settanta gli omonimi tedeschi, legati a sonorità prog e hard rock? 

Nicola “Nico” Murari – Nel primo disco dei King Crimson c’è il pezzo Epitaph, che amo ancora tanto, per me contiene uno dei testi e delle musiche “doom” migliori che abbia mai sentito, non è metal ma poco importa, poi l’epitaffio è l’ultima frase per antonomasia, e per me l’esperienza Epitaph doveva essere la chiusura definitiva del cerchio, dopo l’esperienza Black Hole. E’ stato naturale mettere insieme le due cose.

 

Epitaph, Path to Oblivion, 2024

 

Qual è il significato della copertina di Path to Oblivion? Chi l’ha realizzata?

Per questo nuovo album volevamo una cover di impatto e che fosse inerente ai testi. Ricky ha trovato questa bravissima artista della Transilvania che si chiama Luciana Nedelea e che ci ha fatto vedere alcune delle sue opere. Ci piacque molto il suo modo di disegnare e il suo stile, quindi decidemmo di contattarla. Lei fu sin da subito molto disponibile e ci chiese di avere i testi dei pezzi e le song. Dopo una decina di giorni ci inviò la bozza di questo bellissimo disegno e ce ne innamorammo subito. Ha centrato perfettamente lo stile che volevamo, senza usare grafiche 3d e altre cose che si usano adesso. Un bellissimo quadro fatto a mano che richiama alcuni punti dei testi è proprio quello che cercavamo.

Come siete approdati alla My Kingdom Music? 

Avevo mandato il master del nuovo disco alla nostra etichetta HR Records ma era troppo impegnata con delle altre uscite in quel periodo e si rischiava di andare troppo avanti con la stampa,  quindi iniziai a contattare delle label europee. Alcune di loro erano molto interessate al disco ma mettevano delle condizioni particolari per l’uscita. Nel frattempo mi feci dare il numero di telefono di Francesco della My Kingdom da un amico e ci feci una lunga chiacchierata. Apprezzai la sua disponibilità e il suo modo di lavorare e decidemmo di farlo uscire con lui. Francesco è una persona molto attenta e con noi ha fatto un super lavoro a 360 gradi. Siamo onorati di far parte della famiglia My Kingdom Music.

 

Puoi spiegare come siete arrivati al cantante Ricky Dal Pane, precedentemente con gli Witchwood?

Nel periodo dopo Emiliano eravamo alla ricerca di un cantante con altre caratteristiche. Provammo diversi cantanti bravi ma secondo noi non in linea con quello che stavamo cercando. Mi venne in mente Ricky che conoscevo bene come artista ma poco come persona. Anche qui mi feci dare il suo numero di telefono  da un altro amico e gli proposi di provare in sala prove con noi come nuovo cantante della band. Si instaurò  un ottimo feeling sin da l’inizio e accettò con nostro sommo piacere. Per onor del vero devo dire che si è fatto un bel mazzo, sia per le melodie, sia per le centinaia di km che si è fatto e sta ancora facendo per venire a Verona da noi. Super Ricky!!!

Domanda “chiamata”… come mai è finita con Emiliano Cioffi?

Alla stesura del terzo album purtroppo Emiliano voleva prendere una differente strada nei confronti delle linee vocali e la cosa inevitabilmente incrinò il feeling che c’era sempre stato fra noi. Di dico la verità, non è stato facile per noi lasciarlo andare e ne ho sofferto molto. Emi è un ottimo cantante e un super frontman ma non c’erano più le condizioni giuste per continuare. Tra di noi c’è una profonda amicizia e stima. Non potrò mai dimenticare tutto quello che abbiamo fatto assieme nel corso degli anni. Abbiamo riso e sofferto assieme, sia in tour e in sala di registrazione. Lui rimarrà sempre uno della famiglia Epitaph. L’ho già visto live con la sua nuova band (IV SIGILLO) e ti dico che spaccano veramente. Una grande dark doom metal band. Tienili d’occhio!

 

Fra i pezzi che maggiormente mi piacciono di Path to Oblivion vi sono “Kingdom of Slumber” e “Fall from Grace”. Puoi raccontarmi come nacquero e se hai aneddoti a riguardo elencali.     

Intanto grazie, ne siamo onorati. Kingdom of Slumber è un pezzo che ha portato il vecchio Ricky mentre Fall from the Grace è nata su una mia idea. Ci tengo a precisare però che si lavora tutti assieme nella stesura dei pezzi, quindi diciamo che alla fine anche se qualcuno porta un pezzo intero poi viene arrangiato, modificato e suonato alla Epitaph. Credo che la nostra forza risieda nel lavoro di insieme, alla fine.

 

Negli anni avete suonato in ambiti di livello, tipo l’Hammer of Doom, l’Heavy Days in Doomtown e il Roadburn. Quale tipo di accoglienza vi è stata riservata, in quelle occasioni? E qual tipo di riscontro avete ricevuto dal pubblico straniero? 

Sono stati tre festival molto importanti per noi come anche i due tour europei. Stranamente siamo più conosciuti all’estero e parecchio amati, con nostro sommo piacere. Ricordo all’Hammer of Doom ,durante la nostra gig, le facce sbalordite del pubblico sotto il palco nel vedere il pazzo di Emi in azione! Ah,ah,ah!  Normalmente dopo i concerti molte persone chiedono di interagire con noi facendoci molte domande sul nostro passato ma anche riguardo la vecchia scena italiana dark sound: Death SS, Paul Chain, The Black ecc. Ti dirò che specialmente al nord Europa ci sono molti ragazzi  giovanissimi assetati di conoscere tutto del panorama dark sound e prog italiano dei vecchi tempi. E’ sempre un grande piacere.

 

Mi riallaccio alla tua risposta: ritengo che il Doom sia l’unico ambito all’interno dell’universo heavy metal a livello mondiale ove l’Italia abbia realmente inciso nel profondo, dettando alcune regole poi “prese in prestito” da molti altri oltreconfine. Ovviamente senza disconoscere quanto di enorme e insuperabile fatto da Black Sabbath, Black Widow, High Tide e Atomic Rooster oltre ovviamente ai vari Pentagram, Saint Vitus, Candlemass, Trouble e compagnia cantante… Estremo a parte, tengo a chiarificare che nonostante il nostro Paese abbia partorito ottime band e ottimi dischi hard rock, heavy metal e thrash è allo stesso tempo innegabile che le vere radici, quelle più nel profondo, di questi tre generi provenissero da fuori. Per il Doom no, siamo noi che abbiamo seminato una determinata modalità di azione, un filone, per semplificare, all’italiana.       

Concordo. Le band italiane degli anni 80-90 hanno realmente creato un nuovo filone Doom e Dark. Suonato più verso il blues con arrangiamenti horror. Hanno saputo renderlo ancora più cupo ed ossessivo. Tipica scuola italiana dell’epoca. Sono convinto che se i Death SS ,Paul Chain ecc fossero nati fuori dall’Italia non sarebbero rimasti nel circuito underground. Questo è il mio modesto parere. Vedi, molti gridano al miracolo quando arriva una nuova band dall’estero… Io dico che i miracoli li avevamo e li abbiamo già in casa è solo che non si vuol vedere. Molta gente si fa abbagliare dalle produzioni più costose che vengono fatte dalle band straniere ma che poi tante volte sono molto più povere nei contenuti. Che nessuno me ne voglia ma io la penso così!!!

 

Elencami tre canzoni di altre band che avresti voluto scrivere come Epitaph.

Ce ne sarebbero molte…  INTO THE VOID dei  BLACK SABBATH, PSALM 9 dei TROUBLE e CHAINS OF DEATH di PAUL CHAIN

 

Epitaph, 2025

 

Pensieri, parole e aneddoti (se ne hai) per le seguenti band italiane, una ad una:

Death SS – Sicuramente i più amati e conosciuti. Secondo me sono stati veramente grandi sino ad Heavy Demons

Paul Chain/Paul Chain Violet Theatre – Il vero MAESTRO del genere. Purtroppo poco considerato in Italia e molto amato all’estero.

Jacula/Antonius Rex – Il precursore di tutto quello che è arrivato dopo. Un altro maestro.

The Black – Un artista a 360 gradi. Una persona sensibile che ti sapeva mettere sempre a tuo agio. R.I.P. Grande Mario.

Abysmal Grief – Loro hanno saputo creare  un genere nel genere. I loro live sono sempre demoniaci. Grande band.

Tony Tears – Incarna  bene quello che è il dark sound italiano . Non amo molto i loro suoni in studio (chiedo venia).

Mater A Clivis Imperat – Una band molto particolare che secondo me si avvicina parecchio al modo di comporre dei Black Hole. Funerei a lot

Mortuary Drape – Una band potentissima che riesce a portarti negli abissi più profondi. Con molto piacere suoneremo con loro a Milano molto presto. Non vedo l’ora.

 

Prossime mosse?

Ora siamo in promozione con il nuovo disco. Abbiamo diverse date sia in Italia che all’estero. Siamo molto carichi e non vediamo l’ora di suonare live. Ora ancora di più dopo il rientro del grande Giampi Tomezzoli (cantante nel primo demo e bassista negli altri due) alle tastiere. Rimanete in contatto con le nostre pagine social per tutte le info.

 

Chiudi l’intervista a piacere, spazio a disposizione.

Grazie Steven per l’intervista e spero di vederti/vedervi ai nostri concerti futuri. Un abbraccio dalla cripta.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti