Heavy

Intervista Eve’s Bite (Olivier Jourget)

Di Stefano Ricetti - 21 Febbraio 2024 - 8:15
Intervista Eve’s Bite (Olivier Jourget)

Intervista a Olivier Jourget, cantante/chitarrista dei francesi Eve’s Bite, autori dell’album di debutto intitolato Blessed In Hell (qui recensione) pubblicato dall’etichetta M & O Music alla fine di gennaio.

Buona lettura

Steven Rich     

 

 

Quali le principali influenze musicali agli inizi del vostro percorso?

In generale le band sia heavy metal che hard rock legate al periodo dell’Hair Metal. In particolare Ratt, Motley Crue, Vain, Guns And Roses e gli Skid Row dei primi due album. Non ci dispiacciono, comunque, realtà più recenti quali Crazy Lixx, BlackRain, H.E.A.T. A livello personale le mie influenze riguardano anche il Funk e il Soul americano, quello legato a Ray Charles. Laurent, il bassista, invece è più influenzato da gruppi tipo Children of Bodom e Sum 41. Anthony, il chitarrista, predilige sia il classico HM che il jazz fusion, quindi Iron Maiden, Helloween, Judas Priest, Guthrie Govan.

Da dove nasce il moniker Eve’s Bite?

Lo trovammo azzeccato per una band hard ‘n’ heavy metal: corto e che “acchiappa”. Riguarda il rapporto fra Adamo ed Eva e rappresenta i vizi, la lussuria e l’insieme delle cose proibite dalla religione, in pieno stile Rock ‘N’ roll, insomma.

 

Eve’s Bite, Blessed In Hell, 2024

 

Qual è il significato della copertina di Blessed In Hell?

Volevamo qualcosa di nostro disegnato, con un tocco di mistero e un po’ inquietante. Rappresenta la band in preghiera per il rock n roll, con gli strumenti che aprono una specie di porta nell’Inferno, mentre da dietro vi è un’entità che ci benedice. È stata disegnata da Franck Perrot, l’artista che ha già pubblicato in precedenza la copertina dei nostri Ep.

Non avete mai pensato di pubblicare qualcosa di vostro in lingua francese?

Onestamente no, preferiamo di molto l’inglese per la nostra musica. É una lingua che si adatta perfettamente al tessuto musicale dell’hard’n’heavy e poi è esportabile anche in altri Paesi.

Come definiresti il vostro Blessed In Hell?

É il nostro primo album, autoprodotto e registrato presso gli studi “Grey Wolf Home Studio” di proprietà del nostro bassista Laurent Descours. Siamo fieri di come è venuto e come suona, considerando che si tratta di un prodotto uscito da un processo di lavorazione nostro, amatoriale sotto certi punti di vista.

Considero Blessed in Hell un enorme big bang costruito su di un solido Hard n Heavy che si pone fra gli anni 80 e il mondo di oggi, poggiante su riff incisivi, ritornelli da headbanging, il tutto accompagnato dal nostro tocco intimo e personale e, per finire, con dei testi fuori dai soliti cliché. È il frutto della nostra passione, del duro lavoro, delle scelte difficili che abbiamo dovuto fare. Consiglio a tutti i fan più accaniti di ascoltarlo per tornare indietro nel tempo, ah,ah!

 

La tua definizione dei vostri due EP.  

Dive Into The Vice EP (2015) – racchiude i nostri primi sei pezzi. Ne siamo orgogliosi ancora adesso anche se debbo ammettere che allora eravamo un po’ più pesanti. Probabilmente il nostro lavoro più duro.

Holy Waters EP (2017) – il secondo Ep, con una copertina che è l’evoluzione di quella di Dive Into The Vice. Noi più hard rock e legati ai mid tempo rispetto al predecessore. Da questo Ep suoniamo sempre “Feed The Devil”, un brano fisso nella nostra scaletta live. Sempre da Holy Waters è stata tratta “King Of The Wind”, video poi postato su Youtube.

Entrambi gli Ep, comunque, a oggi, sono disponibili su Cd.

 

Olivier Jourget

 

All’interno della mia recensione di Blessed In Hell ho scritto che sono chiare le influenze di Skid Row, Motley Crue e Accept negli Eve’s Bite e che il tuo cantato è il risultato di un mix fra Sebastian Bach degli Skid Row e Dan Beehler degli Exciter. Ti ci ritrovi?

Wow! Mi lusinga essere accostato a Sebastian Bach, sono un suo grandissimo fan così come lo sono di Erik Gronwall degli H.E.A.T. poi approdato agli stessi Skid Row. Entrambi hanno inconsapevolmente guidato il mio cammino, il fatto di mettermi alla prova per raggiungere note sempre più alte e non arrendermi mai, perché per diventare un cantante hard rock credibile ci vuole tanta dedizione ed esercizio.

 

Band francesi: vai Olivier…

ADX: non siamo così addentro questa band per poter esprimere un parere, mi piace però quello che fa il chitarrista Noe su Youtube, da vero appassionato dello strumento.

Sortilège: grande prestazione del loro cantante sui primi album, che mi ricordano il tiro di High And Dry dei Def Leppard, anche a livello di produzione, ne è esempio il pezzo “Mourir pour une Princesse”.

Trust: ancora oggi una delle band hard rock più conosciute, in Francia.

 

 

Il bassista Béranger e il batterista Robin non fanno più parte della band. Com’è avvenuta la loro uscita dal gruppo? Hai mantenuto i contatti?

Premetto che entrambe le uscite dagli Eve’s Bite sono avvenute in maniera amichevole e civile. Con Beranger sono nate delle differenze di vedute, non era più così coinvolto nel progetto e ha preferito andarsene. Siamo rimasti buoni amici, comunque, ci segue ancora spesso dal vivo e non manca occasione nella quale rivanghiamo con piacere il passato della band e quello che si è costruito insieme. Totalmente diverso il discorso riguardante Robin: è sempre stato in fissa col Giappone. Sin da piccolo si è industriato per imparare quella lingua e alla fine si è trasferito là. Suona ancora, comunque, siamo sempre in contatto e seguiamo le sue gesta a distanza.

 

Conosci qualche band italiana?

Certo che sì! Gli Hell In The Club, in primis, poi abbiamo suonato con Bastard Dogs, Sandness, Smoking Kills e, per chiudere, non ci dispiacciono i Maneskin. Ah, scordavo… conosciamo anche Eros Ramazzotti! Ah,ah,ah!

Qualche tua considerazione su due band francesi che se la stanno cavando piuttosto bene, ossia Gojira e Alcest.

Le ritengo due ottime band, quello che emerge riguardo i Gojira è che per diventare quello che sono ora sono dovuti emigrare. La Francia non è una “metal country”, c’è poco da fare e loro lo hanno ulteriormente certificato. È una realtà triste ma fottutamente vera e molti metallari francesi non riescono ad accettarla…

 

Altra carrellata di band, Olivier…

Skid Row: una delle prime hard rock band che ho sentito, con un cantante di livelli eccelsi quale Sebastian Bach: riffoni, riffoni e cori, chitarre sopra le righe. Tutto quello che serve, insomma. Piacciono a tutti quanti noi degli Eve’s Bite.

Motley Crue: Sex, drugs & Rock ‘N’ Roll. Potrei finire qua. Gruppo che ha scritto brani memorabili.

Dokken: altra band fondamentale, per noi. Back For The Attack il loro lavoro migliore, secondo me e George Lynch chitarrista sopraffino.

Accept: visti dal vivo, possenti e massicci.

Judas Priest: il gruppo heavy metal per antonomasia secondo il nostro chitarrista Anthony. Ancora credibili oggi.

 

Olivier Jourget

 

Com’è in generale la situazione a livello di seguito, in Francia per l’heavy metal?

Penso che ci sia un interesse crescente per l’heavy metal, cosa testimoniata da band di prospettiva e interessanti quali Tentation, BlackBeer e BlackRain ma il problema è che la Francia non è un paese dove esistono i presupposti affinché l’Acciaio possa proliferare, come dicevo prima. Solo una piccola parte dei francesi ascolta heavy metal e i media non favoriscono di certo la promozione per questo tipo di musica.

Com’è composto il pubblico che va ai concerti, dalle vostre parti?   

Ritengo che siamo di fronte a un proficuo mix generazionale, con i giovani che scoprono questo revival della musica dura e pesante. Al loro fianco i die hard di sempre, che danno fiducia a queste nuove, agguerrite band. Buone sensazioni, quindi.

Come ti immagini il panorama HM fra dieci anni, quando le big band avranno appeso gli strumenti al chiodo?  

Non saprei cosa risponderti, con certezza, ma quello che noto è che però un po’ in ogni Paese vi sono realtà eccellenti, che si sapranno far valere. Mi riferisco, ad esempio, a Rammstein e Kissin’ Dynamite.

Prossime mosse in casa Eve’s Bite?

Abbiamo iniziato a comporre i pezzi per il prossimo disco, ci stiamo muovendo per suonare il più possibile dal vivo, anche al di fuori della Francia. Stiamo registrando una versione acustica di “Tires Of Fire” e lavoriamo su di un altro pezzo tratto da Blessed In Hell per realizzarne un videoclip.   

La maggiore soddisfazione e la maggiore delusione per gli Eve’s Bite sinora.

La soddisfazione? Semplice: realizzare Blessed in Hell senza avere un soldo in tasca, o quasi! Ah,ah,ah! A parte gli scherzi, siamo veramente orgogliosi di quanto prodotto, delle canzoni, dei suoni e dei clip che abbiamo realizzato a corollario. Ma più di tutto essere quattro amici che suonano insieme. La delusione più grande: davvero pochi festival ci forniscono la possibilità di suonare sui loro palchi!

 

 

Una curiosità, Olivier, extra heavy metal: come mai un club glorioso come il Saint Etienne naviga in serie B (Ligue 2) da tempo, ormai?

Qua mi becchi in castagna, amico mio, non seguiamo il calcio! Che sia colpa dei famosi pali quadrati delle porte? Ah,ah,ah! (Olivier si riferisce alla ‘maledizione’ dei pali quadrati delle porte dello stadio di Glasgow, mentre nel resto d’Europa erano rotondi, dove si giocò la finale della Coppa dei Campioni del 1976, che vide i ‘Les Verts’ sconfitti per 1-0 immeritatamente, dopo aver colpito più e più volte quei legni, senza che il pallone ne volesse sapere di entrare – ndr).

 

Chiudi l’intervista come meglio ti aggrada e… Allons!   

Ti ringrazio per lo spazio e ne approfitto per fare un po’ di autopromozione.

Se potete fate subscribe su YT, Fb e Instagram. Se venite a sapere di festival in cerca di band per suonare dal vivo, fate uno squillo via e-mail!

Blessed In Hell è disponibile sia in streaming che come Cd fisico. Se interessati mandate e-mail a:

evesbiteband@gmail.com

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti