Thrash

Intervista Extrema (Tommy Massara)

Di Jennifer Carminati - 29 Agosto 2023 - 11:33
Intervista Extrema (Tommy Massara)

Oggi incontriamo Tommy Massara, fondatore e chitarrista dell’iconica e leggendaria metal band milanese Extrema, che in 38 anni di storia ha pubblicato 7 album in studio, 3 EP, 1 album dal vivo e 1 raccolta di tutti i singoli mai pubblicati in un album.

In occasione della celebrazione di quello da sempre considerato un disco fondamentale dell’heavy metal italiano, Tension at the Seams, noi di TM abbiamo avuto il piacere e l’onore di poter scambiare quattro chiacchiere con il sempre disponibile Tommy.

Intervista a cura di Jennifer Carminati

 

30th anniversario di Tension at the Seams, con annesso show esclusivo il 7 ottobre allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI) per celebrarlo degnamente, e quale migliore occasione per parlare delle vostre origini.

In realtà il trentennale cadeva a febbraio ma siccome c’erano in ballo l’uscita della biografia e del boxset, abbiamo cercato una data vicina alla release dei due prodotti, lo show è una conseguenza, la scaletta sarà una bomba che farà godere i vecchi ed i nuovi fans. Parlare delle nostre origini… è passata veramente una vita e ripensando a quei giorni mi viene un po’ il magone, creare una band e costruire una fanbase in quegli anni era più difficile ma era molto più soddisfacente di oggi, si poteva toccare tutto con mano e vivere in prima persona i successi e gli insuccessi, noi ci siamo dovuti inventare tutto da zero senza l’aiuto di niente e nessuno eccetto la nostra ristrettissima cerchia di amici.

Il prossimo ottobre su Rockshots Records pubblicherete un boxset in edizione limitata, special edition remastered con memorabilia varia; ti va di parlarcene e, toglimi una curiosità, vinile, musicassetta e digital download, ma non il cd: come mai questa scelta?

Sì e sono molto fiero di questa edizione che ha richiesto un lavoro enorme. È un cofanetto veramente ricco di cose: c’è ovviamente la musica di Tension at the Seams in tre formati, vinile, cassetta e digitale; poi ci saranno un sacco di gadgets come spille, una promo foto come si usava una volta, una patch ricamata e soprattutto quello che io chiamo il pezzo forte, ovvero, un history-book con note scritte dal nostro manager di quel tempo, Enrico Salvini, e dal nostro amico di una vita, John Franck, ovvero, le prime persone che hanno veramente creduto in noi. Il book sarà condito da molte altre bellissime foto inedite, riproduzione di poster e recensioni, il tutto riferito solo ed esclusivamente al periodo che va dai primi anni ’90 fino a subito dopo l’uscita di Tension at the Seams.

La scelta di non mettere il CD è stata condivisa con i ragazzi di Rockshots records, ne abbiamo discusso molto, ed alla fine abbiamo deciso di mettere i file .wave ed mp3, così che chi acquisterà il boxset possa anche scaricarsi l’audio digitale da poter sentire dove vuole. I file .wave hanno la stessa identica qualità del CD ma non su supporto fisico.

Ad ottobre uscirà la vostra prima biografia ufficiale per Tsunami Editore. Come è stato collaborare con Massimo Villa e cosa significa per voi questo importante traguardo.

La biografia l’avevamo iniziata nel 2014 con un altro professionista, ma poi non riuscivo a trovare una chiave di narrazione e lettura che mi piacesse, quindi abbiamo messo tutto in standby; poi, circa a ottobre 2022, una nostra amica che scrive su Loud’n’Proud, Silvia Mento, mi ha scritto che c’era questo ragazzo, Massimo Villa, che era interessato a raccontare la nostra storia.

In quel periodo ero in Arabia Saudita per lavoro e quindi le ho detto che per me era ok fare due chiacchiere con lui, e dopo una videochiamata via telegram con Max per conoscerci e capire le intenzioni di entrambi, gli ho chiesto se mi poteva mandare qualche suo scritto per leggere il suo modo di raccontare; beh, nel giro di poche ore mi ha mandato le due bio che aveva scritto, Necrodeath e Sadist, me le sono lette tutte di un fiato e mi sono fatto conquistare dal suo modo di raccontare.

Da lì in pochi giorni abbiamo organizzato il tutto, la lista delle persone da coinvolgere, pianificare le mie sessioni di intervista per raccontare la mia parte, e, in tre mesi circa, tutto è stato fatto; la prima bozza che ho letto mi ha emozionato tantissimo, nella bio c’è tutto, non è stato edulcorato niente per quanto mi riguarda, ci sono le cose belle ma soprattutto le cose difficili che abbiamo vissuto.

All’epoca Tension at the Seams fece scalpore per il geniale mixing fra “thrash metal d’assalto” e le   influenze “funky jazz” del basso di Mattia Bigi; se a questo aggiungiamo il terremotante e tecnicissimo drumming di Cristiano Dalla Pellegrina, il selvaggio screaming  hardcore di Gianluca Perotti, in questo album più pulito e limpido dei successivi lavori, e il debordante “wall of sound” creato dalle twins guitars Tommy Massara e Giulio Loglio, posso ben capire l’entusiasmo con cui mio padre parlava della vostra musica nonché del vostro talento autentico ed essere veri e propri animali da palcoscenico. A tal proposito, quanto è importante per voi la dimensione live?

Io penso che le vecchie band siano un po’ tutte più da palco che da studio a differenza delle band di oggi, tutte software e social; noi veniamo da un periodo dove se non scrivevi le canzoni in sala prove suonandole migliaia di volte per trovare arrangiamenti e soluzioni, non avevi quasi modo di produrre musica e l’affiatamento che si creava durante quelle sessioni interminabili era qualcosa di unico. Poi, dopo anni di cambi e di ricerche, devo dire che sono stato fortunato e caparbio nel trovare le persone giuste che hanno creato quell’alchimia più unica che rara che ha portato alla produzione di quell’album. Tornando alla tua domanda, la dimensione live per noi è sempre stata fondamentale, tanto è vero che le nostre canzoni nascono proprio per essere suonate su di un palco.

 

 

Come mai avete scelto di inserire nel vostro primo album la cover di Truth Hits Everybody dal primo seminale lavoro Outlandos d’Amour dei The Police? L’ho trovata una scelta alquanto bizzarra e son curiosa di sapere cosa vi ha spinto a farlo.

Ma no, perché scelta bizzarra? Prima di tutto bisogna dire che soprattutto in quel periodo i Police erano e sono stati una grossa influenza per noi; poi, il testo si sposava alla perfezione con le tematiche trattate nell’album e infine, Truth Hits Everybody era un pezzo del periodo post-punk dei The Police, quindi l’energia e la scrittura si sposavano benissimo con Tension at the Seams; a mio parere resta la migliore cover che abbiamo mai inserito in un nostro album.

In realtà Tension at the Seams nasceva senza cover, poi un giorno in studio, jammando, abbiamo registrato il pezzo totalmente live al momento con me alla chitarra, Giulio al Basso e Cris alla batteria, e la registrazione era così buona che non abbiamo fatto altro che registrare una seconda chitarra e aggiungere la voce. Insomma, è stato un po’ come se la cover ci avesse chiesto di poter essere inclusa nell’album e non il viceversa.

Non avete mai avuto grande fortuna con etichette non in grado di supportare degnamente un grande gruppo come il vostro e vi siete dovuti arrangiare anche con autoproduzioni. Come pensi abbia influito tutto questo sul vostro successo?

Boh, sinceramente è da tanto che ho smesso di farmi questa domanda. Penso che la band continui ad avere una qualità molto alta, ci si impegna come se fosse il primo giorno di scuola; detto questo, mi manca di sicuro non aver potuto lavorare con un produttore internazionale che potesse aiutarci a crescere a livello produttivo, e non abbiamo la controprova di come sarebbe potuta andare se avessimo firmato per etichette di alto spessore e purtroppo non lo sapremo mai. Ti confermo quindi che si, siamo stati sfortunati, ma non ho mai mollato, ed essere qui a fare questa intervista lo dimostra.

L’allora imprescindibile rivista Kerrang! scrisse che eravate l’unico gruppo italiano “in grado di competere con il mercato internazionale” e alcune riviste italiane fortunatamente vi supportarono degnamente, o sbaglio? Parlaci del vostro rapporto con la stampa.

La stampa in generale ci ha sempre trattato abbastanza bene, soprattutto in Italia, all’estero forse ci hanno trattato meglio in passato che recentemente, ma è cambiato tutto: oggi, i numeri ed i trend vincono sulla reale qualità di un prodotto.

Abbiamo iniziato questa intervista parlando delle vostre origini, ora vi chiedo invece come vedi il futuro degli Extrema?

Come detto prima, dopo tantissimi mesi di preparazione, la fine del 2023 ci vedrà impegnati e concentrati sulla release della bio e del box-set; dovremmo riuscire anche a fare qualche data a supporto di tutto questo. Abbiamo pronte le nuovi canzoni e siamo molto avanti con le pre-produzioni, quindi, dopo ottobre, inizieremo a programmare l’anno prossimo, quando faremo uscire il nostro ottavo album in studio. Vedremo poi se riusciremo a macinare ancora molti KM per fare concerti…non vi libererete presto di noi, non è una promessa ma una minaccia, hahahahaha!

Permettimi alla fine una domanda personale: all’epoca mi risulta tu conoscessi bene il mio vecchio padre: era proprio così “fuori di zucca”?

Fuori di zucca, assolutamente no! È sempre stato un appassionato ed un profondo conoscitore della musica che a tutti noi piace di più, questo è tuo padre. Mi ricordo che quando eravamo ragazzini non si vedeva l’ora di andare alla Rockoteca di Urgnano per ascoltare e fare air-guitar sulla musica che il buon vecchio Ulisse ci sparava ad un volume esagerato nelle orecchie. Non so quante band ho scoperto grazie a lui e soprattutto forse è stato uno dei primissimi a credere nella mia musica ancora prima degli Extrema; grazie a lui, infatti, ho suonato alcuni dei miei primissimi concerti tra Bright Lights e Upset Cross, e di questo gliene sarò per sempre grato.

Grazie di nuovo per il tuo tempo Tommy, è stato un piacere conoscerti.

Ci rivediamo il 7 ottobre allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI) e, magari, chi lo sa, ne leggerete il live report sempre qui tra queste righe.

Stay tuned.