AOR Hard Rock

Intervista Fans of the Dark (Freddie Allen)

Di Fabio Vellata - 16 Ottobre 2024 - 8:00
Intervista Fans of the Dark (Freddie Allen)

In occasione dell’uscita del loro terzo album abbiamo incontrato il batterista e fondatore dei Fans of the Dark, Freddie Allen.
Argomenti interessanti: anni ottanta, b-movie (possibilmente horror), la mascotte degli Iron Maiden e parecchia nostalgia.
Impossibile non rimanerne affascinati…

(Intervista a cura di Fabio Vellata)

Ciao Fabio, qui è Freddie! Grazie per avermi ospitato su Truemetal!

Ciao Freddie e benvenuto!
“Video” è il vostro terzo album. Come lo possiamo considerare? Come l’anello di una catena possibilmente lunga, o è più un punto di svolta verso un sound definitivo?

Beh, “Video” è proprio l’anello di una catena, credo. Non esiste un grande progetto, cerchiamo solo ciò che ci ispira sul momento. E questa particolare atmosfera era inesplorata per noi. Vedremo poi quale sarà il prossimo passo…

Puoi raccontarci la storia molto nostalgica che si cela tra le pieghe CD?

E insomma… come puoi immaginare, la nostalgia è uno strumento molto potente. Riguarda quello che sei prima di crescere del tutto, ed è una specie di bambino interiore. Una sfumatura che è sempre con noi e ci accompagna per tutta la vita.
Ho pensato molto a quelle sere in cui stavi crescendo e avevi bisogno di qualcosa per passare il tempo più velocemente. Certamente non è un problema al giorno d’oggi, con smartphone e streaming. All’epoca era diverso, dovevi trovare qualcosa per impegnare le tue serate… e un modo molto bello, era noleggiare un film al videonoleggio, per vedertelo poi da solo o con i tuoi amici. Ecco, quello è stato il punto di partenza per questo concept album…

Senza dubbio questo è il vostro album più AOR. Vuoi ricordarci perché è stata fatta questa scelta?

Sì, so cosa intendi. Immagino che abbia a che fare con le tastiere, lo stile delle canzoni e i ritornelli più ampi, in primo luogo. Volevo solo vedere se eravamo capaci di realizzare un album più diretto. Ci sembrava il passo successivo da compiere dopo i primi due cd un po’ più “sperimentali”.

Quello che si capisce molto bene è che siete parecchio affascinati dagli anni Ottanta. Cosa rappresenta esattamente per voi quell’epoca?

Certamente! Sono cresciuto in quegli anni, come la maggior parte della band. Era un periodo di intrattenimento e di narrazione. Di grandi concetti, sia nei film che nella letteratura…beh, ovunque. Ma senza nessuna difficoltà, tutto alla fine era semplice. Chuck Norris contro tutti i cattivi del mondo, per farti un esempio.
Qualcosa di simile è tornato oggi con i film e gli show Marvel o serie come Stranger Things, in cui ci sono chiari gli eroi ed evidenti i mostri. Si trattava in pratica, di un’era molto semplice da comprendere per un bambino.

E come si traduce nelle vostre canzoni?

Inizia con un concetto ed una o due righe di musica piene di parole che ci sembrano adatte. E da lì, si inizia a costruire. Nel modo più semplice possibile.
So di essere un appassionato di cinema e interessato alla cultura pop in generale. Uno spunto buono può diventare determinante, ed ovviamente l’horror è facile da applicare alla vita dei ragazzi: spesso sì, a quell’età si provano emozioni molto forti. In più, questo tipo di storie sono più facili da comprendere.

Quando lavorate su un nuovo album o progetto, avete in mente un tema o un concetto unificante fin dall’inizio?

No, questo si sviluppa dopo alcune canzoni, credo. I colori, il logo, tutto si unisce nel processo…

Ma ci sono temi o messaggi ricorrenti da cui tu personalmente ti senti attratto nel tuo modo di scrivere canzoni?

Beh, giovani e ragazzi direi. Prima della pubertà, quando hai undici o dodici anni, la vita è così chiara. Ci sono aree super sicure e aree totalmente super spaventose e non sai ancora perché. È molto facile scriverne. E tutti noi abbiamo quel bambino interiore dentro di noi…

Tra l’altro, le vostre copertine sono molto particolari. C’è sempre qualcosa di simile ai fumetti: anche tu sei appassionato di fumetti oltre che di storie horror?

Non particolarmente, no. Forse non ho ancora scoperto i fumetti. Ma adoro una bella copertina. Ti resta comunque impressa.
Prendi le locandine dei vecchi film. Possono essere piuttosto comiche, giusto? Come i vecchi b-movie di mostri e simili. E beh, io le adoro!

A proposito, conosci Dylan Dog, un fumetto horror italiano? Penso che molte delle vostre canzoni, soprattutto dei primi due album, potrebbero essere una buona colonna sonora per le sue storie…

Ne ho sentito parlare, l’ho visto, ma purtroppo non l’ho letto. So che è stato tradotto in svedese, almeno in parte. Comunque sì, quelle immagini sono davvero fantastiche: capisco cosa intendi. Forse un giorno potremo permetterci di chiedere ai loro disegnatori di realizzare una delle nostre prossime copertine!

Toglimi una curiosità: in ognuna c’è una specie di mostro in stile Eddie degli Iron Maiden. Ha un nome specifico?

Sì, ahah!!! Ho immaginato che non si trattasse di un solo soggetto, ma di una razza di mutanti che vagano per il pianeta e osservano gli umani da lontano. Non conosciamo i loro nomi (ancora), ma forse un giorno interagiranno con noi… e a quel punto ci presenteremo!

Gli stessi Iron Maiden sembrano essere l’ispirazione per il font utilizzato nel vostro moniker. Quanto ti ha influenzato la band di Steve Harris?

Guarda, non lo è stato consapevolmente, ma sì, molti lo hanno sottolineato. Ovviamente gli Iron Maiden hanno influenzato molti gruppi rock. E proprio come fanno loro, scegliamo determinati temi e ne ricaviamo storie. Ma prima degli Iron Maiden, c’erano i Kiss con alcune copertine e temi iconici, e anche molto fumettistici! Guarda Destroyer, Love Gun e Rock And Roll Over, che adoro tutti.

Ci sono album o canzoni particolari che hanno cambiato il tuo modo di concepire la musica?

Parlando di Maiden, devo dire Sventh son of a Seventh son. Concept brillante, album brillante. Nelle colonne sonore, ci sono alcuni elementi rivoluzionari, come No Easy Way Out di Robert Tepper, Dream Warriors di Dokken e Last Note of Freedom di David Coverdale…

In che modo le performance dal vivo e le reazioni del pubblico influenzano il modo in cui crei le tue canzoni?

In alcun modo, mi dispiace dirlo, ahah! Vedi, questo progetto è tutto terapia e crescita personale. E questo non lascia spazio alle opinioni e ai desideri degli altri.

Torniamo indietro nel tempo per un po’. Qual è la storia dietro la creazione del vostro primo album e come è stato pubblicarlo?

Era solo per vedere se potevamo scrivere e registrare un album da soli. Questa è stata la sfida, dopo aver coinvolto in passato tante persone, tutte con tantissime opinioni e pensieri. L’idea era di mettere insieme le cose in modo veloce e diretto. Non era qualcosa che dovevamo fare, volevamo farlo e basta. Ed è stato fantastico. Creatività pura.

Terzo disco: arrivati a questo punto quali sono i vostri obiettivi a lungo termine come musicisti e quali passi state intraprendendo per raggiungerli?

Non abbiamo obiettivi a lungo termine come band. Voglio solo crescere come cantautore e musicista, ecco perché continuo. Non abbiamo bisogno di fare spettacoli dal vivo o cose del genere, quella roba è solo un bonus, se succede!

Mi parlavi di una specie di terapia legata alla musica…ecco, quale pensi sia il ruolo della musica nella società, e come pensi di contribuire?

Bella domanda. Immagino che ognuno abbia il proprio bisogno di musica. Ma sicuramente dipende dalla tua cultura. Tutti abbiamo un gusto musicale, anche se magari non l’abbiamo ancora esplorato. E il mio ruolo è semplicemente quello di cercare di raccogliere gli echi all’interno della mia cultura e di metterli di nuovo là fuori, affinché altri possano riconoscersi…

Come pensi che l’era digitale abbia cambiato la sua essenza? In positivo o in negativo?

Beh, l’ha cambiata immensamente. Nel bene e nel male. Per lo più in bene, dal mio punto di vista.
Molte persone ascoltano musica più che in passato e per farlo non è necessario acquistare uno stereo o un giradischi. Ce l’hai nel tuo telefono o dispositivo, sempre con te. Il lato negativo è che – se ce n’è uno – forse ci sono troppe canzoni, troppi video, troppi clip da guardare e sentire. Tutto viene annacquato e troppo diluito.
Però ascolta, mi sarebbe piaciuto molto quando ero ragazzino, avere tutte queste possibilità. Quindi non biasimo i ragazzi di oggi. Ovviamente è un potere fantastico avere tutto nel tuo lettore e poter semplicemente scegliere.
Ma, come ho detto, senza una guida, potrebbe diventare troppo da digerire e gestire per un cervello non ancora maturo e capace di fare scelte consapevoli…

Ok Freddie siamo arrivati alla fine: grazie mille per la tua disponibilità, ti auguro tutto il meglio per il futuro!

Grazie, Fabio! È stato un vero piacere. E auguriamo anche a te tutto il meglio!

https://www.facebook.com/profile.php?id=100068644011239

Ultimi album di Fans Of The Dark

Genere: AOR  Hard Rock 
Anno: 2024
82
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
80