Intervista Frozen Crown (Federico Mondelli)
Dopo avervi parlato di “The Fallen King“, disco di debutto dei power metaller Frozen Crown (qui la nostra recensione), non ci siamo fatti scappare la possibilità di fare due chiacchiere con il mastermind Federico Mondelli. Abbiamo quindi indagato a fondo sull’argomento Frozen Crown, una delle band più interessanti uscite nel 2018 dal suolo italico. Eccovi il resoconto di quella che si è rivelata una piacevole chiacchierata.
Buona lettura!
Intervista a cura di Marco Donè
Ciao Federico, sono Marco, Benvenuto su Truemetal.it. Come va?
Ciao Marco, tutto bene, grazie mille.
Ciao Marco, tutto bene, grazie mille.
La prima domanda è quasi d’obbligo: lo scorso 9 febbraio avete tenuto il release party di “The Fallen King”, il vostro disco di debutto, al Legend Club di Milano. Com’è andata la serata? Siete rimasti soddisfatti?
Certo, il locale era letteralmente imballato, tra curiosi, amici e fan conquistati con l’uscita del nostro primo singolo. Abbiamo ricevuto un calore inaspettato, e la risposta del pubblico prima e dopo il live è stata ottima.
Certo, il locale era letteralmente imballato, tra curiosi, amici e fan conquistati con l’uscita del nostro primo singolo. Abbiamo ricevuto un calore inaspettato, e la risposta del pubblico prima e dopo il live è stata ottima.
Ora facciamo un piccolo passo indietro. Abbiamo imparato a conoscerti grazie al tuo operato con i Be The Wolf, dove ti muovi in un universo ben diverso da quello messo in mostra con i Frozen Crown. Ti andrebbe quindi di parlarci della genesi che ha portato alla nascita della tua nuova band? Com’è nata l’idea di fondare i Frozen Crown?
In molti sono rimasti sorpresi nel vedermi alle prese con questo genere, ma a dir la verità chi mi conosce bene sa che non ho mai nascosto la mia passione per il metal in generale. Avevo diversi riff e diversi ritornelli nel cassetto ormai da parecchio tempo. A un certo punto si sono create le condizioni che mi hanno permesso di concretizzare tutte le idee e trasformarle in un disco. Fin da subito ho sentito la necessità di inserire una voce femminile per aggiungere sfumature e potenziale al progetto. Da qui l’inclusione di Giada come lead singer. In seguito abbiamo deciso di trasformare quello che avrebbe dovuto essere un semplice studio project in una band vera e propria.
In molti sono rimasti sorpresi nel vedermi alle prese con questo genere, ma a dir la verità chi mi conosce bene sa che non ho mai nascosto la mia passione per il metal in generale. Avevo diversi riff e diversi ritornelli nel cassetto ormai da parecchio tempo. A un certo punto si sono create le condizioni che mi hanno permesso di concretizzare tutte le idee e trasformarle in un disco. Fin da subito ho sentito la necessità di inserire una voce femminile per aggiungere sfumature e potenziale al progetto. Da qui l’inclusione di Giada come lead singer. In seguito abbiamo deciso di trasformare quello che avrebbe dovuto essere un semplice studio project in una band vera e propria.
Se non erro, i tuoi compagni di avventura nei Frozen Crown, esclusa Giada Etro, che già conosciamo per il suo operato con Ashes You Leave e Tystnaden, sono quasi tutti volti nuovi nella scena. Ti andrebbe di presentarceli?
Filippo Zavattari (il bassista) ha militato nei Guilty Method come chitarrista, oltre che in svariate altre band tra la fine dei 90 e l’inizio dei 2000, come Revial, Out of Project (la prima incarnazione degli attuali Sinatras) e molti altri. Alberto Mezzanotte e Talia Bellazecca (rispettivamente batteria e chitarra), nonostante la loro giovane età, hanno già un’esperienza live sviluppata con precedenti progetti. Per entrambi, in ogni caso, i Frozen Crown rappresentano l’esordio discografico.
Filippo Zavattari (il bassista) ha militato nei Guilty Method come chitarrista, oltre che in svariate altre band tra la fine dei 90 e l’inizio dei 2000, come Revial, Out of Project (la prima incarnazione degli attuali Sinatras) e molti altri. Alberto Mezzanotte e Talia Bellazecca (rispettivamente batteria e chitarra), nonostante la loro giovane età, hanno già un’esperienza live sviluppata con precedenti progetti. Per entrambi, in ogni caso, i Frozen Crown rappresentano l’esordio discografico.
La line-up dei Frozen Crown
Credo sia giunto il momento di iniziare a parlare del vostro disco. “The Fallen King” è un concept album, ti andrebbe di raccontarci la storia narrata? A cosa vi siete ispirati per la sua stesura?
“The Fallen King” è un concept album atipico, nel senso che i pezzi non costituiscono una storia nel loro insieme né sono basati su un tema specifico. Allo stesso tempo però, sono legati tra loro dalle atmosfere epiche, ispirate in molti casi alla mitologia norrena, suggerite da musica, testi e immagini, che fanno un po’ da cornice ai vari racconti sviluppati nelle canzoni, andando a dipingere lo scenario su cui si muovono i nostri personaggi, e a delineare i tratti salienti dell’immaginario dei Frozen Crown.
C’è un messaggio nascosto nel concept narrato?
Non c’è propriamente un messaggio nascosto, ma dietro le tematiche epiche di ciascuno dei nostri testi si nasconde sempre una seconda interpretazione, più attuale e realistica. Le nostre canzoni, al di là dei mostri, delle spade e dei re, sono quasi sempre incentrate su battaglie interiori, e dipingono scenari riconducibili alla vita di tutti i giorni.
Non c’è propriamente un messaggio nascosto, ma dietro le tematiche epiche di ciascuno dei nostri testi si nasconde sempre una seconda interpretazione, più attuale e realistica. Le nostre canzoni, al di là dei mostri, delle spade e dei re, sono quasi sempre incentrate su battaglie interiori, e dipingono scenari riconducibili alla vita di tutti i giorni.
Qual è il tuo rapporto con il Fantasy? Hai uno scrittore preferito?
Dal punto di vista letterario, il Fantasy è il genere che probabilmente seguo meno in assoluto (a parte alcuni episodi isolati e un po’ borderline, come “Gli Occhi Del Drago” di King), per quanto io sia molto legato alla saga di Lupo Solitario di Joe Dever da tempo immemore. Se parliamo di altri media, sono un grande appassionato della Blizzard Entertainment e dell’universo di Warcraft.
Dal punto di vista letterario, il Fantasy è il genere che probabilmente seguo meno in assoluto (a parte alcuni episodi isolati e un po’ borderline, come “Gli Occhi Del Drago” di King), per quanto io sia molto legato alla saga di Lupo Solitario di Joe Dever da tempo immemore. Se parliamo di altri media, sono un grande appassionato della Blizzard Entertainment e dell’universo di Warcraft.
Come anteprima di “The Fallen King” avete realizzato un video per ‘Kings’, una delle canzoni più speed del disco. A chi avete affidato le riprese? Soddisfatti del risultato?
Le riprese sono state affidate ad Andrea De Taddeo, talentuoso videomaker di Varese, con l’aiuto del direttore della fotografia Valerio Sacchetto (con l’eccezione delle riprese effettuate con il drone, che sono a cura di Michel Maresca). Siamo più che soddisfatti del risultato: il lavoro di Andrea è stato impeccabile e ha rispettato in ogni dettaglio il concept da noi ideato. Riteniamo che il video, nella sua semplicità, sia di altissima qualità, e assolva perfettamente il compito di fornire una presentazione della band e in generale del nostro immaginario.
Le riprese sono state affidate ad Andrea De Taddeo, talentuoso videomaker di Varese, con l’aiuto del direttore della fotografia Valerio Sacchetto (con l’eccezione delle riprese effettuate con il drone, che sono a cura di Michel Maresca). Siamo più che soddisfatti del risultato: il lavoro di Andrea è stato impeccabile e ha rispettato in ogni dettaglio il concept da noi ideato. Riteniamo che il video, nella sua semplicità, sia di altissima qualità, e assolva perfettamente il compito di fornire una presentazione della band e in generale del nostro immaginario.
Il video di ‘Kings‘
Levami una curiosità: molte riprese del video sono all’aperto, con Giada nel bel mezzo di un paesaggio di montagna, con tanto di neve. Dove vi trovavate? È stato complicato realizzarle? Immagino che le temperature non fossero proprio “gentili”…
Le riprese a cui ti riferisci sono state girate al Passo Forcora e al Lago d’Elio (Maccagno su Pino e Veddasca), sulle sponde del Lago Maggiore in provincia di Varese. E’ stato estremamente ostico realizzarle, non solo a causa della temperatura, ma anche a causa della location particolarmente impervia che ha reso difficoltosi gli spostamenti e il trasporto dell’attrezzatura.
Le riprese a cui ti riferisci sono state girate al Passo Forcora e al Lago d’Elio (Maccagno su Pino e Veddasca), sulle sponde del Lago Maggiore in provincia di Varese. E’ stato estremamente ostico realizzarle, non solo a causa della temperatura, ma anche a causa della location particolarmente impervia che ha reso difficoltosi gli spostamenti e il trasporto dell’attrezzatura.
Le scene interne sono state paradossalmente ancor più ostiche, a causa della temperatura bassissima della location, a cui andava a sommarsi l’aria fredda delle ventole, e ben più lunghe e stancanti. In linea di massima il video è stato estremamente faticoso perché tutti noi, oltre a comparire sulla scena, abbiamo aiutato Andrea e Valerio nel loro lavoro, non disponendo di un budget per pagare una vera e propria troupe, e volendo al tempo stesso curare ogni singolo dettaglio in prima persona.
“The Fallen King” è stato pubblicato in Giappone a fine gennaio, anticipando l’uscita europea di un paio di settimane. Come mai questa scelta e com’è stato accolto nella terra del sol levante?
Per quella che è la mia esperienza, il fatto che il disco esca prima in Giappone che nel resto del mondo è solitamente uno standard. I Giapponesi cercano sempre di avere una sorta di “esclusività”. In questo caso, oltre alla bonus track d’ordinanza (una versione acustica di “The Shieldmaiden”), anche la copertina del disco e gli interni del booklet presentano grosse differenze rispetto alla versione occidentale. Il disco è stato accolto benissimo in Giappone, dove avevo già un seguito corposo, e dove il progetto è stato supportato da Burrn! Magazine (rivista con cui collaboro da ormai due anni) e da personalità come Masa Ito.
Per quella che è la mia esperienza, il fatto che il disco esca prima in Giappone che nel resto del mondo è solitamente uno standard. I Giapponesi cercano sempre di avere una sorta di “esclusività”. In questo caso, oltre alla bonus track d’ordinanza (una versione acustica di “The Shieldmaiden”), anche la copertina del disco e gli interni del booklet presentano grosse differenze rispetto alla versione occidentale. Il disco è stato accolto benissimo in Giappone, dove avevo già un seguito corposo, e dove il progetto è stato supportato da Burrn! Magazine (rivista con cui collaboro da ormai due anni) e da personalità come Masa Ito.
La copertina dell’edizione giapponese di “The Fallen King“
E adesso? Quali i progetti futuri per i Frozen Crown? Ci sarà un tour di supporto a “The Fallen King”?
Abbiamo ricevuto parecchie proposte di date dopo l’uscita del disco, e stiamo al momento organizzando un tour promozionale. Intanto posso anticiparti le date di supporto ai Temperance al loro release party a Vercelli il 27 Aprile, e ai Rhapsody of Fire il 24 Giugno a Bergamo.
Abbiamo ricevuto parecchie proposte di date dopo l’uscita del disco, e stiamo al momento organizzando un tour promozionale. Intanto posso anticiparti le date di supporto ai Temperance al loro release party a Vercelli il 27 Aprile, e ai Rhapsody of Fire il 24 Giugno a Bergamo.
Insomma, per Federico Mondelli si prospetta un futuro carico di impegni: Frozen Crown, Be The Wolf…
Vero, anche se i due progetti viaggiano parallelamente senza andare in contrasto o accavallarsi, e riesco a gestirli senza problemi. A dirla tutta, trovo addirittura necessario per la mia creatività il fatto di concentrarmi su un genere completamente diverso subito dopo aver concluso un lavoro particolarmente impegnativo come un disco. Considera che ad oggi sto lavorando 24 ore su 24 al nuovo disco dei Be The Wolf, ma nonostante questo ho già scritto diversi nuovi pezzi per il prossimo Frozen Crown.
Federico, siamo giunti alla fine di questa intervista. Ringraziandoti di essere stato nostro ospite, come di consueto, lascio a te le ultime parole per un saluto ai nostri lettori.
Ti ringrazio moltissimo per l’intervista, e ringrazio tutta la gente che ci ha supportato fino ad ora, portando il nostro disco d’esordio a raggiungere risultati inaspettati in brevissimo tempo. Un saluto a tutti i lettori di Truemetal e del vostro forum, uno dei pochissimi ancora attivi.
A presto!
Marco Donè