Intervista George Lynch (Lynch Mob)
Abbiamo potuto rubare un po’ di tempo ad un peso massimo del nostro amato Hard Rock come George Lynch per una veloce intervista relativa al nuovo album dei suoi Lynch Mob, “Babylon“.
L’occasione per conoscere un musicista iconico che sa essere anche scherzoso e con la battuta pronta.
Come si direbbe, per farla facile: “un gran bel personaggio”…
Intervista a cura di Fabio Vellata, con la collaborazione di Francesco Maraglino
Ciao George, qui è Fabio di www.Truemetal.it, è un onore poterti porre queste domande. Grazie infinite per il tuo tempo…
Partiamo dall’inizio: tra tanti tuoi impegni con The End Machine, Sweet & Lynch, i tuoi dischi strumentali, come mai hai deciso di realizzare, dopo oltre un lustro dal precedente, un nuovo album dei Lynch Mob?
Avevamo programmato di fare un altro disco dei Lynch Mob, ma alla fine è finito tutto con uno dei miei dischi di chitarra strumentale. Una volta che ci siamo ristabiliti con la formazione attuale e abbiamo sentito che era solida, rodata e pronta, abbiamo deciso che era il momento giusto per documentare la band. E pubblicare finalmente un nuovo album.
Inevitabile richiederti qualche notizia sui cambi di line-up. Oni Logan non è più dietro il microfono, come mai?
Oni e io abbiamo creato molti grandi brani musicali in tre decenni. Penso che entrambi avessimo avuto la sensazione di aver detto tutto ciò che potevamo dire senza ripeterci all’infinito…
Parlaci allora del nuovo cantante Gabriel Colón. Da dove viene, come si è unito ai Lynch Mob e che tipo di apporto il suo stile di vocalist dà al suono della band? A noi è piaciuta molto la sua interpretazione in Time After Time e in Million Miles Away, tra le canzoni più belle del disco…
Ci è piaciuta molto la sua performance in Time After Time e Million Miles Away: sono tra le canzoni più belle dell’album…
Gabriel viene da Porto Rico e sapevo chi fosse da molti anni. È venuto a trovarmi a casa, ci siamo seduti e abbiamo suonato solo con strumenti acustici. Tutto è andato bene ed è stato naturale scegliere lui.
Ecco, a proposito delle canzoni, come sono nate le composizioni di “Babylon”? Ai primi ascolti ci pare che da un lato ci siano brani più “scuri” e hard come Erase e la formidabile Fire Master, dall’altro canzoni più gioiose e ottantiane come I’m Ready. Che ne pensi?
Sì, come hai sottolineato, Babylon è un disco con molteplici personalità. Cerco sempre di raggiungere quell’equilibrio tra luce e oscurità quando scrivo e questo deriva semplicemente dal mio gusto personale. Adoro i dischi che mostrano molta varietà. I Queen sono un buon esempio di una band che lo fa in modo molto efficace.
Ma chi ha avuto l’idea di chiamare il disco Babylon e perché? C’è un senso particolare?
Ho inventato io il nome ma non posso rivendicare alcuna spiegazione profonda e significativa celata dietro al titolo. Anche se probabilmente potrei farlo, ahah…ma non c’è!
Dopo tanti anni e una lunga carriera, il tuo amore per la chitarra elettrica trasuda ancora da ogni nota. In canzoni come How You Fall è addirittura torrenziale. Forse la domanda è banale ma sorge spontanea ascoltando tanta passione: qual è il tuo rapporto con la chitarra, cosa rappresenta oggi per te?
Sono piuttosto ignorante per quanto riguarda il linguaggio tecnico musicale, quindi è difficile per me spiegare cosa sto facendo o cercando di fare. Immagino che tutto ciò che un artista stia cercando di fare sia raccontare la storia di quello che vede nel mondo e nell’umanità e comunicarla agli altri attraverso la propria lente o filtro personale. Non c’è altro in fondo…
Se un giorno ti proponessero una serie di eventi come il G3, in compagnia di qualche altro chitarrista di fama planetaria, cosa risponderesti?
Beh, pretenderei che tutti i chitarristi si chiamino George. Così il soprannome G3 avrebbe un senso ben preciso. O almeno i loro nomi dovrebbero iniziare con G…
Ti sei mai sentito in competizione con qualche tuo collega in termini di capacità e valori tecnici? Pensi che esista ancora qualcuno da cui puoi imparare qualcosa?
Macché…la maggior parte dei chitarristi che conosco sono competitivi, ma è un tipo di competitività sana, non spietata. In un certo senso è come una comunità… parliamo la stessa lingua…
Di progetti come sappiamo, ne hai tanti. Ma c’è qualcuno in particolare con cui, prima o poi ti auguri di poter collaborare?
Tutti i miei eroi musicali sono morti quindi non potrò mai fare quel super album di gruppo con me, Jeff Beck e Jimmy Hendrix…ahimè! Ahaha!
Se dovessi scegliere cinque album in cui sei presente e che pensi meglio ti rappresentino, che cosa sceglieresti?
Facile… il debutto degli Xciter , Dokken “tooth and nail” e “Under lock and key”, Lynch mob “Wicked sensation” e poi uno degli altri dischi stupidi che ho fatto negli ultimi 35 anni…
E cinque album in generale che per te sono stati e sono tutt’ora determinanti?
Direi, “Axis: Bold as love” di Jimi Hendrix, il primo Van Halen , Cream “Live” , il primo Led zeppelin, e “Tres Hombres” degli ZZ Top…
Dopo una lunga carriera come la tua, di sogni ne avrai esauditi tanti. Qual’è ad oggi, nel 2023, il sogno nel cassetto che conserva ancora George Lynch?
Lo stesso sogno che ho sempre avuto. Scrivere la canzone perfetta e suonare il miglior assolo che possa commuovere e trasportare le persone…
Chiudiamo facile: visti i tuoi tanti impegni, riuscirai a portare ancora i Lynch Mob in tour in giro per il mondo?
Non facciamo tournée fuori dal paese ormai da alcuni anni. Ci limitiamo solo a fare tournée negli Stati Uniti. Ora stiamo facendo un ultimo anno di tour che porterà al ritiro dei Lynch Mob. Si chiama “final ride”…
Discografia Lynch Mob:
1990 – Wicked Sensation
1992 – Lynch Mob
1999 – Smoke This
2003 – Revolution
2009 – Smoke & Mirrors
2014 – Sun Red Sun
2015 – Rebel
2017 – The Brotherhood
2023 – Babylon
https://www.facebook.com/LynchMobBand
