Intervista GUNJACK (tutta la band)
Abbiamo oggi l’enorme piacere di ospitare nuovamente tra le nostre pagine i lombardi Gunjack, band dedita al Rock’n’Roll più puro e indiavolato…oppure, usando un loro simpatico slogan in stile Motörhead, WE ARE GUNJACK, AND WE PLAY DRUNK’N’ROLL! I Lettori che volessero scaldarsi un po’ prima dell’intervista possono recuperare le Nostre recensioni dei loro ultimi due album cliccando sui titoli: “The Cult Of Triblade” e “The Third Impact” . Letto tutto? Via con le domande!
Benvenuti, o per meglio dire, bentornati su TrueMetal.it! Come procede il vostro ‘The Third Tour’? Il concerto del 12 Marzo 2022 all’Associazione Positive Music di Vigone è stato un successone, e lo dico con cognizione di causa…vi siete fatti un selfie dal palco in cui mi si vede in primo piano, chiaramente riconoscibile e visibilmente esaltato…insomma, come va questa ripresa dell’attività live?
Ciao Bob! E ciao a tutti gli amici di TrueMetal.it. Bè, che dire, siamo ripartiti alla grande! Sembra che l’album stia avendo responsi molto positivi e ovviamente di questo ne siamo in primis onorati. Siamo carichi e pronti a portare “Il terzo impatto” ovunque!
A beneficio di tutti i Lettori di Truemetal.it che ancora non vi conoscono, vorrei che ci raccontaste un po’ di storia della band. Quando, dove, come e perché si sono formati i Gunjack?
I Gunjack nascono nel 2017 tra Milano e Pavia, da tre metallari della “Old School Metal Academy”, ahahahah….diciamo che si aveva tanta voglia di tornare a fare del sano, sporco e fottuto Rock’n’Roll con sonorità più attuali e pesanti. Ma soprattutto avevamo bisogno di una band con cui divertirci sopra e sotto il palco e dentro e fuori la sala prove…
Il gruppo è nato nel 2017 e avete già all’attivo 3 album…oltre ad essere molto prolifici sembra abbiate parecchio da dire ai Vostri fans. Quali temi trattate nei testi delle Vostre canzoni? Intuisco dai Vostri ‘nomi di battaglia’ (M47, Mr. Messerschmitt, Gamma Mörser) come la guerra, tematica quantomeno attuale, occupi un posto di rilievo.
Sicuramente siamo più portati a scrivere testi su temi scomodi e alle volte controversi. La guerra, la religione, il sociale e in questo periodo la pandemia ci danno, e ci hanno dato nei dischi precedenti, degli input per condannare e denunciare molte cose per noi ingiuste e sbagliate. Inoltre siamo attirati da ciò che è lo Spazio, e i suoi misteri. E non dimentichiamo i piccoli tributi che facciamo ai nostri film preferiti, eheheh. Insomma, cerchiamo di spaziare a 360°.
Il Vostro secondo album, “The Cult Of Triblade”, è uscito a fine 2019, poco prima dello scoppio della pandemia; “The Third Impact”, invece, ha visto la luce a Febbraio di quest’anno. Pensate che l’assurdo momento storico in cui viviamo abbia in qualche modo guidato la composizione dei nuovi pezzi? Quali messaggi avete voluto veicolare con gli ultimi brani?
Non possiamo negare che la pandemia abbia in qualche modo influito sulla composizione dei pezzi. Lockdown, restrizioni e difficoltà a vivere in maniera normale sono stati sicuramente fattori rilevanti per la costruzione delle nuove tracks. L’album già dal primo ascolto risulta più oscuro, più cupo. E’ semplicemente la sensazione che volevamo far provare all’ascoltatore fin da subito. Ogni pezzo seppur con tematica differente viene appesantito da quell’aura ancora più tetra.
Parlando dell’aspetto prettamente musicale: le vostre canzoni mi sembrano un buon blend di Rock’n’Roll ed Heavy Metal, con una generosa dose di sano Thrash. Come siete arrivati al vostro stile attuale? Quali gruppi e/o generi musicali pensate vi abbiano influenzato maggiormente?
Il nostro è un mix di radici musicali. Ognuno di noi ha portato la propria attitudine in ogni singolo pezzo. Rock’n’Roll, Metal e qualcosa di più estremo vengono buttati nel frullatore, e ciò che ne esce è un bel drink da servire ghiacciato! Ovviamente non è un segreto che siamo stati influenzati da quelle che ormai si definiscono band storiche nel panorama Metal. Iron Maiden, Judas Priest, Anthrax, Slayer sono per noi colonne portanti di tutto il movimento….ah aspetta…forse anche i Motörhead??? Ahahahah!
Un po’ chiacchierando con Voi , un po’ gironzolando per la Rete, ho scoperto che la Vostra attività come musicisti non si ferma ai soli Gunjack. Se vi dico Mötorhell e Di’Aul cosa mi rispondete? Sempre che non ci siano altri progetti che Vi vedono protagonisti, ovviamente…
I Motörhell sono ciò con cui io (Mr. Messerschmitt) e Fabio (Gamma Mörser) tributiamo una delle più grandi bands del pianeta, ovvero i Motörhead. Un passione che ormai da anni ci accomuna portandoci su diversi palchi in Italia e all’estero.
I Di’Aul invece sono la band di Rex (M47), in puro stile Doom/Stoner con cui il nostro drummer si diletta a massacrare la propria strumentazione. Lentamente ma inesorabilmente. Tra l’altro sono usciti proprio in questi giorni con il loro nuovo lavoro, “ABRACAMACABRA”.
Nel Vostro ultimo album “The Third Impact” appare un brano cantato in Italiano, “Metal Influencer”, il cui titolo è a dir poco un ossimoro. In occasione del concerto a Vigone avete introdotto la canzone riferendovi con un certo calore a qualcuno che, ipotizzo, in passato ha criticato le Vostre scelte musicali. Cosa c’è dietro a questo brano, apparentemente allegro e scanzonato?
Ovviamente per questioni politico-socio-culturali-massoniche non possiamo dire molto al riguardo, ahahahaha. Comunque possiamo affermare che in realtà è un pezzo prettamente ironico. Destinato a quella fetta di nuovi critici d’arte metallica che spendono il loro tempo, anche durante i live, a trovare magagne, difetti e semitoni sbagliati di ogni band che non rientri nelle proprie grazie o amicizie. Invece che magari lasciarsi andare e divertirsi come si faceva una volta…
A dire il vero, nel Vostro canale YouTube, ho trovato un’altra canzone cantata in Italiano: una cover della notissima sigla dello storico cartone animato Fantaman. La canzone è accompagnata, sempre nel succitato canale, anche da un’altra divertente cover: “Rock Me Amadeus” del compianto cantante austriaco Falco. Dal vivo avete proposto la Vostra versione del celeberrimo brano “Blue Suede Shoes”: state per caso preparando qualche altra rielaborazione più o meno seria di altri grandi successi del passato? Vi riescono bene…
Grazie! Guarda, fondamentalmente il bello di questa band è che facciamo tutto quello che ci piace fare. Sembra banale ma non lo è. Rispetto ad altre situazioni dove “l’immagine deve rimanere dura, cruda e incazzata”, qui ci sono solo tre rockettari che si divertono anche con pezzi della loro infanzia. Ovviamente rifatti in chiave Gunjack. Per il futuro non sveliamo nulla… ma stai certo che il nostro status mentale incerto porterà a nuove sorprese…ahahah
Chiedervi se state preparando nuove cover era una maniera soft per arrivare di soppiatto al momento delle indiscrezioni…cosa bolle in pentola in casa Gunjack? La Vostra indubbia produttività vi sta portando verso un nuovo album, concerti permettendo?
Assolutamente sì. Siamo già al lavoro per il prossimo “Quarto attacco”. Ovviamente è ancora presto per dare qualsiasi news…ma diciamo che siamo particolarmente galvanizzati…
Si conclude qui la Nostra chiacchierata con i Gunjack, che ringraziamo per la disponibilità e la simpatia. Come di consueto chiediamo ai musicisti di rivolgere un saluto ai Lettori di Truemetal.it, ai fans già acquisiti e a tutti quelli che si vorranno aggiungere alla cerchia…
Che dire…grazie a voi di Truemetal per lo spazio concessoci e a tutti gli amici che leggeranno questa intervista….Speriamo di avervi tutti nella Gunjack Army e se vi fa piacere seguiteci su Facebook e Instagram. Potrete avere tutte le info su live, foto e ovviamente musica! Follow the triblade!!!
https://gunjack666.bandcamp.com/
Le immagini inserite nell’articolo tra una domanda e l’altra sono state scattate e gentilmente concesse da Lucia Falotico. Grazie a tutti per la lettura, buon ascolto e a presto!