Intervista Guns N’ Roses (1987)
Intervista ai Guns N’ Roses da parte di Sylvie Simmons tratta dal primo numero della rivista Metal Shock, uscito nell’aprile del 1987, ossia qualche mese prima di Appetite For Destruction. In quel momento di tangibile esisteva solo l’Ep “Live?! Like a Suicide”, oltre alla incredibile carica esplosiva dei protagonisti, quella che poi conquisterà il mondo musicale intero (o quasi).
Buona lettura.
Steven Rich
Titolo e immagine dell’articolo così come apparsi su Metal Shock numero 1
“Io guardo MTV e mi trattengo a stento da cacare sopra alla televisione, tanto sono pallosi!! Anche le bands qui a Los Angeles sono mortalmente pallose, è tutta colpa del fottuto business musicale. È una cosa nuova, per noi, questo mondo in cui la gente che appena conosci ti dice: “Fai questo, poi fai quello…” e noi siamo quasi costretti a mandarli a farsi fottere! ! Vaffanculo! Non fate per noi! Noi facciamo solo quello che vogliamo fare…”.
Questi sono i Guns N’ Roses. Duri e delicati, proprio come il loro nome. Una pattumiera zozza piena fino all’orlo di Aerosmith, Sex Pistols, New York Dolls e dei primi Stones, la cosa più simile ad una band stradaiola di L.A. che abbiamo mai sentito dai tempi in cui i pluriplatinati Crue abbiano scelto di vivere in un mondo senza vicoli e pieno di autostrade e viali alberati… I Guns’n Roses sono W.Axl Rose, voce, Slash ed Izzy Stradlin alle chitarre, Duff McKagan al basso e Steven Adler alla batteria. Vengono dai posti più disparati – l’Indiana, l’Ohio, Seattle e, nel caso di Slash, l’Inghilterra – e sono atterrati tutti insieme a Los Angeles dove hanno suonato in varie bands locali, separatamente o a coppie, prima di fondersi in una sola band un paio di anni fa.
“Tutti siamo stati sotto torchio – dice Duff – e ognuno sa esattamente quello che vuole, adesso! Quando hai 15 anni non ti importa quello che fai, in quanti gruppi passi: quel che ti interessa è suonare. Poi arrivi ad un punto in cui capisci quello che ti interessa fare e cominci a cercare le persone giuste che condividono le tue stesse scelte, e, se tutto va bene, la pozione è pronta! Questa è tutta la storia dei Guns N’ Roses.”.
La prima cosa che hanno fatto è stato finire al “The Treacherous Journey”, il lurido viaggio… Piuttosto che stare a galla nel circuito dei clubs di LA, già affollati di band simili in tutto e per tutto ai Motley Crue, decisero di mettersi a girare suonando dove capitava e vivere da veri rock’n’rollers.
“La prima cosa che abbiamo fatto quando ci siamo uniti – dice Izzy – è stato di metterci in viaggio per Seattle. La macchina che guidavamo si ruppe così ci toccò prenderci le chitarre in spalla e fare l’autostop…”. “Avresti dovuto vedere in che condizioni eravamo!”. Si sganascia.
Slash: “Vestiti di tutto punto, con le custodie per gli strumenti, e sull’autostrada! Era pazzesco!”.
Fu un camionista che dette loro un passaggio per una ventina di ore; alle 7 del mattino successivo erano insieme ad altre due ex-hippie caricate lungo il tragitto, che mangiavano torte fatte con la marijuana, ai bordi di una strada…
“E’ cominciato tutto da lì – dice Izzy – Dopo un periodo nel quale non sapevamo dove sbattere la testa, perché non avevamo mai provato abbastanza o studiato le canzoni, tutto sembrò cambiare e diventare facile! C’è da dire, però, che molti si sarebbero tirati indietro al posto nostro, in certi momenti…”. “Nessuno di noi si è tirato indietro, nessuno è morto di paura: siamo sopravvissuti – aggiunge Slash – e ci siamo spronati l’un l’altro fino a questi risultati”.
Trovarono una ragazza che fece loro da manager per un certo periodo, si trasferirono a casa sua fino a quando lei li cacciò; il passo successivo fu di mettere le tende in uno studio vicino al Sunset Boulevard, vivendo e suonando nello stesso posto.
I Gunners nell’unica foto relativa all’intervista di Sylvie Simmons nel 1987
“Non c’erano docce, né cibo, non c’era niente! Ogni tanto non avevamo neppure i soldi per pagare l’affitto… non siamo ingrassati molto in quel periodo! – ride Slash – Era come una prigione, solo un po’ più scomoda, ma suonavamo davvero bene, lì dentro!! Avevamo un sound molto potente, senza compromettere niente con il volume, però, anche se abbiamo fuso un paio di Marshall in quelle stanzette… Stavamo benone: con tutti quei vagabondi del Sunset e tutte le bands che venivano a ciondolar lì fuori tutte le sere…”.
E lì che ha cominciato a formarsi la solida reputazione della band, ed è stato in quel piccolo studio che hanno suonato per la prima volta per i responsabili delle etichette che venivano ad ascoltarli; uomini rispettabili, vestiti in giacche di satin che dovevano scavalcare barricate di rincorbelliti dal fumo ed ubriachi per arrivare vicino agli amplificatori, se volevano vedere la band… Ai Guns N’ Roses piaceva essere al centro dell’attenzione, e soprattutto amavano i pasti gratis che venivano offerti loro!! La cosa più piacevole era che non dovevano svendersi: erano i talent-scout che li andavano a scovare per ascoltare il loro sound…
“Le voci fanno presto a circolare – dice Slash – il triste era quando ti capitavano quelli che non sapevano neppure loro perché erano lì… Un tizio di una casa importante, lo giuro, mentre stavamo parlando di musica, mi si rivolge dicendo: “Steven chi?” subito dopo che avevo nominato Steven Tyler! Quella volta ci guardammo e facemmo: “Possiamo avere un altro drink, per favore?”, poi ci mettemmo a mangiare, e ci alzammo andandocene senza salutare…
I Guns N’ Roses hanno un aspetto simile a qualsiasi altra band di Los Angeles influenzata dai NY Dolls o dai Motley Crue, in altre parole, Glam. Ma se ne dissociano.
“Il Glam Rock è una merda. Non abbiamo niente a che fare con quel genere di cose che circolano ovunque a LA… E’ una sorta di revival dei ’70, con un pizzico di Stones e Bowie, un po’ di T.Rex e dei Dolls con tanto make-up, un po’ di guardaroba e tante ore dal parrucchiere, prima di uscir di casa – è Slash che parla – Axel ha provato a pettinarsi i capelli e truccarsi, ma abbiamo i piedi per terra, ora. Chi ci etichetta come una Glam band si sbaglia”.
Si rifiutano di darci le proprie influenze, così non vi resta che ascoltare l’EP di debutto, “Live?! Like a Suicide”: quattro pezzi abrasivi che più che incuriosire fan crescere la febbre dell’attesa per l’album che stanno incidendo tutt’ora. Ma la loro massima ambizione, per ora è di “andare in Giappone e rovinarlo!! “.
“Non parliamo di risse – fa Duff – vogliamo mettere incinta mezza isola… cospargere di giornali pornografici Tokyo gettandoli dai grattacieli… l’Heavy Metal leva le frustrazioni sessuali, comunque …”.
“Sono malato di ninfomania!!” – urla Slash – “Vogliamo convincere il mondo a fottere in continuazione!!” sottolinea Izzy…
Sarà bene che me ne vada: le loro espressioni non mi sembrano molto rassicuranti…
Sylvie Simmons
Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti