Intervista Hateful (Daniele Lupidi)
Nel mentre della composizione di tali domande scorre, per l’ennesima volta e come sempre sulle modeste casse collegate al mio portatile, “Set Forever On Me”, ultimo disco dei technical death metaller nostrani Hateful, ormai al terzo disco dopo ben sette anni di assenza dalle scene, ma ora sotto l’ala protettiva della Transcending Obscurity Records.
La parola va ora al bassista e cantante Daniele Lupidi, nostro interlocutore.
(Intervista a cura di Giuseppe ‘House’ Casafina)
Benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it ragazzi, e complimenti per il disco!
Grazie davvero, siamo contentissimi che il disco vi sia piaciuto!!!
Introducetevi ai nostri lettori: in fondo avete anni di esperienza alle spalle e due dischi precedenti non certo trascurabili, il cui secondo di questi è stato masterizzato addirittura da Dan Swano (Edge of Sanity, Bloodbath, Katatonia) in persona.
Sì l’attività della band è iniziata nel lontano 1997, ma eravamo ragazzini inesperti e per diversi anni il “vero” soungd Hateful ha tardato a maturare. Posso dire che lo stile attuale sia stato “codificato” intorno al 2004, da qui poi lo split del 2006 con Impureza ed Hellspawn e il primo full “Coils of a consumed Paradise” del 2010 (preciso che fu anch’esso masterizzato dal grande Dan Swano come il successore). Nel 2013 abbiamo fatto uscire il secondo album “Epilogue of Masquerade” e, dopo anni costellati di diversi imprevisti e ritardi, questo nuovo lavoro “Set forever on Me”, sicuramente il nostro disco più completo ed evoluto.
Non essendo un fan del Death Metal più tecnico, devo dire che “Set Forever On Me” mi ha realmente spiazzato: è sicuramente un sound che attinge a piene mani a mio avviso dai Death della seconda fase, ma siete comunque riusciti a forgiare una impronta molto personale al tutto. Fin dove arriva l’influenza e in che fase subentra la consapevolezza di dare un proprio tocco a quel che si suona, sicuramente e per forza di cose ispirato dal lavoro di qualcuno che ci ha preceduti?
Ritengo sia molto interessante che tu e qualcun’altro abbia citato i Death, perché onestamente non li riteniamo una nostra influenza primaria. Questo significa che il nostro sound è aperto a diverse interpretazioni, e la cosa non può che farmi piacere! Ovviamente le fonti di ispirazione sono molteplici, e proprio grazie a questo si può sentire un sound piuttosto “ricco” e allo stesso tempo fluido e coerente. Quando compongo cerco sempre di ispirarmi alle cose che ritengo più interessanti del mio background, ma non parto mai con l’idea di scrivere “nello stile di” o “che richiama a”. Tutto quello che ci piace viene interiorizzato e riappare nei brani in maniera quasi inconscia, dal Death Metal floridiano e newyorkese dei primi anni ’90, al Death Metal europeo più avanguardistico, sempre di quell’epoca, fino al Prog Rock anni ’70, che stiamo apprezzando in particolare per gli spunti negli arrangiamenti strumentali!
Domanda simile, ma riferita al songwriting del disco il quale, pur essendo tecnicamente complesso, riesce a mantenere una impronta varia ed interessante per tutta la sua durata. Nelle varianti più tecniche della musica estrema è davvero difficile, a mio avviso, mantenere vivo l’interesse quando la durata complessiva dell’opera si allunga. Stando alle mie orecchie e cervello ad esse collegate, una caratteristica sembra prevalere sul tutto: è evidente che siete una band più focalizzata sul senso puro del Death Metal piuttosto che sul tecnicismo fine a se stesso.
Fin dove arriva il tecnicismo, l’essere progressivi a vostro modo, per poi miscelarsi sul senso del genere che davvero si vuole suonare?
Credo che tu abbia centrato il punto fondamentale. L’etichetta Technical Death Metal nel nostro caso è più una convenzione merceologica che altro. Non ci consideriamo un gruppo tecnico ma piuttosto un gruppo con mille idee che confluiscono in brani brevi e concisi. Di conseguenza l’impatto intricato e imprevedibile delle nostre canzoni può far pensare a qualcosa di tecnicamente molto impegnativo, ma il concetto di base è davvero un altro!
Un aspetto su cui nutro sempre particolare attenzione è quello ‘lirico’: i vostri testi quali tematiche affrontano? Con titoli quali ‘Our Gold Shined in Vain’, ‘The Irretrievable Dissolution Process on the Shores of Time’ oppure lo stesso titolo del disco di certo non si tratterà delle solite, scontatissime tematiche da film horror! Noto un approccio ‘pensato’ anche nei testi, cosa sicuramente ereditata da band quali Atheist , Cynic e Gorguts: questa vostra voglia di raccontare qualcosa di differente è totalmente spontanea, oppure parte di essa deriva in parte dall’atteggiamento stesso che tali band hanno riservato al genere quando questo veniva definito? Spero si sia capito il vero senso di questa domanda.
Le tematiche che affrontiamo potrebbero essere definite “insospettabili” in un contesto estremo che, come hai puntualizzato, spesso si rifugia nella ripetizione eterna di certi stilemi. Gli spunti “oscuri” sono infiniti, dalla scienza alla società, fino alla letteratura, come nel caso di “Our Gold shined in Vain” o “River’s Breath” liberamente tratte da immensi racconti di Edgar Allan Poe. Non ho mai preso spunto dalle altre band per quanto riguarda i testi, preferisco decisamente guardare altrove e formare un mio stile che tenda ad essere riconoscibile pur nella moltitudine degli argomenti trattati.
Aiutiamo gli ascoltatori del Death Metal più diretto ad approcciarsi al vostro lavoro: quale brano consigliereste, tra quelli presenti su “Set Forever On Me” come primo tentativo con cui approcciarsi alle vostre sonorità? Un singolo a vostra scelta insomma….
Domanda difficilissima!!! Alcuni brani di “Set forever on Me” hanno un approccio molto progressivo e potrebbero richiedere un paio di ascolti ben approfonditi per essere apprezzati al meglio mentre altri probabilmente potrebbero colpire duro immediatamente. Fra questi citerei ‘Time flows indifferent’ (che ha un paio di riffs di Suffo/Slayeriana memoria), ‘The Proof’, con la sua struttura compatta e lo stacco pachidermico centrale e ‘Will-crushing Wheel’, un brano intensissimo dall’inizio alla fine. Ecco, sceglierei fra questi tre!
….e ora, tocca convincere anche coloro che di roba estrema non ne digeriscono per nulla! Come sempre, un brano dall’ultimo platter, ma da far digerire ad un pubblico completamente diverso!
Anche stavolta ti dò due alternative: “River’s Breath”, grazie al suo incedere oscuro e più melodico della media e “The irretrievable Dissolution Process on the Shores of Time”, che potrebbe appagare anche i progster più incalliti!
La produzione è molto più a fuoco rispetto ai precedenti lavori. Più moderna sicuramente, ma appare davvero ‘pensata’ (in senso positivo ovviamente). Dove avete registrato il vostro lavoro e come vi siete approcciati al fattore del timbro sonoro? Tale è sicuramente un aspetto su cui forse troppa gente non si focalizza come si deve, ignorando che è alla base dell’atmosfera e delle sonorità offerte dal disco.
Siamo davvero contenti che la produzione sia stata apprezzata all’unanimità. Bisogna ringraziare Claudio Corvo Mulas per il grande lavoro durante le registrazioni ai suoi Art Distillery Studios di Modena e il “vate” della scena estrema italiana Stefano Morabito, il quale ha mixato il disco nei suoi 16th Cellar Studio di Roma. La parte divertente è che quando ci sentimmo per programmare le sessioni di mixaggio insistemmo continuamente sulla resa del suono degli strumenti, più o meno descrivendo la cosa con “Vogliamo che tutto suoni naturale, ma non naturale come si intende adesso….naturale per davvero!!!”. Infatti ricevevamo continui aggiornamenti da Stefano, nei quali ci spiegava come stesse usando praticamente solo strumentazione analogica per comprimere/equalizzare ecc…non potremmo essere più contenti del risultato finale.
Ultima domanda: la copertina personalmente reputo sia fantastica, oltre che azzeccatissima.
E’ nata su vostre indicazioni oppure avete scelto tra del materiale già pronto?
Ho realizzato personalmente tutte le cover della band e, di conseguenza, non mi sono fatto mancare nemmeno questa! Volevo qualcosa di spiazzante, inquietante ma che allo stesso tempo contenesse un tocco Vintage-Prog ed ecco questa rappresentazione piuttosto distopica di un frammento di “mondo interiore” da difendere, in un universo ostile e minaccioso.
…anzi no, un’ultima domanda forse scontata per il periodo, ma inevitabile.
Quanto la pandemia da COVID-19 ha influenzato i vostri eventi futuri? Provo a dire la mia: secondo me questa pandemia rischierà di ‘uccidere’ molte band medio-grosse che con la musica ci vivono, esattamente sta già purtroppo facendo con moltissimi degli addetti ai lavori sul versante tecnico e preparatorio (fonici, montatori di palchi e così via) della stessa in tutto il Mondo. Ma per una band medio-piccola come la vostra (per fare da esempio, non per sminuirvi) credo sia diverso, in quanto sicuramente si suona perlopiù per passione e di certo non si guadagna da vivere con gli eventi dal vivo (al massimo si arrotonda qualcosa, e a volte non è neanche detto).
Detto ciò, una band come la vostra come reagisce a tutto questo? Ok che vi è la passione ma fino a che punto questa può sostituire o permetterci di far finta dell’assenza del sudore emanato mentre si suona dal vivo? Soprattutto nei giri piccoli del circuito musicale l’adrenalina è fondamentale e, in sua assenza, per alcuni gruppi lo scenario che si para davanti nell’immediato futuro è sicuramente abbastanza deprimente.
Voi avete comunque date in programma nonostante tutto?
Ovviamente, viste le circostanze, nessuna data programmata. Non possiamo fare altro che riempire il vuoto di performance live con altre attività, come procedere con la composizione di nuovi brani, promuovere “Set forever on Me” impegnandoci sui social e sul web, pensare a qualche alternativa per non scomparire nei mesi a venire, come ad esempio alcuni videoclip o qualcosa in streaming. Speriamo che il 2021 porti qualcosa di buono, la situazione attuale è veramente difficile.
….e niente, per ora è tutto ragazzi!
Lasciateci con un segreto che finora non avete rivelato ancora a nessuno.
Essendo sempre stati un gruppo di chiacchieroni, credo che non ci sia nulla di segreto da svelare ormai hahaha. L’aura di mistero purtroppo non fa per noi!!!
Spero di non avervi importunato troppo con tali domande, mi piace scovare le cose in profondità e a molti può dare fastidio: in fondo, la musica è sì alla portata di tutti ma ci sono segreti che forse dovrebbero rimanere tali eheheh….io stesso compongo musica, ne so qualcosa a riguardo.
Nessun fastidio ma purtroppo nessun fatto particolarmente interessante da riportare hahaha. Spero che viceversa il pubblico gli spunti interessanti li trovi nella nostra musica e nei nostri testi, questo è il mio sogno più grande! Grazie ancora!
Hateful online: