Intervista Hugo’s Voyage (Hugo Valenti)
Sempre più raro incontrare artisti che hanno dedicato la propria carriera ad un genere ormai considerato di nicchia come l’AOR.
È stata una vera soddisfazione poter quindi ritrovare un personaggio di grande valore come Hugo Valenti, uno degli ultimi portabandiera credibili di uno stile di far musica un po’ anacronistico ma ancora molto affascinante.
Come lo ricordavamo, un musicista di talento, dotato di grandissima eleganza ed empatia, qualità trasmesse da sempre alla sua musica come ben testimoniato dal recente “Inception” dei suoi Hugo’s Voyage.
Intervista a cura di Fabio Vellata
Ciao Hugo, qui è Fabio di www.Truemetal.it, è davvero un grande piacere.
Ti seguo da tantissimo e sono veramente felice di ritrovarti su di un nuovo album come “Inception” che, se mi permetti, è davvero un bel regalo per ogni amante dell’AOR più puro e originale.
Benvenuto sulle nostre pagine!
Hugo’s Voyage è un gruppo che nasce nel 2005 come cover band e arriva solo ora al debutto discografico. Raccontaci della progettazione di questo esordio e da dove è partita l’idea di fare un disco con questa band…
Ehi Fabio, grazie per le belle parole. Felice di far parte del mondo True Metal! Onestamente, durante la pandemia non avevamo tutti altro che tempo da riempire in qualche modo e io avevo appena comprato una nuova tastiera. I suoni erano così sorprendenti che mi hanno letteralmente ispirato a suonare di più, il che ha portato alla scrittura delle canzoni. Nel giro di circa 2 mesi avevo più o meno 24 canzoni scritte e registrate e ho iniziato a inviarle alla band… è così che è iniziato davvero tutto…
Parlaci un po’ del resto del gruppo…suoni con loro da molto? Che esperienze pregresse hanno?
Sì, siamo tutti amici soprattutto fin dall’infanzia. Crescere a New York e suonare nei club è stato fantastico ed è così che abbiamo suonato tutti insieme e coltivato queste amicizie durature. Conoscevo Robby, Robby conosceva Greg, conoscevo Lance, Dana è di Boston dove Robby è andato al college… una grande famiglia. Ahahah! Sono i migliori musicisti che abbia mai frequentato!
Ti ho sempre seguito con affetto e attenzione ma devo dire di non aver avuto più tue notizie più o meno dall’ultimo album dei Valentine. Cos’hai combinato in questi anni?
Fondamentalmente ho semplicemente seguito i Voyage e mi sono divertito tantissimo. Ho messo da parte la musica originale considerando che l’industria aveva mortificato me stesso e quasi tutti quelli che conoscevo allo stesso modo. Sono molto felice però di aver avuto il tempo di riconnettermi con il songwriting e di pubblicare qualcosa di nuovo per far divertire la gente.
I Journey, inevitabile cadere sempre su di loro. Sin dall’inizio il paragone è stato inevitabile: cosa sarebbe stata la tua vita senza di loro e la loro musica?
È un’ottima domanda. Non ne sono proprio sicuro, onestamente. Sono diventato subito un fan di Steve Perry e dei Journey e loro hanno avuto una tale influenza che non credo che nessun’altra band avrebbe avuto un impatto simile su di me. Mi hanno davvero spinto a diventare un cantante e cantautore migliore!
Ti è mai capitato che ti contattassero per collaborare?
Molto tempo fa, quando Steve lasciò la band, c’era della corrispondenza da parte di un ragazzo di A&R della Sony per un’audizione, che però non è mai avvenuta. La band ha assunto Steve Augeri ed è stato comunque fantastico.
Ti pesa ancora essere sempre e costantemente paragonato a loro e tu personalmente a Steve Perry?
Non proprio, è una buona cosa che alla gente manchi Steve Perry e il fatto che io possa dar loro una bella sensazione ricordandolo è grandioso. Il tributo fa proprio questo e Inception può ricordare a tutti che avere un influenza come loro non è affatto male.
Hai sentito il loro ultimo cd? Posso dirti che personalmente gli ho preferito il tuo “Inception”? Cosa ne pensi?
Penso che sia fantastico. Ancora una volta hanno un grande cantante che canta grandi melodie. È un viaggio che continua con ottima musica. Non sarebbe davvero responsabile per loro uscire con Escape 2, ahah!
L’idea generale è quella di continuare a evolversi e penso che lo abbiano fatto bene.
I toni di “Inception” sono quelli tipici dell’AOR. Pensi che ci sia ancora spazio tra il pubblico per un genere musicale così romantico e morbido come questo? O è sempre più destinato a rimanere patrimonio per pochi nostalgici come noi?
Beh, è dura. Una volta c’erano il rock, il contemporaneo per adulti a altri generi simili che andavano molto bene.
Mi piace pensare che se una canzone è buona avrà comunque successo… anche se ci sono milioni di grandi scrittori che scrivono sempre grandi canzoni, senza che questo abbia più grande importanza, purtroppo.
C’è qualcuno cha hai ascoltato di recente, che pensi possa dare ancora lustro a questo stile di fare rock?
Ho davvero amato ciò che hanno fatto i Generation Radio. Musicisti di talento e grandi autori di canzoni. Deen è un mostro e può suonare e cantare qualsiasi cosa… è sempre un piacere ascoltarlo.
Posso dire che c’è un sottile velo di malinconia nel disco che lo rende perfetto per questa stagione? Ne sei consapevole o è solo un a mia sensazione?
Ci hai preso! È fantastico…
Beh, ho provato molte emozioni come tutti noi durante la pandemia. Domande su quanto tempo sarebbe durata, le mascherine e tutta quella triste e misera situazione…. Credo che le canzoni siano state trasportate da quegli stati d’animo…ma solo per comunicare poi sentimenti di speranza e amore. E su quanto abbiamo dovuto essere forti per superare tutto quanto.
I temi trattati sono, in effetti, quasi sempre quelli dei sentimenti. Parli di tue esperienze personali o sono testi che arrivano anche da altri scrittori?
Ti sembrerà pazzesco, ma quando scrivi canzoni non si tratta sempre di esperienze personali. È importante metterti in posizioni in cui dici “wow, se mi accadesse come mi sentirei?”, ad esempio. In realtà non si tratta di ciò che hai vissuto. Piuttosto di “immaginare se capitasse a te”…
In particolare mi ha colpito – tantissimo, sino quasi a commuovermi – la conclusiva “When Heaven Makes and Angel”. Non ti nego che mi ha emozionato soprattutto per il modo delicato e struggente in cui tratti il tema della perdita di qualcuno. Tutti purtroppo, siamo passati o dovremo passare attraverso determinati momenti. È dedicata a qualcuno in particolare? Ne vuoi parlare?
Sì, grazie fratello. È stata l’unica canzone non scritta negli ultimi due anni. L’ho scritta al riguardo della perdita di mia madre a causa del cancro nel 1999, raccontando come la vita non sarebbe più stata la stessa. Come sarebbe per chiunque in fondo…
Ho sempre saputo che sarebbe finita su un qualche mio album. Semplicemente non ero sicuro di quando e come…
Dopo aver sentito “Inception” parecchie volte, mi è venuta una irrefrenabile voglia di riascoltare anche i tuoi cd solisti usciti un bel po’ di anni fa. Li custodisco gelosamente nella mia collezione ma da quanto so, sono diventati difficili da reperire. Hai mai pensato ad una bella ristampa?
Non proprio, ma ho pensato di registrare di nuovo alcuni brani con una versione più essenziale e più acustica. Tipo magari un album contenente solo le ballate che ho fatto e poi un altro con quelle più allegre solo con chitarra acustica e/o pianoforte. Sembra divertente…
“Inception” mi ha emozionato, coccolato e fatto sognare. Mi auguro farete ancora molti altri album in futuro…è una speranza ben riposta la mia?
Grazie mille Fabio! Mi sento davvero bene per lo slancio di “Inception” e sono sicuro che da queste belle sensazioni deriverà altra musica. La vita è bella fratello!!
Hugo, davvero, è stato un piacere immenso. Spero vivamente di conoscerti di persona un giorno e di vederti qui in Italia. Ma nel frattempo ti mando un abbraccio ed un caloroso in bocca al lupo. Grazie per tutto e complimenti ancora!
Grazie anche per il tuo tempo, amico! Sei un fratello meraviglioso, grazie per questa intervista!