Heavy

Intervista Ibridoma (tutta la band)

Di Andrea Bacigalupo - 3 Dicembre 2022 - 13:59
Intervista Ibridoma (tutta la band)

Lo abbiamo ascoltato e riascoltato più volte con vivo interesse. Non potevamo non parlare di ‘Norimberga 2.0’ con gli artefici: i marchigiani Ibridoma. Di seguito il risultato dell’interessante chiacchierata.

Intervista a cura di Andrea Bacigalupo

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it. Partiamo dal titolo  del vostro ultimo album: cosa significa Norimberga 2.0?

Ciao a tutti, ‘Norimberga 2.0’ è stato scelto come titolo dell’album perché a nostro avviso racchiude in maniera abbastanza completa tutti gli argomenti trattati nel disco. Nei vari brani cerchiamo di mostrare il nostro punto di vista su vari eventi come il traffico di minori o la corruzione delle istituzioni.

Nel 2021 è entrato nelle vostre file Lorenzo ‘Fiskio’ Castignani alla chitarra. Qual è il suo contributo alla band, a parte il suonare alla grande naturalmente? Come si è mutato il vostro sound?

Purtroppo proprio di recente Lorenzo ha deciso di lasciare la band, è un ottimo chitarrista, ma ci sono state diverse divergenze di opinioni che purtroppo hanno portato ad un allontanamento da entrambe le parti, ma nonostante tutto gli auguriamo il meglio per il futuro.

Sono passati 4 anni dal precedente (e più che valido) ‘City of Ruins’. Quali sono le differenze tra questo lavoro e ‘Norimberga 2.0’?

Con ‘City of ruins’ abbiamo cercato di creare “un’istantanea” del nostro paese, cercando di mostrare i principali problemi dello stato, mentre in ‘Norimberga 2.0’ abbiamo ampliato ulteriormente il soggetto, dando voce a problematiche che anche se possono sembrare distanti in realtà ci riguardano più di quanto pensiamo.

Raccontateci delle sua genesi. In quanto tempo è stato scritto, come avete scelto gli argomenti …

In realtà la scrittura dell’album è stata relativamente breve, per quanto la quarantena sia stata pesante, ci ha dato modo di concentrarci maggiormente sulla stesura dei pezzi, soprattutto a livello individuale. Normalmente scriviamo le canzoni tutti assieme mentre si prova e questo di solito crea dei miscugli di vari stili, mentre in questo caso, quando ci siamo ritrovati dopo il lockdown, la maggior parte dei brani li avevamo già scritti ognuno per conto proprio, dando più spazio all’individualità di tutti.

Parliamo di ‘Ti ho visto andare via’: in pochi minuti descrivete concretamente e con dolore tutto il marcio che siamo riusciti a tirare fuori durante la pandemia (come se la malattia già non bastasse). Di canzoni sul Covid ne sono state scritte a tonnellate, ma questa colpisce parecchio per la sua crudezza. Come è stato scriverla? Posso chiedere di chi è il testo (chiedo perché mi sembra parecchio personale) e, soprattutto, com’è venuta fuori la musica, così azzeccata (che la ritengo una delle migliori canzoni di quest’anno mi sembra sia chiaro..)?

Scrivere ‘Ti ho visto andare via’ è stato estremamente liberatorio, una delle poche canzoni scritte assieme per la stesura dell’album, il testo è stato scritto dal cantante Christian Bartolacci, mentre la musica l’ha scritta il chitarrista Marco Vitali, ma rispecchia il pensiero di tutti noi che bene o male abbiamo avuto a che fare con qualcuno colpito da questa malattia.

Perché cantarla in italiano?

Aver scritto il testo in italiano sinceramente non è qualcosa che abbiamo deciso, alcune parti del testo Christian le aveva già scritte per conto suo in madre lingua e una volta tradotte in inglese non ci trasmettevano le stesse sensazioni, quindi ci siamo quasi sentiti in obbligo di lasciare il testo in italiano.

Di ‘Ti ho visto andare via’ avete pubblicato un video, dove, ‘semplicemente’ vi si vede suonarla. E’ fuori di dubbio la vostra emozione durante l’esecuzione. Cosa mi potete dire?

Per il video abbiamo cercato di restare il più semplici possibile, sia per non distogliere troppo l’attenzione dal brano, sia per cercare di rendere l’idea del nostro stato d’animo durante quel periodo, che nonostante fossimo comunque in un ambiente familiare come quello della propria casa eravamo segregati in un ambiente che alcuni potevano vivere come “claustrofobico”, termine ovviamente da prendere con le pinze.

Sull’album c’è anche ‘Pandemia’. Parla anche lei di questo momento triste?

Potremmo definire ‘Pandemia’ l’altra faccia della medaglia. A differenza di ‘Ti ho visto andare via’ che parla delle perdite subite, ‘Pandemia’ parla dello stato d’animo provato a causa del confinamento e del momento in cui abbiamo realizzato che qualcosa di grave si stava avvicinando lentamente senza che ce ne rendessimo conto.

Veniamo ad ‘House of Cards’, ditemi che non parla della serie televisiva.

Potrà sembrare strano, ma nessuno di noi è capitato di vedere quella serie, ‘House of cards’ parla principalmente dello sfruttamento da parte delle persone più potenti, siano essi politici, capitani d’industria o altro, delle persone più deboli per poter acquisire sempre più potere e denaro incuranti delle vite di chi calpestano per ottenerlo

Ditemi anche due parole su ‘Coming Home’, che contiene uno dei vostri punti di forza: buttare lì una strofa particolarmente emozionante in italiano (Sono qui, svanisce il buio, ecco il sole, i suoi raggi, ritorno a vivere)?

Confesso: per anni ho tenuto come stato di WA “Ora che tutto sembra perso, che tutto sia accaduto, troverò la forza di rialzarmi ancora”, da ‘City of Ruins’.

Intanto grazie per l’omaggio, siamo molto felici di saperlo, ad ogni modo con questo pezzo abbiamo cercato di trasmettere le emozioni provate da chi riusciva a superare non solo il covid, che comunque aiuta a mantenere il tema delle altre due canzoni, ma anche mali molto gravi, infatti abbiamo evitato di specificare proprio per questo. Abbiamo anche chiesto a varie persone a noi vicine come si sentissero in quel momento e la sensazione provata è quella di una grande liberazione, anche per rendere loro omaggio che abbiamo deciso di scriverla.

Proseguo: chi è la donna che viene dalle stelle?

La donna che viene dalle stelle è quella ragazza che vediamo tutti da giovanissimi almeno una volta nella vita che consideriamo bellissima e inarrivabile, che noi del gruppo abbiamo sempre definito tra noi “Miss Liceo”.

Parlatemi dell’oscurissima copertina: dal suo significato a chi l’ha realizzata.

Con la copertina abbiamo voluto rappresentare la speranza, seppur flebile, di quei bambini sottratti alle proprie famiglie nel corso della tratta delle persone che ovviamente riteniamo abominevole in qualunque circostanza, ma che prende una piega ancora più macabra quando si tratta diminori. Per l’artwork ci siamo rivolti nuovamente a Gustavo Sazes, con il quale abbiamo già collaborato per i precedenti album e con cui ci troviamo molto bene a lavorare, infatti dalla prima bozza fatta le modifiche sono state pressoché minime.

 

Come state promuovendo l’album? State facendo un Tour, o l’avete in programma?

Per il momento stiamo promuovendo l’album con date prevalentemente locali, causa impegni lavorativi di tutti, ma stiamo iniziando ad organizzare diverse date sia a livello nazionale che estero. Per un tour effettivo probabilmente se ne parlerà di più per primavera / estate.

Ed altri video?

Proprio in questi giorni ci stiamo organizzando con il regista Alessandro Moglie che ci ha già diretto per altri video, stiamo ancora definendo la story line del video, ma quasi sicuramente dovremmo essere pronti circa per fine febbraio – inizio marzo.

Ecco una domanda che faccio un po’ a tutti: com’è, secondo voi, la scena Metal italiana?

La scena metal a nostro avviso ha subito un duro colpo con il covid, sia per il fatto che molti gruppi si sono sciolti o comunque hanno visto dei membri lasciare la band, sia per il fatto che molti locali che facevano suonare hanno chiuso e molti di quelli che sono rimasti preferiscono affidarsi a gruppi già affermati piuttosto che scommettere su gruppi esordienti. Fortunatamente sembra che la situazione stia cambiando, ma probabilmente ci vorrà ancora tempo per ritornare a regime.

Chiudiamo qui questa breve intervista e ringraziamo gli Ibridoma per il tempo concesso, lasciando a loro i saluti ai lettori di TrueMetal.it. Grazie.

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno seguito questa intervista e ovviamente anche alla redazione di TrueMetal.it per lo spazio concessoci. Vi mandiamo per ura un saluto nell’attesa di rivederci nuovamente a qualche concerto, sia come artisti che come pubblico.

Stay Metal _\m/

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