Intervista Ignis Absconditus (Henry der Wanderer)
Oggi ci addentriamo nei meandri della musica non convenzionale. Senza paura di scottarci, chiediamo al fuoco degli Ignis Absconditus di illuminare la via nell’infinito dedalo di proposte che quotidianamente invadono le orecchie dei malcapitati amanti della musica oscura. Troppo è stato detto, troppo è stato udito. Gli Ignis Absconditus – che includono membri di Nebrus e Nott – non inventano nulla e inventano tutto al tempo stesso. Come mai? Perchè sono in grado di dosare sapientemente ingredienti sonori che in passato hanno lasciato sì la loro traccia ma per la prima volta vengono integrati per dar vita ad un sound lontano anni luce da una qualsivoglia proposta “facile” e immediatamente riconoscibile anche dal più attento ascoltatore. Che la fiamma arda, dunque!
Potete illustrare ai lettori di TrueMetal un profilo biografico del progetto Ignis Absconditus?
Ciao Mickey, con piacere. Questo progetto nacque nel 2018 quando mi avvicinai per la prima volta alla chitarra acustica: subito mi venne l’ispirazione per creare musica in stile neofolk da riproporre in situazioni non elettrificate e coinvolsi immediatamente Noctuaria, mia partner nei Nebrus, per le voci. Sapevo che lei aveva grandi doti vocali anche in ambito della voce pulita e pensai che questo fosse il giusto progetto per valorizzarle. Febbraio 2020 vide l’uscita del nostro primo lavoro, un EP limitatissimo in formato minidisc, registrato in casa, dal titolo Lost Equilibrium. Via via poi il sound si arricchì di strumentazione e arrangiamenti più orientati al rock acustico, e puntualmente nel 2022 uscì il nostro primo vero album Portrait of Beyond che ci permise di stabilire un primo contatto con l’etichetta My Kingdom Music. Successivamente, esigenze stilistiche ci spinsero a passare agli strumenti elettrici e nel frattempo si aggiunsero al duo fondatore anche Dani al basso e Jack alla chitarra. Con questa formazione registrammo nel 2023 il nostro secondo full length intitolato Golden Horses of a Dying Future, uscito il 2 Febbraio 2024 per My Kingdom Music.
Dopo le esperienze in ambito estremo con Nott, Nebrus e in ambito sperimentale con Flusso Delirante Persecutorio, qual è stata la motivazione che vi ha spinto a creare questo nuovo, originale progetto?
L’ambito del metal estremo oggigiorno vanta una scena italiana e internazionale di altissima qualità dal punto di vista delle abilità esecutive, dal punto di vista della produzione e dell’immagine. Purtroppo però è altamente inflazionata e anche per i fanatici ascoltatori come me è difficile ormai orientarsi. La creazione di questo progetto per noi è stata un’evasione da questo mondo ormai saturo per creare qualcosa di originale, partendo comunque da influenze storiche che incorporano soprattutto il gothic post-punk e certa musica sperimentale degli anni ’80.
Dopo due lavori realizzati tramite la vostra etichetta discografica, siete approdati ad una realtà ormai storica come la My Kingdom Music. Quali sono le vostre impressioni in merito?
In tutta la mia carriera di musicista underground non ho mai avuto modo di lavorare con un’etichetta eccezionale come la My Kingdom Music: come nessun altra etichetta ci sta supportando al 100% e già vediamo tanti risultati del lavoro incredibile che sta svolgendo Francesco. Non potevamo essere più fortunati.
Golden Horses Of a Dying Future: ci raccontate la genesi e l’evoluzione del disco sin dalla sua composizione per poi arrivare alla produzione vera e propria?
Originariamente questo disco avrebbe dovuto essere un mini-album: una volta che accettammo il passaggio ai suoni elettrici era mia volontà fare uscire un lavoro in fretta per mostrare questo importante cambiamento sonoro. A fine 2022 erano già pronti 5 pezzi che inviai a Francesco della My Kingdom Music, il quale li apprezzò, ma ci consigliò di non fermarci e di comporre un intero album. Così mi misi al lavoro e nel giro di qualche mese arrivarono altri 5 pezzi, tra cui alcuni che reputo i migliori del disco: ringrazio ancora Francesco per averci incoraggiato a proseguire. La produzione è stata piuttosto lunga perché abbiamo cercato di soddisfare i nostri gusti senza aver fretta: parte delle registrazioni sono state fatte nel mio piccolo home studio, mentre tutti i re-amping e le riprese di batteria sono state fatte agli Unreal Sound Studio di Jimmy Priest, chitarrista dei The Mugshots e valente produttore. Grazie al suo orecchio, alla sua esperienza e al sapersi mettere sempre in gioco siamo riusciti ad ottenere un sound personale, realmente acustico e potente. Consiglio a tutti coloro che necessitano di un sound professionale ma mai omologato di contattarlo!
Quali argomenti avete affrontato nei testi del disco?
9 testi su 10 sono opera di Noctuaria: lei esplora la sua mente, il suo vissuto, i suoi sogni e le sue visioni e le traduce in testi molto evocativi, che con poche parole evocano immagini oscure e apocalittiche. Non c’è quindi un vero e proprio concept, ma tutto gira intorno a vibranti stati mentali oscuri e teatrali. Alcuni versi del pezzo “Carousel of the Departed” ci hanno poi ispirato il titolo del disco Golden Horses…. Io penso che lo stile lirico di Noctuaria sia unico e inimitabile, riesce a terrorizzare e a far sognare contemporaneamente.
L’aspetto visuale di Ignis Absconditus è sicuramente una parte importantissima del progetto, vi va di parlarne sia in termini di artwork che di immaginario e look della band?
Pensiamo che l’artwork e le grafiche siano parte integrante di un disco, hanno quasi la stessa importanza della musica. Ho avuto la fortuna di venire a conoscenza dell’opera di James Hutton e non appena ho visto le sue opere mi son reso conto che sarebbe stato perfetto per tradurre in disegno la nostra musica; ha fatto un ottimo lavoro infatti, inserendo nella complessa composizione della copertina, i vari personaggi dei testi dell’album. Ha poi altresì fatto un ottimo lavoro con la copertina del singolo Wolfheart, dove ha perfettamente tradotto in linee il personaggio principale del pezzo. Riguardo al look, siamo convinti che un sobrio look in nero, semplice ed elegante, ma senza fronzoli, sia l’ideale per proporre la nostra musica: troviamo questo look, per certi verti esistenzialista, appropriato, a differenza invece dei look gotici troppo sopra le righe che risultano essere più carnevaleschi ma anche buffi. Vogliamo lasciar parlare la musica e le atmosfere che creiamo, per questo il nero semplice è il giusto colore!
Musicalmente parlando avete realizzato un genere che non è un genere vero e proprio, accogliendo sincretisticamente diverse suggestioni: quali sono, in termini di ascolti, i vostri numi tutelari?
Le suggestioni sono molteplici: dal Post Punk di Joy Division e Bauhaus, al Death Rock delle creature di Rozz Williams (Christian Death e Shadow Project), dal metal estremo più stravagante di Portal, Blut Aus Nord e Ved Buens Ende, alla produzione più recente e sperimentale di Tom Waits, un bel caleidoscopio direi!
Cosa possiamo aspettarci in termini di live performance?
Vorremmo poter portare dal vivo il nostro nuovo disco, cercando di ricreare le atmosfere che abbiamo infuso nel disco: non nascondo che sia una bella sfida perché questo è caratterizzato da arrangiamenti stratificati con spesso 3 chitarre e tastiere, mentre dal vivo saremo solo in 4. Quindi dovete aspettarvi un sound più scarno, ma non per questo meno atmosferico o evocativo: proprio recentemente abbiamo registrato 4 pezzi live nel mio studio, che verranno proposti in esclusiva nel programma radiofonico Soundcheck di Chris Redjam di AspenWaiteRadio, vi suggerisco di ascoltarlo e capirete meglio cosa intendo con le mie parole.
Quali sono i canali online che i lettori possono raggiungere per essere aggiornati sui vostri progetti?
Abbiamo un canale Instagram, uno Facebook e anche il nostro Bandcamp, ove sono disponibili i vecchi dischi, basta che googliate il nostro nome e li troverete!
Quali saluto e messaggio finali mandereste ai lettori di TrueMetal?
Innanzitutto direi ai lettori di Truemetal che seguono una testata veramente valida e che si occupa soprattutto della sostanza della musica: oltre che naturalmente suggerire di provare ad ascoltare la nostra proposta, li esorterei ad esplorare l’underground, metal e non solo, perché è un magma di tantissime proposte originali e molto interessanti.
Dunque massimo supporto a Ignis Absconditus e comprate esclusivamente musica originale!
https://mykingdommusic.bandcamp.com/album/golden-horses-of-a-dying-future
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