Black

Intervista Immortal (Demonaz)

Di Mickey E.vil - 22 Maggio 2023 - 8:00
Intervista Immortal (Demonaz)

Intervista a Demonaz da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.

Ok, caro Demonaz: cosa possono aspettarsi i fan vecchi e nuovi dal gelido attacco sonico intitolato War Against All? Credo che gelide melodie e varietà in termini di riff siano gli ingredienti principali del disco: Nordlandhir è un fottuto monumento!

Grazie. Apprezzo che tu lo abbia detto. Sai, credo che l’unico piano che ho quando si tratta di realizzare un album, sia realizzarne uno migliore di quello precedente. Durante lo svolgimento del piano componi delle canzoni e poi quando arrivi alla quarta o alla quinta il piano finisce perché poi devi definire come suonerà il resto dell’album. Questa volta, come per Northern Chaos Gods, ho cercato di mantenere l’intensità, il nostro marchio di fabbrica e tutto quanto: non voglio cambiare nulla di come si esprimono gli Immortal. Ma naturalmente si tratta di una produzione diversa, è più definita per le voci, le chitarre questa volta mordono di più, come negli anni Ottanta, ma non c’è dubbio che si tratti di un album degli Immortal (ride), credo che i fan lo riconosceranno immediatamente!

Anche la batteria suona dannatamente bene, molto più chiara!

Penso che abbia un suono più potente perché la cassa è un po’ più potente. Questa volta ho voluto una batteria più heavy perché non volevo ripetere il sound dell’ultimo album, Northern Chaos Gods. Forse da qualche parte c’è un po’ di At The Heart Of Winter (ride)…

Decisamente… E com’è stato il lavoro in studio?

Molto buono! Ho registrato le voci e le chitarre, le parti acustiche e tutto il resto per Northern Chaos Gods a Bergen nello stesso studio e avevo già deciso che avrei registrato l’album successivo. Ovviamente è stato facile registrare a Bergen anche a causa della pandemia. Le registrazioni sono andate bene, i musicisti erano molto preparati: Kevin, che è il batterista di questo disco si è preparato molto bene, prima di entrare in studio abbiamo provato i brani. E pure Ice Dale, che ha suonato il basso sul disco, ha realizzato con me le demo di ogni canzone con chitarra e basso prima di registrare. Dunque sì, eravamo molto preparati. È stato un bellissimo periodo, a parte la pandemia che mi faceva entrare ed uscire dallo studio con delle interruzioni!

Prima di entrare in studio e prima di provare, quando lavori a casa, quando componi, registri dei demo e prepari tutto?

Tutto. Ma, anche se può suonare strano, odio i computer. Non mi piacciono, non è un segreto e chi mi conosce lo sa. Naturalmente so scrivere una mail e fare tutto al computer, lo capisco ma quando si tratta di musica penso che distruggano parte del feeling della musica. Si tratta di un buon mezzo di comunicazione, ma quando si deve registrare… Quando mi siedo con la mia chitarra, voglio suonare solo dei riff, registrarli in modo facile e veloce. Dunque uso un registratore a cassetta, talvolta il telefono ma soprattutto un registratore a cassetta che funziona sempre allo stesso modo e non può sbagliare: schiacci il tasto REC e registri su cassette come facevano i Metallica negli anni Ottanta! Ecco ciò che faccio: registro i riff su nastro, li riascolto, li sistemo, cerco i temi principali da cui creare canzoni e registro nuovamente per intero – su registratore o telefono – una canzone alla chitarra. Non voglio lavorare con Cubase o con un computer che disturba la mia volontà: quando sei connesso ad un computer arrivano tutti questi messaggi o questi riavvii e devi… Lasciamo perdere, molto meglio fare alla vecchia maniera!

Mentre dal punto di vista visivo, cosa puoi dirci del bell’artwork di Mattias Frisk?

Ero tranquillo a lavorare con questo ragazzo ma non sono un buon disegnatore: ho scritto delle note, gliele ho mandate, ho addirittura fatto una bozza della faccia blashyrkhiana e dei corvi sulla montagna. Gli ho mandato delle indicazioni delle mie idee, poi ho fatto questo disegnino per fargli vedere come volevo fosse la copertina e quando mi ha rispedito il suo lavoro l’ho trovato perfetto, ho pensato fosse la miglior copertina da molto tempo a questa parte!

Cosa possiamo aspettarci ora dal punto di vista dei live?

A maggio il disco sarà fuori e più o meno nello stesso periodo radunerò gli altri ragazzi, faremo una riunione col management, ci siederemo e vedremo cosa si può fare. Forse qualche show, vedremo: dovranno essere situazioni giuste, non voglio fare lunghi tour e suonare in tutte queste cittadine… Vogliamo fare qualcosa di spettacolare, solo per la musica. Ma staremo a vedere!

Siamo ora nel 2023, abbiamo vissuto anni difficili e la tecnologia è ovunque. Volevo chiederti: Blashyrkh è un posto sicuro, per te, per sfuggire a questi tempi?

È il solo posto dove posso scappare (ride)! Quattro anni fa mi sono trasferito, fuori dalla città: ci ho messo parecchio tempo a trovare una casa vicino alle montagne. Mi sono trasferito a tre ore e mezza dalla città, a Hardanger. La mia casa è ai piedi del ghiacciaio e c’è neve sulle montagne per tutto l’anno, dunque è un bel posto dove fuggire, dove comporre e fare musica. Venendo a Blashyrkh, per me ha sempre rappresentato il freddo e l’oscurità, qualcosa di incontrollabile: sai, possiamo controllare quasi tutto ma non il clima o il paesaggio. Dunque per me in tutto ciò c’è una sorta di libertà, anche scriverne e portare con me i fan in viaggio con ogni album. Da giovane sono cresciuto con band come Possessed e Slayer: ascoltando un disco come Beyond The Gates, per me era come viaggiare ascoltando dalla prima all’ultima canzone. Lo stesso con Reign In Blood e persino Master Of Puppets è una specie di viaggio quando lo ascolti. Io ho sempre pensato che non avrei scritto di politica o religione: avrei scritto musica e testi che insieme fossero un marchio di fabbrica per la band. Quando la gente ascolta gli Immortal, non troverà le stesse cose da nessun’altra parte. Una volta un fan mi disse: «Quando voglio ascoltare gli Immortal, tutto il resto cessa di esistere!» (ride)… Perciò in un certo senso, il mio lavoro è compiuto! Blashyrkh è presente solo sui dischi e nella musica degli Immortal, è il marchio di fabbrica della band e anche una forma di fuga quando li ascolti oppure quando io lavoro alla creazione della musica. Nei mesi estivi, giugno e luglio, non scrivo mai musica: non voglio che l’estate sia parte della mia musica! Non perché io odi l’estate, è una scusa perfetta per non fare musica e per prendermi una pausa, in modo che sia molto più ispirato quando arriva l’autunno.

In questi giorni la Biblioteca Nazionale Norvegese sta ospitando una mostra relativa al black metal e pochi anni fa la rete nazionale NRK ha prodotto il documentario intitolato Helvete. Come gestisce, la Norvegia, l’eredità del black metal di questi tempi?

Credo che naturalmente molti anni fa fosse differente ma ora le cose sono cambiate perché la gente ha capito che si trattava di musica una volta che sono cessate quelle brutte cose e brutte relazioni. So che la NRK ha fatto questo documentario perché hanno cercato di coinvolgermi ma ho detto loro di no. Mi hanno anche chiesto di partecipare a questo evento della Biblioteca Nazionale per parlare dei miei testi ma ero impegnato con altre cose dunque non conosco il programma. Ma so che ormai esso è stato accolto dalla cultura, anche i Satyricon hanno fatto delle cose col museo di Munch, perciò pare che il black metal sia diventato commerciale (ride) e accessibile a chiunque, se capisci cosa intendo. Non è più un genere musicale ribelle agli occhi delle persone normali (ride)!

È diventato più mainstream in un certo senso…

Esatto, quella è la parola giusta, in un certo senso è andata così e la gente cresciuta oggi non lo trova più spaventoso come prima. Io lavoro come ho sempre fatto: cerco di avere un batterista violento sul disco, che suoni molto velocemente ed in modo energico; cerco di portare quanta più energia posso nella mia musica, non voglio abbassare la guardia e rendere gli Immortal moderni o fruibili per chiunque. Sto solo cercando di riportare la band sulla giusta via, a quel feeling vecchia scuola al quale essa appartiene per essere fedeli a quanto abbiamo iniziato.

Che genere di musica ti piace al di fuori del metal?

Per lo più colonne sonore o magari anche della musica classica, mi piace persino della vecchia musica degli anni Cinquanta a volte. Ma naturalmente anche il rock and roll degli anni Settanta: Black Sabbath, Led Zeppelin, Deep Purple… Gli Iron Maiden naturalmente sono il metal migliore e li trovo sempre interessanti, ascolto i vecchi Kiss e tutta quella normale roba rock and roll (ride)! Ovviamente anche band più oscure e, appunto, mi piacciono la musica classica e da film!


Naturalmente Bathory e via dicendo…

Sì, certamente… Sai, quando ascolto la musica old school la ascolto come fan, ok? Sono ancora un fan e lo sarò sempre. Quando ascolto la nuova musica, invece, la analizzo e non mi entra davvero dentro, non importa di quale band si tratti: analizzo la musica e la ascolto come musicista se sai cosa intendo dire… Riguardo i Bathory, è stato il loro primo album a formarmi e a definire il mio modo di fare musica, alla fine. Lo stesso coi Celtic Frost: To Mega Therion e Morbid Tales sono gli album che più mi hanno interessato, oltre a quelli dei Possessed e degli Slayer. Anche i Morbid Angel col primo demo e Altars Of Madness, ci sono davvero pochi dischi così: voci molto inquietanti, riff di chitarra fantastici… Il riff successivo uccide il precedente, davvero eccezionale: non ci sono molti dischi di questo livello! Non saprei, oggi è molto difficile trovare cose simili.

Per concludere, hai dei ricordi legati all’Italia nella tua vita e hai un messaggio e saluto finali per i tuoi fan italiani?

Sì, mi ricordo di essere venuto in Italia a volte e… Adoro il cibo italiano, è una mia debolezza (ride)! È la mia cucina preferita, non c’è alcun dubbio! Anche il cibo tradizionale norvegese e scandinavo ma per noi non è così esotico, sai? Dunque la cucina italiana è assolutamente killer! Spero che i fan italiani restino con me, spero che amino il disco, che colgano lo spirito delle canzoni e spero che viaggino con me attraverso Blashyrkh nell’album. E spero di rivederli, un giorno, so che ci sono tanti fan fedeli in Italia. Questa settimana mi sono arrivate delle foto delle Alpi italiane, cinque o sei foto con il seguente messaggio: «Blashyrkh dell’Europa meridionale» (ride)!

Possono esserci delle somiglianze!

Sì, può essere anche quello, Blashyrkh non è un luogo. Come ti ho detto, è la forza del freddo e dell’oscurità dunque sì, decisamente!

Grazie davvero del tuo tempo…

Molte grazie per le belle domande e per la bella chiacchierata, stammi bene!

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