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Intervista In Torment I Die (Luca, Gabriele ‘Nabo’ e Francesco ‘Pich’)

Di Valentina Rappazzo - 8 Gennaio 2024 - 8:30
Intervista In Torment I Die (Luca, Gabriele ‘Nabo’ e Francesco ‘Pich’)

Ho incontrato gli In Torment I Die a fine dicembre nella penso più luminosa e gelata tarda mattinata bellunese, nel classico bar di quartiere dove si ritrovano gli amici di una vita. E proprio in questa atmosfera conviviale e rilassata che si è svolta questa chiacchierata che vi lascio, alla scoperta dell’underground di un gruppo che qualcosa da raccontare ce l’ha di certo.

Intervista a cura di Valentina Rappazzo

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it e grazie per il tempo che ci avete dedicato oggi.
Luca: Hellooooo! Grazie a voi!

Francesco: Ciaooo!

Gabriele: Ciao e grazie a voi!!

Ci dite qualcosa su di voi e sul gruppo? Come sono nati gli ITID?

Luca: Gli ITID nascono praticamente nel 2004 dalla fine di un altro gruppo che si chiamava Dream of Mirrors, un gruppo sinfonic Black Metal, più un tentativo (ride) di synphonic black metal perché di synphonic c’era ben poco a parte qualche base…qualche robetta e siamo nati perché io e un altro chitarrista, Flavio Trevisan, ci siamo stufati del genere e volevamo fare qualcosa di un po’ più veloce e più aggressivo. Però eravamo in due chitarristi e quindi siamo andati a pescare Giulio (Batteria) che veniva da una situazione completamente diversa, faceva post punk e hardcore e abbiamo provato a caricargli la molla del blastbeat (ride).

Giulio, grande assente della giornata che non si può difendere da queste accuse che gli vengono mosse!

(I ragazzi ridono, sfortunatamente per noi Giulio è assente perché al lavoro, o così lo hanno giustificato i suoi compagni!).

Luca: Inizialmente non ne nera molto convinto, poi ci ha provato e credo che per essere autodidatta, per come suona, abbiamo fatto un bel en plein, ci è andata dritta! Poi si è impegnato veramente molto da quel punto di vista, quindi anche se oggi non c’è non gli possiamo dire niente! Siamo andati avanti per un po’ in 3, Flavio ha suonato un po’ il basso finché un giorno non è arrivato in sala e ha detto di essersi stufato e siamo rimasti di nuovo in due chitarre. Questo finché non mi è venuto in mente di contattare Stefano Fedon, un chitarrista che suonava in diversi progetti ma di stampo diverso, il metal non era proprio il suo genere.

Si è però adattato molto bene e abbiamo trovato un bell’equilibrio. Tutti venivano da esperienze diverse e siamo riusciti a trovare un bel mix. Ed è venuto fuori questo sound che per me è Black classico.

E poi una rivoluzione anche all’interno del gruppo no? Un cambio di componenti.

Luca: Esatto. Flavio per problemi di lavoro e organizzazione faceva fatica a star dietro al progetto e ad un certo punto ci ha salutati. Per me è stato un peccato perché eravamo partiti insieme. A questo punto è entrato Pich, (si gira, lo guada e ridendo gli chiede) Scusa com’è che ti chiami??

Francesco: Francesco.

Luca: Intorno al 2009.

Francesco: era il 2012!

Luca: che memoria, son vecio (sono vecchio). Siamo andati avanti così per un bel po’ di anni, poi gli impegni di Stefano aumentavano e tramite Francesco siamo riusciti ad entrare in contratto con Gabriele. Tu com’è che ti chiami??

Gabriele: Nabo!

(E ridono tutti …)

È questo un po’ anche il dark side della musica no, nella vita si cambia e cambiano gli impegni e non sempre si riesce a dedicarsi come si vorrebbe ad un progetto.

Luca: esatto, è sempre un divenire. Visto poi anche il periodo che stiamo vivendo, è entrato Nabo ed è partito il Covid! Nabo directly from Pneumologia di Belluno!

Quindi un continuo divenire, un cambio continuo ma anche qualche live. Parlateci delle esperienze di palco di questo 2023 appena concluso. Com’è l’altro lato della transenna?

Gabriele: Divertente! Dal mio punto di vista, come band, in sala prove ci si diverte, a registrare ci si diverte, ma dal vivo ci divertiamo di più. È bello perché nei live che abbiamo fatto anche il pubblico, anche in quanto noi gruppo un po’ sconosciuto, un po’ piccolino, anche nei live fuori dalla nostra confort-zone, partecipa molto attivamente. Una splendida esperienza.

Francesco: Quest’anno abbiamo avuto modo di suonare in diversi eventi molto molto interessanti, e ci siamo trovati sempre bene. Siamo stati invitati al festival che si tiene al Pian dei Castaldi, in provincia di Belluno, festival che viene organizzato da una associazione di volontariato, Associazione Pollicino. Ogni anno creano un evento di 3 date con vari generi musicali, e quest’anno una data è stata dedicata proprio al metal.

Gabriele: Ogni anno in realtà fanno la serata metal e vorrei fargli i complimenti perché in una provincia come quella di Belluno, dove il metal purtroppo non è il top di gamma, loro ogni anno riescono a fare qualcosa di interessante.

Quest’anno abbiamo suonato con i Kryptonomicon, con i Chronic Hate e con i Death Dies, Tutti loro disponibilissimi e simpaticissimi nonostante siano band di un altro livello rispetto a noi, ci han sempre trattato veramente bene.

Francesco: C’è stata molta sinergia, bellissima data e bellissimo evento, graziati anche da uno splendido clima ma soprattutto trovarsi su un palco con queste band di un certo spessore… ci siamo trovati molto a nostro agio. E, soprattutto, c’è stato un bellissimo seguito di pubblico, davvero, davvero notevole.

E possiamo confermare queste dichiarazioni perché al festival di cui parlate c’ero anch’io!

Quindi 2023 live, esperienze di palco ma è stato anche l’anno di uscita del vostro secondo disco, potreste dirci quali sono secondo voi le cose che lo accomunano e quelle che lo separano dal precedente?
Francesco: Intanto bisogna premettere che sono passati anche un paio di anni, tra questi due album, oltre che un cambio di genere. Più che un cambio forse un’evoluzione.

Luca: eh sono passati 12 anni!

Francesco: eh … ci abbiamo messo un po’ a riorganizzarci, però c’è stata una crescita e un cambiamento dal punto di vista musicale. Abbiamo utilizzato delle chitarre diverse, delle 7 corde, che prima non c’erano, è quindi inevitabile che la sonorità cambi e di conseguenza cambia la costruzione dei brani musicali, dei riff. C’è stato un innesto di più parti melodiche, che risultano forse meno veloci rispetto all’album precedente, però allo stesso tempo danno un gusto musicale diverso, che possa rivolgersi ad ascoltatori di vario genere. Non è destinato quindi solo ad ascoltatori black e death metal, ma spero che l’ascoltare possa ricavarne dei momenti piacevoli. A noi ha dato una bella spinta in più, scoprire orizzonti che erano quasi inesplorati prima.

“The Unfathomable Darkness of the Fall” *da dove nasce l’idea dell’album?

*(Album di cui ho parlato nella mia recensione che trovate qui.)

Luca: Avevamo voglia di fare qualcosa di nuovo. Dopo anni di sconvolgimenti, anche di formazione, dopo qualche anno di componenti “fissi” si è creato un feeling diverso. Ci conoscevamo meglio, quindi avevamo bisogno di creare e non continuare a ripetere sempre le stesse cose. Siamo cresciuti artisticamente e c’era voglia di sperimentare con le diverse musicalità. Volevamo veicolare il nostro messaggio e coinvolgere altri tipi di ascoltatori.

Un’altra parte molto interessante del vostro lavoro è l’artwork del vostro disco, come nasce l’idea?
Luca: è una cosa a cui abbiamo pensato io e Giulio, cercavamo qualcosa che facesse da filo conduttore tra tutte le canzoni e i vari testi. Un caro amico, Angelo Feltrin, che è un artista in tutti i sensi, era il chitarrista di un di un gruppo di Lorenzago che purtroppo non esiste più, un bel deathmetallone cantato in italiano (che è sempre più raro). Bravi, amici, e lui ci ha sempre aiutato con le grafiche: oltre ad essere un artista competente ha anche un gusto che secondo me è top. Non gli avevamo proposto un lavoro un po’ diverso, lui invece ha preso il nostro come un suggerimento e l’ha riadattato ad essere la copertina e il booklet di un album metal. E per fortuna perché forse la nostra idea era più da musicisti e molto meno da grafici. Meglio che ognuno faccia il suo!
Ci ha mandato uno schizzo e nulla è stato toccato: aveva centrato in pieno quello che volevamo noi. La nostra idea nelle sue mani si è trasformata in una storybook, dove il personaggio si trova ad affrontare delle situazioni in linea con i testi delle nostre canzoni.

Le atmosfere, le crisi e le situazioni in cui ognuno di noi si può trovare nelle varie fasi dell’esistenza e nelle proprie esperienze personali.

Francesco prima ha lanciato un input interessante, sulle nuove influenze che hanno inciso sul vostro lavoro. Ci potete dire quali sono le vostre? I gruppi che vi piacciono, quelli che vi ispirano, quelli che secondo voi hanno dato qualcosa al lavoro degli ITID?

Francesco: La cosa interessante del nostro gruppo, come credo di molti altri, sia che noi 4 abbiamo delle influenze molto diverse, ognuno ascolta generi diversi. Probabilmente avendo gusti musicali personali abbiamo avuto modo di condividere e sfruttare queste diversità. Io personalmente vengo dal death melodico ma anche e soprattutto dall’Heavy Metal e questo ha certamente influito sulla scrittura dei pezzi. Luca, ad esempio, viene dal death / black metal, da ascolti più aggressivi…  Il mio gruppo preferito sono i Dark Tranquillity e spero di aver preso da loro qualcosina, almeno un po’ di ispirazione…

Luca: peccato che non ti piacciano i Dissection!

Gabriele: Non è vero, gli stiamo facendo cambiare idea!

Francesco: Sto cambiando idea, altrimenti qua vengono fuori problemi!

Luca: stiamo forgiando il giovincello!

Gabriele: io… di tutto! Ho iniziato da giovane, Metallica, Iron Maiden, Sepultura, Deicide, death metal classico americano, poi anch’io ho svoltato per lo swedish, che è sempre stato un po’ il mio cruccio. Anch’io, come Luca, Emperor e tutto il black metal norvegese, Dissection fantastici, ultimo gruppo che ho scoperto i Thulcandra, eccezionali.

Ma poi in realtà ascolto un po’ di tutto, la cosa figa di noi è che ascoltiamo veramente di tutto, punk rock, hardcore, death metal, brutal, c’è un po’ di tutto dentro. A me piace anche molto il funky!

Ad oggi non esiste un videoclip, pensate di farne nel futuro?

Francesco: Ci stiamo riflettendo! L’idea era di creare un videoclip ad hoc in linea con il booklet del nostro ultimo album e ci stiamo lavorando sempre in connessione con i nostri impegni lavorativi e vita privata. Sarebbe estremamente gradevole (ride) soprattutto per noi ma spero anche per il pubblico.

Gabriele: Io sono anni che rompo le… da quando sono entrato, vorrei fare un videoclip con un corpo di ballo femminile! Non c’entra una fava, ma secondo me miscelare le cose sarebbe una figata…

Francesco: questo però è un po’ più complicato…

Ahhh qui mi sa che vi è scappato lo spoiler, attenzione! E a proposito di spoiler, potete svelarci in anteprima per il 2024, qualche live dove i nostri lettori possono venire a sentirvi?

Luca: Per il momento ancora niente di certo, ma…

Mmm, l’occhiata che vi siete tirati è molto eloquente, qui c’è qualcosa che non ci state dicendo!!

Gabriele: qualcosa ci sarà, ma non possiamo ancora dire cosa!!

Vi ringrazio ancora per il tempo che ci avete dedicato, da parte mia e dalla redazione di TrueMetail.it cerco di strapparvi un’ultima indiscrezione. Potete dirci se siete già a lavoro su qualcosa di nuovo?

Francesco: ci sono già pronti 3 pezzi nuovi, questo (e si sofferma a mandare un’occhiataccia agli altri due) lo possiamo dire. Stiamo lavorando per rendere ancora più elaborati i nostri pezzi… o quanto meno ci proviamo! Il senso per noi è questo, divertirci.

Gabriele: stay tuned! Grazie a Truemetail.it per averci contattato!

I ragazzi ridono insieme, come ho detto all’inizio la nostra è proprio una chiacchierata. C’è l’emozione di parlare della loro musica ma anche la goliardia di quella che non è solo una band, ma anche un gruppo di amici.

Si prendono in giro, si fanno qualche complimento tra le righe, sempre condito con qualche perculata che si sa, non bisogna rischiare di diventare troppo seri.

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