Intervista Ivory Moon
Intervista a cura di Francesco Sgrò
Dopo otto anni di attesa, finalmente ecco sorgere di nuovo la “Luna D’avorio” in tutto il suo splendore. In occasione dell’ascolto in anteprima del loro nuovo album, “Lunar Gateway”, avvenuto lo scorso sabato 26 settembre, nella elegante cornice di “Cherubini” (storico negozio di strumenti musicali a Roma), noi di Truemetal, ovviamente presenti, abbiamo incontrato gli Ivory Moon. La band capitolina, oltre che con la propria musica, ci ha deliziato anche con questa gustosa testimonianza che siamo lieti di riportare sulle nostre pagine. Buona lettura!
Ciao ragazzi e benvenuti su Truemetal.it.
Come spesso accade ai gruppi con una lunga carriera alle spalle, anche la line-up degli Ivory Moon è cambiata molte volte nel corso di questi anni. Com’è nata dunque la collaborazione con Emiliano Cantiano, Andrea Campisano e Loretta Venditti?
Fabrizio Z.:
Mi piace immaginare gli Ivory Moon come una grande famiglia. In cui vari musicisti nel corso degli anni, hanno portato idee, influenze ed emozioni. Dopo che Davide Calisse, il chitarrista con cui abbiamo composto i pezzi dei primi tre dischi, si è trasferito all’estero, ho deciso di rifondare la line up della band. Emiliano e Andrea sono due grandi musicisti che conosciamo da sempre, Loretta è stato un fortuito e meraviglioso incontro. Ha risposto ad un nostro annuncio, e al provino ha impressionato tutti per la sua bravura. Patrizio è una conoscenza di Andrea, un vecchio amico e compagno di mille battaglie già dal periodo delle jam session al RadioLondra, mentre Fabio aveva collaborato con Fabrizio Sclano, con cui abbiamo condiviso la creazione degli ultimi due dischi.
Dal vostro ultimo album sono trascorsi ben 8 anni, qual è il motivo di questo lungo intervallo nell’attività degli Ivory Moon?
Fabrizio Z.:
Come ti dicevo rifondare completamente la band è stato un processo lungo. In questi ultimi anni abbiamo provato varie alternative, che però funzionavano solo parzialmente. E poi un giorno, proprio quando stavo per chiudere il progetto, mi sono detto sentiamo Andrea, non avrà mai tempo, ma glielo chiedo ugualmente. Invece Andrea si è mostrato subito entusiasta e in un anno e mezzo abbiamo composto e arrangiato il nuovo disco. Tutti gli elementi della band sono perfetti, hanno apportato una qualità musicale al progetto senza precedenti e tutto all’improvviso è uscito naturale. Sono veramente convinto che questo sia il nostro lavoro artisticamente più completo.
Dall’ascolto di Lunar Gateway è palese come il vostro sound sia contaminato da una miriade di influenze diverse, quali sono dunque i vostri artisti di riferimento (metal e non), che, in un modo o nell’altro, sono stati fondamentali per la nascita e lo sviluppo del vostro stile?
Ivory Moon:
Rischiamo di compilare una lista infinita ma proviamoci: Iron Maiden, Dream Theater, Metallica, Megadeth, Malmsteen, Amaranthe, Nightwish, Epica, Opeth, Magellan, Shadow Gallery, The Flower Kings, Yes.
A mio parere una nota di merito particolare va al minuzioso lavoro di arrangiamento dei brani che compongono il disco. Dunque quando è iniziata ufficialmente la lavorazione di Lunar Gateway e quanto tempo siete stati occupati in studio?
Andrea:
C’è stata sicuramente una prima parte del lavoro consistente nello sgrossare il materiale grezzo e tirare fuori i temi migliori e i momenti più efficaci dei provini, che mi ha impegnato personalmente nel mio studio casalingo. Provare le prime stesure per dare un senso ed appoggiare chitarre basso e tastiere sfruttando le “fenomenali” (battuta) voci guida di Fabrizio (Zucchini). Una volta approntate le bozze di tutti i brani e fatte le voci guida, è partito il lavoro di arrangiamento vero e proprio. Ho arrangiato tutte le parti corali e sinfoniche godendo della piena fiducia del resto della band che comunque, riceveva regolarmente dei file di riferimento da approvare o per farmi arrivare qualche suggerimento, e l’inserimento di parti strumentali come la bellissima chiusura progressive realizzata da Mr. Fabio Bonuglia su Game of life, davvero molto ispirata ma io sono l’oste e se dico che il mio vino è buono forse non vale. Ci sarebbe anche qualche aneddoto da raccontare su più di un brano. Poi la rifinitura, i soli di chitarra e di tastiera, qualche revisione di arrangiamento in generale ed inserimento dei loop elettronici prima di passare al mix e al mastering. Per le date e la durata della gestazione passerei la parola a Fabrizio.
Gli Ivory Moon nascono nel 2000, mentre il vostro primo album, “On The Edge Of Time”, è uscito nel 2004: si parla dunque ormai di molti anni fa. Com’è cambiata dunque la scena Metal, italiana ed estera, nel corso di queste due decadi secondo voi? Tra i gruppi storici ancora in attività, quali sono quelli che riescono tutt’ora a farvi provare forti emozioni? E quali sono invece le band che vi appassionano nel panorama musicale odierno?
Patrizio:
Sicuramente la scena metal è cambiata in varie direzioni nel corso degli anni. C’è chi è rimasto uguale a se stesso e chi ha cambiato tanto del proprio stile a volte anche snaturandosi. Sinceramente dischi recenti che mi emozionano sia tra la vecchia guardia e la nuova non sono molti al momento. Da buon nostalgico torno sempre ai grandi capolavori passati, ma non disdegno qualche novità degna di nota. Spero invece vivamente che questo nostro nuovo lavoro riesca a ritagliarsi un piccolo spazio nel cuore dei fans del genere, cosa questa, che già ci ripagherebbe di tutto il lavoro.
La tracklist di Lunar Gateway mi ha incuriosito molto (soprattutto) per il titolo della prima traccia, ossia “Human Greed” Questo titolo, secondo voi, può essere collegato a quello che caratterizza il vostro secondo album, ossia “Human Nature”? Pensate che l’avidità possa, in qualche modo, essere parte della natura umana?
Loretta:
Si penso che l’avidità faccia parte della natura umana, chi più chi meno. L’uomo è avido, cerca di prendere sempre di più da ogni cosa, di spremere fino all’osso qualsiasi cosa che gli faccia comodo, finché non gli serve più e lo getta via per cercare altro su cui pesare. Vedi lo stesso pianeta Terra. Possiamo dire che poniamo particolare attenzione alla natura umana e tutte le sue sfaccettature.
Quando parte ufficialmente l’idea di comporre un nuovo album targato Ivory Moon, decidete uno o più argomenti che andrete a trattare nel disco o vi lasciate ispirare dalla casualità della vita quotidiana?
Loretta:
Per questo album ci siamo fatti ispirare dalla casualità della vita quotidiana. Personalmente preferisco farmi trasportare dalla musica, da ciò che mi trasmette e di conseguenza scrivere un testo sulle emozioni che mi fa provare. Altre volte invece avendo già una bozza di testo lo abbiamo adattato alla musica che avevamo in cantiere.
Da cosa è nato il titolo “Lunar Gateway”?
Loretta: Da sempre ci appassionano le tematiche di scienza e fantascienza, il titolo dell’album è in onore della futura base spaziale che consentirà all’essere umano i primi viaggi su altri pianeti del sistema solare. È un grande salto in avanti per l’umanità e per noi questo disco rappresenta infatti un passo in avanti per un nuovo inizio.
In generale com’è strutturato il processo compositivo di un brano degli Ivory Moon?
Andrea: In generale potremmo dividere il processo in quattro fasi nel caso di questo disco. Fabrizio compone in posti improbabili in cui scrive e pensa a riff o testi; oppure Loretta/Patrizio pensano a delle idee di linee vocali. Registra il tutto e lo gira a me e io metto tutto dentro il mio pc e gli do un look credibile. infine ascoltiamo coi ragazzi il materiale ed iniziamo a lavorarci. Questo vale ovviamente per Lunar Gateway.
La situazione che stiamo vivendo, ormai dall’inizio dell’anno, ha messo purtroppo in seria crisi tutto il settore artistico, compreso quello musicale. Personalmente mi auguro di poter ascoltare presto dal vivo i brani tratti dal nuovo album, per cui avete in programma di organizzare un Tour promozionale per Lunar Gateway, non appena ce ne sarà la possibilità?
Fabrizio S.: In base a come si evolverà la situazione ci piacerebbe poter suonare in Italia e all’estero. Attualmente stiamo organizzando il release party, appena sarà tutto pronto pubblicheremo l’evento sui vari social network.
Parlando ancora di concerti, quali sono, secondo voi, le caratteristiche che accomunano e differenziano il pubblico italiano dal pubblico estero?
Emiliano: Il pubblico è fantastico, sia italiano che internazionale, e ha molta fame di musica. In entrambi i casi abbiamo avuto un grandissimo seguito e siamo grati a tutti i ragazzi che ci supportano. Sicuramente all’estero la scena è decisamente più popolosa e spesso le condizioni economiche più favorevoli, di conseguenza abbiamo più persone ai concerti, vendite di cd e merchandise vario, più club e più festival, di conseguenza le possibilità di emergere e farsi notare sono più ampie. L’unica nota dolente del nostro Paese è quella di non saper valorizzare le band nostrane come quelle estere, lo dico perché in Italia abbiamo delle band pazzesche ed è un vero peccato non vederle emergere come meritano.
Per un musicista, si sa, il palco è una seconda casa: potreste dunque raccontarci qual è il ricordo per voi più bello durante la vostra carriera di Live band fino a questo momento?
Fabio: Il tour italico insieme ai Freedom Call e DragonHammer nel 2015. Una settimana in giro per l’Italia insieme a due band fantastiche. In quella settimana abbiamo vissuto gioie e dolori come una famiglia: viaggio rigorosamente in furgone a macinare chilometri, con la nostra strumentazione, poi alberghi, b&b, palchi, check, backstage, cene, bevute di birra, chiacchiere, risate. Una bellissima esperienza su tutti i fronti.
Bene! Questa era l’ultima domanda e, nel ringraziarvi per la vostra disponibilità, lascio a voi l’ultima parola per i lettori di Truemetal.
Innanzi tutto grazie mille a tutta la redazione di Truemetal e grazie in particolare a Francesco Sgrò! Speriamo di vederci presto al nostro release party! Un saluto a tutti i lettori di questa fantastica webzine! Stay safe & STAY METAL!