Intervista Kalidia (Nicoletta Rosellini)
Tra le band emergenti da seguire con maggior attenzione nel panorama power metal tricolore svettano senza dubbio i Kalidia, capitanati dalla carismatica frontwoman Nicoletta Rosellini. In attesa del nuovo album della band e delle nuove date dal vivo, abbiamo fatto quattro chiacchiere molto interessanti con la cantante, sempre molto attiva e protagonista di numerosi progetti anche in questo periodo di pandemia: tra videogame, role play, cultura nerd e… ricette di cucina di World of Warcraft!
Ciao Nicoletta, benvenuta su Truemetal.it, come va? Mi stavo informando sui progetti che stai seguendo, per approfondirli tutti ci vorrebbe una giornata intera… nonostante i limiti della pandemia non ti fermi mai.
Mi tengo attiva! (ride) Come professione faccio la veterinaria, e faccio quel che posso in ambito musicale nel tempo libero… non credo che si possa fare altrimenti. Il tempo in realtà è molto tiranno con me, lavoro tantissime ore e la mia professione è abbastanza impegnativa a livello mentale e concede pochi spazi da dedicare alla musica… spero che prima o poi qualcosa cambierà.
Partiamo dai Kalidia, nel febbraio di quest’anno avete ri-registrato “Lies’ Device”, il vostro debut album. Da dove è nato questo vostro desiderio di reincidere il disco del 2014?
In realtà era già un po’ che se ne parlava. Quella è stata la prima esperienza in studio in assoluto per tutti noi quindi ovviamente ci siamo portati dietro tutte le ingenuità del caso. Per altre band potrebbe essere diverso perché magari qualcuno può aver avuto già esperienze pregresse, ma non è stato il nostro caso. Era un prodotto che aveva delle buone idee ma anche diversi limiti tecnici dovuti un po’ alla nostra ingenuità. In questa dinamica il covid ha giocato il suo ruolo spingendoci verso questa soluzione di riproporre il disco quest’anno, visto che la produzione del terzo lavoro è slittata di molto, avendo il produttore in Germania soprattutto l’anno scorso è stato impossibile lavorare. Si lavorava un po’ a distanza sugli arrangiamenti, abbiamo scritto più canzoni ma sarebbe stato impossibile fare di più.
Quindi avete registrato in casa?
Alcune cose sì, altre in studio. L’idea è venuta fuori anche dalla nostra etichetta, la Inner Wound, per fare qualcosa di interessante in questo tempo altrimenti morto. La vecchia edizione fisica del 2015 era terminata e non volevamo più stamparla, essendo andata sold-out più di tre anni fa all’uscita di “The Frozen Throne”, quindi c’era anche molta richiesta da parte dei fan… ma io insomma non volevo ristampare quella cosa! (ride)
Il disco aveva delle ottime idee melodiche, si vede che a parte l’ingenuità del caso c’erano buoni spunti… è chiaro che la produzione abbia inficiato. Ricordo il video di “Lies’ Device” che andò molto bene su Youtube con oltre 1M di visualizzazioni, nonostante non suonasse benissimo, poi naturalmente superato da “Frozen Throne”.
Esatto, ci siamo resi conto allora che anche la produzione audio era importante! (ride) No ovviamente eravamo ragazzini. Se potessi tornare indietro comunque farei la stessa cosa, è andata così bene, ha venduto molto, il video è diventato virale quindi non mi sento di recriminare nulla. Gli abbiamo solo dato una veste più carina, c’erano tante cose che non abbiamo cambiato. Non esistendo più la versione fisica abbiamo deciso di non stravolgere le cose del passato che abbiamo mantenuto, aggiungendo al massimo qualche arrangiamento di tastiera che suonasse meno power metal anni ’90 però il sodo è rimasto quello.
Invece il vostro secondo album “The Frozen Throne” è ormai del 2018, forse è tempo di qualcosa di nuovo… cosa bolle in pentola in casa Kalidia?
Allora… siamo freschi freschi di studio. La scorsa settimana abbiamo registrato le batterie del nuovo disco. Siamo riusciti a far volare il nostro produttore Lars Rettkowitz dei Freedom Call qui in Italia nonostante i vari green pass e quarantene, cambiava la legislazione ogni tre secondi, quindi io finché non è atterrato ho avuto l’ansia, temevo che l’avrebbero fermato da qualche parte! (ride)
Dove avete registrato?
Le batterie qui al Magister Studio di Treviso, penso sia uno studio molto ben equipaggiato. Ci sta lavorando un mio caro amico, Alberto Melinato che è anche il chitarrista dei Moonlight Haze. Lui è un producer molto bravo. Abbiamo fatto venire qui Lars per questioni logistiche, anche perché il batterista non è ancora vaccinato e puoi immaginare il casino a farlo andare all’estero. Veramente a livello organizzativo con questa situazione è un delirio e finché non riusciamo a vaccinarci tutti gli spostamenti sono un po’ problematici. Intanto le batterie le abbiamo portate a casa, poi faremo alcune prove tutti assieme [l’intervista è della scorsa settimana n.d.M].
Quindi l’album è scritto per intero?
Si, il disco ha la parte strumentale già scritta per intero, buona parte già registrata, poi vediamo… in autunno io volerò nello studio di Lars per registrare le parti vocali, sarà molto interessante!
Puoi darci qualche altra anticipazione? Ci sarà qualche pezzo ispirato a videogiochi come “Frozen Throne” da Warcraft III?
La cosa interessante su questo punto è che si è trattato di una cosa molto naturale con “Frozen Throne”. Ci sono quelli che si vestono da nani, quelli che si vestono da supereroi, quelli che si vestono da ninja spaziali, io parlo di videogiochi perché a me piacciono i videogiochi. L’altra sera ho fatto una partita online a D&D, poi mi sono buttata a fare un torneo di Magic… è la mia vita! Volevo parlare di questa cosa così ho fatto. Di sicuro quindi videogiochi, mitologia e Kalidia sono ormai un tutt’uno. Diciamo che c’è del materiale interessante, con brani quasi speed e un disco generalmente più tirato. Ci saranno anche passaggi più tecnici: stavamo registrando qualche giorno fa un brano in particolare con la batteria in cui Lars ci ha detto che sembra un disco a parte. Tipo una suite progressive in cinque minuti che sembra un disco intero per quello che c’è dentro… le cose classiche e melodiche dei Kalidia ma anche un po’ di materiale più ricercato. Inoltre abbiamo cercato di registrare qualche traccia in più in modo tale da poter decidere in un secondo momento cosa inserire nel disco, visto che non c’è fretta. Vediamo come va l’autunno.
Quindi ci aspettiamo qualche virata prog?
C’è da dire che sia Dario [Gozzi, batterista] che Federico [Paolini, chitarrista] hanno ascoltato tanto i Dream Theater e certe volte vengono fuori. Poi ci siamo io e Lars che cerchiamo di tenerli un po’ a bada per riportarli verso il melodico! (ride)
Facciamo un passaggio anche per i Walk in Darkness: nel 2020 siete usciti con l’ultimo album “On the Road to Babylon”, poi quest’anno è uscito un singolo “Bent by Storms and Dreams” che mi sembra sia un inedito… come procede?
Esatto. Il singolo è un inedito. Walk in Darkness hanno questo modo un po’ particolare di lavorare, facendo uscire alcuni singoli che prima o poi forse confluiranno in un album. A giugno ho già registrato le voci per un nuovo singolo che probabilmente uscirà in autunno. Diciamo che più che scrivere pensando ad un album intero come vedi c’è dietro un discorso abbastanza approfondito sui singoli, a partire dai video che vengono seguiti con una cura particolare, quindi ogni canzone viene lavorata a sé con il suo video.
In questo caso la direzione è al 100% di Shaman, giusto?
Si, è così, lui si occupa di tutto, dalla composizione della musica agli arrangiamenti ai testi, fino alle linee vocali. Lui ha sempre una visione chiara ed è una cosa che apprezzo molto. Quando scrive il brano si immagina tutto: dagli arrangiamenti alla voce al video. Va benissimo così, per me dedicarmi a tempo pieno in un’altra band sarebbe stato un po’ un problema, però mi piace molto la cosa; mi permette di esplorare anche lati un po’ diversi dal classico power metal. Le due band coesistono, a tratti sembra quasi che ci siano due cantanti diverse.
Nonostante la pandemia so che stai programmando alcuni eventi dal vivo.
Ci stiamo provando! (ride) Come immaginavo da tempo, adesso c’è il boom della corsa di organizzare i concerti. E chi ne fa le spese? Le band più piccole! Tu puoi fissare una qualsiasi data, dopo due giorni ti esce l’evento con la band grande, perché tutti stanno concentrando i concerti in questo lasso di tempo estate/autunno in cui sembra che le cose tengano e si possano fare eventi. Tante date che erano già work in progress ma a livello avanzato sono state cancellate perché in contemporanea sono uscite altre date più grosse. Come sempre i grossi vincono e i piccoli annegano. Comunque ci stiamo provando, con i Kalidia il 31 luglio abbiamo una data al Legend di Milano, è stato annunciato il Milady Metal Fest a Mantova il 20 novembre… e pandemia permettendo, questo è uno spoilerone, dovremmo essere in giro in Europa per due settimane a dicembre! Anche a gennaio dell’anno prossimo saremo in Norvegia all’Hard Rock Fest di Oslo. Sarà una bella esperienza perché non siamo mai stati da quelle parti, non siamo mai stati in generale in Scandinavia, e sono i paesi che tirano maggiormente gli ascolti su Spotify.
Interessante, voi quindi fate analisi delle statistiche… come artisti.
Si, c’è il famoso Spotify for Artists che ti dice da dove provengono i tuoi ascoltatori, l’età il genere e così via. Noi andiamo molto forte negli Stati Uniti, UK, Germania, poi appunto gli scandinavi.
Sta andando anche il centro-sud America in particolare Messico e Brasile, e stiamo crescendo in Giappone dove abbiamo arrancato un po’ ma piano piano si migliora.
Torniamo agli eventi dal vivo: a parte i Kalidia prossimi live previsti?
Extra proviamo a fare una robettina (ride), un concertino in acustico dove farò un po’ di brani sia Kalidia che Walk in Darkness e qualcosa di altro, solo voce e chitarra, insieme a Paolo Campitelli, un carissimo amico che suona a volte la chitarra coi Kalidia, le tastiere con i Kaledon o la chitarra negli Scream Machine. Anche lui è un produttore e un mio carissimo amico. Volevo fare questo evento in quest’anno in cui c’è stato poco contatto con il pubblico. Si è creata una community soprattutto in un gruppo Facebook creato da alcuni fan. È stato bello perché si è creato legame tra chi scriveva, non solo con me ma anche tra le persone stesse e sarà bello anche incontrarsi dal vivo, la community è abbastanza affiatata. Quindi ho deciso di provare questa cosa, organizzarla da zero sarebbe stato un po’ difficoltoso ma ha avuto la stessa idea l’Arci Tom di Mantova che me l’ha proposta per il 18 settembre. Ed eccoci qua!
Mi è giunta voce anche di un progetto che ti vede coinvolta in un gioco di ruolo sul canale Twitch di Crossover Universo Nerd… puoi raccontarci di cosa si tratta e svelarci qualche anticipazione?
Ci sono un po’ di progetti nerd che sto portando avanti in attesa del lancio. In uno mi vedrete giocare di ruolo sul canale Twitch di Crossover Universo Nerd, una trasmissione televisiva che va in onda su 7 Gold che tratta di cultura pop legata al videogame, al fumetto e al gioco di ruolo. Insieme ad altri personaggi che non posso spoilerare… dall’autunno in poi ne vedrete delle belle! Mi vedrete in una versione un po’ diversa. Oltre a questa iniziativa, insieme a una mia cara amica, Irene Shapes, che è anche lei un tecnico del suono – ebbene sì ci sono anche tecnici del suono femmine – anche lei appassionata di videogames. Ci è venuto in mente di mettere su un canale di cucina nerd in cui proveremo molto goffamente a replicare alcune delle ricette più famose dei videogames. Tutto molto work in progress, abbiamo registrato alcune puntate. Si preannuncia un autunno impegnativo! (ride)
Su Twitch è la prima volta per te? Che rapporto hai con la piattaforma?
Si, mentre il programma di cucina lo gestiamo un po’ “alla vecchia” su Youtube, il progetto di Crossover Universo Nerd sarà su Twitch. Sulla piattaforma penso di essere della vecchia guardia dei
giocatori. Non ne capisco molto il senso, io non guarderei mai altri che giocano! (ride) Il gioco di ruolo è carino se ci sono personaggi che segui per altre cose, che vengono inseriti in un contesto e vedi come si comportano. Però vedere un tizio famoso con tal videogioco a me sinceramente interessa poco! Altri mi dicono di farmi un canale Twitch, ma a parte che non riuscirei a seguirlo con costanza perché gioco solo nei ritagli di tempo, non capisco cosa la gente dovrebbe trovare di divertente nel sentirmi bestemmiare mentre gioco a World of Warcraft.
Invece ricette di videogiochi… in che senso?
Tutto è iniziato perché Irene per il mio compleanno mi ha regalato il libro di ricette di World of Warcraft. Ebbene sì, nel gioco devi sviluppare delle professioni, una di queste è “cooking”. Quindi devi pescare il tuo pesce, ammazzare il cinghiale per prendere la carne e fare i tuoi manicaretti che ti danno dei boost. Proprio una roba studiatissima! Quindi hanno fatto il libro di ricette. Da questa cosa abbiamo pensato che anche in altri giochi soprattutto anni ‘90 magari non c’era proprio la cucina ma una bevanda particolare, oppure il piatto dell’avventuriero che si mangiava solo in quella taverna… e visto che nel 2020 i canali di cucina sono esplosi su Youtube, abbiamo pensato di unire le due cose. Sarà un progetto molto ironico ed improvvisato senza nessun copione, anche perché io e Irene ci prendiamo sempre in giro e spariamo le cazzate che spareremmo comunque da sole, che poi sarà un pretesto per parlare di videogiochi in generale!
Restando in tema videoludico, quali sono i videogiochi che hanno influenzato maggiormente il tuo immaginario come songwriter e musicista?
A parte Warcraft sicuro Final Fantasy VIII. In casa avevamo solo un computer ed io passavo il tempo a guardare mio fratello che giocava a FFVIII e solo nei ritagli di tempo potevo giocarci io. Era bellissimo anche solo guardarlo. Mi piaceva tantissimo. Io poi sono una grande appassionata di strategici, quindi la saga di Heroes of Might and Magic mi è piaciuta molto, come i vari Age of Empires. Tra le ultime uscitemi piace molto Northgard, come strategico con ambientazione vichinga mi sta dando qualche gioia. Diablo anche, il II ai tempi… poi Baldur’s Gate… i classiconi dell’ambientazione fantasy sia RPG che RTS li ho giocati veramente tutti. Anche console fino a PS2 ho giocato tantissimo, lo stesso con Nintendo fino a N64 credo di aver giocato tutto il catalogo! (ride)
Poi si diventa grandi e si rallenta per forza, anche perché gli strategici e gli RPG richiedono un sacco di tempo!
Esatto! Con Word of Warcraft il mio boom è stato nel periodo del liceo, tornavo a casa e giocavo otto ore. Già con l’Università è stata una scelta difficile, con WoW e musica non mi sarei mai
riuscita a laureare. Ho dovuto accantonare a WoW che ho ripreso dopo la laurea. È ancora amore in effetti… continuano a fare espansioni, continuano a vendere ed io continuo a giocarci… bene così!
Tra i tanti progetti recenti mi viene anche in mente il brano “La cintura di castità” con i BardoMagno. Come sei stata contattata dalla band e come è andata l’esperienza?
Il produttore Alessandro Delvecchio ci ha messi in contatto. Loro cercavano una voce femminile ed ha pensato a me. Io ho ottantamila magliette di Feudalesimo e Libertà quindi mi sentivo anche sul pezzo. Mi sono divertita tantissimo perché è una roba talmente fuori dalle mie abitudini… e loro hanno avuto molta pazienza. Io all’inizio gli avevo mandato una versione super-seria, in realtà non era proprio quello il mood! (ride) Mi hanno risposto qualcosa tipo “fai Cristina D’Avena”! Io di base non l’avrei mai fatta così, però ora che l’ascolto ci sta molto bene. Davvero divertentissimo!
Ultima domanda di carattere generale: che impressioni hai rispetto alla scena musicale italiana in relazione alla pandemia? Sei ottimista e pensi che a breve torneremo coi green pass a riempire i locali o ci vorrà ancora un po’ di tempo?
Non saprei. Secondo me capiremo in autunno come andrà. Se si riprenderà a fare una vita pseudo-normale in cui si riusciranno a promuovere anche i dischi con dei concerti. Sperando che nel frattempo siano sopravvissuti i locali. Tutti i locali coi quali avevamo costruito qualcosa ora sono tutti chiusi, o quasi, a parte l’Arci Tom. Al momento non la vedo benissimo. È anche il motivo per cui, a differenza di altri che hanno fatto uscire comunque dischi, noi siamo fermi. Pensiamo che una volta uscito il disco vada promosso. È una cosa fondamentale. Noi abbiamo fatto tanto, abbiamo suonato tantissimo e pensiamo sia importante… da headliner siamo dei festaioli incredibili, e questo aumenta il coinvolgimento del pubblico. Poi magari uno parla con l’amico dicendo che si è divertito al nostro concerto perché è finito sul palco nella canzone dei pirati ed ora è su Youtube o cose simili che accadono quando suoniamo. In Italia questo ci ha aiutato, sebbene non partissimo mai avvantaggiati considerati l’etichetta svedese ed il produttore tedesco, quindi siamo fuori da tutti i giri. Anche il tour europeo non passerà dall’Italia. La cosa triste è che ho visto tante band buttare fuori dischi che poi sono passati molto in sordina. Carino il disco, carino il video ma quando non escono foto dei concerti e live report non ti promuovi, e il disco rimane una cosa fine a sé stessa. Quelli che hanno fatto uscire dischi in questo momento questo l’hanno sofferto maggiormente, quindi abbiamo optato come ti dicevo per tamponare intanto con “Lies’ Device” procrastinando l’uscita del nuovo. Tanti colleghi musicisti che riuscivano a fare solo questo nella vita non avendo altri lavori giornalieri come il mio, l’hanno passata davvero molto male, gli aiuti sono stati pochi anche rispetto ad altre nazioni… in Italia è stata una roba vergognosa, so che in Germania e in Svezia la categoria è stata molto più aiutata. Tanti si sono reinventati. Vedi i Delain, che vendevano un sacco, che sono praticamente esplosi. Quando ti fermi non suoni e non guadagni i nodi vengono tutti al pettine. Sono successe molte cose buffe, altre molto tristi che fanno riflettere sulla situazione attuale. In sintesi vedo il bicchiere a metà, sono realista, né mezzo pieno né mezzo vuoto. Vedremo cosa succederà in autunno.
Domanda di chiusura e di rito – il tuo saluto ai lettori di Truemetal.it!
Questa è sempre la domanda più brutta, puntualmente non ce l’abbiamo mai pronta! (ride) Spero di vedervi a qualche nostro evento, col green pass ci potremmo abbracciare anche come ai vecchi tempi. Forse. Rimanete sintonizzati sui nostri social che vi daremo qualche sneak peek sul nuovo disco e ci terremo aggiornati sulle novità!
Intervista a cura di Luca “Montsteen” Montini