Folk - Viking

Intervista Kanseil (tutta la band)

Di Elisa Tonini - 5 Aprile 2024 - 10:00
Intervista Kanseil (tutta la band)

Oramai dei veterani della scena folk metal italiana, i veneti Kanseil hanno pubblicato recentemente il terzo album “Vaia“.  La presente intervista approfondisce ulteriori, curiosi aspetti della musica dei Nostri e del loro background culturale. Ciò che segue è quanto ci hanno raccontato, con il loro consueto entusiasmo e generosità.

Ciao Kanseil, bentornati su TrueMetal.it ! Come state?

Ciao Elisa! Tutto bene grazie, in questo periodo stiamo ricevendo moltissimi feedback positivi per il nostro nuovo album (compresa la tua bellissima recensione) e sono all’orizzonte molti eventi strepitosi dove non vediamo l’ora di far sentire ai fan vecchi e nuovi i brani di “Vaia” LIVE!

“Vaia” indica la devastante tempesta che ha colpito l’area del Triveneto, e non solo, tra ottobre e novembre 2018. Come vi ha ispirati musicalmente parlando?

La tempesta Vaia è stato un evento improvviso e spiazzante sotto molti punti di vista. La chiave di lettura è quella della nostra generazione, che vede i disastri ambientali come fonte di incertezza per il futuro, oltre che una presa di coscienza della fragilità e volatilità di molte cose che tendiamo a dare per scontate.

In “Pian dei Lovi” e “Solitaria Quiete figurano Davide Cicalese ed Elisabetta Rossi dei Furor Gallico in qualità di ospiti. Com’è nata questa collaborazione e di cosa si occupano? D’altro canto, in “Hrodgaud” e “Landro” l’ospite Federica Leandro non mi è nota

Il Cica e la Becky sono amici di vecchia data: siamo stati prima fans e poi band di supporto per i Furor Gallico molte volte negli anni. Il ritorno del lupo in alcune delle nostre aree montane è un tema sentito per entrambe le band e la scelta di collaborare insieme è nata spontaneamente. Federica invece è la compagna di Luca, il batterista: insieme hanno composto “Landro” e la coda di “Hrodgaud” dove lei ha suonato il flauto traverso.

Tra le varie tracce spiccano per curiosità tematica “Rivus altus”, “Kosakenland” e “Hrodgaud”. Raccontateci di questi pezzi

Si tratta dei tre brani più energici e tecnici dell’album: “Rivus Altus” parla delle origini leggendarie del carnevale di Venezia e dell’euforia della festa e della sovversione degli ordini sociali. Nel suo breve minutaggio abbiamo inserito molte parti diverse che si susseguono. A questo brano abbiamo dedicato un video ambientato proprio a Venezia. “Kosakenland” parla dell’occupazione dei cosacchi in Carnia, avvenuta durante la Seconda guerra mondiale: il brano parla del dramma dei soprusi ai danni della popolazione locale e l’abbiamo espressa attraverso un brano con un ritmo pesante e parti più tecniche in stile progressive. “Hrodgaud”, il terzo brano di Vaia a cui abbiamo finora dedicato un video, parla della rivolta longobarda contro i Franchi guidata al duca Rodgaudo. Anche quest’ultimo è un brano molto energico e tecnico, soprattutto per la sessione folk.

L’uso di strumenti tradizionali autentici nel folk metal è sempre un valore aggiunto. Parlateci degli strumenti che usate e del motivo per cui voi avete scelto quelli piuttosto che altri.

La sessione folk è composta da cornamuse musette francesi di 16 e 20 pollici e una bombarda in stile medievale, per quanto concerne gli strumenti ad ancia. Le musette sono autocostruite da Monte, il cornamusista, e la scelta è ricaduta su questo tipo di cornamusa per le possibilità tecniche di produrre mezzi toni e la seconda ottava molto più elevate rispetto alle classiche cornamuse medievali, oltre che al timbro molto più morbido. I flauti invece sono un discreto assortimenti di whistles irlandesi di diverse tonalità.

Personalmente mi fa un po’ strano vedere il kantele, strumento nazionale finlandese e lo stesso vale per il bouzouki, di cui esiste sia la variante greca che quella irlandese…

Il kantele è organologicamente molto simile alle cetre: si tratta di una tavola armonica con corde metalliche libere che con il loro forte riverbero naturale si prestano molto bene ad accompagnare brani dal tono malinconico. Il kantele a 10 corde che si sente in “Solitaria quiete” e “Pian dei lovi” è anch’esso autocostruito da Monte. Il bouzouki (nella versione irlandese) con il suo timbro vibrante e vagamente orientaleggiante dà sostegno nelle parti acustiche dei brani più folkloristici, dai toni più allegri.

La copertina del singolo “Antares” presenta un alfabeto particolare, che personalmente ho associato a quello venetico risalente all’Età del Ferro. Confermate? Per dire, ci sono altri alfabeti antichi che gli assomigliano alquanto, come il retico e l’etrusco…

È esattamente l’alfabeto venetico. Con tutta probabilità preso in prestito dagli Etruschi, che a loro volta lo importarono dalla Grecia. Un po’ tutti i popoli italici contemporaneamente all’epoca si adattarono la loro versione prima dell’avvento dello standard latino.

Il precedente EP “Cant del Corlo” è l’unica opera acustica nella vostra discografia. Cosa vi ha spinto a
crearlo?

“Cant del Corlo” è un breve concept di brani nello stile degli acustici presenti nei nostri album precedenti. Abbiamo voluto fare una piccola raccolta per i nostri fans che hanno sempre apprezzato questa nostra dimensione più intima e per noi è stata l’occasione per esprimere al meglio la nostra vena introspettiva. Così facendo abbiamo anche lasciato più spazio al Metal in “Vaia”!

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?

Ora il nostro obiettivo è far arrivare a più persone possibili la nostra musica e in particolare “Vaia”, in Italia e all’estero. Per farlo abbiamo iniziato una solida collaborazione con Bagana, con cui stiamo lavorando molto bene anche dal punto di vista booking. Nel frattempo continuiamo a comporre nuovi brani, come abbiamo sempre fatto. Ci saranno presto tante altre novità!

Siamo arrivati alla fine dell’intervista. Grazie ancora per averci concesso parte del vostro tempo. In questo spazio potete salutare i lettori come preferite…

Grazie per essere arrivati fino in fondo all’intervista e se volete scoprire di più sui nostri strumenti strani e le tematiche dei nostri viaggi venite a trovarci ad uno dei prossimi concerti! Grazie Elisa e a presto!

Elisa “SoulMysteries” Tonini

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