Intervista Killerfreaks (Mefisto)
Fenomeni da baraccone assassini dallo spazio profondo? Sì, è quello di cui abbiamo bisogno in quest’epoca omologante, dominata dal piattume più assoluto in ogni ambito dell’espressione artistica! Wrestling, fumetti macabri ed erotici, punk, metal, anni ’80… Cosa desiderare di più? Se un giorno Zio Tibia risorgerà nuovamente dalla tomba, saprà a chi rivolgersi per una nuova edizione di Festivalbara!
(Foto di Yamilé Barcelò)
Quando, come, dove e perchè nascono i Killerfreaks? Presentate questa banda di poco di buono ai lettori di TrueMetal!
Ciao e grazie a Mickey e TrueMetal per lo spazio che ci dedicate! The Killerfreaks nascono nel 2003 dall’idea dei due fondatori, Mefisto e Veleno, di creare una band totalmente diversa dalle altre realtà locali, che fosse visibilmente eccentrica e che ricalcasse l’esempio di mostri sacri come Alice Cooper o Twisted Sister. Attorno al nome del gruppo vi è un concetto più profondo: “The Killerfreaks” vuol dire letteralmente “i fenomeni da baraccone assassini”. Noi la intendiamo un po’ come “la rivincita dei reietti”, di quelli che magari anche solo per tatuaggi e capelli lunghi o modo di pensare (o peggio, per un difetto fisico), vengono visti come “strani” e magari faticano ad integrarsi. Il circo dei The Killerfreaks, ovvero un nostro show, è quel posto ideale dove i “freaks” si sentono a casa, liberi di far festa, esuli dall’avere gli occhi addosso dalla società conformista. La band è composta da: Mefisto (voce), Mr. Hyde (basso), Five e Capt. Cyanide (chitarre) e Floyd (batteria). L’idea e forse lo stimolo di creare un gruppo così particolare ci venne già nel 2001, al motoraduno del motoclub “Le Ombre”, a Cuasso al Monte (Va), quando, allora diciottenni, assistemmo ad un concerto pazzesco degli Sluter, band del compianto Ugo Scarsi, alias “Ughy The Witch” (già Sagatrakavashen e Aspes). Finito il concerto, rimanemmo a fare quattro chiacchiere con la band e quando ci dissero essere di Tirano (So), pensammo subito: “Se tra i monti valtellinesi c’è un gruppo così, visto che qui non se ne vedono, lo creeremo noi”. Il resto è storia: due anni dopo entrammo in sala prove (il tempo per Veleno di imparare a suonare il basso) e l’anno successivo iniziammo i live. Pensa che a distanza di 23 anni da allora, questo Halloween, siamo stati invitati a Tirano da Denver e Galle degli Sluter per omaggiare Ughy con concerto in suo onore. Ci hanno eletti un po’ ad eredi morali di Ugo ed è stata un’ esperienza veramente memorabile.
Spaghetti Horror and Rotten Stuff: come nascono i brani che compongono il vostro nuovo album e com’è andato il processo di produzione in studio?
Il titolo Spaghetti Horror and Rotten Stuff è un omaggio al cinema horror italiano di cui Mefisto è un grandissimo estimatore. Avendo deciso per la prima volta di includere due brani in italiano (D.I.L.F. – Dead I’d Like to Fuck e Satanic-Onirico), ci è sembrato una buona idea. Paradossalmente, sono due pezzi che stanno prendendo più consensi all’estero, ma un po’ ce lo aspettavamo. Conosciamo bene i gusti esterofili vigenti nel belpaese. Solitamente il processo di composizione è sempre il medesimo: Mefisto presenta in sala prove un testo ed una embrionale linea melodica, poi unendo le idee e i gusti di tutti si cerca di creare una struttura adeguata. Ma le proposte più o meno arrivano da tutti, specialmente da Five, che sforna brani con incessante creatività. Per quest’album abbiamo deciso di giocare su diverse influenze e stili per allontanarci un po’ dall’etichetta di band Horror-punk che iniziava un po’ a starci stretta, così Halloween Night ha un’impronta più N.W.O.B.H.M., Queen of The Ring ha dei cori quasi hair metal, Pinhead inizia con una scaletta punk, per poi sfociare nel groove metal, Vampires Suck ricorda un po’ i Frankenstein Drag Queens From Planet 13, Dragon and Losers è marcatamente epic-power e deride un po’ chi ha un’ossessione per i giochi di ruolo e il mondo nerd (al quale, specialmente per certi film e fumetti, apparteniamo anche noi), Metal ha sfuriate thrash metal e nel testo è un “Gioca jouer” di clichè. Per capirci: una volta si diceva goliardicamente che i Manowar avessero un vaso con dei bigliettini contenenti vari termini come “sword”, “metal”, “power” e simili, la cui estrazione andava a creare un brano… Beh, noi abbiamo fatto proprio così! Le registrazioni sono state fatte in tempi record, nello studio del nostro amico Steve Volta (Pino Scotto, Perpetual Fire…), che ha curato anche il mixaggio dei precedenti lavori.
Volete aggiungere qualcosa circa l’aspetto visivo del disco, le grafiche e via dicendo? Che valore ha per voi la copia fisica in questi tempi di musica digitale?
La copertina fa intendere un litigio casalingo, sfociato con l’omicidio di Mefisto e Mr. Hyde. All’interno del book si scopre anche il perchè: durante una partita a carte, Mefisto suggerisce un “3” (che indica un po’ anche il terzo album) e da là, il massacro. Qualcuno dice che sia nato da una carbonara fatta col prosciutto, anzichè il guanciale, ma siamo aperti a più interpretazioni. La copia fisica per noi ha sempre un grande valore. Siamo amanti delle copia fisiche, ci piace collezionare dischi (anzi, stiamo valutando anche delle uscite in vinile). Come diceva Stan Lee: “Sono belle le tette su internet, ma stringerle tra le mani è tutta un’altra cosa”. Purtroppo però, il mercato è cambiato e nonostante l’ottima promozione online ad opera di Wanikiya Record (Pino Scotto, Perpetual Fire…), non abbiamo una distribuzione. Comunque i cd sono sempre disponibili ai concerti o per chi ci contatta su Facebook.
Dobbiamo temere un futuro distopico in cui i Killerfreaks potrebbero dominare il mercato discografico?
Beh, se si parla di qualcosa di distopico, possiamo pure pensare a Mefisto vestito da Skeletor, che governa Bartertown con due aliene sexy che smaialano come nei film di Brazzers! Sarebbe bello immaginare di fare il botto, ma avevamo i piedi per terra a vent’anni, figuriamoci ora che abbiamo passato i quaranta! Comunque sognare è gratis, quindi perchè no? Avere un Papa Emeritus in grembiule che ci spiccia casa sarebbe figo!
Cosa possono aspettarsi (e non aspettarsi) gli spettatori da un tipico show dei Killerfreaks?
Gli spettatori possono aspettarsi puro intrattenimento: un’eterna festa di Halloween dove poter fuggire dal peso di una settimana di lavoro, fatta di schitarrate heavy, manichini e teste mozzate, ricca di sarcasmo e ironia, ma senza mai scadere pienamente nel demenziale. Una specie di film horror anni ’80 i cui effetti speciali casalinghi e le trame grottesche, piuttosto che spaventare, fanno divertire. Per intenderci: se i Death SS, che inizialmente si ispiravano ai fumetti sexy di Barbieri e ai mostri della Universal e della Hammer, avessero preso spunto dalla Troma e dai fumetti di Lando o Il Montatore, probabilmente oggi sarebbero loro i Killerfreaks.
Quali sono i riferimenti culturali e musicali della band? Mi sa che gli anni Ottanta sono determinanti…
Gli anni ’80 sono una presenza costante. Ci hanno influenzato in modo massiccio, sia per tutti i fantastici franchise cinematografici nati in quegli anni, che per fumetti e cultura pop in generale. Da Jason Voorhees a Pinhead fino a Zio Tibia e Drive In, passando per Ken Il Guerriero, He-Man, Terminator, Kiss, Twisted Sister, Wasp, Impaler, Misfits, fino al thrash tedesco e al wrestling. Come si suol dire: “Non si esce vivi dagli anni ’80” (e difatti siamo cinque zombi).
Mefisto, raccontaci della tua carriera da wrestler, qual è la situazione attuale del wrestling italiano e nel mondo? Cosa è cambiato rispetto ai mitologici tempi in cui Dan Peterson ci intratteneva?
Il wrestling italiano, dopo un vero e proprio boom vissuto nella prima metà degli anni 2000, dovuto al successo di WWE Smackdown! su Italia Uno e ad una drastica caduta dopo la sua cancellazione dal palinsesto, diciamo che oggi sopravvive, anzi, si sta pian piano stabilizzando. Le varie società sportive fanno sempre più show a cadenza periodica e sempre più giovani si mettono in gioco, provando ad allenarsi per salire sul ring. Siamo ben lontani dai numeri delle promotion più blasonate, ma non abbiamo nulla in meno rispetto a tante federazioni della scena indy americana. Io dopo 15 anni di militanza presso la Total Combat Wrestling, presto cederò il passo alle nuove leve. Diciamo che l’età inizia a farsi sentire: i tempi di recupero tra un match e l’altro iniziano ad allungarsi e in questo periodo non posso permettermi di infortunarmi. Benchè tanti pensino sia “tutto finto”, il wrestling è una disciplina complessa: è si, l’allegoria di uno scontro fisico, una forma di “performance art“ che unisce teatralità e gesti atletici, ma anche una disciplina che richiede una grande preparazione fisica e psicologica come un vero sport. L’allenamento è atto ad insegnare (e affrontare) cadute, tecniche e proiezioni simili a quelle di lotta libera, judo e vere e proprie coreogeafie da stuntman e gli infortuni, ahimè, sono reali.
Raccontaci anche della tua attività di artista in ambito fumettistico, a cosa hai dato vita (o morte)?
Per quanto riguarda il fumetto, ho disegnato i minicomic della linea di action figures americana “Musculoids”, dell’artista newyorkese Frank Russo, poi l’anno corso ho lavorato su tre numeri de Il Morto, fumetto nero della Menhir Edizioni e creato un fumetto/merchandising per l’album “Revenge” dei Nocticula Resuget (band di Boris Hunter, ex batterista dei Death SS). Ora, tempo permettendo, vedrò di finire un mio fumetto erotico che mi piacerebbe proporre alla Annexia (o eventualmente autoprodurre) e sto preparando una prova per un editore storico, ma per scaramanzia, non mi sbilancio a dire altro.
Dove possono trovarvi (non fisicamente, avrebbero troppa paura!) i lettori se volessero approfondire la vostra sublime arte?
Siamo presenti sui social, principalmente Instagram e Facebook, che aggiorniamo costantemente e i nostri lavori sono disponibili su tutte le principali piattaforme musicali. Passate a commentarci qualche foto, anche solo con un saluto, che a noi fa sempre piacere! Poi se per caso passate da Varese Ghost Town, ci beviamo volentieri una birra assieme.
Quale saluto e messaggio finali mandereste ai lettori di TrueMetal?
Siate sempre fedeli alle vostre passioni! E se vi dicono che siete “strani” forse è vero, ma va bene così!
Per seguire le mirabolanti avventure dei Killerfreaks: