Intervista Kreator (Mille Petrozza) 1987
Intervista a Mille Petrozza dei Kreator realizzata da Alex Solca e apparsa sul numero 15 della rivista HM nel 1987. Il periodo è quello successivo all’uscita dell’album “Pleasure To Kill” e antecedente a “Terrible Certainty”.
Buona lettura
Steven Rich
Sono il gruppo thrash teutonico più duro e amato nel loro paese. Ma anche nel resto
del mondo i Kreator stanno avanzando a grandi passi. Questo il bollettino dal Fronte del Nord.
PANZER METAL
Ogni anno che passa segna un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’heavy metal. Se agli inizi degli anni Ottanta band come Saxon e Iron Maiden rappresentavano quello che di più duro si poteva ascoltare, la stessa cosa non può più essere detta attualmente, quasi sette anni dopo la grande fiammata che ha ridato vita ad un genere musicale che sembrava stesse per tirare definitivamente le cuoia. Mai come oggi il rock duro sta andando a gonfie vele e parecchi gruppi stanno finalmente godendo di un certo successo commerciale, che prima sembrava non realizzabile. Anche lo speed metal, genere piuttosto marginale fino a qualche anno fa, sta uscendo a poco a poco dal ghetto in cui è sempre stato relegato, ed ogni giorno numerose ed interessanti band escono dall’anonimato, per ripulirci le orecchie con velocissime raffiche di chitarra e vocals “al vomito”.
Attualmente Kreator sono una delle band che maggiormente fanno parlare di sé e sembrano aver le carte in regola per pretendere al titolo di novità più “rumorosa” degli ultimi due anni. Molto spesso, fra i fans del thrash, la conoscenza dei nuovi gruppi non avviene attraverso i canali tradizionali come le fanzines o i mensili specializzati, ma piuttosto tramite un passaparola di orecchio in orecchio che molto spesso elegge un gruppo ancora prima che la stampa se ne sia interessata. Accadde con i Metallica e, più recentemente, lo stesso sistema scatenò la “febbre Kreator” fra gli indemoniati fans tedeschi: oggi un fans su due porta una T-shirt della band e ciò parla chiaro.
Ma chi sono questi Kreator? Prima di tutto si deve dire che oggi le persone implicate nell’operazione (di distruzione del maggior numero di organi uditivi) sono quattro, vale a dire i tre membri originali (Mille Petrozza alla chitarra e vocals, Roberto “Rob” Fioretti al basso, Jurgen “Ventor” Reil ai drums) ed un secondo chitarrista che proviene dai Sodom e che risponde al nome di Wulf. Gli album all’attivo sono due (Endless Pain e Pleasure to Kill) e già hanno fatto abbastanza furore, se si pensa al fatto che la band ha un grosso seguito di fans anche negli States. Se la prima esibizione del gruppo che vidi non era stata troppo entusiasmante (troppo casino), l’arrivo del nuovo chitarrista sembra aver messo un po’ d’ordine fra le note sparate a velocità pazzesca, rendendo il sound ancora più compatto e potente. Ma vediamo di parlarne un po’ con Mille, dopo che la loro esibizione è finita ed i Celtic Frost stanno preparando gli ultimi dettagli prima di salire sul palco. Smentendo il tipico cliché del metallaro tedesco (la lattinaccia di birra straboccante schiuma da tutte le parti) Mille si concede un sorso di coca per calmare un po’ la gola, strapazzata per circa un’ora da urla da oltretomba di tipico “Tom Araya-style”.
AGAINST SOCIETY
Mille: Kreator non è una band di accaniti bevitori. Può capitare che qualcuno di noi si conceda un sorso di birra, ma ciò generalmente accade solo dopo il concerto, mai prima.
Siete una band molto giovane…
Mille: Non proprio. In pratica esistiamo già da cinque anni, anche se sotto il nome di Tormentor, che abbiamo cambiato due anni fa.
Non vi sembra che le atmosfere regnanti nei vostri testi siano basate soprattutto sulla negatività?
Mille: No, cerchiamo di parlare di più cose, ma sempre ispirateci da quello che ci circonda, sia esso positivo che negativo. Ma se si guarda con occhio critico la società odierna si vede chiaramente che il negativo ha il sopravvento. Restano pur sempre cose buone come i fans, i concerti…
Che cosa è che ha scatenato in te la spinta decisiva a suonare una musica così radicale?
Mille: Sono sei o sette anni che sono “preso” da questa musica. Ho iniziato ad interessarmi alla musica con gruppi come Kiss, Judas Priest e Slade, dai quali riprendevamo parecchi pezzi quando abbiamo iniziato a suonare. Poi a poco a poco siamo diventati più duri…
Ma non pensi che un giorno o l’altro dovrete apportare cose nuove alla vostra musica, come fanno ad esempio Celtic Frost, per non cadere nella monotonia?
Mille: Non facciamo solo speed metal. Nel prossimo album cercheremo di portare dei cambiamenti alla nostra musica, ma non diventeremo mai commerciali: faremo del nostro meglio per non tradire la nostra fede.
Mille Petrozza, Kreator
Oggi ci sono moltissime nuove band di thrash metal. Non pensi che alla fine ciò possa portare ad un livellamento dei valori verso il basso?
Mille: Questo è certamente il rischio più grande e siamo consapevoli che occorre cercare di sopravvivere a questo periodo di enorme interesse, cercando di essere fra le bands che esisteranno ancora, una volta che la gente si calmerà ed inizierà il riflusso. Noi proviamo e riproviamo, cercando di fare tutto il possibile per esserci ancora fra molti anni.
É raro trovare gente che si comporti da rockstar fra i musicisti “speed”…
Mille: Tra le speed-metal bands ve ne sono solo un paio che si comportano come tali. Fans e musicisti devono essere tutti uguali e nessuno deve avere complessi di superiorità. Il “fun” è la cosa più importante e non facciamo nessun compromesso. Nessun “thrash-musician” diventerà ricco, ma non è quello che cerchiamo: non farei mai quello che gli altri mi dicono pur di diventare ricco e d’altronde se lo volessi avrei già scelto un altro genere di musica. Vogliamo solo vivere con la nostra musica e, seppure con alti e bassi, ci riusciamo.
Ed in America come stanno andando le cose?
Mille: Probabilmente, se tutto va bene, faremo un tour americano in compagnia di Voivod. È già quasi tutto pronto e se essi saranno d’accordo… Siamo fortunati perché in America non abbiamo problemi di distribuzione. Adesso Noise Records ha una succursale anche laggiù e tutto avviene in modo facile.
Come mai avete deciso di trovare un secondo chitarrista?
Mille: Quello che ci ha fatto decidere è il fatto che live non riuscivamo ad avere lo stesso impatto del disco: il nostro suono necessitava di maggiore pressione. L’ultimo tour in compagnia di Destruction lo abbiamo fatto ancora con una chitarra sola, vale a dire la mia, ed ancora vi era una certa differenza fra il suono del disco e quello “live”.
Pleasure To Kill, Kreator, 1986
Com’è un giorno “normale” per te?
Mille: mmhhh… (lunga riflessione) Mi alzo a mezzogiorno… Poi guardo la TV fino all’una o le due… leggo volentieri libri di astronauti, spazio ecc. Di regola suono circa tre ore al giorno e in questo tempo provo anche nuovi pezzi, ecc.
Che cosa avresti fatto se non ti fossi dedicato alla musica?
Mille: Mi interessano molto la ricerca, l’astrologia e lo studio delle civiltà scomparse come ad esempio Atlantis o tutti i fenomeni che hanno qualcosa di misterioso. A dire la verità, il problema di trovare qualcosa di differente da fare non mi è mai passato per la testa.
Avete già qualche idea per il nuovo album?
Mille: Malmsteen è il mio chitarrista preferito e cercherò di introdurre un paio di “fughe” chitarristiche di quel tipo in alcuni pezzi. Vedi, lo speed non è solo “RRRRRRR…”, si può anche fare “RRRIIIAAARRROOOIIIRRR…“ (capito il concetto?). Per il terzo album ci vorrebbe un super produttore come ad esempio quello dei Metallica.
Kreator, 1987
Quando avete suonato a Pforzheim per il festival di metal tedesco, molto casino è scoppiato a causa vostra. Che cosa a successo esattamente?
Mille: Avevamo in programma di fare un’intervista con Kerrang! ma ci è stato detto che prima avremmo dovuto suonare. Abbiamo però fatto l’intervista ed alle cinque, quando avremmo potuto suonare, nel programma vi erano i Grave Digger alla stessa ora. Così l’organizzatore ci ha detto: “Okay, fate i bagagli, ve ne tornate a casa e non vi beccate un soldo”. Molti fans sono poi venuti a trovarci nel pullman ed hanno domandato perché non suonavamo. Abbiamo detto che non suonavamo perché l’organizzatore aveva piazzato i Grave Digger al nostro posto e così hanno cominciato a tirare roba sul palco, costringendo l’organizzatore a farci suonare più tardi, per evitare di dover sospendere tutto a causa dei casini.
Bene, l’intervista è finita, perché non ho la minima intenzione di perdermi i Celtic Frost (sempre più bravi) e mentre sia io che Mille stiamo dirigendoci verso lo stage, Mille mi arraffa il registratore perché dice di avere ancora qualcosa di importante da aggiungere: “Sia io che Rob, il bassista, abbiamo sangue italiano nelle vene e speriamo che qualcuno si decida presto a farci suonare anche in Italia. Molta gente è venuta fino a Monaco per vederci e spero che in futuro potremo ricambiare il favore…
Allenate i vostri timpani, gente, perché se questo si avvererà, saranno messi a dura prova…
Alex Solca
Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti