Intervista Lionville (Stefano Lionetti)
Un ritorno sulle scene di grande classe ed impatto. Il nuovo album “World Of Fools” è arrivato a confermare il grande spessore artistico di Stefano Lionetti e del suo progetto Lionville, fenomenale band AOR dai tratti ormai del tutto “nostrani”. Una bella occasione per ritrovare dopo molti anni un musicista di valore assoluto, con cui scambiare qualche brillante e piacevole impressione in merito ad un lavoro atteso da lungo tempo.
Intervista raccolta da Fabio Vellata
Ciao Stefano, qui Fabio di Truemetal. Seguo il tuo lavoro dagli esordi e sono davvero lieto di poterti ritrovare a questi livelli, supportato da quella che è attualmente la migliore label al mondo per il genere. Proprio parlando di label: ci sono voluti cinque anni prima di dare un seguito all’esperienza Lionville. Ci racconti cos’è successo nel frattempo e come sei arrivato al deal con Frontiers?
Ciao Fabio, piacere di ritrovarti! Dopo due album molto ravvicinati avevo bisogno di fermarmi un attimo a riflettere sulla direzione artistica e contrattuale da prendere. In primis però, sentivo di dover fare una pausa affinchè la vena creativa non risentisse dell’eccessiva attività degli ultimi due anni. Dal momento poi che il contratto con la precedente etichetta era concluso ho pensato di proporre i miei demo a Frontiers, cosa che ha da sempre rappresentato un sogno per me…la preparazione dei provini, la contrattazione e la preparazione dell’album hanno richiesto ulteriore tempo. Inoltre, l’uscita dell’album è stata prevista circa 9 mesi dopo la consegna del Master…Tutto questo giustifica i tempi allungati. Ma credo proprio ne sia valsa la pena!
Purtroppo le note che accompagnano l’album sono incomplete e non mi offrono dati particolarmente significativi in tal senso: che fine hanno fatto i tuoi vecchi compari Pierpaolo Monti e Ale DelVecchio? Non posso pensare che nessuno dei due sia stato coinvolto nella realizzazione del cd…
Alessandro Del Vecchio è ancora più che coinvolto: ha mixato e masterizzato il disco, ha scritto un brano per intero e ha suonato le tastiere in 4 brani! Ahah!
Pierpaolo Monti è molto attivo su altri fronti e ha scelto di dedicarsi ad altri interessanti progetti per il momento. Il futuro? Chissà! Io amo non escludere mai niente, sarebbe bello collaborare ancora con entrambi.
Veniamo a World of Fools, l’argomento principale di questa intervista. Le canzoni di cui è composto, sono tutte scritte negli ultimi tempi, o si tratta piuttosto di una collezione di tracce raccolte negli ultimi cinque anni, dopo l’uscita del precedente II?
Direi la seconda: ad esempio One More Night e Bring Me Back Our Love sono state scritte circa 4 anni fa e sono le prime creazioni del nuovo album. Gli altri brani sono venuti fuori gradualmente nei mesi successivi, anche se ho attraversato diversi break compositivi. Tuttavia la maggior parte dei pezzi risale all’ultimo anno di lavoro.
Te lo chiedo perché, in effetti, mi è parso di notare un piacevole ammorbidimento di alcune asperità passate. Ora mi pare che i Lionville siano pressoché perfetti nel ruolo di eredi della westcoast che si rifà a Toto, Chicago e Richard Marx. Ma pure un po’ a Tim Feehan, Bernie Mardones ed in generale a quell’aor carico di melodia tipico degli anni 80. Ti senti a tuo agio con questi nomi e paragoni?
A mio agio? Hai menzionato alcuni dei miei idoli assoluti e da una parte mi sento onorato, dall’altra si tratta forse di accostamenti eccessivi…In ogni caso ti ringrazio, è bello sapere che Lionville venga anche lontanamente avvicinato a questi nomi. Di sicuro hai menzionato artisti annoverabili tra le mie principali influenze e credo che questo si percepisca. D’altra parte li ho ascoltati e amati per anni, quindi è forse normale che la mia musica trasudi quel tipo di melodic-rock misto a west-coast.
Evitiamo le solite domande banali su processo di songwriting, canzoni preferite e facezie simili, capovolgendo la questione. Ti è mai capitato di scrivere qualcosa, arrivarne alla fine e trovarlo tanto orrendo da cestinarlo? Salvo poi riprenderlo tempo dopo e scoprire che non era in fondo tanto male? Poi comunque, se c’è qualche pezzo del disco su cui vuoi fare un commento, se liberissimo eh! (ahahah)!
Guarda…la tua domanda mi ha fatto sorridere perché mi capita moooolto spesso!! Diciamo che a volte creo una melodia e un’armonia, provo ad arrangiare il tutto, arrivo quasi alla fine e…niente…il giorno dopo mi accorgo che non è all’altezza…
Sul fatto di riprenderlo non mi è ancora capitato, ma potrebbe ahahah. Sai, a volte non è neanche detto che quello che tu giudichi fighissimo sia valutato altrettanto bene da chi ascolterà l’album e viceversa! Ti farò un esempio (senza menzionare però il brano): ogni canzone dei miei album è come se fosse un figlio per me…Tuttavia, intimamente, ho i miei brani preferiti e altri che reputo “meno forti”, diciamo. Con un pezzo in particolare di “A Worl Of Fools” sono rimasto spiazzato poiché, nonostante io lo considerassi forse il più debole del disco, pare sia stato gradito moltissimo da pubblico e critica! Morale? O ci troviamo di fronte al dominio della soggettività di giudizio o sono io che non ci capisco niente! ahaha
Ho inoltre apprezzato molto il possibile trait d’union che ormai ti-vi lega a doppio filo con i Work of Art. Lars è l’unico membro della line up originale, insieme a te, ad essere ancora presente, tanto che le due band sembrano quasi essersi fuse insieme. Hai / avete mai pensato ad un tour insieme?
Un tour insieme sarebbe tanto divertente quanto improbabile e decisamente faticoso per Lars, proprio perché condividiamo il cantante con i WOA. Lars è eccezionale, l’esatta tipologia di voce che ho sempre sognato per i miei brani. Infatti, non ho avuto alcun dubbio quando, nel 2010, ho dovuto scegliere quale vocalist coinvolgere. Non so cosa tu intenda per “fusione” tra le due band. Di certo reputo i WOA un ottimo prodotto, amo il modo di scrivere di Robert Sall e riconosco delle affinità con il mio songwriting (d’altra parte condividiamo lo stesso background musicale…) pur riconoscendogli una certa superiorità in tal senso. Tuttavia non vorrei che Lionville venisse eccessivamente sovrapposto ai WOA nel senso che ne rappresenterebbe una sorta di pseudo-copia…
Credo che Lionville abbia una propria identità artistica e ascoltando i tre album mi auguro che emerga la personalità del progetto e la sua autonomia rispetto ad altri.
Una delle parole d’ordine che sembra aver animato “World of Fools” è “autarchia”. A parte il citato Lars, il resto – dalla label, sino alla produzione – è tutto o quasi tricolore. Una cosa di cui, come ho scritto in recensione, c’è da andare orgogliosi. Ci sono ad ogni modo delle mini comparsate (di Gaitsch, ad esempio), ma nulla a che vedere con i precedenti cd, in cui le star internazionali erano molto più presenti. Scelta voluta, scelta condizionata o effettiva volontà di dimostrare che anche in questo “italians do it better”?
La scelta è stata sicuramente voluta. L’idea è quella di effettuare una sorta di passaggio da “progetto” a “band” e per questo ho coinvolto musicisti a me vicini da vari punti di vista e ridotto i guests. Ciò detto, non rinnego nessuna delle collaborazioni passate con artisti italiani e internazionali poiché hanno tutti mostrato grande disponibilità e professionalità. Hai menzionato Bruce Gaitsch…Beh, lui fa ormai parte della “famiglia”: è una persona incredibile, è una star ma si comporta come un giovane emergente, entusiasta che tu l’abbia coinvolto nel progetto…E quando aggiunge le sue chitarre acustiche, i brani prendono il volo. Ecco ad esempio uno dei tratti distintivi di Lionville: le chitarre di Bruce Gaitsch.
Cos’è, per te, il “mondo dei pazzi” cui si riferisce il titolo? Una speranza o mera attualità?
Il titolo rimanda anche alle follie cui quotidianamente assistiamo inermi, e che fanno parte del nostro mondo. E credo si possa riferire tanto alle piccole “stonature” che cogliamo all’interno delle nostre relazioni quotidiane quanto ai “disastri” che stanno sopra di noi e il nostro controllo e riguardano il pianeta in senso più ampio.
Cosa si dovranno aspettare i fan, in occasione del prossimo festival Frontiers? Solo pezzi dei Lionville o anche qualche estratto dai Work of Art? Hai in mente qualcosa di particolare per quello che sarà uno show evento per voi?
Beh…il concerto è dei Lionville quindi chiaramente solo brani dei Lionville. Posso anticipare che ci sarano brani anche dei precedenti album, niente di più 😉
Quanti anni dovremo attendere per un nuovo cd, questa volta?
Di preciso non te lo so dire, ma, ti assicuro, meno di 5!!
Visto che sei genovese, tifi per Genoa o Samp? Come vedi il percorso della tua squadra in questo campionato?
Non conosco la prima squadra che hai menzionato…A Genova esiste solo la Sampdoria! Ahaha. Devo dire che all’inizio dell’anno avevo riposto maggior fiducia nella squadra e invece mi sono dovuto ricredere poiché abbiamo faticato un poco…Ultimamente però stiamo venendo fuori e credo potremo toglierci qualche soddisfazione nella seconda parte del campionato. Abbiamo tanti giovani interessanti!
Sempre per evitare banalità, invece di chiederti il solito saluto conclusivo, sono io che saluto te. Per me è stato un piacere poterti intervistare dopo tutti questi anni. Ricordo ancora le mail che ci scambiammo in occasione del tuo primo cd e, come detto, sono davvero lieto di ritrovarti a questi ottimi livelli. Non avevo comunque dubbi sulla riuscita del tuo progetto, anzi, sempre come scritto in recensione, sarei stato sorpreso del contrario. Per questo ti mando un sincero in bocca al lupo per ogni cosa ed un arrivederci a presto!
Fabio ti ringrazio molto per le tue parole e per l’interessante intervista. Crepi il lupo e un caro saluto a te e a tutti i lettori di Truemetal!