Intervista Liquid Graveyard (John Walker)
Dopo un silenzio discografico durato un lustro tornano i coniugi Walker – aka Liquid Graveyard (ma John Walker ha nel curriculum anche una certa death metal band chiamata…. Cancer!) – con un terzo poderoso album, certamente l’episodio più grintoso e massiccio della loro discografia. Abbiamo fatto il punto con John sul nuovo album, sulla nuova formazione, e ovviamente sul possibile ritorno dei Cancer.
Ciao John, innanzitutto benvenuto su True Metal e grazie della vostra disponibilità. Sono trascorsi cinque anni dalla pubblicazione di “The Fifth Time I Died”, due/quarti della line-up sono cambiati e siete al terzo album per una terza differente etichetta discografica. Dal vostro punto di vista come è andato questo periodo?
Ciao, grazie per l’intervista, alla quale cercheremo di rispondere per il meglio. Molte cose sono accadute da “The Fifth Time I Died”. I Liquid Graveyard hanno suonato allo Stonehenge Metalfest in Olanda nel 2013, insieme ai Lock Up, con i quali siamo amici di vecchia data. Abbiamo parlato molto, rimembrando i vecchi tempi, Cancer compresi, e abbiamo anche discusso di realizzare assieme il nuovo album dei Liquid Graveyard. Mi riferisco naturalmente a Shane Embury e Nick Barker.
L’aggiunta di Embury e Barker ha cambiato in qualche misura l’approccio al songwriting? Dopo aver ascoltato il disco, a mio parere, c’è un indurimento complessivo del sound. Il rovescio della medaglia è però che i tratti più sperimentali e financo “malinconici” del vostro stile ne hanno sofferto un po’. Tu cosa ne pensi?
Beh, in termini di stile ho sempre fatto ciò che ho voluto con i Liquid Graveyard. Anche stavolta è andata così. Raquel (cantante della band e moglie di John – nda) adora il Death Metal e con il nuovo album desiderava continuare a sperimentare ma in una direzione più aggressiva. Nick e Shane non sono stati la causa di un sound più estremo, anche perché in effetti sono musicisti molto aperti, che ascoltano differenti stili di musica. Cionondimeno il risultato è stato effettivamente più estremo. Ritengo abbiamo mantenuto il nostro sound tipico ma senza voler necessariamente ripetere un “The Fith Time I Died” parte II. Siamo sempre recettivi verso nuove possibilità, nuovi sound. In tal senso è decisamente vero che siamo piuttosto anticonvenzionali.
E per quanto riguarda i testi, su cosa vertono questa volta?
Come al solito, una dura critica politica e sociale sottoforma di metafora. Questo non è cambiato affatto.
Sin qui i vostri album non hanno mai goduto di una distribuzione e di una visibilità particolarmente generose, perlomeno non in Italia. Né mi ricordo molti vostri concerti a casa nostra. Credi che questo stato di cose muterà con “So Perverse By Nature”?
Questa è una domanda alla quale fondamentalmente non siamo in grado di rispondere. Dovrebbe essere rivolta alle etichette. “By Nature So Perverse” è stato licenziato dalla Sleaszy Rider Records. Loro offrono una distribuzione mondiale. E’ abbastanza curioso tu abbia menzionato proprio l’Italia, poiché siamo stati sotto contratto con la My Kingdom Music, che è italiana. Chiedi a loro, non a noi.
Embury e Barker sono intesi come membri fissi della nuova formazione dei Liquid Graveyard o si è trattato di un esperimento destinato a durare lo spazio di un album, anche tenendo conto della miriade di band nelle quali militano (Napalm Death, Brujera, Ancient, Lock Up)? Ci sarà tempo a sufficienza per gli impegni dei Liquid Graveyard?
Nick è certamente assai occupato ma è ugualmente un membro effettivo della nostra band, lo è diventato dal momento in cui ha registrato l’album. E’ un caro amico, un batterista incredibile, e suonare con lui è estremamente divertente. Shane è terribilmente più impegnato, temo!! Io stesso sono molto preso dai Cancer, ma comunque troveremo sempre il tempo per i Liquid Graveyard, una band che amiamo enormemente.
Come ti immagini possa evolvere in future il vostro sound? Ho sempre pensato ai Liquid Graveyard come ad una mistura originale e personale di ingredienti vari, heavy metal, death metal, progressive metal, avantgarde. In quanti altri modi potrete mescolarli ancora?
Non ne ho idea, dipenderà dallo stato d’animo del momento e da cosa vorremo provare in futuro. Abbiamo sempre scritto musica in rapporto a ciò che volevamo fare al momento. Non ci siamo mai posti barriere. E’ evidente che abbiamo voluto realizzare un album duro e potremmo voler proseguire su questo sentiero, ma senza mai smettere di sperimentare.
Quali sono i piani concreti sul ritorno dei Cancer?
C’è un nuovo album pronto, dobbiamo solamente ultimare le linee di basso e batteria, e poi registrare. Abbiamo un bel po’ di festival in programma nel 2017.
In breve, qual è la tua opinione sulle differenze della scena Death Metal di fine anni ‘80/ primi ’90, e quella attuale?
La stessa differenza che esiste nel cinema, nell’istruzione, nella società… il mondo è semplicemente cambiato. L’industria musicale in generale è passata dall’analogico al digitale in un periodo breve, poi internet ha cambiato completamente il mondo del marketing e della promozione musicale. I giorni di poche grandi superstar all’interno della scena metal è finito. Oggi esistono tante band eccezionali che hanno la chance di essere ascoltate attraverso i social network, si può scambiare tonnellate di musica in tutto il mondo in modo estremamente rapido. L’aspetto negativo è che a molti gruppi non viene e non verrà data l’opportunità di diventare un nome all’interno della scena, perché milioni di altre band inflazionano il panorama, e magari tutte altrettanto buone.
Un’ultima fondamentale imperdibile rivelazione da regalare ai lettori di True Metal prima che l’intervista si concluda?
Acquistate “By Nature So Perverse”! Lì troverete una enorme rivelazione…
Ok, grazie del vostro tempo. Buona fortuna per tutto!
Altrettanto e grazie a te per l’intervista.
Marco Tripodi