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Intervista Mater A Clivis Imperat (Samael Von Martin)

Di Stefano Ricetti - 9 Agosto 2022 - 10:50
Intervista Mater A Clivis Imperat (Samael Von Martin)

Al già vasto e florido panorama italiano dedicato alla musica oscura, sinistra ed esoterica da qualche tempo si sono aggiunti anche i Mater A Clivis Imperat, nati da un’idea o forse anche un’ossessione del mastermind del progetto Samael Von Martin, un personaggio cresciuto in quel di Padova a pane, Goblin, Jacula e Antonius Rex. Il primo, nero vagito ufficiale del gruppo prende il nome di “Atrox Locus” (qui recensione) e vede la luce per la Black Widow Records di Genova. Di questo e molto altro si discetta nella chiacchierata che segue.

Buona lettura,

Steven Rich  

 

Samael Von Martin

 

Samael, illustra la genesi dei Mater A Clivis Imperat

Salve a tutti. I Mater a Clivis Imperat si formano grazie alla mia passione per la musica progressive italiana anni 70 di band quali Goblin, Jacula, Biglietto per l’inferno e dei compositori Ennio Morricone e Fabio Frizzi. I Mater a Clivis Imperat sentono anche una forte influenza dei nostri conterranei (Veneti) “Devil doll” dei quali siamo grandi estimatori. Il concetto dell’opera è stata abbozzata più di 10 anni fa, nel lontano 2008 ma poi accantonata a causa degli impegni con le band che tra incisioni e concerti, mi lasciarono poco tempo per la lavorazione conclusiva. Mentre sostituii temporaneamente il chitarrista dei Deusdiva (una hard rock band Padovana) nel 2011, venni a contatto con la cantante Isabella che decise di prestare la sua voce per portare a termine il progetto che si intitolerà “Atrox Locus” in origine ispirata a temi dell’orrore ma nel corso degli anni, sviluppata in maniera esoterica. Nel periodo di marzo – aprile 2020 lavorai a capofitto per terminare le composizioni e per farlo mi avvalsi, oltre che della voce di Isabella, anche del Soprano Elisa Di Marte, dell’organista Milanese Alessio Saglia e di una mia collega di lavoro, Natalia Brankovic, al pianoforte. Dopo l’estate 2020, con tutto il materiale musicale mi recai agli “Giane studio” di Padova per registrare la voce principale, i canti gregoriani e per mixare le musiche che assunsero un connotato più occulto nonostante le composizioni non siano per forza sempre oscure, rivelando un qualcosa di macabro, costantemente. Le influenze musicali oltre a provenire dall’ambito italiano, sono frutto della passione per i “Black Sabbath”, i “Coven”, i “Black Widow” e molti altri. Le liriche trattano di antichi racconti popolari detti anche “Racconti del filò” e narrano di leggende e superstizioni ancorate nelle magiche terre dei colli Euganei il tutto visto attraverso gli occhi della Band. Ad oggi il principali fondatore dei Mater A Clivis Imperat sono io ma contano di collaborare gli stessi membri di Atrox Locus per dare un seguito all’opera. Il resto è storia…

 

Stessa domanda per il disco “Atrox Locus”.

Come ho accennato, il tema del disco è ispirato ad alcuni luoghi oscuri situati nei colli Euganei, colline che circondano la mia terra ricca di pathos e di tradizioni antiche ancora mantenute inalterate, come appunto i “racconti del filò”, il tramandarsi di leggende e folklore di questi posti. Le colline sono di origine vulcanica caratterizzate da forme e altezze mai eterogenee pressoché isolate sulla pianura veneta centrale a sud ovest di Padova. Per quanto riguarda la stesura delle tracce, all’inizio ero solo con Natalija e il duo si chiamava “Madre Morte”. L’idea era quella di musicare alcuni scritti della poetessa Padovana Marta Telatin ma per via dei troppi impegni abbandonò il progetto… A furia di arrangiare i pezzi di pianoforte da me composti e le linee di basso, sentii l’esigenza di aggiungere la batteria. Non solo, il suono mi sembrava sempre scarno seppur iniziava ad avere un tratto fortemente esoterico-rituale ma volevo osare di più . Cercavo un trait – d’union tra la musica “Rock” e la musica classica. Fu così che mi rivolsi al noto soprano Elisa DI Marte, anche lei padovana. Il tutto, narrato da Isabella e arrangiato da Alessio Saglia (tastierista di Maurizio Vandelli) ne è uscito un disco macabro quanto romantico: “Nec-Romantico”, se mi passi il termine per nulla originale. Il pezzo che dona il titolo al disco è ispirato ad un oscuro maniero abbandonato a pochi metri da casa mia, una casa coloniale con tanto di stalla e piccolo convento. Lo usiamo come secondo quartier generale della band. Il primo è situato sulla vetta del monte Venda, i resti di un antico monastero dimesso e abbandonato. Il monastero degli Olivetani.

 

Come mai una gestazione così lunga? Dieci anni?

In parte perché non avevo molto tempo… davo la priorità alle mie band quali Negatron, Satanel, Mad Agony… poi senza una vera e propria formazione stabile non sapevo come realizzare tutte le partiture che erano già scritte e in parte registrate. Non trovavo studi di registrazione competenti da riuscire a portare a termine il tutto con il suono che avevo in mente. Se devo essere onesto… il periodo migliore per aver ottimizzato il tutto è stato quello della prima ondata di Covid-19. Parlo solamente in termini di tempo, non di disagio, difficoltà lavorative in generale o per chi ha perso i propri cari ma “Atrox Locus” è nato nella pestilenza.

 

Che cosa significa “Mater A Clivis Imperat”? Vale la traduzione letterale oppure no?

Si, certamente. Significa “La Madre che domina dalle colline”… E’ un monito di rivolta al sistema, alla grande Madre che ci domina da dentro. La Madre che ci muove in senso positivo non di chi ci costringe all’essere schiavo, come un pagliaccio costretto allo spettacolo di ogni giorno, peggio di un cane alla catena. Costretti ed intrappolati in un labirinto di specchi di cristalli… che sfavillano… Mater a Clivis Imperat sono immersi nella natura.

 

In che zona sono state scattate le foto contenute nel booklet? 

Tomas e Natalija si sono fatti ritrarre durante un’ incursione all’”Orrendo posto”, quello che dista pochi metri dalla mia abitazione. Oltre a quelle magnifiche foto, possiedo anche l’intero filmato di quei momenti dove abbiamo raccolto tra gli altri, un libro di poesie e due spartiti musicali. Parlo dell’oscuro casolare dimenticato dal tempo, la casa coloniale del 600 che si erge prepotentemente dinnanzi ai miei occhi… in tutti i momenti. Un’ossessione.

 

Isabella

 

Chi sono le due ragazze rappresentate nelle foto del booklet?

La ragazza ritratta all’interno della casa è Isabella, la voce narrante che ci ammalia di brano in brano. L’ho conosciuta molti anni fa ma l’idea di “arruolarla” mi è venuta perché ho sostituito temporaneamente il chitarrista della sua band “Deusdiva”, gruppo punk rock padovano di tutto rispetto. La sua voce l’ho trovata molto espressiva, calda tanto che prima (a progetto dimenticato) le avevo chiesto di partecipare nella mia band “Negatron” e così ha fatto. Quel narrato sensuale e carico di erotismo mi ha convinto a volerla in pianta stabile nei “Mater A Clivis Imperat”. Ora la considero un membro dell’orchestra a tutti gli effetti. La ragazza ritratta nuda sulle macerie dell’orrendo posto, è invece Natalija , una bravissima pianista straniera che lavorava con me in ambito sanitario. Lei non è molto propensa a rendersi nota. una vera strega dell’est, tanto che ora come ora ha addirittura preferito lavorare in ambito commerciale. Anche lei è un membro effettivo tanto che tutto è partito da me e lei.

 

Natalija ne l’Orrendo Posto

 

Ritieni che all’interno di “Atrox Locus” vi siano dei testi che abbisognano di approfondimento in questa sede?  

E’ un’allegoria al folklore Veneto. Si parla dei colli Euganei. E’ un primo viaggio nei racconti del filo’ attraverso tre streghe allegoriche che viaggiano in un tempo remoto passando per leggende, superstizioni, cose successe e cose che succederanno. Una sorta di viaggio extratemporale che parte dal 1974 ovvero la data di nascita del progetto. La mia ovviamente è una provocazione… Ho bazzicato per molto tempo in ambito Black metal e tutti si vantavano di esserci quando effettivamente non esistevano. Allora io rispondo che i “Mater A Clivis Imperat” non si sono formati nel 2008 ma nel 1974, anno della mia nascita. D’altronde senza di me non sarebbero mai esistiti. Mater A Clivis imperat sono un continuo viaggio nel tempo.

 

Descrivi l’uscita di “Atrox Locus” in vinile, sia quella standard che quella limited.

Il vinile standard è un vinile di tutto rispetto. Ottima grafica, ottimo libretto e musica Esoterica vissuta sulla nostra pelle. A parlarne mi vengono ancora i brividi. A Padova non siamo capiti ma non è un problema… ci sono abituato già dai tempi degli Evol. Quando produci qualcosa di strano non etichettabile… il padovano medio non recepisce. Adoro Padova, peccato che sia popolata da padovani! Fortunatamente non è del tutto così. Mater A Clivis Imperat ha un sacco di estimatori e di amici che si sono fatti in quattro per realizzare il progetto assieme a me. Parlo di chi ha calpestato rovine per fare foto… di chi ha respirato muffe nocive per girare video… di chi si è proposto di arrangiare parti musicali o concettuali. Oltre che un’orchestra, siamo diventati un “Simposio” sull’arte veneta (storia, letteratura, pittura, filosofia, esoterismo…) Un sentito ringraziamento a tutti gli amici che ci hanno seguito in questa follia e che ci hanno sostenuto credendo nella nostra passione. La versione Limitata è ad un livello superiore: locandine, vinile colorato, copertina grezza in cartonato limitata a 66 copie. Per pochi, come piace a me.

Ho concluso la mia recensione sperando che “Coemeterium (Alternate Version)” potesse essere considerata come la pietra angolare per il prossimo album… 

Infatti lo è…Nel prossimo lavoro il brano di apertura vedrà sempre l’utilizzo dell’organo da chiesa questa volta suonato da Natalija, con l’introduzione di un noto Artista che ha scritto il testo e ha già interpretato il pensiero dei Mater A Clivis Imperat. Una sorta di “prosieguo” forse anche più dinamico, quindi non hai concluso male… Sei stato lungimirante pur non sapendo nulla. La voce di questo Artista ci introdurrà all’inizio, nel mezzo e alla fine. Per ora non voglio fare nomi, anche se il progetto della persona in questione merita visibilità avendo tracciato dall’alba dei tempi una “magica via”.

 

Come è nata la copertina di “Atrox Locus”?

Avevo bisogno di dare un vestito al progetto. Non ho voluto puerili inneggi a varie divinità o espliciti riguardi nei confronti di chissà chi, ho solo sempre avuto stima per i lavori di Enzo Sciotti con il quale sono cresciuto (da amante dei film in generale, horror o meno…) fin da piccolo e mi sono chiesto: chissà se risponderà alle mie mail o se sarà interessato alla cosa… Per me è e rimane uno dei migliori illustratori di sempre tanto che all’inizio lo ricordo anche come l’esecutore di alcune copertine magnifiche dei fumetti horror erotici anni 70.  L’opera che Enzo ha creato per noi si discosta dal solito pandemonio di immagini, Atrox Locus sembra la locandina di una colonna sonora di un film mai realizzato. Ed è quello che è.

 

I visi delle tre ragazze raffigurate in copertina ricordano specificamente qualcuno in particolare?   

No, sono allegorie del folklore Veneto che riprenderò nei prossimi album. Ti dirò di più… La mora, la bionda e la ragazza africana… Non si tratta di “political correct” come ultimamente vedo … ma si tratta delle diverse colorazioni della terra dei colli. Inoltre una rappresenta la magia bianca (La bionda) , l’altra la magia rossa (la mora) e l’ultima la magia nera. I volti sono di pura fantasia in accordo tra me e il Maestro.

 

Tomas ne l’Orrendo Posto

 

Si impone a questo punto un tuo pensiero sul disegnatore e illustratore Enzo Sciotti, mancato l’anno scorso.

Una cara persona . Umile come pochi. Prima di onorare i termini dell’accordo abbiamo chiacchierato di molte cose, del passato in contrasto col presente, di come aveva iniziato la sua carriera e di quanto fosse lusingato di avere fan oltre oceano. Uno di noi. ricordo che gli ho detto amichevolmente: “Maestro, per colpa sua ho visto al cinema film bruttissimi perché avevano una locandina bellissima…” Lui rideva umilmente e mi diceva che avevo ragione ma faceva il suo lavoro… e lo faceva bene. Peccato che certi registi ma soprattutto certe produzioni non fossero alla sua altezza. Credo e dico… “credo” che la copertina dei Mater sia stata la sua ultima opera originale. Di questo non ne ho la certezza ma purtroppo è venuto a mancare poco dopo. L’ho sempre considerato un elemento dell’orchestra in quanto ha espresso con un’immagine tutto il significato dell’opera. La notizia della sua morte ha portato un sacco di rammarico in cuor mio. Avevamo preso accordi per vederci a Roma, solo per stringerci la mano. Sarebbe stata la coronazione del mio sogno di bambino. Enzo, ovunque egli sia, ha lasciato una traccia indelebile nella mia anima.

 

“Atrox Locus” Lp Limited edition 66 copies

 

Spiega come hai fatto a coinvolgere i vari artisti che ti hanno coadiuvato su Atrox Locus.

La prima ondata di covid purtroppo mi ha procurato molto tempo, togliendo ore dal mio vero lavoro. Ho cercato via internet delle persone in grado di arrangiare quanto io e Natalija avevamo già creato e registrato. Qui entrano in gioco il soprano Elisa Di Marte e il talentoso Alessio Saglia. Elisa Di Marte è un soprano noto nei suoi trascorsi classici, un’artista della mia terra. Alessio ora suona per Maurizio Vandelli ma è Mater al 100 per 100. Nel primo disco ha eseguito quello per cui gli avevo chiesto… nel secondo ha composto le orchestrazioni di un disco più complesso, articolato ma pur sempre diretto e sincero. Per quanto riguarda la batteria ho chiesto al mio fedele amico Tomas, con il quale ho condiviso diciotto anni di percorsi musicali, facendogli eseguire ed arrangiare pezzo per pezzo tutto ciò che avevo in mente. Isabella, oltre che nei Deus Diva, ha cantato nei “Kolossal”, una band che proponeva le migliori colonne sonore degli anni 80. Io oltre ad aver composto l’opera ho suonato la chitarra e il basso.

Come è nato il tuo sodalizio con Black Widow Records?

Seguo la Black Window da più di vent’anni, incontravo i Boss alle fiere del disco in tutta Italia e compravo molto materiale dall’etichetta.  Ho iniziato a corrispondere con loro in maniera più assidua quando diedero alla luce le ristampe di “Jacula”, “Antonius Rex”, “Doris Norton” e molti altri. Non posso non citare le band che hanno prodotto come “Il tempio delle clessidre”, “il segno del comando”, “L’impero delle ombre”, “Sophya Baccini’s Aradia”, “La stanza delle maschere” con i quali ci siamo conosciuti di persona al “Genova prog fest” di quest’anno e con i quali abbiamo stretto una profonda amicizia. Nel prossimo lavoro dei Mater ci sarà una partecipazione del loro Leader Domenico Lotito. Giusto per significare quanto è preziosa la scena che ha creato la casa discografica in questione. Tornando a noi, appena ho realizzato il master del progetto, ho inviato subito una copia a Massimo Gasperini vero Guru del settore e dopo un mese, facevo già parte della loro scuderia. Onorato. Un plauso anche a Pino Pintabona, Boss non secondo che con molta pazienza e dedizione ha seguito e assemblato con cura le grafiche per le versioni in cd, Lp e Lp Limited.

 

Da sempre ritengo che a livello di musica cimiteriale, polverosa e plumbea, l’Italia non abbia nulla da invidiare a nessuno.   

L’Italia non ha nulla da invidiare non solo in musica ma nell’arte in generale. Se vuoi esempi di band ti cito oltre agli Jacula e Antonius Rex i “Malariu”, tutte le composizioni di Flavio Porrati, i primi lavori di Franco Battiato, per quanto riguarda i compositori cito Riz Ortolani, Fabio Frizzi… Ce ne sono troppi, non vorrei annoiare con un elenco di nomi…

 

Un tuo pensiero, definizione sulle seguenti band.  

 

Death SS : Da sempre immune al loro fascino ma sono orgoglioso che una band italiana abbia fatto da precursore in tempi non sospetti. Non conosco Steve Sylvester di persona ma so per certo che abbiamo gli stessi gusti per quanto riguarda l’arte e molto altro. Adoro il loro primo Ep e loro primi tre lavori.

Jacula/Antonius Rex: Mai conosciuto personalmente ma la musica di Antonio Bartoccetti ha sconvolto i miei ascolti da più di vent’anni. Inarrivabili.

Black Hole : Precursori della scena metal veneta. Possiedo i loro lavori e li stimo moltissimo.

Opera IX: Li ho persi di vista da molti anni. All’epoca degli Evol abbiamo suonato assieme varie volte ma non siamo mai entrati in empatia. Sono in buoni rapporti con il loro ex batterista Flegias che vedo spesso qui in Veneto.

Mortuary Drape : Anche loro precursori della scena Metal Italiana, quando ci incontriamo scambio sempre delle ottime parole con Wildness Perversion. Intramontabile il loro Ep “into the drape” e il full-lenght “Secret Sudaria”.

Necrodeath: Ottima band Thrash metal, come ho accennato prima sono in buoni rapporti con Flegias.

Marius Donati (The Black) : UN’ICONA! Lo adoro! il loro ultimo disco è fantastico adoro inoltre i dipinti di Mario. Chissà se un giorno potrò permettermi di averne uno per la copertina dei “Mater a clivis Imperat”.

Tony Tears: Praticamente adoro tutto quello che proviene da Genova… Parlavamo di “Polveroso”? Tony Tears è profondo e oscuro. Orgoglio italiano.

Goblin: Potrei scrivere un’enciclopedia su di loro. I Goblin sono stati la mia prima esperienza musicale quando avevo 11 anni. Dopo aver visto il film “Profondo rosso” acquistai la colonna sonora che influenzò i miei ascolti futuri. In “Atrox Locus” ci sono molti riferimenti a loro, d’altronde hanno ispirato molti passaggi in tutte le mie band. Ho conosciuto Claudio Simonetti di persona al quale ho fatto da “roadie” per un paio di suoi concerti. Ho stretto amicizia con Titta Tani che suonava con lui dai Daemonia agli “Simonetti’s Goblin”, una persona umile ed eccezionale nonché ottimo batterista. So che ora ha intrapreso un’altra strada con i “The Horror legacy” ai quali auguro un sincero “in bocca al lupo”.

Mater A Clivis Imperat

 

Come ti immagini il mondo dell’heavy metal fra dieci anni? 

La fiamma dell’heavy metal sta diventando sempre più flebile. Mai avrei immaginato un mondo senza Lemmy, Peter Steele, Slayer… Diciamo che gli appassionati e l’underground lo terranno in vita. Per sempre.

 

Prossime mosse in casa ‘Mater? 

Stiamo mixando il secondo lavoro che vedrà varie partecipazioni della scena italiana ma per farlo uscire ci vorrà ancora tempo. La vera perla è che ad Halloween 2022 uscirà un 10” Ep picture in vinile con un brano inedito il tutto limitato a sole 20 copie e sarà il punto di partenza del nuovo talentuoso chitarrista piemontese “Simòn Ferètro” entrato in pianta stabile nella formazione.

 

Spazio a disposizione, chiudi l’intervista come vuoi, Samael. Grazie.

Grazie a te, Steven, le domande erano veramente interessanti e stimolanti. Spero di esser stato esaustivo e di aver chiarito molti dubbi.

Per acquistare il disco “Atrox Locus” o per avere notizie del 10” Ep picture scrivete alla Black Window records.

Un caro Saluto.

Samael Von Martin

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti