Intervista Medieval Steel (Bobby Franklin)
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Medieval Steel: un nome, una band, un mito, per molti.
Autori di uno degli inni fra gli inni dell’heavy metal.
In occasione della recente uscita del loro terzo album ufficiale (qui recensione) abbiamo scambiato qualche impressione con Bobby Franklin, il cantante del gruppo americano, unico membro originale rimasto, nella line-up sin dagli inizi della loro carriera, cioè dal 1982.
Buona lettura
Steven Rich
Da dove scaturì il vostro nome?
Non appena si formò la band e iniziammo a provare seriamente andammo alla ricerca di un nome. Un ragazzo del nostro entourage stese una lista di proposte, fra le quali compariva anche “Medieval Steel”. Ci piacque e lo adottammo, anche se con riserva: se nel frattempo fosse fuoriuscito qualcosa di maggiormente accattivante, lo avremmo cambiato. Nulla accadde, però, in tal senso e ci tenemmo quindi volentieri “Medieval Steel”.
Chi ha creato e come è nato il vostro logo?
Quello è opera di un altro ragazzo, Razor, un grande artista che ci frequentava e amava quello che suonavamo. Gli chiesi espressamente di disegnarci un logo ed è esattamente quello che utilizziamo ancora. Purtroppo Razor è mancato alla fine degli anni 2000, a lui penso spesso, era una persona di vero talento.
“Medieval Steel”, il brano, è considerato a ragione uno degli inni fra gli inni degli appassionati di heavy metal. Puoi raccontare qual è stata la sua genesi e se vi sono aneddoti dietro la sua composizione?
Nulla di particolare, “Medieval Steel” è stato vagamente ispirato dal film Conan il Barbaro, costituisce la mia interpretazione dello stesso.
Medieval Steel, Blood Moon, 2024
Considero il vostro ultimo album, Blood Moon, come un disco tipicamente heavy metal all’interno del quale la vostra proverbiale vena epica risulti marginale. Concordi?
Mmmmmhhhh… ti dirò: in fase di composizione non mi pongo assolutamente il problema, scrivo quello che “sento” in riferimento alla canzone. A volte può risultare epico e a volte no. Per me non costituisce una priorità, la cosa, mi lascio totalmente guidare dall’ispirazione. Tornando a Blood Moon, mi dispiace che tu pensi che non sia abbastanza epico.
Medieval Steel EP, 1984
Non hai mai pensato di riregistrare per intero l’EP Medieval Steel con l’attuale line-up e la tecnologia del 2025? Poi, sia ben chiaro, Medieval Steel permane sacro nella sua versione originale…
Ti confesso che ci ho pensato seriamente, tempo fa, l’operazione avrebbe riguardato sia l’EP che Dark Castle, avremmo utilizzato la tecnologia e i suoni moderni, quelli di oggi, ma abbiamo fatto un sondaggio fra i nostri fan e ci hanno detto di lasciar perdere, che è meglio che tutto rimanga così com’è. Abbiamo dato loro retta, quindi.
Successivamente al buon riscontro dell’EP nacque un interesse nei vostri confronti da parte di Jon Zazula della Megaforce ma poi la cosa sfumò. Quali i motivi?
Vero! Zazula mostrò interesse nei nostri confronti, ci portò addirittura a New York per presentarci ad altre varie etichette discografiche, ma non a livello Medieval Steel, ci voleva spingere come Fire Choir, quindi cambiandoci il nome per far divenire la nostra proposta più commerciale e spendibile. Inutile dire che io fossi totalmente in disaccordo. Il tira e molla durò un mesetto e, constatato che non esisteva alcun margine di trattativa, me ne tornai a Memphis per ripartire con i Medieval Steel. Ingaggiai dei nuovi musicisti: Scott Jones (chitarra), Chris Cook (batteria) e Steve Crocker (basso), iniziammo a scrivere e provare sin da subito. Poco dopo entrammo in studio a incidere “Lost in the City”, “Ghost in the Battlefield” e una serie di altre canzoni che poi sono finite dentro “The Dungeon Tapes”.
In che rapporti sei rimasto, quindi, con Zazula?
Personalmente ritengo che fosse un brav’uomo, io e lui semplicemente non eravamo d’accordo sulla direzione da intraprendere con i Medieval Steel, avevamo visioni totalmente differenti, sono cose che possono accadere fra le persone, ma non serbo alcun rancore nei suoi confronti. Siamo rimasti amici, pensa che ci siamo sentiti proprio pochi giorni prima che morisse…
Cos’è mancato ai Medieval Steel per poter perseguire una carriera continuativa, soprattutto tenendo conto dell’alta potenzialità del vostro Ep del 1984?
Geograficamente siamo sempre stati penalizzati: Memphis non è né sulla costa orientale né su quella occidentale, è un posto fuori dai grandi giri della musica, la cosa ha sicuramente costituito un ostacolo al successo della band. La nostra città e il Tennessee non sono di certo noti, poi, nel mondo, per la loro scena hard rock o heavy metal. Questo è un altro elemento che ha certamente influito negativamente. Aggiungo che a quel tempo ero piuttosto duro con i membri della band che arrivavano tardi o saltavano le prove o non erano all’altezza delle aspettative. Motivo per il quale vi sono stati molti avvicendamenti, nella line-up, che ci hanno parecchio frenato. Oggi sono un po’ più morbido con i compagni di band, anche se mi aspetto sempre che facciano la cosa giusta.
Com’è nata la vostra collaborazione con l’etichetta portoghese Lost Realm Records?
Siamo giunti ad André Santos della Lost Realm Records tramite Bart Gabriel della Skol Records, label che curò la ristampa di The Dungeon Tapes nel 2021. Con André abbiamo già ristampato Dark Castle nel 2023 e Gods Of Steel nel 2024 oltre ad aver inciso con lui il recente, nuovo, Blood Moon.
Conosci band italiane?
No, abbiamo però suonato con i Black Oath di Milano, dei bravi ragazzi e autori di ottima musica.
Come mai fino a oggi non avete mai suonato nel nostro Paese?
Bella domanda! Credimi: vorremmo venire a suonare in Italia quanto più possibile ma ci mancano gli agganci giusti, sappi però che ci stiamo lavorando…
Medieval Steel, Bobby Franklin, live 2025
Com’è la situazione a livello di heavy metal nel Tennessee? Intendo a livello di locali, numero di seguaci, concerti, etc etc?
One word, it sucks! (non serve tradurre…). Anche se quando iniziammo, onestamente, nonostante non fosse mai stato un territorio votato all’heavy metal, il nostro, la situazione era totalmente differente: esistevano buone band e ci si poteva esibire dal vivo in posti decenti. Oggi è solo Country, Blues e Rap, not my cup of tea.
Avendo la bacchetta magica cosa cambieresti nella storia dei Medieval Steel?
La prima cosa che farei sarebbe riportare in vita coloro i quali hanno fatto parte dei Medieval Steel e che ci hanno lasciato prematuramente, in particolare Chuck Jones, uno dei fondatori. Poi cambierei il corso delle cose, cioè farei avere alla band quelle opportunità che sono mancate e che invece hanno arriso ad altri gruppi meno talentuosi di noi.
A livello di cantanti quali sono secondo te i migliori in ambito heavy metal attualmente?
Innanzitutto direi, ovviamente, i soliti “sospetti”: Judas Priest e Iron Maiden. Fra le nuove leve, o quasi, invece, il ragazzo alla voce dei Greta Van Fleet.
Medieval Steel, 2025
Puoi presentare il resto della line-up dei Medieval Steel?
Oltre a me, Jeff Miller alla chitarra e alle seconde voci, Tyler Miller al basso e alle seconde voci, Brad Dilbeck alla batteria.
La tua definizione dei vostri lavori (uno per uno):
Medieval Steel EP (1984) – rivoluzionario ed epico
The Dungeon Tapes Compilation (2005) – l’inizio del nostro ritorno
The Anthology of Steel Compilation (2012) – poco da aggiungere, è fondamentalmente speculare a The Dungeon Tapes
Dark Castle (2013) – il nostro primo full length
Gods of Steel (2022) – quello che ha fatto sapere al mondo che eravamo tornati
Blood Moon (2024) – il disco che probabilmente fornisce quella che sarà la direzione in cui si muoverà la band per il prossimo futuro
Bobby Franklin, Medieval Steel
La tua opinione sulle seguenti band americane e se hai aneddoti o ricordi da raccontare a riguardo meglio ancora, una per una:
Tyrant – non conosco nessuno dei loro componenti ma li ho ascoltati.
Omen – li abbiamo conosciuti quando abbiamo suonato insieme all’interno di un’edizione del Keep It True festival.
Virgin Steele – ci siamo esibiti con loro, anche se si tratta di tanto tempo fa.
Vicious Rumors – se non erro suoneremo con loro al Keep It True di quest’anno.
Riot – con loro abbiamo condiviso il palco tante volte, ricordo a Houston, Chicago e in Germania.
Manowar – non li conosco personalmente, non abbiamo mai suonato insieme ma mi piace la loro musica.
Cirith Ungol – ci siamo esibiti insieme un po’ di volte, they are nice guys.
Chiudi l’intervista come preferisci, spazio a disposizione, Bobby, grazie.
Thank you for your interview, Steven. Stay safe, stay strong and stay heavy!!!
Stefano “Steven Rich” Ricetti