Heavy

Intervista Menace (Dario Vicariotto)

Di Stefano Ricetti - 10 Gennaio 2013 - 0:10
Intervista Menace (Dario Vicariotto)

Resoconto di una chiacchierata con Dario Vicariotto, autentica forza propulsiva dei defender vicentini Menace, giunti al secondo parto discografico lo scorso anno, con Heavy Lethal.

Una certezza, il chitarrista veneto: finché ci sarà in giro gente come lui la tradizione dell’Acciaio continuerà nei secoli…  

Buona lettura.

Steven Rich      
 

IO E DARIO VICARIOTTO ACCIAIO ITALIANO III

Dario Vicariotto dei Menace insieme con lo scrivente (Steven Rich) all’Acciaio Italiano Festival III di Marmirolo (MN) nel 2013  

 

Dario, cosa significa, per te, l’heavy metal?

L’HM è una strana magia che mi si è insediata nel cuore quando ero un bambino. A quel tempo fui catturato dalle copertine dai temi orrorifici che vedevo sugli scaffali. Quando ascoltai per la prima volta Killers dei Maiden fu subito un colpo di fulmine. Facevo la quinta elementare, non capivo di certo la musica, erano solo le sensazioni che mi provocava quel sound a coinvolgermi. In un certo senso ero entrato in un nuovo mondo. Feci amicizia con ragazzi più grandi, dall’inconfondibile look che poi avrei adottato anche io, che mi fecero ascoltare un sacco di altre bands. Poi arrivarono le riviste. Le divoravo ed ero affascinato da tutti quei personaggi. A volte ero anche intimorito da foto “forti” di Cronos o Ozzy. Ricordo  quando vidi per la prima volta la VHS di Live after Death (non ce ne erano molte altre in giro al tempo), per la prima volta vidi i miei eroi in movimento, un vero concerto. Fu pazzesco!!! Da quei tempi ad oggi non è cambiato poi molto. Sono sempre a caccia di nuove bands (o vecchie bands sepolte), ho le stesse magliette, ecc… L’ascoltare HM richiede (o sviluppa) anche una certa attenzione, si imparano a distinguere gli strumenti, ci si affeziona ai musicisti, ai cantanti. Si finisce col conoscere addirittura gli artisti che disegnano le copertine, i produttori, aneddoti incredibili e leggende sulle bands.

A volte ricordo quei tempi coi miei genitori (chiaramente erano loro a comprarmi ciò di cui avevo bisogno) e ci facciamo qualche risata pensando a quanti litigi perché volevo a tutti i costi tenere i capelli lunghi o mettere quelle magliette. Sono state le mie prime “battaglie ideologiche”. Si genera un attaccamento e una passione che ti spinge a fare ricerche, a fare centinaia di chilometri per i concerti. A risparmiare per poter acquistare gli albums ecc, cose che difficilmente si riscontra in ascoltatori di musica “normale”. Poi c’è l’aspetto “comunità” che è molto rilevante. Di questi tempi un po’ meno forse, ma quando si è per strada e si incontra un metallaro lo si nota subito e ci si saluta anche se non ci si conosce, e magari si scambiano anche due chiacchere. La maggioranza dei metalheads ha una forte passione quindi si crea una sorta di appartenenza ad una vasta comunità. Il tutto si riflette nella vita quotidiana e genera un vero e proprio stile di vita anticonformista e, spesso, crea nei ragazzi una visione meno superficiale della realtà. Quindi, per rispondere alla tua domanda, posso dire che l’HM fa parte della mia vita praticamente da sempre ed ha influenzato pesantemente le mie scelte di vita come persona. Non credo ci rinuncerò mai.

Spiega la nascita e l’origine dei MenacE.

I MenacE naquero appena ebbi la possibilità di suonare. Un po’ tardi in realtà, avevo circa 17/18 anni. Non mi ero mai interessato effettivamente al suonare perché credevo che una chitarra elettrica fosse costosissima. Quando un amico mi disse che si poteva noleggiarla con poche lire, la presi subito e per me fu una grande conquista. Cominciai subito ad impararmi tutti i riffs che amavo. Quando raggiunsi una sufficiente manualità iniziai subito a suonare miei riffs (molti dei quali sono finiti su Quake Metal… e alcuni anche su Heavy Lethal!). Di lì a poco cominciai a suonare con altri ragazzi (con alcuni dei quali suono ancora oggi in altre bands!) gettando le basi di quello che poi diverrà una band alla quale sono legato profondamente, i MenacE.

Da dove deriva la scelta del nome?

Il nome deriva dal titolo di un vecchio videogioco per Amiga che si chiamava proprio Menace. Quella parola mi piacque tantissimo (il gioco un po’ meno hahahah) e si scolpì nella mia mente fin da bambino. Mi dicevo: ”quando avrò una band, si chiamerà MenacE!”.

Quali le influenze?

Iniziai a suonare con una chitarra a noleggio e decisi di provare a suonare una chitarra elettrica grazie a Ritchie Blackmore. Con i suoi riffs e i suoi assoli mi faceva andare fuori di testa. Ho cominciato a suonare piuttosto tardi quindi i miei eroi erano già consolidati. Credo che siano loro le mie influenze primarie. Da bambino adoravo bands come Judas Priest, Iron Maiden, Metallica, Megadeth, Slayer, Deep Purple, Led Zeppelin, Black Sabbath… ma anche Europe, Bon Jovi e Queen. Come chitarristi, oltre al succitato Blackmore, adoravo Mustaine (da cui la mia chitarra). Ho formato un gruppo quasi subito e di li a breve lo avrei chiamato MenacE, e cominciammo subito a fare musica originale. Ma solo quando ci fu una prima formazione minimamente stabile sì cominciò a fare sul serio, e al tempo, in quel preciso periodo, la mia intenzione era quella di avere una band con due chitarre à la Judas Priest, con la spinta dei primi Metallica e un lato oscuro à la Mercyful Fate.

Come mai intercorrono nove anni fra Quake Metal e Heavy Lethal?

Purtroppo la dipartita di Rob (voce) destabilizzò molto la band. Continuammo per circa tre anni successivamente, con un altro cantante bravissimo, Raffaele. Successivamente anche Nicola, il batterista, lasciò. Trovammo presto Jackie a sostituirlo. Facemmo un sacco di concerti ma la band non trovò più un equilibrio tale da pensare ad un album. Continuammo il nostro lavoro, infatti alcune canzoni di Heavy Lethal risalgono  a quel periodo, ma la band non era solida come era necessario e nel 2005/2006 ci sciogliemmo. Tutto ripartì nel 2010 con rinnovato entusiasmo e con la line-up giusta. Naturalmente non ho smesso di suonare durante lo stallo. Anzi, ho continuato a scrivere canzoni. Avevo pensato di continuare in una sorta di formazione ridotta e produrre comunque album rinunciando però alla attività live e a tutto l’aspetto d’insieme della musica (prove vere e proprie ecc). Nell’arco di questi nove anni la band ha avuto una notevole attività live, dei cambi radicali nella line up, uno scioglimento e un periodo di “clausura”. Poi si sono fatti vivi Seba e Ale. Qualche telefonata, qualche chiacchierata, e rieccoci qua! Nonostante tutti i componenti suonassero già con altre bands e nonostante Rob si fosse trasferito in un’ altra città, abbiamo ricomposto i MenacE (con mia somma gioia). Qualcosa era rimasto ibernato… è bastato scongelarlo hahahaha!

 

MENACE HEAVY LETHAL

MenacE: la copertina dell’album Heavy Lethal, uscito nel 2012

Il booklet di Heavy Lethal è privo di riferimenti sul web della band e anche della line-up in chiaro. Scelta o svista?

Nessuna delle due. Abbiamo dedicato una intera pagina per note, saluti e ringraziamenti, ci sono i nostri nomi e relativa foto in azione, quindi imbracciando lo strumento. Ci è sembrato superfluo citare di nuovo i nomi e relativo strumento in un’altra pagina rubando spazio alle piccole opere create da Alessandro. Per quanto riguarda riferimenti al web, non avendo ancora un sito vero e proprio per la band, non aveva senso mettere tra i contatti i vari social network (che fra qualche anno potrebbero essere completamente diversi), dove la reperibilità è cosa molto facile. Non c’è bisogno di un link specifico per trovarci. Internet rende a portata di click praticamente tutto al giorno d’oggi.

Come mai nessun pezzo di Quake Metal è stato ripescato in Heavy Lethal?

Effettivamente più di qualcuno ce lo aveva suggerito, e ammetto che ci abbiamo anche pensato. Però alla fine abbiamo abbandonato quel tipo di scelta. Non mi piaceva l’idea che già alla seconda uscita ci fosse già un remake. E poi credo che quelle canzoni abbiano una loro identità in quell’EP. Chissà, non escludo nulla per il futuro ma, credo che preferirei dare nuova vita a quelle canzoni con un live piuttosto che con un rifacimento.

Chi è l’autore dei bei disegni contenuti nel libretto, uno per ogni pezzo?

L’autore delle illustrazioni nell’intero booklet è Alessandro Fioraso (seconda chitarra). Siamo partiti dall’idea di realizzare una illustrazione inerente al tema di ogni canzone. Abbiamo pensato a come rappresentare il tema e, una volta stabilito, Ale ha realizzato il tutto. E’ un eccellente disegnatore e grafico, e credo che Heavy Lethal goda di un booklet davvero molto interessante. Graficamente curato, con tutti i testi e abbondanti foto. E’ stato un lavoro piuttosto lungo, tanto da pentircene quasi, in quanto ci ha portato via molto tempo, ma alla fine il risultato ci soddisfa molto. Era quello che volevamo. La consapevolezza che tutto, grafica e musica, sia stato prodotto internamente alla band crea un legame anche… affettivo con il risultato finale. Come era accaduto anche col precedente Quake Metal del resto, dove la grafica era stata realizzata quasi totalmente da Rob.

Come è nato l’approccio con My Graveyard?

In realtà siamo in contatto con Giuliano e la sua My Graveyard da un sacco di anni. Giuliano è un grande appassionato e fa il suo lavoro in modo oserei dire nobile. Se si seguono gli eventi e concerti in giro per l’Italia non è raro incontrarlo. Onestamente non ricordo dove ci conoscemmo, era in occasione di qualche live dei MenacE. Ci siamo sempre incontrati agli eventi e siamo sempre rimasti in contatto. E’ una fortuna collaborare con persone come lui perché è un vero appassionato!

Nella recensione di Heavy Lethal ho sottolineato che con una resa sonora degna il disco sarebbe assurto al podio delle uscite HM italiane 2012…

Ne deduco che non ti sia piaciuta hahahahah! E’ stata un mia volontà (bene accolta da tutti). Forse è una scelta non proprio felice se si vede l’album sotto il punto di vista commerciale. Ma i MenacE sono una band HM. E’ utopia immaginare di raggiungere un vasto pubblico. La produzione di HL è scevra da orpelli, “magie” e trucchi vari. Era nostra intenzione ottenere un suono caratteristico e soprattutto reale. Per quanto mi riguarda le produzioni ultra-perfette di bands che tu stesso mi hai citato quando ci siamo sentiti, sono sì cristalline, ma assolutamente asettiche. Non sopporto quelle batterie (vorrei evitare di fare nomi, perché mi sembra antipatico) sintetiche dove i tamburi fanno “click” anziché “tum”. Non piacciono alle mie orecchie, non solo riguardo agli album della mia band, non mi piacciono come navigato ascoltatore di musica. Onestamente non concepisco che su un album dove suono io non si senta ME che suono ma venga tutto filtrato da suoni sintetici, in nome di una resa sonora ipoteticamente perfetta allo scopo di poter piacere alla gente che non vuole impegnarsi un po’ nell’ascolto. Nel 90% delle produzioni che sento, e che vengono pure apprezzate, il batterista è inesistente. Si ascoltano le sue idee ma non si sente il batterista suonare!!! Lo stesso per le chitarre! Per me non ha senso. Soprattutto in ambito Rock/Metal. Questi generi dovrebbero rispecchiare genuinità e carica emotiva. Io non trovo che in suoni computerizzati perfetti al millisecondo, levigati e ripuliti da ogni imperfezione trasmettano granché.

Quando una persona viva suona uno strumento imprime nel suono e nella musica eseguita una impercettibile, ma personale e caratteristica “anima”. Ascoltare Vittorio Gassman che legge la divina commedia è ben diverso dall’ascoltare una voce elettronica fredda, anche se Gassman ogni tanto fa qualche colpo di tosse. Trovo che questo tipo di produzione digitale tolga molto del reale suono e che abbia più affinità con la musica elettronica che con il Rock/Metal. Inoltre mi rattrista davvero tanto questa “tendenza” perché denota che la forma vale MOLTO più della sostanza. E questa è una direzione che ha preso il mondo in generale ed è del tutto negativa a mio avviso. Guarda come ragiona moltissima gente, è più importante avere vestiti alla moda, avere l’ultimissimo telefono, essere palestrati e lampadati… a pochi interessa che si sappia leggere e scrivere o che si abbia una certa cultura. La “bellezza” superficiale che danno queste produzioni nascondono molti difetti REALI, e comunque danno una percezione molto diversa da quella che la band ha effettivamente su un palco o in sala prove.  A noi non interessa stupire nessuno con album scintillanti e ultrapatinati. Voglio che il nostro album ci rappresenti, non che ci presenti MIGLIORI di ciò che siamo.

Com’è la situazione HM a Vicenza a dintorni?  

Da un certo punto di vista va benissimo, da un altro invece va maluccio. La cosa positiva è che ci sono un sacco di bands e anche di buone! Sia “storiche” che nuove leve. Il problema è che non godono di grande supporto. Ma vedo che questo è un problema diffuso, non solo a Vicenza. La cosa che mi rattrista di più è che sono proprio i più giovani a mancare agli eventi. Purtroppo non vedo un ricambio generazionale molto convincente. Forse perché in questi anni, con l’evoluzione esponenziale delle comunicazioni e dei canali multimediali, si sono rese disponibili con un click cose che pochi anni fa erano inimmaginabili. Album, concerti, footage incredibili di bands storiche, anche in sala prove, interviste, ecc ecc sono a portata di mano immediatamente. Credo che questo smorzi un po’ la curiosità, la voglia di vivere realmente la situazione del concerto live o la ricerca di CD o dischi che solo una decina di anni fa sognavamo di ascoltare e cercavamo nei mailorders o nelle fiere ecc. Per ascoltare un album uscito 30 anni fa, rarissimo e costosissimo, ora bastano pochi minuti. Da un certo punto di vista è bellissimo, ma gli effetti negativi non tarderanno a farsi sentire, secondo me. Se poi aggiungiamo i costi piuttosto alti per spostarsi come carburante e pedaggi autostradali, e la situazione lavorativa poco felice per molti, controlli stradali con conseguenze a volte molto gravi ecc … sembra che facciano di tutto per aggiungere i proverbiali bastoni fra le ruote.

Ci sono band che hanno un look stud&pins che puzza palesemente di atteggiamento e altre che viceversa pare che l’abbiano direttamente cucito sulla pelle per tutta la vita…

Per quanto mi riguarda, adoro quel look, e adoro mettermi addosso borchie, bracciali, spandex ecc… Fin da bambino quando leggevo H/M o le vecchie riviste del tempo ero affascinato da quell’abbigliamento. Ricordo che quando ero alle scuole medie ero l’unico a mettere quelle magliette e i jeans aderenti (con qualche diverbio coi miei genitori hahaha) . Come tutti i metalheads amo mettere le t-shirt delle bands che amo, il mio chiodo, gli stivali, adesso come allora. Noto con un po’ di tristezza che anche questa tendenza comincia un po’ a diminuire…

 

Tuoi pensieri e parole su:

Judas Priest – Sono da me considerati gli dei assoluti dell’HM. Il primo amore sono stati i Maiden di Killers, ma poco dopo un mio amico mi fece ascoltare Unleashed in the East. All’epoca non li conoscevo e la cassetta era priva di titoli tranne che per il logo del gruppo disegnato a mano. Fu un colpo di fulmine e la passione per loro continua ancora oggi. Storicamente i JP sono stati il passo successivo ai Black Sabbath, coloro che hanno dato forma all’HM. Ma questa è storia. Quando li ascoltai, io non sapevo chi fossero, ma identificai in loro l’essenza dell’HM. Credo che Halford sia il più grande frontman/cantante nel Metal, come penso che Tipton e KK siano la coppia di chitarre da battere in assoluto. Opposti e complementari, entrambi stilosi e carismatici e dotati di gusto sopraffino. Glenn elegante e autore di riffs epocali, KK selvaggio bluesman e demone della leva.

Exciter – Un’altra band fra le mie preferite. Mi è sempre piaciuto Ricci e il suo chitarrismo. E’ in grado di scatenare una grande potenza con pochissime note e suonate in modo molto rozzo. Ma pur essendo un riffing semplice non è mai scontato ed è molto carico. Solismi animaleschi e leva distruttiva! Poi adoro Beehler alla batteria. Stile solido, senza mai esagerare e potenza da vendere. Le loro canzoni sono potentissime e sono una goduria da suonare. Parecchio tempo fa facevamo spesso la cover di Violence & Force!

Saxon – Altra band che amo. Incarnano perfettamente lo spirito Rock. Canzoni dirette ma suonate con una certa classe. Mi piace tantissimo Nigel Glockler alla batteria. Paul Quinn è un signore della chitarra. Graham Oliver era molto semplice ma molto emotivo, con note lunghe in bending . Insieme erano complementari e scrissero grandi canzoni. Biff Byford è un vero leone. Non perdo occasione di andarli a vedere live, anche se sono cambiati i componenti, sono sempre travolgenti. Devo ammettere però che discograficamente non li seguo da parecchio tempo. Credo che l’ultimo album che ho comprato sia stato Unleash the Beast. Poi, forse a causa della loro digitalizzazione (purtroppo anche loro si sono adattati ai tempi), non mi sono più piaciuti granchè. La musica proposta non è molto diversa da quella degli anni d’oro, ma ora hanno un sound che non mi appassiona. Tutt’altra storia in sede live!

Running Wild – Un gruppo dalla invidiabile coerenza e stile. Però non mi sono mai affezionato granchè a loro.

Tyrant (quelli americani) – Sono stati una grande band (anche se mi sembra che ci siano ancora…) e i loro due album sono bellissimi. Metallo vero e oscuro condito con un pò di epicità.

Wolf – Conosco il gruppo appartenente alla NWOBHM e un’altro giovane gruppo europeo con questo nome. Nessuno dei due mi convince molto. Il vecchio lo trovo un gruppo come ce ne erano molti altri in quel periodo (del quale sono un cultore). Dei Wolf odierni invece, ammetto di aver sentito un solo album, apprezzo le intenzioni old school e il genere proposto, però non mi hanno colpito più di tanto. Mai visti live.

Sabotage – Grande band italiana che abbiamo anche avuto l’onore di supportare live. Oltre ad essere persone stupende sono anche ottimi musicisti. Sinceri e capaci. Morby non ha certo bisogno di presentazioni. Andrea Fois è fra i migliori chitarristi in Italia. Bravissimo perforemer live! Dario ed Enrico sono degli autentici rockers e Dani, il “nuovo” chitarrista, è perfetto. Purtroppo i loro album storici rasentano l’inascoltabilità e non rendono giustizia al loro valore (anche se custodisco gelosamente i vinili). Di recente Giuliano ha prodotto il loro remake di “Behind the lines” ed è bellissimo. Fortunatamente lo hanno RISUONATO e non “computerizzato”! Dalle performance live è evidente che si divertono un sacco e fanno divertire anche il pubblico. Bravi!

Skanners – Altra band pazzesca di cui ho tutti i vinili. Autori di ottimi albums. Purtroppo i loro ultimi lavori non mi piacciono molto a livello di sound (per i motivi spiegati sopra) ma live sono praticamente imbattibili. Claudio Pisoni è un cantante pazzesco e un frontman veramente strepitoso. In barba all’età anagrafica, può sconfiggere gran parte dei cantanti poco più che ventenni. Poi c’è l’amico Fabio Tenca, altro grande chitarrista e inossidabile rocker.

Accept – Sono fra le mie HM bands preferite. Considero Udo uno dei migliori cantanti. La sua presenza sul palco, nonostante sia piccolino, era imponente. Segno di grande carisma. Poi la sua inconfondibile voce rendeva speciali i loro albums. Dischi come Breaker, Metal Heart, e Restless and Wild sono imprescindibili. Purtroppo non ho avuto occasione di vederli dal vivo con Tornillo dietro al micofono.

Primal Fear – Non mi sono mai piaciuti. Ralph ha una voce incredibile ma non mi piace come cantante. Non mi piacciono i loro riffs e in generale non mi dicono granché.

 

MENACE BAND

 

HM italiano, di ieri di oggi e di domani: tuoi pensieri e parole a riguardo.

Personalmente sono un cultore del Metal italiano. Possiedo tantissimi vinili, molti dei quali autografati. Nutro profonda stima delle bands italiane degli anni ‘80. A quei tempi non c’era nulla e solo essere riusciti a fare degli album e a sopravvivere era segno di impegno, passione e sacra devozione. I miei preferiti in ambito Metal sono sicuramente i Vanexa e il loro ex chitarrista Roby Merlone. Uno dei miei guitarist preferito. Ma c’erano bands davvero valide come i R.A.F., gli Hocculta, Elektradrive, Revenge, Dark Lord, Steel Crown, i Black Hole. I Death SS di Paul Chain erano incredibili, la loro successiva reincarnazione mi piace un po’ meno ma comunque notevole, mentre adoro e possiedo tutti i vinili dei Violet Theater. I devastanti Raw Power. Bulldozer, i Fingernails di Bidoli, altro chitarrista che stimo molto. I succitati Sabotage e Skanners. Per non parlare della Strana Officina!!! Purtroppo l’Italia è sempre stata refrattaria al Rock in tutte le sue forme e lo è tuttora. Per le bands di quei tempi era davvero dura uscire allo scoperto. L’Italia Rock/Metal di oggi è molto attiva, non si può dire che manchino le uscite discografiche. Ciononostante non riesco ad immaginare un futuro troppo roseo. Però credo che ci siano un sacco di appassionati che in un modo o nell’altro riusciranno a mettere in piedi vari eventi e a mantenere una scena “cult”.

Vicenza, White Skull, Tony Mad…

Tony è un amico da anni. Seguivo i White Skull fin dagli esordi. E’ motivo di orgoglio per me avere a Vicenza una band che in quanto a coerenza e perseveranza è imbattibile, e si può dire che ce l’abbiano fatta. Hanno avuto periodi molto difficili a causa di componenti che hanno mollato, ma hanno continuato sempre, grazie alla devozione di Tony Mad. Ora è tornata la mitica Federica alla voce e spero che grazie a lei abbiano una seconda giovinezza. Al di là che possano piacere o meno, meritano grande grande stima!

Vicenza, X-Hero, Mirko Galliazzo…  

Purtroppo non conosco molto gli X-Hero. Ho conosciuto personalmente Mirko di recente ed è una persona piacevolissima e soprattutto molto attiva nelle produzioni. Approfondirò sicuramente in futuro.

Prossimi vostri concerti?  

Per ora non abbiamo molto in programma. Suoneremo il 23 marzo al bellissimo Exenzia a Prato in compagnia di Sign of the Jackal e altre bands. I prossimi mesi avremo un paio di concerti in Veneto. Per l’estate è in programma qualcosa ma per ora è troppo presto.

 

Cosa pensate della stampa specializzata italiana cu carta? E su Web?

Onestamente non compro più riviste, tranne una. Ora trattano generi e bands che non mi piacciono. Per quanto riguarda le webzines ho un rapporto un po’ controverso e trovo che l’aggettivo “specializzata” non sia più molto sensato. Le consulto spessissimo per informarmi in generale o per informarmi sugli eventi live o leggere interviste. Hanno praticamente ucciso le riviste cartacee, ma questo è un cambiamento naturale. Le recensioni non mi sono mai piaciute granché perché spessissimo mi sono trovato in disaccordo su tantissime cose. E’ ovviamente una cosa personale, ma ho imparato a prendere con le pinze le valutazioni altrui e ora mi fido solo delle mie orecchie per i miei acquisti. Oggi sul web può scrivere chiunque, e aprire un blog e fare i critici è questione di minuti, e non è richiesta nessuna particolare attitudine o competenza.

Credo che la qualità generale sia davvero molto altalenante. Non mi posso lamentare in quanto i MenacE sono sempre stati valutati positivamente e spesso anche con toni entusiastici, il che non può che farmi piacere. Ciò non toglie che mentre un tempo avevo dei riferimenti dei quali mi fidavo quasi ciecamente, ora invece non mi faccio influenzare molto dai giudizi che leggo. Ma forse dipende anche dal fatto che ora sono più maturo e consapevole e probabilmente il fatto di suonare mi rende più critico su certi aspetti, anche paralleli alla musica stessa, che magari sfuggono ad un ragazzo di vent’anni, anche se ascolta molta più musica di me grazie alla odierna tecnologia. Mi fa piacere comunque che nel web ci siano innumerevoli siti che trattano Rock e Metal, anche a livello underground. Oltretutto grazie al web si è informati a livello globale e ci si può informare davvero su tutto e a tutti i livelli.

Mosse future?

Siamo già al lavoro! Abbiamo già una manciata di brani quasi pronti. Non so dire se saremo pronti con un’altra uscita entro la fine del 2013. Personalmente vorrei continuare con la stessa filosofia, quindi creare tutto internamente alla band. Questo comporta dei tempi abbastanza lunghi. Lavoriamo tutti, e alcuni di noi hanno una famiglia, quindi il tempo da dedicare alla musica è purtroppo limitato. Di sicuro non passerà un altro decennio per ascoltare un nuovo minaccioso album dei MenacE! Nel frattempo, ci vediamo in qualche live!!!
 

Stefano “Steven Rich” Ricetti