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Intervista Metalitalia Festival (Luca Pessina, Alessandro Corno)

Di Nicola Furlan - 15 Giugno 2023 - 21:56
Intervista Metalitalia Festival (Luca Pessina, Alessandro Corno)

Intervista

Metalitalia Festival 2023

Luca Pessina
Alessandro Corno

 

Luca Pessina
(Per noi è magico il fatto che le persone se ne vadano soddisfatte)

Ale Corno
(…curiamo il ‘cliente’ a 360°, comprese le band)

 

Nik: Ciao e benvenuti su Truemetal.it! Partiamo subito… quando e come nasce il Metalitalia Fest?

Ale: Ciao a tutti! La genesi del festival ha le radici in una web-radio, nata molti anni fa. Ci siamo resi conto che la gestione però portava via tantissimo tempo …e pure tanti soldi. Era figo poter dare un contributo in più alla nostra passione di giornalisti e amanti della musica, ma lo sbattimento non ne valeva la pena. Ci stava dietro un lavoro davvero infernale! Ad un certo punto vediamo che viene ‘inaugurato’ il Rock Hard festival Italia …che ha funzionato alla grande! Per cui ci siamo detti: possiamo fare meglio? Magari aggiungendo anche dei meet & greet e osando nel chiamare band di caratura internazionale? E ci siamo dati la risposta: Perché no, proviamoci! Abbiamo sempre avuto una bella squadra in redazione e quindi possiamo fare un bel lavoro!

Luca: All’inizio l’evento era piccolo, ma non era rilevante in quanto l’obiettivo primario era quello di portare la nostra community, intesa come redazione e utenti, in un contesto live dedicato. Ci siamo detti: se lo fanno come Rock Hard, lo possiamo fare come Metalitalia. A vederla ora direi che siamo stati un po’ pazzi, con poca esperienza e un po’ ingenui su molti aspetti, ma era giusto iniziare e quindi ci siamo rimboccati le maniche e siamo partiti. Pensa al fatto che le prime due edizioni erano molto eterogenee, non avevano una strategia artistica… abbiamo fatto un po’ in stile ‘festival tedeschi’, senza però considerare che là i biglietti li comprano ancora prima di annunciare le band. Alla fine però è stata tutta esperienza che ci ha portati a quello che siamo oggi.

Ale: Integro quello che ha detto Luca dicendo che la quadra l’abbiamo trovata con le edizioni 2014 e 2015. Lì abbiamo capito che, cambiando le cose e approfondendo le opportunità, si poteva fare il salto.

[Pubblico al Live Music Club]

Nik: Devo dire che soprattutto nelle ultime due edizioni s’è percepito un livello di servizio al cliente di elevatissima qualità. Quale è, a vostro parere, l’edizione in cui s’è percepito che la formula perfetta era stata trovata?

Ale: Il setup definitivo è stato quello del 2019 dove abbiamo aperto a tutto quello che si poteva aprire. Mi riferisco all’ottimizzazione degli spazi relativi alle aree del Live Music Club quindi sfruttando di fatto tutta lo logistica che potesse garantire ai nostri clienti, band e avventori, una esperienza che combinasse la proposta musicale ai servizi correlati come metal market, ristorazione, sicurezza e relax all’aria aperta.

Nik: Faccio un salto indietro quando Luca ha detto: ‘le prime due edizioni sono state eterogenee’. Potete spiegarmi la cosa?

Ale: Per eterogeneità intendiamo che non avevamo previsto giornate ‘tematiche’. Il fatto di avere band giovani e vecchie, thrash e rock, black e heavy, per certi versi non garantisce un afflusso omogeno di persone. Le persone più old school potrebbero dire: ‘vabbè, mi interessano solo gli Uriah Heep, ma il resto non mi va’, così come il thrasher dice: ‘non ho voglia di vedermi degli headliner che non c’azzeccano nulla coi Destruction‘. Con questo non voglio dire che ai nostri esordi abbiamo fatto male, anzi. Solo che ci siamo sempre messi in discussione e abbiamo capito che la ‘strategia artistica’ doveva esser messa a punto. Qualcosa andava cambiato.

Luca: Ad essere precisi, anche nelle prime due edizioni c’è stato il desiderio di lavorare per blocchi monotematici o affini per stile, ma al tempo stesso è indubbio che le prime due line-up delle edizioni del 2012 e 2013 fossero di fatto un azzardo. È anche vero che, non sapendo come sarebbero andate le cose, abbiamo sempre considerato il fatto di tenere il costo dei biglietti il più basso possibile per venire incontro alle persone, evitando anche di fallire e far percepire un gap troppo elevato tra prezzo pagato e servizio offerto. Ci siamo messi in gioco ed è andata bene.

[Venom, headliner alla prima giornata dell’edizione 2023]

Nik: Riguardo il prezzo infatti, mai come oggi e memori di cosa accade in Italia, senza voler citare esempi vergognosi accaduti di recente, è importante oggi saper come si spendono i propri soldi. A mio parere se uno fidelizza sulla fiducia, riesce a dare continuità e sostenibilità negli anni alle proprie attività.

Luca: Sicuramente noi le valutazioni le facciamo bene e con trasparenza ed onestà intellettuale. Crediamo molto in ciò che facciamo e per questo ci mettiamo in discussione cercando anche di imparare dagli altri. Abbiamo nella nostra storia visto centinaia di eventi live, anche fuori Italia per cui, se sei bravo, catturi anche opportunità di miglioramento da ciò che propongono altri colleghi sulla piazza. Poi è chiaro che se una persona ha fatto brutte esperienza in Italia è lecito che si guardi le spalle da tutti… non è difficile pensare che anche gli altri ‘facciano così’ o ‘sono tutti farabutti incapaci’. Per questo dobbiamo dar tempo alle persone di conoscerci e per farci apprezzare dobbiamo proseguire sulla strada della professionalità a 360°.

Ale: È anche importante considerare le risorse a disposizione e non fare mai il passo più lungo della gamba. Ad esempio bisogna considerare la dimensione del locale e quello che si ha a disposizione. Dalle risorse esistenti si parte e si pianifica con equilibrio ed efficacia. Tanti partono da punti di vista sbagliati e poi si generano i disservizi. Ad esempio, la scelta dei partner è fondamentale. Penso al management del nostro locale che ha, da sempre, al centro della propria mission l’attenzione al cliente. Per cui è un partner con cui possiamo essere allineati. E così via anche per quanto riguarda tutti gli altri aspetti.

[Band e fan nell’area dei meet & greet]

Nik: Veniamo quindi alla parte attuativa. Quanto è importante il lavoro di gruppo e come siete organizzati?

Luca: tutto fa capo ad Ale che, al lato pratico, è il vero professionista del team dato che nella vita lavora nel mondo della live music. È a lui che è stato dato il ruolo di manager e quindi è lui che dirige tutto. Negli anni abbiamo analizzato molti aspetti e capito come coinvolgere la redazione. Ad esempio, le attività di stage manager e fonico sono affidati ad esterni, professionisti del settore mentre, per quanto riguarda le risorse ‘interne’, per tempo calendarizziamo le disponibilità di tutti. Riguardo la parte ‘interna’ nostra di Metalitalia, definiamo turni e mansioni quali, ad esempio: stand Metalitalia, catering, braccialetti all’ingresso, ecc. Come potete immaginare, la gestione dello nostro staff deve essere flessibile perché, non essendo lavoro full-time, ma un hobby, deve adattarsi alle esigenze personali, famigliari e lavorative di tutti. Chiaro che più siamo, meglio lavoriamo. Se siamo in pochi ottimizziamo. E questo comporta che il lavoro può essere più o meno intenso e stressante, ma noi ci mettiamo e ci metteremo sempre la faccia e faremo sempre di tutto perché il risultato sia all’altezza delle nostre aspettative.

Ale: integro le cose giuste dette da Luca. Anche qui possiamo affermare di aver trovato una buona formula. Il festival è ora su due giornate. E in questo anno di ‘gestazione’ le cose sembrano determinare la dimensione ideale, perfettamente equilibrata tra nostre risorse, capacità a dar risposta alle esigenze e dinamica di team tra chi lo fa di lavoro e chi dà supporto come team interno alla webzine. Io, Saverio Mollica di Cerberus Booking e Andrea Pieroni di Vertigo lavoriamo sul booking, con buona sinergia e collaborazione. A questo va ad aggiungersi il locale. Il Metalitalia Fest è quindi l’unione di quattro entità: Metalitalia.com, che si occupa dei meet & greet, della calendarizzazione, ecc., Cerberus Booking, Vertigo e Live Music Club che, come già accennato, mette a disposizione il proprio staff tecnico.

Luca: è molto importante sottolineare quello che ha appena affermato Ale. Va evidenziato che il Metalitalia Fest è un festival. Non si susseguono delle band sul palco. La gente non sta ferma in attesa davanti al palco eccezion fatta per un salto al bar. Questo è un festival. Il che significa che il nostro planning va a considerare anche il contorno e non lo analizza come ambito di ‘secondo piano’. Per noi il metal-market è importante, la ristorazione è importante, i meet and greet pure. Il nostro obiettivo non è organizzare un ‘concertone’, ma regalare una giornata di grande spettacolo, che possa essere vissuta a misura di appassionato di musica. Dobbiamo sempre fare qualcosa che faccia vivere al cliente la musica al 100%, anche quando non sta sotto il palco a guardarsi lo show, magari di una band che non apprezza o che in quel momento non vuol guardare. Uno dei punti chiave della nostra organizzare è: chi viene al nostro evento deve sentirsi libero, in tutti i sensi. E per garantire questa libertà ci lavoriamo un anno!

Ale: infatti quello in cui crediamo è che non si debba forzare il pubblico a stare per forza all’interno. Anche per questo la scelta del Live Music Club è la migliore in assoluto avendo aree esterne all’aria aperta. La gente può uscire nelle zone di pertinenza esterne, bersi una birra, parlare, sedersi, prendere aria. Ma non vincoliamo nemmeno a stare all’interno delle pertinenze. La gente vuole uscire per andare in auto o a mangiare in locali del paese vicino? Ok, nessun problema! La gente è libera di fare quello che vuole. Da noi c’è libertà. Certo, se mangiano da noi danno supporto all’evento, altrimenti davvero nessun problema. La cosa che mi irrita di ciò che accade fuori sono i bagarini e gli illegali che vendono il merchandise…

[Relax tra una band/birra e l’altra nell’area esterna…]

Nik: Ecco. Hai toccato un punto su cui volevo spendere qualche parola. Senti, gira molto questo mal di pancia relativo alle lamentele delle band sulle percentuali chieste dai locali sulla vendita del merchandise. Tanto per fare chiarezza nel caso qualcuno uscisse con queste affermazioni, potete dirci qualcosa a riguardo?

Ale: specifichiamo fin da subito che vendere merchandise significa ‘lavorare’ per cui, in Italia, per lavorare bisogna rispettare norme e disposizioni di natura fiscale e di sicurezza sul lavoro, qualunque cosa si faccia, altrimenti si opera in un contesto di illegalità e carenza di sicurezza sul posto di lavoro. Ora, vendere senza regole non comporta alcun investimento su parti terze o rispetto di norme. Tutti sappiamo che i costi per le band e i tour sono aumentati, ma aumentano per chiunque si trovi a dover lavorare in ambito musicale. Per cui se si mette a disposizione di una band una persona per la vendita o per altro, questa persona, da parte di chi organizza, deve essere pagata. Noi non lucriamo su nulla e non facciamo i ‘marcioni’, ma se va impiegata una persona in una postazione di lavoro, questa deve essere messa a norma e pagata. Per non entrare nei dettagli… ecco perché bisogna pagare delle quote se si fanno dei lavori… e la vendita, attività che genera profitto, deve essere tassata. Non lo diciamo noi. Lo dicono le norme. Se poi le band o chiunque altro lo vuole fare in nero, ok. Noi ci atteniamo ad informarli sulla cosa e a verificare che abbiano tutto per essere a norma. E li avvisiamo: ‘se arriva un controllo e vi inculano, non prendetevela con gli altri o con chi vi sta ospitando alla location’. Credimi, te lo posso dire con certezza, in tanti giocano col fuoco, senza rendersi conto che non è più come una volta dove le cose erano ‘tollerate’. Ribadisco, noi diciamo sempre di far fatture o battere scontrini, su tutta la linea. La correttezza, nonché la sicurezza e il rispetto delle norme, è un requisito della professionalità che ci contraddistingue e perciò vogliamo sia tutto a posto. Punto.

[Uno dei vari stand interni al metal market]

Nik: ineccepibile. Senti, cambiamo discorso; al di là delle band scelte, chi definisce l’orientamento artistico delle serate? Ad esempio se l’anno prima vi siete focalizzati sul death metal, l’anno dopo fate AOR? O puntate alle band in giro in zona in quel periodo?

Ale: nel caso di quest’anno, per esempio, siamo partiti dai Folkstone come headliner e di conseguenza abbiamo dato un tono folk all’intera giornata scegliendo band libere e secondo nostro gusto. Per la giornata del sabato invece non si è ragionato secondo il principio dell’headliner, ma sul concetto di ‘analogia’ del ‘tribute’. Come vedi i Pestilence faranno il vecchio set, Paul Di’Anno solo i brani dei Maiden di “Iron Maiden” e “Killers”, i Venom hanno un appeal unico per quanto riguarda i loro esordi e, a volerla dire tutta, sono stati un po’ il trigger per la musica estrema e per l’heavy metal britannico.

Luca: ti dirò, comunque cerchiamo un certo equilibrio tra la scelta a ‘tema’ e le band più libere in circolazione. Diciamo che tra le ipotesi in azione, più che un genere, cerchiamo un tema. Ad esempio, i Folkstone si portano molto pubblico che ama un certo modo di vivere la musica, non necessariamente quella folk, ma quella caratterizzata da un certo un mood, un certo immaginario… ed è un genere molto coinvolgente il loro! Il primo giorno invece è più a tema ‘old-school’. Ci sono band che richiamano death/technical death, black n roll/heavy metal… è un po’ la giornata del metal per come lo si intende in Germania. Pensa al Chaos Descends Festival, appunto in Germania. Dentro ci stanno band Death-Black-Thrash-Doom-Heavy-Rock-Psychedelic-Post Punk-Experimental… sembrerebbe tutto caotico, ma in verità c’è un filo che li lega tutti. In questa maniera, ambiziosa nel condurre una scelta artistica, si può garantire una variabilità notevole pur mantenendo in filo conduttore logico e coerente.

Ale: esatto. Se ci pensi, anche il secondo giorno non è tutto folk. I Draconicon sono ad esempio molto filo-power, ma ci stanno alla grande comunque. Ci sarebbe invece stato attrito nel posizionare il brutal death metal degli Hour of Penance con il folk spensierato dei Folkstone… è una questione di mood diciamo. Quando c’è il filo conduttore è come se si alimentasse lo stesso feeling, pur con generi diversi… e viene fuori il casino e il bordello di quel certo mood. Perfetto per noi!

[Crazy Lixx in occasione dell’edizione 2019]

Nik: senti, ora parliamo si ciò che accade in quanto parte fondamentale delle attività e che non tutti vedono ovvero i famigerati/famosi/leggendari, chiamiamoli come volete, ‘dietro le quinte’. Raccontateci qualche aneddoto…

Ale: beh, ce ne sarebbero di cose da dirvi. L’aneddoto più estremo è certamente quello relativo ai Watain. Sono davvero imbattibili da questo punto di vista. Devi sapere che prima del concerto fanno un rituale durante il quale si versano addosso del sangue. Quindi tutti i vestiti si impregnano. Suonano e poi li mettono a stendere all’aria aperta. Ora immagina tu sotto il sole che cosa non succede a quei vestiti tra puzzo di carne marcia e mosche che ci ronzano attorno. Se stai in zona hai dei serissimi problemi a mangiare qualcosa. Ah, poi c’è stato l’uragano! Il 10 settembre 2017, in occasione della giornata con i Death SS headliner. È arrivato sto delirio atmosferico, era tutto allagato: viabilità, tombini, seminterrati. Senza contare che abbiamo rischiato tantissimo sotto il profilo elettrico ed idraulico. Quello è stato per certo l’episodio più stressante e difficile di tutte le edizioni. Un evento da ricordare col sorriso è stato quando, in occasione di un fine giornata, tutti erano a pezzi e nessuno la mattina successivo era operativo per iniziare con il giusto piglio; per cui, all’alba, mi sono ritrovato da solo in giro per i supermercati a fare spese per i catering. Tutti ridevano, ma c’era poco da ridere!

Luca: ricordo anche l’edizione 2013 quando Vicious Rumors, Artillery, Demon, Tantara e Gama Bomb erano bloccati in Svizzera, alla frontiera. Considerato che i Tantara erano i primi a salire on stage, questi ragazzi hanno avuto tre minuti di numero per iniziare. Sono arrivati, sono volati giù dal furgone, hanno preso chitarre al volo e il cantante correva verso il palco con il microfono in mano. Tutto senza nemmeno conoscere il palco e se dalle casse spia si sarebbe sentito qualcosa… beh, dovete credermi se vi dico che sono stati forse i migliori dell’intera giornata. Stesso casino è successo un paio di anni dopo coi Testament.

[Watain in occasione dell’edizione 2022]

Nik: veniamo alle prevendite; non mi ha colpito più di tanto il fatto che sia quasi tutto sold-out ormai. Le ultime edizioni, e per quanto mi riguarda quella dello scorso anno in particolare, sono state qualcosa di grandioso a mio parere. Ma voi, ve lo aspettavate?

Ale: sinceramente avevamo visto che stavamo lavorando bene, ma nessuno si sarebbe mai aspettato un trend di vendita della seconda giornata di quella portata. È stato superiore a tutti gli altri anni e solamente l’edizione coi Testament headliner ha registrato un così alto successo. Non che la prima giornata stia andando male, anzi, siamo anche lì vicino al sold-out. Se ce la facciamo, raggiungiamo il top!

Nik: E il fatto che sarete al limite con tutto non vi mette un po’ di agitazione, in senso buono intendo?

Ale: la macchina del Metalitalia Fest è efficiente e collaudata! Noi siamo pronti; il live club è al top! Anche i colleghi del locale sono dei veri draghi di efficienza a livello di ristorazione e bar. Abbiamo il giusto numero di band. Abbiamo tutto quello che  ci serve per far bene!

Luca: esatto. Anche su questo abbiamo fatto valere l’esperienza passata. Bisogna saper anche capire quanti gruppi far salire sul palco per non andare in crisi, così da gestire eventuali imprevisti senza andare in burn out. Per farti capire. Il numero ‘contenuto’ di band garantisce a tutti dignità professionale. A partire dalle band che possono curarsi i suoni in fase di soundcheck, avere un buon tempo di esibizione, rilassarsi in spazi più ampi e dedicati e garantirsi l’incontro coi propri fan. Per la nostra dimensione, quando hai dodici band non ne vieni fuori bene tra cambi palco e il resto. Ne va a scapito della qualità della performance. Senza contare che lo staff arriva stremato a fine giornata, letteralmente piegato sulle ginocchia! Così è come gestiamo il festival altrimenti ci vorrebbero più palchi e più staff.

Ale: Luca ha detto bene. In questa maniera curiamo il ‘cliente’ a 360°, comprese le band. Aggiungo che se tutto è sotto controllo coi giusti tempi, anche quelli di respiro, è più facile che il tutto si svolga in sicurezza, aspetto per noi primario. Se comprimi tutto alla prima difficoltà si rischia troppo e perdi quella flessibilità che ti permette di gestire inconvenienti e le soluzioni alternative.

Nik: quindi siamo pronti a vivere un altro super fine settimana. Mi sembra di capire che quest’anno potrà essere davvero un anno epocale, considerato anche il fatto che è la decima edizione. Tra voi e gli altri si può proprio parlare di nozze di alluminio, in pieno stile metal!

Ale: a dir la verità ci sarà una sorpresa rispetto lo scorso anno…, ma voglio tenere la sorpresa per il momento giusto! Posso anticipare che ci sarà un up-grade al piano superiore del locale che, quindi, non ospiterà la zona ristorazione che passerà all’esterno. Sopra avremo una ‘cosa artistica’ diciamo… ma nei prossimi giorni ve lo sveleremo!

[Headquarter dello Staff redazionale]

Nik: beh che dire. Grazie mille per la piacevolissima chiacchierata. State facendo un lavoro davvero di livello. Sarà un piacere supportarvi e incontrarvi là a settembre. Lascio a voi i saluti ai lettori!

Ale: Luca è il super Boss per cui lascerò a lui i saluti. Personalmente mi sento di ringraziare Saverio Mollica di Cerberus Booking e Andrea Pieroni di Vertigo, tutto lo staff del Live Music Club, lo stage manager, i ragazzi del catering e tutte le persone coinvolte nei lavori alla venue, nonché le testate che come voi che ci danno supporto. Un mega grazie a tutti i ragazzi che on-line ci supportano, che verranno agli show e che condividono le foto dei biglietti… risponderemo facendovi incontrare i vostri artisti preferiti e faremo di tutto perché vi divertiate a livelli assurdi!

Luca: ringrazio anche io di cuore chi ha comprato i biglietti e voi di Truemetal. Al momento tutto va oltre le più rosee aspettative, soprattutto se consideriamo le difficoltà economiche di questo momento storico. Ringrazio chi è venuto a trovarci ogni anno e ha saputo apprezzare le sfide che ci siamo presi. Per noi è magico il fatto che le persone se ne vadano soddisfatte. Dai mancano novanta giorni circa. Vi do apputamento a settembre! Vi aspettiamo!

Info:

Mailticket
https://www.mailticket.it/manifestazione/GJ35/metalitalia-com-festival-2023

Ticketone
https://www.ticketone.it/artist/metalitalia-com-festival/

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