Intervista Methedras (Andrea Bochi)
Dopo cinque anni di silenzio sono tornati i Methedras con ‘Human Deception’, album al contempo tritaossa e parecchio innovativo. TrueMetal.it ne ha approfittato per fare due chiacchere con loro.
Intervista a cura di Antonio Miele
Buongiorno Methedras e benvenuti sulle pagine di Truemetal.it Raccontateci: cos’è successo tra il precedente album ‘The Ventriloquist’ ed il nuovo ‘Human Deception’? Soprattutto quali sono i motivi che hanno portato alla nuova lineup?
Ciao innanzi tutto grazie mille per l’interesse e lo spazio concessoci! guarda subito dopo la release di ‘The Ventriloquist’ ci siamo dedicati alla sua promozione dal vivo, suonando diverse date in Italia e all’estero, compreso due grossi eventi a cui abbiamo partecipato nel 2019, ovvero il supporto agli Slayer a Bucarest e la presenza al Metal For Emergency con gli Anthrax.
A distanza di tempo e a mente lucida, posso dire che lo stress accumulato nei primi mesi di quell’anno, subito dopo l’uscita di un album che era fermo da due per la mancanza della voce, e per cui avevamo firmato addirittura con Massacre Records, ci ha provato molto e a novembre il delicato equilibrio che aveva permesso il ritorno dello storico cantante è saltato definitivamente e malamente, seguito ad inizio 2022 anche dall’abbandono del batterista per motivi personali.
Come avete scelto i nuovi musicisti? Avete fatto una sorta di casting o già li conoscevate?
Rex è un amico di vecchia data nonché ex fonico della band, ha fatto molti tour internazionali con noi, ci conoscevamo già molto bene, il pensare a lui mi è sorto spontaneo dopo la realizzazione dell’ennesimo fallimento al comparto voce, e devo dire che è andato ben oltre le aspettative raggiungendo linee vocali mai nemmeno ipotizzate in precedenza, aumentando portata e apertura dei brani in modo esponenziale.
Edo invece lo conosceva bene Dani, dopo l’abbandono del nostro batterista anche per lui è stato come un passaggio obbligato ma naturale, accolto con grande favore, Edo in quattro mesi ha imparato tutte le parti nuove e molte le ha riscritte, aggiungendo un gran tocco di potenza e controllo senza eguali, il lavoro sulla batteria, sia in fase di esecuzione che mixaggio, è stato davvero eccezionale.
‘Human Deception’: l’inganno umano. Mi sembra che il titolo dell’album dia una visione parecchia negativa del nostro mondo: mi sbaglio?
No assolutamente, l’inganno umano è esattamente la rappresentazione sintetica del male assoluto dei nostri tempi: cioè noi stessi, che con le nostre menzogne e algoritmi cerchiamo di plasmare tutto, profilare i comportamenti, simulare i sentimenti, mercificare le reazioni, finendo col distruggere in realtà tutto quello che sottende la nostra stessa vita: il nostro pianeta, madre natura, l’amore per il prossimo, il senso di condivisione, e il desiderio di serenità.
Sono passati 37 anni dal disastro alla centrale nucleare ucraina di Chernobyl ma l’argomento è ancora tremendamente attuale tanto che i Methedras ci hanno scritto un brano. Volete parlarne?
Certamente, prima ancora che i recenti venti di guerra rispalancassero vecchi vasi di Pandora mai realmente sigillati, bastava rivolgere lo sguardo allo stato disastroso in cui versa il nostro pianeta da un punto di vista ambientale e di sfruttamento delle risorse, per capire quanto siamo arrivati vicini al punto di non ritorno.
Abbiamo definitivamente compromesso le generazioni future se non addirittura la nostra, tanto che la salvaguardia della biodiversità e del sistema-ambiente dovrebbe essere il primo punto in cima all’agenda di ogni singolo governo, supportato da tutte le evidenze che abbiamo del cambiamento climatico in essere, e invece – incredibilmente – continuiamo aa ostinarci ad alzare muri, creare divisioni e ineguaglianze, inquinare, bruciare, deforestare, commettere crimini e ingiustizie di tutti i tipi, bombardare civili e sparare razzi sulle abitazioni.
Con questo pezzo volevamo riportare l’attenzione sul rischio estremo che l’avidità umana ha portato in dote ai nostri tempi, e anche omaggiare gli eroi che hanno reagito fin dalle prime ore del disastro sacrificando la loro vita in nome di una “umanità” che troppo presto di è dimenticata di loro.
Già che ci siamo parlateci in generale anche delle altre tematiche di ‘Human Deception’. C’è un filo conduttore che lega le canzoni o trattate vari argomenti?
I testi li ha scritti di suo pugno Rex, appena dopo il lockdown, periodo in cui ha sofferto in prima persona le restrizioni antipandemiche lavorando nella filiera dello spettacolo, ha sentito profondamente quel periodo come tutti i suoi colleghi, è rimasto molto colpito, in senso negativo, dalle reazioni estreme che ne sono scaturite.
I vari pezzi dell’album sono pervasi da un senso di critica molto accentuato, soprattutto a livello sociale, dove dilagavano caos e disinformazione, gente convinta delle proprie idee a tal punto da rompere amicizie pur di sostenerle (‘Know it All’), in una generale sopraffazione da innegabile condizionamento mediatico (‘Injected Thoughts’).
Altri brani parlano di argomenti più o meno connessi dove gli obiettivi privilegiati della nostra critica sono stati ignoranza, arroganza (‘Envy Society’), individualismo, antropocentrismo (‘A New Deal’), superbia umana (‘Another Fall’), nichilismo e disperazione (‘Layers of Grief’), passando per la crisi che riguarda ambiente e clima (‘Chernobyl’), così come la sfera più interiore e psicologica (‘Psychotic’).
Perché avete deciso di far uscire ‘Envy Society’ come primo singolo? Tra l’altro il video da un’idea abbastanza schietta del contenuto. Cosa ci dite?
Abbiamo scelto i singoli con la logica dell’invitare progressivamente l’ascoltatore al nuovo sound, partendo da qualcosa che potesse fornirgli un ponte col passato, ed ‘Envy Society’, sebbene apra già ad interpretazioni moderniste, rappresenta perfettamente il trait d’union con quanto fatto in precedenza.
il video ricalca fedelmente il testo che parla del degrado opprimente in cui stanno sprofondando la nostra Società e i nostri costumi, degrado rappresentato in primo luogo dal predominare dell’apparire rispetto all’essere, dell’ostentare in contrapposizione al possedere, del mondo virtuale contro quello reale.
C’è anche il video di ‘Psychotic’, abbastanza crudo, direi.
‘Psychotic’ è il secondo singolo che abbiamo scelto, per noi rappresenta una vera svolta questo brano molto particolare, a bassi giri, ipnotico e ossessivo, che trasporta chi lo ascolta in una dimensione ben diversa da quella canonica in cui ci si aspetterebbe di trovare una band come la nostra, e volevamo assolutamente condividere con il pubblico questa nuova formula, come per urlare al mondo che i Methedras stanno evolvendo in qualcosa di inaspettato e radicale, grazie anche alle meravigliose orchestrazioni del maestro Francesco Ferrini che in questo pezzo ha dato altissima prova di se. Chapeau!
Cosa rappresenta la copertina dell’album e chi l’ha disegnata?
La copertina è il risultato di un concept a mo’ di maschera o volto androide che racchiude le principali emozioni umane, simulate all’occorrenza nell’interpretazione della nostra stessa esistenza, sublimando quindi il concetto di inganno umano, filo conduttore di tutto l’album.
L’autore dell’artwork si chiama Cameron Gray ed è un artista australiano visionario, poliedrico e molto giovane, ha conseguito anche premi importanti, lo abbiamo scoperto per caso, ci siamo subito innamorati delle sue opere, cercavamo qualcuno che fosse in grado di mettere su carta le idee che ci balenavano in mente da musicisti, e l’artwork che ha confezionato per noi è davvero strabiliante, pieno di dettagli incredibili, rimarrei ad osservarlo per ore.
Com’è stato registrare l’album in terra svedese e con il ‘padre’ del cosiddetto Göteborg sound? Quanto Ha lasciato spazio alla vostra creatività?
Volevamo uno studio di caratura internazionale per questo album, qualcuno di leggendario che avesse contribuito a plasmare uno dei nostri generi preferiti, e allontanandoci stilisticamente sempre più dal Thrash della Bay Area, l’altra portante dominante rimaneva il Death scandinavo, il cerchio a quel punto si è chiuso in direzione Svezia, per la precisione dal signore che ha inventato il Göteborg sound.
Il lavoro di Freddy è stato incredibile, a detta di tutti quelli che hanno ascoltato il disco, indipendentemente dai gusti musicali, tutti concordano nel dire che la produzione è veramente stellare, amplifica le componenti innovative sublimandole in un suono davvero micidiale, freddo ma caldo allo stesso tempo, coinvolgente, ammaliante, ma appena abbassi la guardia diventa oscuro, sadico, perverso.
lo studio ci ha lasciato praticamente carta bianca a livello creativo, ci conoscevano già, anzi a dirla tutta proprio Rob – il tecnico dello studio b – ci ha contattati, e noi lo abbiamo voluto coinvolgere fin dalle primissime sessioni di pre-produzione, in modo da avere un punto di vista esterno e più obiettivo possibile della nostra musica, e tutti i suoi suggerimenti sono stati azzeccati e provvidenziali per arrivare al risultato che chiunque oggi può ascoltare.
Quale brano di ‘Human Deception’ rappresenta meglio il nuovo corso dei Methedras? Devo dire che mi ha incuriosito molto ‘The Abyss’.
Penso che il secondo singolo scelto ‘Psychotic’, ad esempio, rappresenti a pieno titolo un ottimo biglietto da visita per mostrare il nuovo corso della band, ma ci sono anche altri brani un po’ più distopici come ‘Another Fall’ e ‘Chernobyl’ che sarebbero perfetti candidati.
Secondo me invece ‘The Abyss’, che gioca molto su di un ritornello orecchiabile con voce quasi pulita, è un pezzo sui generis che stacca molto dal contesto del disco e da tutta la nostra produzione passata, è stata la classica jammata in sala registrata poi anche in studio, dove ognuno ha creato la sua parte in modo naturale e immediato, non sono stati fatti arrangiamenti o ragionamenti particolari, è un brano frutto dell’interazione spontanea di quattro musicisti che quella sera avevano voglia di mischiare un po’ le carte in tavola.
Le novità stilistiche introdotte in questo nuovo lavoro sono più un cambiamento o un’evoluzione secondo voi?
Sicuramente un’evoluzione, non abbiamo mai snaturato le nostre radici e la portante principale del nostro sound, rimaniamo comunque ancorati al genere che suoniamo da quasi 30 anni, è la nostra casa, una sorta di comfort-zone dalla quale non vogliamo e non dobbiamo allontanarci troppo, equivarrebbe a rinnegare il passato e il supporto delle persone che ci conoscono da tempo.
Questo però non significa che non possiamo giocare con tutta una gamma di sfumature e aperture che sono a portata di mano, davanti a noi pronte per essere colte, e parimenti sarebbe un oltraggio alla bellezza e alla poesia del creare musica se non provassimo a sperimentare con tutti i colori della tavolozza che abbiamo fortunatamente a disposizione.
Ed ora la solita domanda che si fa ai gruppi italiani che suonano questo genere così difficile da divulgare nel nostro Paese: secondo voi com’è la situazione attuale del Metal nella nostra penisola?
Siamo ormai un paese che non ha nulla da invidiare agli altri, in termini di scena metal, le band ci sono, le etichette e le agenzie anche, ultimamente ho visto più coesione e maggiore professionalità, servizi più mirati al pubblico, investimenti, un sacco di gente là fuori ci crede e questo è solo un bene, ci vorrebbe solo un pubblico un po’ meno autoreferenziale e polemico e saremmo al top!
Quali sono i vostri programmi per il prossimo futuro immediato? Come intendete promuovere ‘Human Deception’? C’è un tour od altri video?
Nell’immediato spingeremo ancora l’ultimo nato a livello promozionale con nuovi lyric video, poi vorremmo tornare a suonare all’estero come si deve, abbiamo fatto una puntata in est Europa e Baltici a maggio, è stato bello e importante dopo anni di nulla, ma poteva andare meglio a livello promozionale.
al prossimo giro, possibilmente in paesi europei più occidentali, metteremo in campo una strategia promozionale diversa e localizzata sul territorio, per raccogliere ancor più consenso.
Concludiamo questa breve intervista lasciando a voi i saluti ai lettori di Truemetal.it ringraziandovi per il tempo concesso. Grazie.
Siamo noi a dover ringraziare Truemetal.it per esistere – prima di tutto – e per l’interesse mostrato nei confronti della nostra musica, senza un portale di riferimento come il vostro non esisterebbe nemmeno la cosiddetta scena metal italiana! un caloroso saluto a tutti i vostri lettori che invitiamo a seguirci dal vivo e on-line, soprattutto se sono alla ricerca di qualcosa di moderno e che non teme contaminazioni!! grazie mille, Antonio Miele.