Thrash

Intervista MG66 (Claudio Vanzetta)

Di Andrea Bacigalupo - 26 Luglio 2017 - 8:00
Intervista MG66 (Claudio Vanzetta)

Facciamo una chiacchierata con Claudio degli MG66, Thrash band Trentina che, dopo nove anni di silenzio discografico torna a farsi sentire con il buon singolo Grow a Pair.

MG66 logo

Ciao Claudio, benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it e grazie per questa intervista. Gli MG66 sono sorti nel 2007 dalle ceneri degli Inertia, hanno inciso l’album ‘In The House of Liv’ nel 2008 e sono tornati in sala d’incisione ora per sfornare il nuovo singolo ‘Grow a Pair’. Cosa è successo in questo lasso di tempo?

Ciao Andrea, intanto grazie per l’interesse dimostrato nei confronti della nostra band, fa sempre piacere essere intervistati da un sito di riferimento importante come TrueMetal.it.

Come riportavi correttamente tu, il nostro album risale al lontano 2008……… in tutti questi anni, oltre ad essere diventati genitori, abbiamo avuto dei grossi problemi di lineup che, ovviamente, hanno ridotto la produzione di brani nuovi e le esibizioni live. Tra l’altro, non è facile trovare validi sostituti, soprattutto in una Regione piccola come il Trentino Alto Adige. Fortunatamente il destino ha voluto che il cantante/chitarrista Enrico Rossetto (con il quale suonavo già ai tempi delle superiori) abbia deciso di unirsi al gruppo. Tutto ciò ha portato nuovi stimoli positivi, che si sono concretizzati con la registrazione e la pubblicazione del nuovo singolo ‘Grow a Pair’.

‘In The House of Liv’ aveva ottenuto dei buoni consensi; siete soddisfatti del risultato del lavoro?

Effettivamente il nostro primo album aveva avuto recensioni positive, sia sotto il lato meramente tecnico, essendo comunque un’autoproduzione, sia sotto il lato artistico. L’ottimo lavoro fatto in studio dal professionista ‘Soundpusher’ Mauro Andreolli fu di fondamentale importanza per la buona presentazione dell’album.

Diciamo che, a parte qualche bella recensione, il disco non ci ha portato nulla di rilevante…… anche perché già l’anno successivo iniziavano i problemi con alcuni ex componenti della band. Reputo comunque ‘In the House of Liv’ un buon prodotto, un’ottima fotografia di quello che erano gli MG66 in quel periodo.

Quali sono le principali differenze, a livello di stile, tra gli MG66 degli esordi e quelli di oggi?

Gli MG66 di oggi sono una band anagraficamente ed artisticamente più matura, meno frivola se vogliamo. Reputo questa formazione a quattro la migliore con cui abbia mai lavorato da quando ho iniziato a suonare la batteria nel lontano 1986. Io credo che questo gruppo sia molto più affiatato, sia come stile compositivo sia come background; avendo praticamente tutti la stessa età attingiamo, bene o male, da quelle mitiche band che ascoltavamo tutto il giorno a cavallo tra gli anni ‘80 ed i primi anni ‘90: Slayer, Metallica, Pantera, Guns n’ Roses ed altre.

Chi ha composto ‘Grow of Pair’?

Il nuovo singolo, ‘Grow a Pair’, è stato composto dal trio Stefano Chenetti, Claudio Vanzetta e Davide Brida Montibeller. Il nuovo cantante, Enrico Rossetto, ha partecipato all’arrangiamento di alcune parti di chitarra ritmica ed, ovviamente, all’arrangiamento della linea vocale. Il testo, come tutti i testi degli MG66, è stato scritto da Stefano che, oltre che a scrivere testi interessanti, ha un’ottima conoscenza della lingua inglese, il che non guasta!

‘Grow a Pair’ è uscito, per ora, come singolo. Avete in programma la registrazione di un album?

Certamente, adesso la nostra priorità è quella di comporre e registrare dei gran bei pezzi. Alcune idee sono già in fase di lavorazione; comunque preferiamo la qualità alla quantità. Meglio quattro bei brani che un album di dieci pezzi mediocri. Sei d’accordo con me, Andrea?

Senz’altro si, son più che d’accordo. Il titolo del nuovo brano significa ‘tira fuori le palle’. Qual è il senso che date a questa affermazione? In generale, di cosa trattano i testi degli MG66?

Come hai detto giustamente tu, l’affermazione ‘Grow a Pair’ in slang americano significa ‘tira fuori i coglioni’. E’ sostanzialmente un’esortazione a tirare fuori le palle nella vita di tutti i giorni, ad essere se stessi, a non lasciarsi abbattere ed eventualmente a cercare aiuto nelle persone che ti stanno vicino. Si vedono tanti ragazzi che, inerti, seguono solo quello che fanno gli altri, magari senza volerlo. ‘Grow a Pair’ parla di questo: ‘tira fuori i coglioni’, sii te stesso e non aver paura di esserlo. Generalmente i testi parlano di tematiche simili, abbastanza introspettive.

Nel 2007 da Inertia siate diventati MG66. Perché la scelta di cambiare nome? Quale è il significato dell’attuale monicker?

Questa scelta era stata fatta perché, con l’entrata nella band di Davide, si creava un soggetto artistico abbastanza diverso. Gli angoli erano più smussati e la melodia più presente, volevamo dare una svolta. In quel periodo era quello che ci sentivamo di fare e lo abbiamo fatto. Il nome MG66 è un mash-up tra la letale mitragliatrice ‘MG42 Maschinegewehr’ e la mitica strada ‘Route66’, detta anche ‘The Mother Road’. Questo nome, crediamo, rappresenti bene il nostro stile, ossia un incrocio tra l’aggressività del Thrash, la potenza del Groove e la melodia di matrice ‘Hard Rock’.

Le  vostre attività live in programma?

Quest’estate abbiamo suonato e suoneremo ad alcuni open air nella nostra zona. Sicuramente, un obiettivo prossimo sarà quello di espandere il nostro pubblico attraverso delle esibizioni fuori Regione. Gli MG66 sono un gruppo che rendono molto di più dal vivo che su disco. Sulla nostra pagina facebook trovate, ovviamente, tutte le info relative ai prossimi concerti.

Come vedi la scena Thrash della nostra penisola? Le opportunità di suonare dal vivo ci sono, oppure è difficile salire sui palchi?

La scena Thrash Italiana la vedo abbastanza florida, però, secondo me, è troppo legata al Thrash seminale anni ‘80. Personalmente ritengo più interessante e fresca una proposta musicale che, dalle solide basi del Thrash classico, si evolve verso sonorità più attuali. Sul nostro primo album si trova un brano intitolato ‘Nostalgia Kills’ e questo dice tutto. Salire sui palchi è abbastanza difficile: finché sei poco conosciuto devi sbatterti con mille e-mail e telefonate. Avere un’agenzia sicuramente potrebbe aiutare……… al momento facciamo tutto da soli senza aiuti esterni.

MG66foto

Claudio, per un periodo hai suonato con gli Skanners, forse tra le prime metal band italiane. Cosa ci puoi raccontare di questa esperienza?

Ho un bel ricordo dell’esperienza Skanners. Ho suonato con loro dal 2001 Al 2005, era appena uscito il disco ‘Flagellum Dei’ e abbiamo fatto dei concerti entusiasmanti. Ho imparato molto da loro, soprattutto a ricercare la professionalità nelle piccole cose, nei dettagli.

Perché suonare Thrash Metal al giorno d’oggi? Cosa sprigiona nell’anima questo genere, che, pur avendo trentacinque anni, continua a rimanere in sella alla sua moto?

Perché suonare questo genere? Perché lo adoriamo: la potenza, la velocità, il groove ……… io credo si trovi solo nel Thrash o in quello in cui si  è evoluto nel corso degli anni.

Purtroppo siamo arrivati alla conclusione. Un sentito ringraziamento a Claudio per la sua disponibilità.

Lasciamo a lui i saluti ai lettori di TrueMetal.it. Grazie!

Grazie di cuore a te, Andrea, ed a tutti i lettori di TrueMetal.it; mi raccomando ragazzi: continuate a supportare il Rock in tutte le sue forme artistiche. Ciao dagli MG66. 

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