Intervista Michael Thompson Band (Michael Thompson)
Il nuovo album “The Love Goes On” è l’ennesima prova di classe di un musicista unico come Michael Thompson, riunito per l’occasione con lo storico cantante Moon Calhoun, assieme al quale ha inciso alcune delle pagine più significative dell’AOR e del rock melodico.
Abbiamo avuto la possibilità di incontrarlo per una breve intervista: il fondamentale guitar player non ha deluso le nostre aspettative, dimostrandosi persona estremamente disponibile e cordiale…
Intervista a cura di Fabio Vellata
Ciao Michael, sono Fabio di www.Truemetal.it.
Grazio in anticipo per averci concesso l’opportunità di questa intervista!
Ciao Fabio…
Lascia che ti dica, anzitutto, che mi è piaciuto molto il tuo nuovo cd. Complimenti per l’ottimo lavoro!
Le canzoni sono una collaborazione tra te, Calhoun e Croucier. Si tratta di materiale completamente nuovo o c’è anche qualche vecchia ispirazione che era stata chiusa nel cassetto da tanto tempo?
Grazie, sono contento che ti piaccia il disco! È tutto materiale completamente nuovo che abbiamo scritto quest’anno appositamente per il nuovo cd…
Te lo chiedo perché stavolta la vicinanza con il mitico “How Long” sembra molto più concreta. È una coincidenza?
Anche se sono passati 35 anni dall’uscita di How Long, ho sempre pensato che io e Moon avessimo altro da dire su come fare un altro disco insieme… ci è voluto tutto questo tempo perché finalmente accadesse!
Ecco, proprio a proposito di Calhoun. Come vi siete ritrovati dopo tanti anni e dove è scoccata la scintilla per un nuovo cd insieme?
Siamo stati amici intimi per molto tempo, ma non abbiamo mai più tentato di fare un altro disco della MTB. Moon ha avuto un tragico incidente in bicicletta a metà degli anni ’90 – è rimasto paralizzato su una sedia a rotelle da allora… poi la sua amata moglie June è morta di cancro nel 2000. Aveva molto da affrontare ma ha mantenuto un ottimo atteggiamento. Avevamo parlato di fare qualcosa di nuovo e durante il blocco del Covid Mario di Frontiers mi ha inviato un’e-mail con l’idea che io e Moon facessimo un nuovo disco come Michael Thompson Band. Ho scritto alcune tracce musicali e Tom Croucier e Moon hanno scritto testi e melodie. Tutto è andato bene e si è combinato insieme abbastanza facilmente…
Nella ristampa del disco MTB originale pubblicato da Frontiers tra l’altro, c’era una nuova canzone chiamata “Wheelchair”… inclusa in questa nuova versione di “The Love Goes On” nel caso in cui la gente non l’avesse sentita all’epoca.
Quindi la vostra collaborazione è destinata a durare in futuro o si limita solo a questo singolo cd?
Spero potremo farne almeno un altro insieme. Il team che avevamo per questo disco – io, Moon, Tom Croucier e Michael Heart – ha lavorato davvero bene, è stato tutto davvero molto divertente!
Il titolo dell’album è “Love Goes On”. A cosa si riferisce? Al tuo rinnovato amore per la musica o qualcos’altro?
Beh, l’ultimo disco si chiamava “Love and Beyond”… è una specie di filo conduttore. Vogliamo solo lanciare un buon messaggio… ci sono già sin troppe cose negative nel mondo…
Considerato il disco live, questo è il quarto CD che pubblichi per Frontiers. Ti trovi bene con loro? Pensi che la collaborazione durerà ancora a lungo?
Loro mi piacciono molto. Penso che facciano un ottimo lavoro con i dischi che pubblicano. Sono contento che ci diano l’opportunità di portare la nostra musica nel mondo affinché la gente possa ascoltarla. Che è poi l’unico motivo per cui incido…
Sei considerato uno dei più importanti chitarristi viventi. Parlando dell’approccio alla musica in sé, quanto pensi sia importante il valore tecnico di un musicista, rispetto al feeling e al calore con cui compone ed esegue le canzoni?
Il sentimento e il calore sono gli aspetti più importanti della musica. Sì, devi avere la tecnica e la capacità di trasmettere le tue idee musicali all’ascoltatore, ma non ha senso senza la passione…
E ti sentiresti a tuo agio suonando un disco da puro di guitar hero alla Satriani? Hai mai pensato di farne un altro dopo MT Speaks?
Potrei fare un altro disco strumentale prima o poi, ma per ora trovo più soddisfacente scrivere canzoni orientate sulla voce. Quando faccio concerti dal vivo mi diverto a suonare brani strumentali in cui posso essere il protagonista con la mia chitarra. Si, è qualcosa che mi piacerebbe fare di più, in effetti.
Guardando indietro, c’è qualcosa nella tua carriera che faresti diversamente? Forse non lasciar passare tanti anni prima di un nuovo album della Michael Thompson Band?
Penso che le cose accadano nel modo in cui dovrebbero e questo disco doveva uscire ora. Ero così impegnato negli anni ’90 e nei primi anni 2000 a suonare che non ho nemmeno avuto la possibilità di svilupparmi come artista, ma è fantastico – ho avuto modo di suonare su molti successi!
Tanti anni fa, era il 2005, ricordo di averti visto tra i musicisti presenti nel cast di un famoso programma televisivo italiano. Se ho buona memoria era Rockpolitik di Adriano Celentano. Ci racconti come sei stato coinvolto e che memorie hai di quell’esperienza?
Fare lo spettacolo Rockpolitik con Celentano è stata un’esperienza “unica nel suo genere”. Inizialmente, dovevo solo fare il primo spettacolo, quindi sono volato a Milano, ho partecipato alla prima puntata, poi ripreso l’aereo e sono tornato a casa a Los Angeles. Quando sono arrivato mia moglie ha detto: “Hanno appena chiamato e vogliono che tu torni in Italia per altre tre puntate”!
Quindi, mi sono girato e sono tornato di nuovo in Italia: immagino che mi considerassero una specie di “simbolo porta fortuna”. È stato divertente: il mio impegno consisteva nel suonare i primi 5 minuti dello show con Adriano e poi avevo finito fino alla settimana successiva. Ho girato tantissimo per Milano da solo ma mi sono anche divertito un sacco!
Ma com’è lavorare con Celentano?
Ho fatto 5 o 6 dischi con Celentano, credo che uno di questi sia stato uno dei più venduti nella storia italiana. Prima di iniziare a lavorare con lui non avevo idea di quanto fosse famoso e amato. Quando andavamo a pranzo veniva assalito da persone che volevano avere il suo autografo. Anche se non parlava molto inglese, ci siamo collegati musicalmente. Finivo un assolo o una parte e lui diceva “Bello, bello Michael…”!
La Michael Thompson Band è ricordata soprattutto per il celebre debutto del 1989, un album che non è difficile definire fondamentale per AOR e WestCoast. Il confronto costante e inevitabile con quel capolavoro ti è mai pesato nel corso della tua carriera?
No, all’epoca non ci rendevamo conto che c’erano un sacco di persone là fuori a cui sarebbe piaciuto quello che stavamo facendo. Avevamo a malapena abbastanza canzoni per fare il disco (nell’88)… ottenere un contratto discografico ci colse di sorpresa. Non sapevamo nemmeno cosa fossero AOR o West Coast – stavamo solo cercando di trovare dei brani che ci piacessero e che sentivamo rappresentassero la nostra musicalità…
Le canzoni avevano un’atmosfera particolare e Moon donava sicuramente una specie di marchio con la sua voce: posso capire perché le persone hanno risposto in quel modo…
Spero che i nostri fan adoreranno ascoltare Moon di nuovo – penso canti ancora alla grande. Il ragazzo ha attraversato molte tragedie ma è ancora un interprete brillantissimo!
Beh, grazie mille per il tuo tempo prezioso. Te lo sarai sentito dire mille altre volte, ma credimi, per me davvero così: è stato un vero onore.
L’onore è mio, grazie per l’attenzione e l’ascolto!
Grazie Fabio, ti auguro ogni bene e buona fortuna per tutto!
Discografia Michael Thompson Band:
- How Long (1989)
- Future Past (2012)
- Love and Beyond (2019)
- High Times – Live in Italy (2020)
- The Love Goes On (2023)