Intervista Michael Wilton (Queensrÿche)
Dunque, caro Michael. Com’è stato il tour fatto insieme ai Judas Priest?
Oh, fantastico! I Queensryche hanno già suonato insieme ai Judas Priest e questo è stato un ottimo trampolino di lancio per tornare a fare tour dopo la pandemia. Siamo loro molto grati, abbiamo un bellissimo rapporto e in ottobre suoneremo ancora coi Judas Priest per otto settimane. È fantastico suonare con loro, sono una band che ascoltavo da ragazzino: mi hanno influenzato molto, trovavo assolutamente fighe le band con due chitarristi! Quindi è fantastico poter suonare con loro oggi.
Digital Noise Alliance: se parliamo di produzione ed arrangiamenti, ha un sound molto diretto. È una scelta intenzionale? Hai anche usato degli amplificatori Marshall dei primi tempi!
Sì, voglio dire… Si trattava di portare un riff, poi Casey Grillo aggiungeva la ritmica, Todd una linea melodica: il nuovo approccio intrapreso è stato quello di avere tutti nella stanza a dare la propria opinione sulla canzone. Penso che sia molto gratificante perché avviene in tempo reale, non è come mandare una canzone via email, aspettare che arrivi, aspettare che la aprano, aspettare che l’ascoltino, aspettare che rispondano – se pure lo fanno, magari mesi dopo! Qui si è trattato di qualcosa di spontaneo, di improvvisato: le canzoni uscivano, cinque al giorno! Per fare un paragone, nei primi anni Ottanta, quando abbiamo iniziato, si trattava di cinque persone in una stanza. Ognuno illustrava le proprie idee e imparavamo le canzoni, è stato molto simile anche oggi: un’energia che veniva trasmessa alle canzoni. Credo che le persone che ascoltano l’album sentano questa energia e si connettano ad essa, sentendo sprazzi del passato, degli album storici. Come chitarrista originale della band, quando le idee mi escono dalla testa ovviamente ci sono le radici dei Queensryche nelle parti di chitarra (ride)! Credo che le persone lo noteranno nell’album insieme all’approccio moderno e credo che sia un buon mix tra i Queensryche storici e quelli moderni. Zeuss, il produttore, ha voluto usare i miei vecchi amplificatori Marshall: ha usato il Torpedo Captor collegandolo in modo da avere le casse nel software e il tutto suonava benissimo! Non ho usato i miei amplificatori Marshall per almeno quindici anni (ride)! Dunque è anche stato molto divertente e il suono è davvero ottimo: tutti stanno lodando il suono di chitarra, perciò sono felice!
Quanto ha influito la pandemia sulla creazione del nuovo album?
La prima volta che ho parlato con Todd e Zeuss per capire la direzione del disco sono andato in Florida senza nemmeno la chitarra, giusto per un incontro. Ma Zeuss aveva il suo equipaggiamento per la registrazione e ci ha detto: «Perchè non mettiamo giù qualche idea?». Abbiamo scritto qualcosa e Casey Grillo – che era anche lui in Florida – ci ha raggiunti, dato che avevamo il set di batteria elettronica montato in studio. Ha iniziato a suonare delle ritmiche sui miei riff, ecco come abbiamo costruito il tutto tirando fuori cinque o sei canzoni al giorno. Poi abbiamo organizzato delle riunioni a gennaio, inizio febbraio: mi sembra che io ed Eddie siamo volati là quattro volte o giù di lì: ogni volta che eravamo là, continuavamo a comporre! Una volta terminato con la composizione e la preproduzione, avevamo più di venti canzoni e Zeuss ci disse che dovevamo sceglierne dieci-dodici per il disco: le abbiamo scelte, abbellite, ci abbiamo lavorato su e a gennaio 2022 abbiamo registrato. La pandemia mette in crisi una band hard rock-metal, perché le band promuovono il disco mediante i tour e se non vai in tour non ha molto senso far uscire un album! Per noi, tornare lentamente alla normalità e viaggiare una volta che la situazione era tornata sicura è stata una scelta azzeccata. E come hai detto tu prima, siamo stati in grado di seguire i Judas Priest in tour, ricostruendo lentamente l’aspetto del tour per promuovere le cose.
Qual è il significato degli album in formato fisico, in quest’epoca digitale, secondo te?
La nuova ondata di ascoltatori musicali di quest’epoca non è molto per l’acquisto dei cd: oggi si tratta di andare su YouTube, guardare un video della band e poi forse scaricare la musica. Purtroppo le cose stanno cambiando in questo senso perché quando una band butta fuori un disco, un cd, dovrebbe essere ascoltato dall’inizio alla fine! Oggi invece, secondo me, si tratta di più della canzone singola: le cose stanno decisamente cambiando, ecco perché le band suonano di più dato che la gente non compra la musica. La ascoltano su YouTube o la scaricano per un dollaro (ride)! Come dicevo prima, devi imparare ad adattarti e capire come far andare avanti i tuoi affari in quest’epoca di media digitali. Con Digital Noise Alliance andiamo addirittura oltre: i social media influenzano così tante persone, dicendo loro come devono pensare e come supportare quello che vogliono sia supportato. Per me si tratta solo di rumore, di chiacchiere, di sensazionalismo: è triste che l’epoca digitale nei social media sia così ipocrita e supponente al punto che non puoi farti un’idea tua! Vogliono dirti come pensare: ecco di cosa tratta Digital Noise Alliance, dei gruppi di social media che controllano tutto.
Qual è la tua percezione dei primi dieci anni e dei primi quattro album col potentissimo Todd La Torre alla voce?
Sì, Todd è con noi da dieci anni, è stato un bel viaggio, ha fatto un grande lavoro coi Queensryche: abbiamo progredito di album in album e lui è migliorato con ogni nuovo disco. Ci siamo massacrati di tour e lui questo lo adora, così come ama cantare sia i pezzi nuovi dei Queensryche che i classici. Siamo fortunati perché è anche un grande batterista (ride), è bello andare in giro con lui: è un giocatore di squadra, sono felice che sia nei Queensryche.
Perchè la scelta di registrare una cover del capolavoro di Billy Idol, Rebel Yell? Cosa significa per te personalmente?
Beh, avevamo l’obbligo contrattuale – con l’etichetta discografica – di portare dieci o undici canzoni. A loro piacciono le canzoni extra, le bonus track: questa volta, invece di mettere come bonus la versione live di uno dei nostri brani, abbiamo deciso di fare una cosa diversa, una cover. Originariamente dovevamo fare un pezzo dei Cult, She Sells Sanctuary, ma Todd non si sentiva a suo agio a cantarla e dunque ha avuto l’idea del brano di Billy Idol! È stato divertente, abbiamo messo un pizzico di Queensryche nella canzone pur con le reminiscenze originali… E Todd ha spaccato alla voce, fantastico! Non so, forse dovremmo farla dal vivo, la gente sarà molto sorpresa, si gratterà la testa e dirà: «Cosa?»…ascolteranno e diranno: «Che bomba!».
Decisamente! Hai dei ricordi preferiti e quali ricordi preferiresti non avere degli anni Ottanta e primi Novanta, un’epoca molto diversa da oggi?
Sì, ci sono così tanti bei ricordi, ad esempio quando abbiamo vinto il premio Viewers’ Choice di MTV, fu fantastico! Poi suonare Silent Lucidity ai Grammy con un’orchestra di quaranta elementi… Così tanti bei ricordi! Brutti ricordi? Sì!… Brasile (ride, si riferisce al triste incidente con Geoff Tate)… Comunque abbiamo vissuto grandi momenti mantenendo attiva la macchina Queensryche, ci siamo dovuti adattare ovviamente ma la macchina continua a girare! Per essere una band che va in tour, oggi, devi adattarti alla situazione, all’inflazione: devi ripensare il tuo gioco, ripensare il tuo business plan. Le opportunità ci sono là fuori, ma devi lavorare più duramente per adattarti a questo ambiente talvolta non così amichevole, se parliamo di tour di band. Noi siamo fortunati a poterlo fare: credo che l’industria stia tornando ad esserci ma è decisamente più difficile per le band andare in tour.
Quali sono i tuoi artisti e le tue band preferite al di fuori del metal?
Quando sono cresciuto, quando andavo alle scuole superiori e stavo iniziando con la chitarra ascoltavo Jimmy Page e poi arrivò Van Halen che mi fece impazzire! Ascoltavo la british invasion in ambito heavy metal e hard rock: per me era bellissimo da adolescente suonare la chitarra ad alto volume, velocemente, amavo le band con due chitarristi come i Judas Priest, gli Iron Maiden e tutto il resto! In quel periodo fu super eccitante e sono state grandi influenze per la strada che ho scelto nella musica.
Al di là dell’ovvia promozione di Digital Noise Alliance, cosa possiamo aspettarci dal futuro dei Queensryche a parte i tour?
Beh, per noi ora si tratta solo di tour, tour, tour. Promozione, promozione, promozione. Qualcosa che speriamo di poter fare per un paio d’anni e poi dovremo capire cosa dobbiamo fare: sembra che riusciamo a fare uscire un disco ogni due o tre anni. Nel primo quarto del 2023 faremo un tour da headliner, sarà fantastico! Tutto questo consuma le nostre vite, è così (ride)!
Che messaggio e saluto finale mandi ai fan italiani? Hai dei ricordi particolari legati all’Italia?
Beh, ciò che è ovvio: tutto quello che mangiate ha un sapore magnifico (ride)! Il cibo è incredibile… Noi amiamo l’Italia e abbiamo tanti ricordi di quando abbiamo suonato nelle varie città, la gente è molto appassionata quando si tratta di musica: dite ai vostri promoter di chiamarci (ride)! Ho parlato col nostro management e booking, parlano di autunno 2023 ma dipende: deve avere senso per noi, laggiù le cose stanno diventando sempre più care ed è difficile per noi viaggiare. Prima della pandemia venivamo in Europa due volte all’anno, ora stiamo ricostruendo il tour per Stati Uniti e Canada e poi toccherà all’Europa e al Regno Unito!