Intervista Moonlight Haze (Chiara Tricarico)
A distanza di otto mesi dalla loro ultima esibizione live che li ha visti in supporto ad Helloween, Sabaton e Beast In Black, i Moonlight Haze tornano di nuovo on the road. La meta scelta, questa volta, è Bologna ed è proprio nel capoluogo emiliano che Chiara Tricarico e i suoi compagni avranno modo di condividere un’altra bella avventura in compagna di vecchi amici, i Visions Of Atlantis (qui il nostro photoreport). In occasione di quest’unica data confermata ed in attesa di rivederli on stage nel corso dei prossimi mesi, abbiamo colto l’occasione di fare due chiacchiere con la cantante milanese in merito alle ultime novità della band, attualmente chiusa in studio per la lavorazione del nuovo album, e per ripercorrere le tappe più importanti di un anno appena conclusosi che ha portato un sacco di fresche novità!
Ciao Chiara e ben ritrovata! Come stai?
Bene, va molto bene! È stato un anno molto intenso, ma positivo. Sono contenta!
L’ultima volta che vi ho visti live eravate in supporto ai Trick Or Treat, ma il 2022 vi ha visti belli presenti in sede live: vi abbiamo, infatti, visti affiancati ai Lacuna Coil, ai Rhapsody e ai Destruction al Metal For Emergency, Beast In Black ed Helloween. È stata una stagione bella impegnativa! Cosa potete dirci a tal proposito?
Sì, se non sbaglio noi ci siamo viste per il release party di “Animus”! Devo dire che siamo tutti molto contenti di come è stato accolto il disco dal pubblico, perché, veramente, la risposta è stata superiore addirittura alle nostre aspettative! Noi eravamo già molto convinti dell’album, perché ci piaceva moltissimo e abbiamo ricevuto moltissimi pareri positivi, è andato molto bene. Anche i concerti sono stati super ed è stato emozionante vedere le persone che già conoscevano le canzoni del disco, quindi cosa vorrebbe un’artista più di questo?
È ormai passato un anno dalla pubblicazione di questo quarto disco e, a distanza di così tanto tempo, che genere di valutazione vi sentite di fare? Già la volta scorsa mi avevate detto che i feedback erano stati belli entusiastici…
Come ti dicevo, siamo appunto molto contenti! È stato molto interessante vedere un po’ l’evoluzione nostra dall’interno, dal primo al terzo disco e sembrerebbe che anche il pubblico abbia seguito questa nostra evoluzione. Siamo, quindi, molto contenti di come stanno andando le cose!
Questa sera abbiamo il piacere di ritrovarvi qui a Bologna insieme ai Visions Of Atlantis, un’altra band che nel corso degli ultimi anni si è fatta notare ancora di più e ha raccolto un sacco di consensi positivi, portandosi a casa anche una grossa fetta di pubblico. Come ci si sente a condividere lo stesso palco?
Siamo molto contenti di suonare questa sera, così come sono molto contenta di condividere ancora il palco con Clementine. Noi ci siamo conosciute tre anni fa, quando abbiamo cantando entrambe come coriste per Tarja. Conoscerla è stato un bellissimo regalo, perché oltre all’esperienza di per sé, sono tornata a casa con un’amica e siamo sempre rimaste in contatto. Adesso viviamo vicine, quindi sono contenta che riusciamo a vederci di nuovo sul palco insieme a condividere la serata!
A proposito della data di questa sera, proprio sui social avevate menzionato che al vostro banchetto del merch saranno disponibili le nuove versioni dei vinili dei primi album. Potreste fornirci qualche dettaglio in più di queste ristampe?
La situazione era un po’ lunga da spiegare! In realtà, “Animus” era il primo disco dei Moonlight Haze uscito in vinile, le prime copie sono andate veramente a ruba e, in aggiunta, continuavamo a ricevere richieste, di avere anche i primi due dischi in vinile. Finalmente siamo riusciti ad avere tutta la discografia completa fino adesso in questo formato e ci sarà anche un nuovo colore disponibile per “Animus”. Si tratta di un’edizione limitata di colore giallo, molto interessante! I vinili, poi, in realtà sono già disponibili da un paio di mesi ed, effettivamente, stanno già terminando e, anche su questo, la risposta è stata davvero notevole. Si sa che, ovviamente, il vinile è un formato che sta tornando di moda, però sai, magari uno pensa che questo formato sia più virato su altri generi… Noi non sapevamo, insomma, se valesse anche per questo nostro genere, ed invece abbiamo ricevuto un’ottima risposta!
Saranno solo disponibili “on the road”, diciamo o chiunque volesse acquistarle potrà farlo anche online?
Sono disponibili online da un paio di mesi e questa è la prima volta che li portiamo dal vivo perché, se non erro, sono usciti a fine febbraio o qualcosa del genere, ora non ricordo…
Questa è una delle poche date che avete annunciato, poiché sappiamo che siete abbastanza occupati sul fronte studio: infatti, recentemente avete anche rivelato di esservi affidati a Sasha Paeth per la produzione del nuovo album. Come ci si sente ad affidare la propria ‘expertise’, il proprio lavoro ad un musicista e produttore di spessore come Sasha?
Questa è la prima data che abbiamo annunciato ma, ovviamente, ne usciranno altre, anche perché abbiamo cominciato questa collaborazione con Nine Lives Entertainment, quindi non vediamo l’ora di suonare di più dopo questi anni che, come sappiamo, sono stati particolari per tutti quanti. Per quanto riguarda il disco nuovo, siamo al lavoro, lavorare con Sascha è stato qualcosa di fantastico. L’ho conosciuto l’anno scorso perché ero stata in tourneé con la sua band, Sascha Paeth’s Master Of Ceremony, ho sostituito Adrienne Cowan perché lei era negli Stati Uniti con il suo gruppo, i Seven Spires, e l’ho conosciuto in quell’occasione. Già allora avevo capito che era una persona speciale e, al di là del lato artistico, incredibile, è anche fantastico sotto il punto di vista umano. In realtà, noi non avevamo in progetto di fare un disco nuovo, siccome “Animus” non era uscito da tanto, non avevamo fretta di fare qualcosa, non avevamo vincoli poi, come al solito, io e Giulio ci siamo sentiti tramite telefonate, ci siamo scambiati delle idee e abbiamo scritto il disco. Quando, però, ci siamo trovati a parlare di un eventuale disco nuovo, sapevamo di essere soddisfatti con quanto realizzato finora e ci siamo chiesti cosa potessimo fare, cosa ci sarebbe piaciuto fare di nuovo. Una delle cose a cui abbiamo pensato era sicuramente lavorare con un occhio esterno, perché noi siamo un po’ dei perfezionisti e ci piace molto metterci in discussione, quindi ci siamo domandati come sarebbe stato lavorare con un occhio esterno, con qualcuno che avesse potuto dirci qualcosa in più su ciò che stiamo facendo. Quando, poi, abbiamo iniziato a vagliare di lavorare con un produttore, non abbiamo avuto dubbi sul fatto che ci sarebbe piaciuto lavorare con Sascha e quando lui ci ha dato la disponibilità, io ero felicissima! Non vedevo l’ora! Ci siamo rinchiusi per una settimana abbondante in studio di registrazione con lui a lavorare sui nostri pezzi, noi eravamo già contenti del nuovo materiale, ma adesso siamo oltre le stelle! Veramente, siamo felicissimi e, ti dico una cosa in anteprima, io poi andrò a registrare le voci da lui in Germania e sono super felice!
Sarà troppo presto per dirlo e magari non siete neanche autorizzati a dire niente, ma potreste fornire qualche anticipazione del prossimo disco? O meglio, il prossimo lavoro in studio, musicalmente parlando, seguirà i suoi predecessori o, al contrario, verterà maggiormente a sonorità più sperimentali?
Questa è già la risposta! A noi piace sperimentare, quello che si dovrebbe aspettare chi ci ascolta e chi ascolterà il disco nuovo è, insomma, quello che speriamo possa essere l’evoluzione del nostro percorso. Noi seguiamo sempre la nostra ispirazione, non è che facciamo una canzone perché deve essere “così e così”, noi seguiamo quello che ci passa per la testa; in questo momento, un po’ per un sentimento comune condiviso tra noi c’era questa voglia ulteriore di cambiamento ed evoluzione, forse perché ci sentiamo anche più sicuri dopo aver fatto tre dischi insieme… Ogni volta c’è sempre un passetto in più anche a livello di intesa tra i membri della band, quindi sicuramente sarà qualcosa di… non vorrei dire diverso, perché siamo sempre noi, è la stessa lineup, la stessa squadra, però sarà un’ulteriore evoluzione. Siamo veramente felici dei nuovi pezzi, come stanno venendo e vorrei che uscisse domani (ride, ndr).
Ti chiedevo ciò perché con “Animus” avete effettivamente sperimentato cose nuove, abbiamo anche avuto il piacere di sentire Chiara cimentarsi nelle growl vocals. Si potrebbe dire, quindi, che a voi piace sperimentare, per capire anche la ‘quadra’ della musica che tutti insieme create…
Chissà!
Ci lasci col dubbio, insomma… Ricollegandomi per un’istante a ciò che ti ho chiesto pocanzi, so che in generale da parte del pubblico, ma anche dei critici/della stampa, c’è sempre questa tendenza ad etichettare qualsiasi cosa, prodotto o, in questo caso, band ponendole in un settore ben preciso: c’è chi vi etichetta come band symphonic, chi power e so anche che, da sempre, avete comunque mantenuto le distanze da suddette etichette proprio perché non mi vi piace essere catalogati in un filone musicale ben preciso. Siete ancora di questo parere?
Assolutamente sì! L’avrò detto tante volte, sicuramente, ma quando abbiamo iniziato questa band, non avevamo idea di che cosa sarebbe successo. Giulio (Capone, batterista) mi ha semplicemente chiamata chiedendomi di fare un disco insieme, viste le nostre esperienze in precedenti band… Lui, in seguito, mi ha inviato delle canzoni e abbiamo trovato delle persone che fossero in grado innanzitutto di suonare i pezzi, perché sono “impestatissimi”, poi volevamo anche persone con le quali ci si potesse confrontare e crescere insieme, migliorarsi insieme… La nostra idea, quindi, era quella di fare questo disco, non sapevamo se qualcuno avesse potuto pubblicarlo, non sapevamo cosa farcene e, nelle peggiori delle ipotesi, avremmo avuto qualcosa di figo da ascoltare in macchina, ad esempio durante un viaggio. Le cose, poi, sono andate in modo diverso per fortuna, non ci siamo tenuti il disco in cameretta, però non ci siamo ritrovati a dire “Facciamo questa cosa in questo modo”, o “Facciamo questo stile” e così via… Abbiamo messo tutto quello che ci passava esattamente per la mente e lo si può vedere, ad esempio – e qua parlo per me – degli stili vocali, poiché a me è sempre piaciuto sperimentare in un range molto ampio di sonorità. Nessuno mi ha mai detto di non farlo in questa band, quindi è stato sempre assolutamente così; anche per quel che riguarda il genere, ovviamente, perché dovremmo etichettarci? È ovvio che non facciamo metal estremo, perché siamo piuttosto melodici, però stare a guardare il power metal o il melodic metal, modern metal… Ecco, una classificazione che, invece, non capiamo è il “fronted metal”, perché io non ho deciso di essere una donna (ride), nel senso che sì, sono nata così, canto e accidentalmente diciamo che la band ha una cantante femminile, ma è un discorso un po’ contorto! Non so cosa sarebbe successo se fossi stata un uomo ma il fatto che io canti e sia una donna è assolutamente casuale. Ci piace fare quello che ci ispira, poi ovviamente possiamo, rientriamo nel metal melodico, nel power metal/symphonic, però non ci interessa vedere a che etichetta appartenere. Chissà cosa faremo nei prossimi dischi, magari cambiamo completamente “mood”, quindi chi lo sa!
I Moonlight Haze hanno esordito nel 2018 con il primo album e, già da subito, sebbene siate ancora una band “nuova” e fresca, se mi concedete il termine, avete messo in chiaro la vostra posizione: “noi facciamo questo genere di musica perché è ciò che ci piace, non vogliamo essere etichettati né tanto meno siamo una band commerciale”. Ora siete in procinto di lavorare al quinto album, siete effettivamente una delle realtà italiane più proficue della nostra scena, che cosa vi dà così tanta energia e creatività?
Quel che posso dirti è che per un musicista ciò che dà la spinta è scrivere musica, se una persona ha l’ispirazione, beh, è linfa vitale! Ho sempre considerato la musica ed il canto come il mio linguaggio, la lingua madre, come si potrebbe dire, perché magari, tante volte, nella vita si fa fatica a comunicare tutto quello che prova, specialmente se una persona non è la più espansiva o se dietro c’è un pochino di timidezza… Direttamente, per me, la musica è sempre stata un grande portatore di messaggio, penso che mi abbia anche aiutata tanto nella mia evoluzione personale, perché molte cose le ho capite prima dalle mie canzoni e poi nella vita reale! A volte mi capita di scrivere testi seguendo la mia ispirazione, poi li rileggo e mi dico: “Cavolo, volevo veramente dire questa cosa?” e capisco tante cose di me, magari, dopo averle scritte in modo un po’ contorto, astratto. È sempre molto interessante, ad esempio con “It’s Insane”, uno dei singoli di “Animus”, ho scritto il ritornello mentre stavo guidando. Stavo tornando dal supermercato, eh sì c’è questa scena bucolica, ho dovuto accostare e mandare un messaggio a Giulio, accennandogli di avere questa canzone, mimandogli questo “humming” che poi è rimasto lì… È nata proprio così! In quel momento provavo quel sentimento, avevo avuto una giornata particolare, direi positiva, mi sentivo una strana energia addosso e non riuscivo a tradurla in nessun modo, quindi questa canzone è rimasta lì con la melodia del ritornello scritta ma non riuscivo a trovare il modo per tradurla in parole. Un giorno, poi, ero in montagna, davanti ad un caminetto ed un bicchiere di vino mi è venuta questa metafora e mi sono detta: “Ecco come mi sentivo, mi sentivo esattamente come il fuoco che brucia”, ma allo stesso tempo mi sentivo rilassata come quando ti bevi un bicchiere di vino! Non sei affatto ubriaco, ma inizi a rilassarti, per me il venerdì sera è un bicchiere di vino dopo una settimana di lavoro ed inizia il weekend, quindi mi rilasso. Ti fermi lì, perché se poi vai oltre perdi il controllo, ma quando sei lì ed hai quella bella sensazione, era questo che volevo spiegare! In realtà quando ho provato questa sensazione non ero né davanti ad un camino, né mi ero concessa un bicchiere di vino, perché, appunto, ero andata a fare la spesa, però era esattamente quello che provavo. Quando succedono queste cose e ogni volta ricanti la canzone, la riascolti, riprovi le stesse sensazioni, è qualcosa di indescrivibile! Ad un certo punto diventa quasi una dipendenza quella di dire: “Ok, voglio scrivere altre cose”, perché è il modo più naturale per esprimersi.
Siamo alle battute finali, prima dicevamo che al momento questa è l’unica data italiana confermata e che state lavorando a nuove date che verranno annunciate a presto… però ci saranno anche le date che ti vedranno al fianco di Tobias Sammet. Come ci si sente a supportare un artista di questo spessore?
Beh, sicuramente è una grande emozione, perché seguo gli Avantasia da sempre, quindi sono stata veramente molto contenta quando mi hanno chiesto di seguirli per questa tourneé in America Latina. Ci sarà un concerto iniziale ad Oberhausen, in Germania, poi ci sarà una tourneé in America Latina, appunto. Come ci si sente? Non lo so, devo ancora realizzare! Per ora sto solamente studiando tantissimo, perché, ovviamente, devo preparare la scaletta, in più c’era quest’altro concerto da preparare (Chiara si riferisce alla data all’Alchemica di Bologna, ndr), poiché noi amiamo mettere tanta cura nei concerti che facciamo, è un periodo bello intenso! C’è anche la scrittura del nuovo disco, però sono davvero contenta, ti saprò dire quando tornerò dal tour!