Folk - Viking

Intervista Moonsorrow (Mitja Harvilahti)

Di Tiziano Marasco - 30 Novembre 2016 - 0:00
Intervista Moonsorrow (Mitja Harvilahti)

In occasione della tappa a Praga del tour che vedrà esibirsi a breve in Italia Moonsorrow, Korpiklaani e Skálmöld, Truemetal.it ha incontrato Mitja Harvilahti, chitarra e cori dei Moonsorrow.

Ciao, benvenuto su TrueMetal.it. Cosa dobbiamo aspettarci da questo tour e che rapporto avete instaurato con Skálmöld e Korpiklaani?

Sostanzialmente è una continuazione del tour primaverile, quindi ci sarà spazio per i pezzi del nuovo album. Con i Korpiklaani il rapporto è fantastico. È un po’ come tornare a casa, anche perché il tour primaverile era proprio con loro, quindi la formula è rodata. Gli Skálmöld invece non li conosco bene ancora, al di là di quello che puoi sentire anche tu (all’inizio dell’intervista gli islandesi stavano finendo il sound-check, ndr).

Ci sono città o paesi in cui preferite suonare o in cui tornate volentieri?

Ovviamente, ci sono differenze tra il suonare nel nord o nel sud dell’Europa, ma non credere che le siano così nette. Anzi, spesso a sorprendere sono le differenze tra l’accoglienza che ci è riservata tra le città di uno stesso paese. In Germania, ad esempio, hai reazioni diverse da città a città. Posso dirti che per noi è stimolante suonare in paesi e città in cui sappiamo che il pubblico è tradizionalmente freddo, sentiamo la sfida e il bisogno di coinvolgerli per trasformare l’esibizione in un successo.

Una domanda un po’ particolare, ora, sempre riguardo ai live: avete mai pensato di fare degli show dedicati, ad esempio riproponendo tutto Viides Luuku – Hävitetty o magari coinvolgendo un’orchestra?

In realtà sono cose a cui pensiamo piuttosto spesso, ma per un motivo o per un altro lasciamo perdere la cosa. Soprattutto il live con l’orchestra è un tema che si ripresenta ciclicamente, anche per il fatto che molte band lo fanno. La verità è, però, che non ne sentiamo il bisogno¨… insomma… “Live is rock’n’roll“ (cit)! Sostanzialmente siamo molto contenti di fornire dei set genuini e immediati in cui trasmettiamo al meglio la nostra essenza.

In quanto a immediatezza, noto che Jumalten Aika è una sorta di ritorno alle origini, durante l’ascolto viene spesso in mente un album come Voimasta ja Kunniasta…

È proprio così. Dopotutto essere artisti significa evolversi, e nel nostro caso ci siamo trovati ad essere annoiati con il sound sviluppato attraverso gli anni. Sostanzialmente le orchestrazioni pompose non ci divertivano più ed abbiamo sentito un bisogno di tornare alle origini del black metal, volevamo tornare indietro negli anni ed essere diretti.

A volte su TrueMetal abbiamo notato che i gruppi finlandesi hanno una spiccata sensibilità per le melodie semplici rispetto ai colleghi svedesi e norvegesi. Ti trovi d’accordo?

In realtà no. Ci sono moltissime band degli altri due paesi che hanno un’abilità spaventosa per creare riff di impatto e melodie “catchy”. Ma è un po’ l’essenza del black metal, che nasce come una musica semplice e d’impatto. Ricollegandomi alla domanda precedente, direi che in Jumalten Aika la cosa si è fatta più accentuata per questo nostro bisogno che sentivamo. Essere diretti, nella musica come nei testi, tutto qua!

Prima di parlare dei testi, vorrei sapere se l’albero sulla copertina dell’album simboleggia Yggdrasil?

Può essere, ma non è necessario. L’albero della vita è presente in molte culture, anche in quella finlandese, seppure è un po’ diverso rispetto a Yggdrasill. L’albero semplicemente è una figura universale.

Venendo ai testi, la vostra mitologia è molto diversa dalla norrena. Dunque di che parla Jumalten Aika?

Di varie cose ma non è un disco mitologico in senso stretto. Piuttosto parliamo del processo di creazione degli dei (Jumalten) nel tempo antico e del loro abbandono in quello moderno. Così, dal bisogno di sentire un essere più in alto di noi, fino ad oggi, in cui quell’essere è stato sostituito dal denaro.

Ci sono residui della mitologia finlandese che sono rimasti nella Finlandia di oggi? Ad esempio la percezione della morte (Tuonela), che nel Kalevala è descritta come una sorta di fattoria…

Ma no, noi come tutti i popoli scandinavi siamo stati pesantemente cristianizzati secoli fa. Sicché non c’è nessuno che creda a qualcosa di quello che è narrato nel Kalevala, anzi. Quei testi fanno parte della nostra cultura, ma trovo difficile che possano effettivamente influenzarla in concreto.

Come ti poni davanti a band, ad esempio sudamericane, che fanno viking e trattano di mitologia norrena? E verso band che invece adattano il concetto del viking alla loro tradizione, come ad esempio gli Arkona o il fenomeno, in generale del metal pagano improntato alla religione slava?

Preferisco le seconde. Non sono nessuno per giudicare, ma sarebbe molto più interessante se le band sudamericane, o anche quelle italiane, parlassero delle loro culture, che sono comunque ricchissime. Per contro, mi trovo ad ammettere che la nostra mitologia e quella norrena siano molto affascinanti, quindi non mi sorprende che molti si ispirino all’Edda o al Kalevala, testi che, di materiale per un gruppo metal, ne forniscono in abbondanza.

Avete fatto tour in Sud America?

Non mi dispiacerebbe, anzi, ci siamo andati vicini qualche volta, ma, come per i live speciali, alla fine non se ne è fatto niente. Speriamo succeda presto!

Tornando infine al viking, come giudichi l’abbandono del viking classico da parte di gruppi storici come Ensiferum o Turisas? Vi sentite l’ultima grande band viking in attività?

Per niente. Anzi, anche noi ci siamo staccati dal viking tradizionale a livello tematico. Parlando di Ensiferum e Turisas, sinceramente non so che direzione prenderanno (detto in un modo che non denota intenzione di giudicare, ma effettivamente di non sapere a dove volgerà la carriera delle band, ndr). Ma guarda gli Enslaved, che erano una delle pietre miliari del viking. Sono cambiati, come sound e come testi, ma questo fa parte dell’evoluzione artistica di ogni band. All’inizio, quando le band sono giovani, è tutto bianco e nero, poi si colgono delle sfumature e la proposta musicale si evolve. Lo stesso vale per noi. Non trattiamo più di viking nei nostri testi. Si sono fatti più profondi. Va bene, sono in finlandese e ai più devono suonare oscuri, ma internet è pieno di tradizioni. Semplicemente, ognuno crea il suo percorso artistico, tutto qua!