Heavy

Intervista Morgana (Morgana)

Di Stefano Ricetti - 22 Luglio 2011 - 10:50
Intervista Morgana (Morgana)

Intervista a Morgana, che suggella il proprio ritorno nell’empireo musicale con il nuovo album Rose Of Jericho.

La prima Regina dell’heavy metal italiano sa ancora graffiare in modo diretto e anticonformista come ai tempi degli anni Ottanta.

Leggere per credere.

Steven Rich

 

 

Racconta quali sono stati i meccanismi che ti hanno permesso di tornare a calcare le scene musicali.

In realtà nessun meccanismo; solo un desiderio immenso di tornare all’unica cosa alla quale io sia mai appartenuta, ossia la musica. Non è stato facile, però. Ero fuori da troppo tempo e troppe cose erano cambiate. Morgana era solo più una delle icone degli anni ‘80/’90 quando il Metal era un “mestiere” esclusivamente maschile. Ero immensamente innamorata della mia musica ma, per un mucchio di motivi non aveva funzionato e, proprio come una coppia, ci eravamo lasciati. Il vero amore però non muore mai e Rose of Jericho è la mia dichiarazione, le mie scuse per averlo maltrattato e la mia supplica a riprovarci con me.

Durante la tua prolungata assenza dall’ambiente avrai sicuramente notato quanto fosse ancora vivo nella gente il tuo ricordo. Ti sei data una spiegazione personale del fenomeno?

Vorrei poterti dire che il mio talento è sopravvissuto in qualche modo ma, in realtà, sono stata la prima cantante donna heavy metal dell’epoca e la gente mi ricorda soprattutto per questo. Forse mi ricorda anche per il mio coraggio a buttarmi in un mondo esclusivamente maschile e decisamente sessista.

In che modo sei arrivata alla collaborazione con i Sadist Trevor e Tommy Talamanca di Nadir Music?  

Avevo un progetto allo stato embrionale. Una manciata di melodie da trasformare in canzoni. Avevo avuto alcuni contatti e molti erano disposti ad essere gli artefici del mio ritorno ma, nessuno di loro poteva offrirmi quello che Nadir mi offriva. Loro mi offrivano non solo la loro competenza, ma anche l’enorme chance di collaborare con Tommy Talamanca. Andai a Genova ed esposi quello che, nelle mie intenzioni, sarebbe dovuto essere Rose of Jericho. Era una grossa sfida: vent’anni fuori dalle scene sono davvero molti ma Tommy accettò ed addirittura divenne una colonna portante di questo progetto.

In Rose Of Jericho l’irruenza metallica del passato si è trasformata in qualcosa di diverso…

Non mi sono “rammollita”, ho solo trasformato la mia aggressività in qualcosa di più costruttivo e consono alla donna che sono oggi. La cattiveria è la stessa ma la consapevolezza di me stessa è diversa. Tutto cambia ed io sono maturata, non solo invecchiata! Ho letto con enorme soddisfazione molte recensioni che definiscono questo mio album un lavoro intimo e molto sentito a livello emotivo. Bene, è proprio il feeling che desideravo trasmettere. Rose of Jericho è l’epilogo di uno sconvolgimento sul piano personale che ha inevitabilmente condizionato anche il mio modo comunicare i miei sentimenti. In fondo, cos’è la musica se non un sentimento? Chi mi conosce sa bene che ogni song mi è costata una lacrima o un gesto rabbioso piuttosto che una fitta al cuore. Ho cantato canzoni con testi che mi ferivano l’anima: ho cantato il  mio dolore, melanconici ricordi e rabbia… troppa rabbia che in nessun altro modo sarei stata capace di esprimere.

 

 

Come mai non hai utilizzato il tuo moniker classico per il disco?

In realtà io non ho nessun moniker. Morgana era il nome di una band divenuta poi progetto solista. Se ti riferisci a “Melissa” è solo un nomignolo affettuoso che qualche fan mi aveva appiccicato. Chiamai così uno dei miei cani!

Quali sono stati i ragionamenti che ti hanno portato a decidere di rifare Lady Winter e riproporre un pezzo particolarmente fuori contesto heavy rock come Bang Bang?

Lady Winter è il brano che meglio mi rappresenta e la sua rivisitazione in chiave moderna è il mio omaggio a chi non mi ha dimenticata. Bang Bang? E’ una canzone della mia infanzia sentita un milione di volte sul giradischi di papà e mamma. Mi piaceva. Punto.

L’abbinamento del tuo look alla Morgana 2011 è stato naturale oppure l’hai impostato sulla base delle scelte artistiche legate alla realizzazione di tutto quanto accompagna Rose Of Jericho?  

In realtà non avevo idea di cosa indossare per gli shot… incontrai Simone Lezzi, il fotografo che si è occupato del book e delle foto promozionali una sera a Genova e lui semplicemente mi disse di aprire l’armadio e tirare fuori gli abiti che normalmente porto. Dovevo essere a mio agio o sarebbe sembrata una carnevalata. Quella nelle foto sono io come potresti incontrarmi per strada. Rose of Jericho sono io.

Da dove proviene la scelta della denominazione dell’album? Che significato vi è dietro?

La rosa di Jerico è un arbusto d’origine desertica, detta anche pianta della resurrezione o immortalità. Può rimanere apparentemente secca e priva di vita in eterno ma una sola goccia d’acqua la fa dischiudere e tornare verde. Mi piaceva questa metafora. Morgana era apparentemente morta ma è bastata una sola nota musicale per riportarla in vita.

Sapevi che sull’album Destiny i Saxon avevano scritto un brano intitolato Jericho Siren?

No, ma non lo ritengo importante. Quando scegli un nome per un figlio ed un album è un figlio, non ti chiedi quanti Alberto o Maria ci siano al mondo. Il nome di questo lavoro me lo porto nel cuore da anni.

E’ tua la scelta della colorazione viola e dell’artwork in generale di Rose Of Jericho?

Forse è più un indaco, comunque sia il viola è un colore che adoro ed è il colore predominante della mia camera da letto. Mi è stato detto che questa stanza è esattamente come la ci si aspetta da Morgana. Ho trovato questa cosa interessante e molto divertente. Forse è vero: è il mio colore e se è perfetto per la  stanza più intima della mia casa è perfetto per la cover del mio album!

Traducendo l’incipit Alive… e associando il pezzo finale … And Kickin vi è l’essenza della Morgana 2011 oppure ti va di aggiungere qualcos’altro?

Ci ho messo vent’anni a far pace innanzitutto con me stessa e poi con questo ambiente. Alive… and Kickin’ narrano la storia di questo mio ritorno. Per qualche dannato motivo la musica è rientrata nella mia vita senza chiedere il mio permesso per farlo. Io avevo tentato di dimenticare ma ero ancora pazzamente innamorata e l’ho lasciata rientrare nella mia vita. Ho però imparato che la musica è come un amante al quale non sai dir di no ma già sai che sarà lui a decidere quando e per quanto tempo averti. Forse resterà per sempre, forse sparirà e stavolta sarà per sempre.

Quali sono state le tue maggiori sensazioni legate al come-back?

Ho trovato un ambiente più maturo e sicuramente più preparato tecnicamente. Ho visto live grossi nomi nazionali ancora in splendida forma ed ho scoperto band interessantissime. C’è moltissima offerta e la qualità si è indubbiamente elevata. Sì, qualche moccioso pieno di spocchia c’è ma: “sali su un palco babe e facci vedere che sai fare…”.

In questi anni di assenza hai seguito la scena HM italiana? Hai qualche band che ti ha piacevolmente impressionato? Dei vecchi Leoni, viceversa, cosa mi dici?   

Ho seguito la scena, ma da lontano. Ho accolto con immenso piacere alcuni ritorni di miei colleghi dell’epoca e visto nuove leve più che meritevoli. Mi hanno particolarmente colpito Nerve e Ritual Of Rebirth. Vecchi leoni? Strana Officina! Li ho visti live al Metal Valley e sono stati strepitosi! Classe e carisma allo stato puro! La gente si è spellata le mani a furia di applaudire. Fantastici!

Cosa rispondi a chi avrebbe voluto un tuo ritorno tutto nylon, pizzo e chiaroscuri?

Rispondo che troppe seghe fanno diventare ciechi e comunque io non devo incartarmi come un pacco regalo per farmi notare o strappare una recensione dignitosa perché io non devo dimostrare un ca**o a nessuno. Quello che valgo l’ho dimostrato cantando e componendo canzoni. Una cantante penosa rimane penosa anche se indossa solo calze autoreggenti. Proprio come una racchia rimane racchia anche in lingerie di classe e tacchi a spillo. Sicuramente qualche caso umano se la farà comunque ma personalmente non intendo partecipare alla selezione. Sono stata abbastanza chiara o ti faccio un disegnino?

A suo tempo eri consapevole che un buon numero di adolescenti metallari si consumava fantasticando su di te e sulle tue foto?

Boh… non è che passassi le mie giornate a contare le eiaculazioni di adolescenti da me provocate. Comunque sia, vorrà dire che ho contribuito ad aumentare gli utili di oculisti, ottici e indotto. In qualche modo oltre a qualche metal pisello ho contribuito ad alzare il Pil Nazionale.

Il tuo bisogno fisico di Metallo com’è cambiato nel corso degli anni?

Visto che siamo scivolati nel triviale ti dico che è come il sesso. Quando sei giovane pensi alla quantità; con la maturità sei molto più interessato alla qualità. Oggi la qualità nel Rock o Heavy Metal che sia è elevata seppur in mezzo ad una quantità sterminata di band ed album buoni solo per fermare un mobile che traballa. Più difficile trovare un amichetto di qualità: troppi millantatori, proprio come nel Metal, mentre quelli buoni vanno letteralmente a ruba!

A tuo modo di vedere quale sarà l’evoluzione del mondo legato all’hard’n’heavy nei prossimi anni?

Credo nella “contaminazione”, o meglio credo nello scambio tra i diversi generi musicali. L’evoluzione non può fermarsi o l’Hard’n’Heavy si estinguerà. Giovani band stanno sperimentando con successo questa cosa,  mentre tocca ai vecchi leoni ricordare loro da dove provengono per non far perdere loro la via maestra.

Hai avuto o hai contatti con altre interpreti femminili in ambito rock?

No. Paradossalmente c’è sempre stata ed ancora c’è più fratellanza e confidenza con i miei colleghi maschi che con le signore.

Vuota il sacco sul disco semi-pirata Two Faces…

Era il 1991 e Morgana era ormai un progetto solista. Venni contattata da una label tedesca distribuita dal colosso BMG Ariola. Mi proposero di realizzare un album, così trovai casa vicino Stoccarda. All’epoca, come oggi del resto, era prassi comune per le case discografiche chiedere alle band una sorta di “rimborso spese”: avrei pagato lo studio di tasca mia. La casa discografica mi propose dei brani che io credevo originali. Cominciai a lavorarci su, scrissi testi e melodie di voce. Tutto, però, si fermò inspiegabilmente e mi proposero di sconvolgere totalmente il progetto Morgana per qualcosa di molto Pop. La mia risposta fu NO. I rapporti tra me e la label, ovviamente, si incrinarono. Seguirono settimane di battaglie infinite: chiesi la recisione del contratto e la restituzione del capitale. No, niente da fare… ero una cosa loro! Vinsi la battaglia ed entrai in studio circa tre settimane dopo.
Vinsi la mia battaglia ma avevo perso la guerra. Non ci misi molto a scoprire che i brani non erano affatto originali, erano solo le basi di song di loro band da me rielaborate e ricantate. Nnon aveva nessun senso,  avevo perso la mia guerra e non avrei pubblicato un album di cover. Avevo perso la guerra, ma non il mio orgoglio. Punto.

 

Tornai a casa, delusa ed arrabbiata. Era il 1992, chiusi con il Metal e decisi semplicemente di scomparire. Avevo amato troppo. Amato nell’unico modo che conosco: a volte eccessivo, quasi autodistruttivo e folle e non solo non ero stata corrisposta ma ero stata tradita ed umiliata. Decisi che quelle registrazioni che diverranno l’album “Two Faces” non avrebbero visto la luce. Se c’è una costante nella mia esistenza è che il passato mi rincorre sempre. Sono passati quasi vent’anni ed un amico scova su E-Bay un mio inedito intitolato TWO FACES. In copertina c’è un orrendo clown mezzo cadavere ed in alto a destra il mio logo Morgana. Mi basta un’occhiata: sono proprio quelle song da me registrate nel 1991! Si sono appropriati di qualcosa che era e rimane mio. Mio nell’intimo di chi scrive una canzone, mio nei ricordi e nella desolante coscienza della sconfitta.
Questa è la storia di questo album, che non amo ma non rinnego.

Esiste una vera band Morgana? Hai intenzione di suonare dal vivo?

Esiste eccome e ci stiamo preparando per promuovere live Rose of Jericho.

C’è in cantiere l’intenzione di far uscire qualche video tratto dai pezzi di Rose Of Jericho?

Sì, gireremo il video di Golden Hours. E’ un pezzo al quale sono molto legata ed ha un messaggio piuttosto forte che, stiamo studiando come meglio tradurre in immagini possibilmente senza incorrere nella censura!

Siamo in chiusura, se ti va di aggiungere qualcosa.

Vorrei solo aggiungere di venirmi a trovare sul mio sito www.morganadelaude.it o su Facebook nella mia fan page Morgana.

Grazie e un bacio!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Qui intervista a Morgana del 2005