Black

Intervista Necrodeath (Peso e Flegias)

Di Stefano Ricetti - 11 Agosto 2006 - 8:42
Intervista Necrodeath (Peso e Flegias)

Ultimamente mi è capitato di perdere parecchio tempo relativamente all’intervista con un personaggio legato all’heavy metal italiano degli anni ottanta che ho letteralmente riscoperto e che oggi come oggi non si incula più nessuno o quasi (scusate il linguaggio inaspettato ma quando ci vuole ci vuole!) nonostante militi ancora in una band che magari qualcuno conosce. Ebbene, ‘sto tizio mi ha fatto buttar via energie e bypassare altre cose per poi tirarmi a balle su balle e alla fine non rispondere alle mie domande, dopo che mi ero documentato alla grande e ne avevo formulate parecchie… bah!

Spesso mi chiedo se valga la pena di sbattersi come il sottoscritto per ridare visibilità alle band HM italiane degli anni ottanta e al metallo tricolore in generale…

Per fortuna poi esistono band come i Necrodeath che, pur surclassando di anni luce a livello di popolarità quella del personaggio di cui sopra, sono disponibili da subito alla mia richiesta di scambiare quattro chiacchiere metalliche. L’approccio a Peso – batteria –  e Flegias – vocals – avviene nella mia terra, in Valtellina, in occasione del So Rock Day Festival, dove i Nostri suoneranno appena prima degli headliner Fire Trails di Pino Scotto. Dopo un breve saluto, mi presento ufficialmente a Flegias mentre stava intrattenendosi con alcuni componenti dei Node. Finora ci si conosceva solo di vista, unicamente per esserci incrociati nei vari festival, in virtù del fatto che non avevo mai frequentato i Necrodeath proprio perché il loro genere musicale risulta essere lontano dai miei gusti, pur riconoscendo loro una valenza storica notevole all’interno del movimento tricolore.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

flegias live

Flegias

 

Ciao Flegias, se ti va possiamo fare un’intervista, anche se l’idea mi è venuta adesso vedendoti e non ho preparato niente, anche perché la musica dei Necrodeath non mi fa assolutamente impazzire…

Flegias – ah si? Bella questa! E allora di che c…o parliamo?

Non ti preoccupare che qualcosa salta fuori.

Peso – certo Steven che sei spudorato: ci dici fin da subito che i Necrodeath non ti piacciono perché non fanno il genere che tu prediligi e pretendi di fare un’intervista… per di più senza niente di pronto…          Mmmhhhh…. e poi, se non ti piacciono i Necrodeath, perché te ne vai in giro con una T-shirt del Exciter ?

Ehm… Peso, mi inventerò qualcosa cammin facendo e dai Flegias, seguimi che ti pago una birra e tutto si aggiusta…

Questo è stato il mio reale approccio con i due Necrodeath: ci siamo quindi diretti verso la mia Alfa 33 parcheggiata fuori dall’arena e abbiamo effettuato l’intervista in macchina, vecchia maniera, con Peso al posto di guida e Flegias al suo fianco, con il sottoscritto seduto dietro. Inventiva e improvvisazione a go gò… molto undergound o, come direbbe il buon Pino Scotto, mooolto rock’n’roll! La conversazione si è rivelata simpatica e interessante: si è parlato di Marduk, Immortal Cannibal Corpse, Beppe Riva, Venom, Adriano Bosone e… leggetevela!

 

peso live

Peso

 

Inizio intervista.

Prima di tutto come vi sembra la location… l’ambiente qui a Berbenno (So), visto che è la prima volta che venite da queste parti?

Peso – preferisco di gran lunga festival come questo: organizzato dai ragazzi che lo fanno con passione, come ad esempio stasera Reggy degli SNP – che è anche un amico – oppure dove siamo stati un ventina di giorni fa in Trentino, il tutto messo in piedi da persone entusiaste piuttosto che i mega Festival, dove ovviamente fa sempre piacere suonare ma inevitabilmente c’è un distacco maggiore fra la band e il pubblico. L’heavy metal è sudore, contatto fisico, qui si trova e io mi trovo a mio agio.

Per Flegias: come consideri i dischi dei Necrodeath precedentemente alla tua entrata nella band? Fondamentalmente sei stato un fan della band prima di divenirne il cantante o cos’altro?

Flegias – sono stato un grandissimo fan dei Necrodeath prima entrarci tanto è vero che probabilmente Peso conserva ancora le lettere che gli scrivevo da tifoso. Ho comprato il loro demo tape nel 1986 e ricordo ancora la loro lettera di risposta a forma di bara… ah,ah,ah!

A proposito di kitsch: mi ricordo quando siete andati a Radio Peter Flowers poco dopo la metà degli anni ottanta a fare l’intervista con Marco Garavelli…

Flegias – si, è vero! Io ce l’ho registrata!

Tornando al kitsch, mi incuriosiva il fatto che le vostre prime foto erano davvero esagerate: teschi, borchie, puntali, face painting e via discorrendo a profusione, quindi volevo capire in radio fino a che punto vi ritrovavate in quelle immagini estreme, pur non essendo assolutamente un fan del genere… Devo però ammettere che in Italia siete stati dei precursori perché Steve Sylvester e i suoi Death S.S. si muovevano in altra direzione, sia a livello di tematiche trattate che a livello musicale: più dark, doom e horror. Voi secondo me l’avete fatto con uno spirito diverso, quasi allegro, – se mi passate il termine – e la ritengo una scelta molto felice, visto poi cosa accade a questo mondo in situazioni estreme…

Flegias – mi associo al 100%…

100% hell? ah,ah,ah!

Flegias – bella questa, comunque dicevo che concordo con te.

Peso – Flegias l’abbiamo conosciuto nel periodo dopo il demo quando è venuto a fare una vacanza dalle nostre parti: siamo tutti residenti nel levante della Liguria mentre Flegias abita nel torinese.

Flegias – si, infatti. Poi da lì ci siamo sempre frequentati perché alla base vi era la passione per la musica estrema che ci accomunava.

Peso – a parte le fidanzate…

Flegias – anche quelle in comune… ah,ah,ah ma non abbiamo mai litigato, le abbiamo sempre condivise equamente, da buoni amici!

Peso – quando poi ci siamo riformati, a Claudio e al sottoscritto, visto che con Ingo – il cantante precedente – gli equilibri erano cambiati, non è nemmeno venuto in mente di fare audizioni, abbiamo fatto una prova da subito con Flegias per vedere come buttava… Lui ci ha raggiunto e, dopo le prime sensazioni positive, ci siamo chiusi in sala prove per qualche mese e abbiamo dato il via al nuovo corso dei Necrodeath

Io devo spezzare una lancia a favore di Flegias perché come presenza sul palco è veramente inquietante… in senso positivo! Ve lo immaginate un precisino a cantare le cose dei Necrodeath? ah,ah,ah… non sarebbe credibile. Lo sappiamo tutti poi che ci si marcia un po’ con gli atteggiamenti… questo a tutti i livelli

Peso – sono d’accordo con te, siamo sulla stessa frequenza. Io e lui lavoriamo anche su queste cose e devo dire che Flegias, da Mater of All Evil in poi, quindi dalla reunion, ha avuto una grossa crescita: sia dal punto di vista compositivo che a livello di confidenza sul palco. Sa cioè come entrare, come presentarsi e soprattutto come interpretare i brani a livello esecutivo.

Se senti Mater… che è stato registrato nel 99 rispetto a 100% Hell targato 2006 secondo me si nota la sua maturazione dal punto di vista artistico. Sai benissimo che nel nostro genere parlare di cantanti in senso stretto fa un po’ ridere… sto parlando di espressione vocale per quello che facciamo noi.

Certo Peso…. non è che adesso Flegias per dimostrare i suoi miglioramenti cerca si superare uno come David DeFeis dei Virgin Steele ah,ah,ah…

Flegias – ovviamente, però mi sono ispirato molto anche a Ingo, questo per non deludere i fan di vecchia data: per me lui è sempre stato un punto di riferimento. Io, come fan, volevo incarnare quello che era Ingo per la band.

Questo lo so e lo ho sempre apprezzato: hai sfidato tutti, non facendo niente per schivare poi gli  inevitabili confronti che si fanno fra tifosi di una band.

Come sta andando 100% Hell?

Peso – il fatto di avere avuto Cronos come ospite in questa ultima produzione ha ampliato il raggio visivo dei Necrodeath dal punto di vista del marketing. Sai benissimo che noi restiamo comunque una cult band con un raggio d’azione undergound. 100% Hell sta andando meglio di tutti gli altri nostri lavori, grazie anche al fatto di avere avuto il piccolo/grande intervento del cantante dei Venom dalla nostra.

Lo abbiamo riscontrato nella recente tournée europea dove i kid si interessavano al disco proprio perché vi era Cronos e spesso non avevano mai sentito parlare di noi. Mi è capitato di fare numerose interviste all’estero con gente che si è avvicinata a noi per la prima volta grazie all’intervento del leader dei Venom sul disco. 100% Hell è comunque il miglior lavoro che potevamo fare per le nostre potenzialità, indipendentemente da quell’inserto…

Come ti dicevo prima, per supportare la scena più che per la musica, il disco l’ho comprato, e ho trovato sorprendentemente parecchie cose che risalgono agli eighties…

Peso – si è vero, c’è un po’ un ritorno alle nostre origini per certi versi.

Come è andata la tournée con i Marduk?

Peso – bene, anche se è stata dura perché i km da percorrere erano tantissimi e abbiamo dovuto imparare a diluire le forze, tastare con mano cosa vuol dire salire sul palco 20 giorni di seguito…     

Flegias – senza perdere la voce…

Peso – si, e senza perdere il “tiro” del gruppo, cosa non facile! E’ stata a tutti gli effetti una sfida con noi stessi.

Che tipi sono i Marduk?

Peso – sono persone regolarissime e nei nostri confronti sono stati molto professionali. Magari non è nata l’amicizia da pacca sulla spalla ma dopo due giorni avevamo il backline in comune… diciamo che sulle cose tecniche ed essenziali max professionalità e disponibilità. Il problema anche per loro è risultato il numero di chilometri veramente assurdo, un errore della produzione… ci siamo quindi alleati per andare avanti e superare tutte queste difficoltà insieme.

L’ultima settimana facevamo  il soundcheck una volta per uno, a date alternate. La collaborazione di base c’è stata ed é stata fondamentale. La bicchierata fra amiconi si è avuta in una sola occasione ma preferisco comunque persone così serie che hanno rispettato alla grande il nostro ruolo piuttosto che avere a che fare con persone più amichevoli che però poi dal punto di vista pratico mancano. Quello che conta poi è andare sul palco e i Marduk ci hanno lasciato tutto lo spazio necessario come supporter.    

Vi ho visto al No Mercy Festival ad Acquatica di qualche anno fa. Ci andai per rivedere gli Immortal, band che ho amato tantissimo – solamente dal punto di vista prettamente musicale -, essendo di pensiero esattamente opposto alle loro idee. Li considero degli esasperatori dei riff della Nwobhm in ambito black e sostengo che, se al posto di un cantante vero ci metti uno come Abbath, salta fuori quella roba lì…

Flegias – non li conosco benissimo, hai fatto comunque un’analisi particolare molto interessante che può essere veritiera.

Da quella data avete poi tratto il videoclip che è in rotazione su Rock Tv…

Peso – esatto…

Ho poi visto la vostra puntata di Database sempre su Rock Tv e qualche giorno dopo mi sono fiondato all’acquisto del disco. Mi rammarico quando i kid italiani scaricano i dischi delle band nostrane, vuol dire ammazzare il genere e la passione che c’è dietro. Secondo me è anche un problema culturale: purtroppo i giovani metallari sono abituati così fin dalla nascita, per loro è normale scaricare musica perché anche i loro coetanei fanno così. E’ questa logica perversa che va combattuta. Per noi della vecchia guardia invece era diverso: acquistavamo i dischi perché leggevamo la recensione di Beppe Riva su Rockerilla

Peso – parole sante! Nel nostro caso il giornalista di riferimento era Adriano Bosone….

Si , giusto, Adriano “so dark” Bosone, il “re” dell’estremo su quel fantastico magazine.

Flegias – che ricordi… quando uscì The Shining Pentagram dedicarono ai Necrodeath una pagina, conservo ancora con cura tutti gli articoli sulla band.

Qual è il cantate che ti piace di più del tuo genere?

Flegias – io imito Cronos, è stato sempre il mio un punto di riferimento. Fin da piccolo ho cercato l’estremismo nella musica. L’HM puro non me lo dava più, mi sono quindi dato all’hardcore punk dei Discharge e dei G.B.H., poi Negazione e Upset Noise per citare anche gli italiani finchè non ho scoperto i Venom di Welcome to Hell ed è stato amore al primo ascolto.

In un cantante non mi interessa la tecnica ma la rabbia, ovvero le sensazioni che ti fa provare la musica in generale. Il leader dei Venom ha dato linfa vitale alla mio universo di metallaro. Da lì poi altri  mille personaggi, però a mio avviso secondari anche se grandi: Lemmy, James Hetfield, Tom Araya… ma il mio riferimento rimane comunque Cronos!

Cosa ne pensi di una band death come i Cannibal Corpse?

Flegias – mi danno delle sensazioni positive, li ascolto, scuoto la testa, il mio corpo si agita ascoltando quel tipo di musica ma non rimetto il Cd una seconda volta nel mio lettore.
Amo ascoltare Venom, Mercyful Fate, Rammstein e Lacuna Coil.

Gruppi epic/power/classic preferiti

Flegias – non è un genere che adoro…

Se ti dico Saxon?

Flegias – è il primo gruppo heavy metal che ho visto dal vivo, dopo i Rockets a Santhià quando avevo appena otto anni. Assistetti al concerto dei Saxon a Torino, con un gruppo di amici che gli faceva da spalla ai quali avevo prestato gli amplificatori.

Chi erano?

Flegias – erano gli Hurtful Witch. 
  
Ah, gli Hurtful Witch di Roberta Delaude…

Flegias – … la conosci?

Eh si, l’ho anche intervistata per Truemetal

Flegias – bene, mi leggerò l’intervista!

Ultima domanda: Flegias & Necrodeath…

Flegias – guarda: la tournée con i Marduk è stata dura e ci ha fatto riflettere su molte cose… poi bastano tre giorni di relax per ripartire con più rabbia ed entusiasmo di prima… perché comunque alla fine sappiamo benissimo che di musica non vivremo mai, ognuno di noi ha il proprio lavoro regolare… si tratta di una passione. Andiamo avanti finché il fisico ce lo permetterà. Siamo in giro da ormai sei mesi promuovere 100% Hell ma nascono già le idee per il nuovo album intanto, titolo compreso ah,ah,ah…

Direi di chiudere qua, grazie.

Peso – grazie a te… e meno male che non sapevi un c…o sui Necrodeath! ah,ah,ah!!!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti