Intervista Necrot (Luca Indrio)
Il nuovo album dei Necrot, “Lifeless Birth“, è appena stato pubblicato. Non potevamo perdere l’occasione per fare due chiacchiere con Luca Indrio, cantante e bassista della band. Prima di leggere la nostra prima chiacchierata con Luca, se avete piacere, potete leggere la recensione di “Lifeless Birth” approfittando di questo collegamento. Buona lettura!
Ciao Luca, benvenuto tra le pagine di TrueMetal.it! Il nostro sito ha occasionalmente parlato dei Necrot in occasione del lancio di qualche singolo, per diffondere notizie riguardanti i Vostri tour o per annunciare l’uscita di uno dei Vostri dischi. A beneficio dei Lettori che ancora non Vi conoscono, trattandosi della prima chiacchierata ‘ufficiale’ in nostra compagnia, Ti chiedo di spendere qualche parola sulla nascita della band. Quando, come, dove e perché sono venuti al mondo i Necrot?
Ciao! I Necrot si sono formati a San Francisco, California all’inizio del 2011. Eravamo io e il batterista Chad Gailey e al tempo avevamo 24 e 18 anni. La band è iniziata con l’intenzione di suonare Death Metal inspirato principalmente da gruppi fine anni 80/inizio anni 90.
Al principio eravamo solo noi due e abbiamo registrato due demo che abbiamo fatto uscire in cassetta. Nel 2012 si è aggiunto Sonny Reinhardt ed abbiamo continuato a fare musica e concerti fino al giorno d’oggi che siamo sempre gli stessi 3 nella band.
Adesso abbiamo qualche fan in più, qualche pelo bianco in più ma anche siamo migliorati come band. Adesso siamo al nostro terzo disco, “Lifeless Birth”, che esce quest’anno su Tankcrimes Records e abbiamo alle spalle più di mille concerti.
Siamo qui riuniti, oggi, proprio per celebrare l’uscita del Vostro terzo album: “Lifeless Birth”, pubblicato in collaborazione con l’etichetta Tankcrimes. Anche il penultimo disco, “Mortal” del 2020, è stato diffuso sotto l’egida della Tankcrimes. ‘Squadra che vince non si cambia’, si usa dire: a cosa dobbiamo la fedeltà nei confronti di quest’etichetta californiana?
Fino al giorno d’oggi è l’etichetta che ci ha dato più garanzie sul poter continuare a fare le cose come piace a noi. Siamo stati contattati varie volte da etichette più grandi ma senza mai presentare offerte migliori che ciò che ci offre Tankcrimes.
A mio parere al giorno d’oggi essere su una etichetta grande non ha molto valore a meno che davvero la tua band sia davvero gigante. Non mi è mai interessato essere la band piccola dell’etichetta grande, preferisco crescere insieme a un etichetta simile al nostro livello dove veniamo considerati la band attiva più importante della stessa.
I metodi di comunicazione poi son cambiati ed è possibile fare cose ottime senza il bisogno della spinta dell’etichetta grande, mantenendo noi il controllo della parte artistica e senza dover rinunciare ai diritti della nostra musica.
Se ho ben capito sei tu, Luca, l’autore delle canzoni. Cos’è cambiato, e cos’è rimasto invariato, nel Tuo modo di scrivere musica nei quattro anni che separano “Mortal” da “Lifeless Birth”?
Scrivo i pezzi per i Necrot dal 2011 e con ogni album cerco sempre di migliorare le caratteristiche determinanti del nostro stile. Ossia cerco che le parti aggressive siano più aggressive, che le melodie siano più interessanti e che in generale la composizione sia migliore. Penso che in 13 anni suonando insieme stiamo tutti migliorando sia dal punto di vista tecnico, dal punto di vista dell’intesa che c’è fra di noi e anche nella ricerca di un suono in quanto ad amplificatori che sia sempre più funzionale al nostro stile.
Soffermiamoci sui testi delle canzoni contenute in “Lifeless Birth”. Seguono un filo conduttore comune oppure ogni traccia esplora una tematica a sé stante?
Ci sono temi ricorrenti nei miei testi fin dal primo disco ma ogni canzone è un po’ una storia a se. Tematiche ricorrenti sono la morte, la sofferenza della condizione umana, ma anche l’oppressione della società e delle persone al potere che ogni giorno cercano di dividere le persone e farle sentire spaventate e deboli. La title track “Lifeless Birth” parla di un feto nella pancia di una madre che decide di morire perché non vuole vivere in questo mondo. Le tematiche sono abbastanza oscure e depressive.
Mi incuriosisce molto il disegno della copertina di “Lifeless Birth”. L’illustrazione sembra ispirata nientemeno che dalla famosa raffigurazione di Satana visibile tra i mosaici del battistero di Firenze, che se non sbaglio è la Tua città natale. Chi ha realizzato l’illustrazione? Come si lega la copertina al contenuto del disco?
La copertina disegnata dall’artista Olandese Marald Van Haasteren è ispirata in parte dal dipinto del Paradiso e l’Inferno di Bolognini che è esposto in una chiesa a Bologna. Si io sono originario di Firenze e mi sono trasferito negli USA nel 2008 e successivamente in Messico nel 2020 dove vivo tutt’ora. Il demone nella copertina rappresenta le difficoltà e le sofferenze della vita delle persone che gli volano intorno come in un circolo infernale. Ogni tanto il demone ne mangia una terminando la sua vita e allo stesso tempo ne partorisce una nuova da aggiungere al circolo dell’agonia che rappresenta la vita. Il disco è un gatefold e nel pannello posteriore si vedono resti di imperi antichi che vengono spazzati via dalle onde del mare e rappresentano la fine di ogni impero e la vittoria della morte sopra ogni cosa, anche la più poderosa. Nel disco è presente una canzone che si chiama “Superior” che parla di questo, di come tutti gli imperi finiscono e tutte le persone al potere per quanto si sentano superiori verranno spazzate via e alla fine la morte trionferà su tutto.
Parlando di Firenze vorrei tirare in ballo un po’ della Tua esperienza di vita: so che dall’Italia Ti sei trasferito ad Oakland, in California, prima di stabilirti in Messico. Che differenze ci sono tra la scena musicale estrema che hai incontrato in California e quella italiana? Spesso si pensa che la cultura musicale negli USA sia nettamente superiore a quella nostrana: è davvero questa la situazione? Oltretutto Vi trovate ad un passo dalla ‘zona benedetta’ della Bay Area di San Francisco, culla del Thrash Metal statunitense…
È ovvio che la scena Metal della Bay Area è nettamente superiore alla realtà Metal fiorentina. Per altre cose Firenze è superiore tipo la bistecca per esempio, ahaha, ma dobbiamo essere obbiettivi. La California ha apportato immensamente al mondo del Metal ed avere questo background la rende un posto speciale dove fare musica e incontrare persone interessate a suonare e fare una band sul serio. La forma in cui la società è organizzata ed il rispetto che le persone hanno per chi vuole intraprendere una carriera artistica facilita molto le cose, quando almeno nella mia esperienza in Italia come musicista di musica estrema sei considerato poco più che un perditempo. Il mondo del lavoro è molto più flessibile in USA e le possibilità di lavoro maggiori fanno si che uno si possa dedicare con più costanza alle sue passioni. Non è facile spiegarlo con poche parole ma almeno per il Metal è di sicuro meglio essere a Oakland o San Francisco che a Firenze a mio parere.
Ho trovato in rete alcuni riferimenti alla Vostra presenza nelle formazioni di altre band. Attualmente vi state concentrando esclusivamente sui Necrot o continuate a ‘prestare servizio’ in altri progetti?
Io non più, i Necrot occupano molto del mio tempo anche perché sono quello che scrive i pezzi e i testi. Quest’anno abbiamo più di 100 concerti e devo anche dedicare un po’ di tempo alla mia vita privata.
L’ascolto di “Lifeless Birth” conferma ciò che già si intuiva ascoltando i precedenti lavori, il primo “Blood Offerings” del 2017 e il succitato “Mortal”: i Necrot suonano un Death Metal di stampo classico, incarnato tanto nell’iconografia quanto nello stile musicale. Immaginiamo di dover spiegare a un giovanissimo metallaro cosa sia il Death Metal: che dischi gli consigliereste per avvicinarsi al genere? In altre parole: quali sono le opere fondamentali che potremmo trovare nelle collezioni di dischi dei membri della Vostra band?
Il mio consiglio a un quattordicenne che vuole iniziare ad ascoltare Death Metal sarebbe di cominciare con Morbid Angel – “Altars of Madness”, Death – “Leprosy”, Immolation – “Dawn of Possession”, Deicide – “Legion” e un disco qualsiasi dei Bolt Thrower. Se ascoltare queste band non gli suscita nulla in particolare forse il Death Metal non è per lui/lei, invece se si esalta e gli piglia bene avrà scoperto qualcosa di eccezionale. Gli direi anche di leggersi i testi del disco “Human” dei Death.
Online è possibile rintracciare innumerevoli testimonianze dei moltissimi concerti che avete tenuto nel corso degli anni. C’è qualche data in particolare, o qualche intero tour, che vale la pena di ricordare? Qualche aneddoto meritevole di essere immortalato in questo articolo?
Il tour del 2019 che abbiamo fatto con Morbid Angel, Cannibal Corpse e Immolation che sostituirono i Cannibal Corpse per gli ultimi 6-7 concerti è stato il momento che ha cambiato le cose per noi per vari motivi. Il primo, quello ovvio, è suonare tutti i giorni per un mese con gruppi leggendari come quelli. Il secondo perché è stato il tour più difficoltoso che abbiamo mai fatto. Era un tour d’inverno e di tutti i tour invernali che abbiamo fatto è stato quello con il clima più estremo che ci sia mai capitato. C’era una tempesta di neve che praticamente ci seguiva in tour quasi tutti i giorni. Mi ricordo che distanze di 8 ore in furgone diventavano di 14 per via del clima e che non dormivamo praticamente quasi mai. A un cero punto c’erano -25 gradi celsius. Dopo quel tour ogni tour fatto dopo ci è sembrata una passeggiata e ci ha reso pronti ad affrontare qualsiasi cosa. Esperienza estrema e bellissima allo stesso tempo.
Siamo giunti all’immancabile domanda sui progetti futuri del gruppo. “Lifeless Birth” è appena uscito e andrà promosso a dovere in lungo e in largo per il mondo. E’ previsto un tour europeo, magari con un paio di fermate in Italia?
I progetti presenti/futuri sono di andare a giro a suonare e promuovere ”Lifeless Birth” in più posti possibili. A fine agosto saremo in Italia per 3 concerti che ho fortemente voluto quando veniva deciso il percorso del tour Europeo. Non suoniamo in Italia dal 2018 e sono sicuro che i vari Metallari miei connazionali non perderanno l’occasione per venire a scapellare con noi. Grazie per l’intervista, se ci vediamo in Agosto ci spariamo una decina di birre che per sopravvivere ad agosto in Italia è il minimo!
Ti ringrazio a nome della Redazione e dei Nostri Lettori, Luca, per il tempo che ci hai concesso. Ti lasciamo un ultimo spazio per concludere questa chiacchierata e mandare un saluto agli appassionati che sono arrivati fino a qui. A presto!
Complimenti per essere arrivati fino quaggiù a leggere tutta l’intervista. Andate ad ascoltarvi “Lifeless Birth”, il nostro nuovo disco, e ci vediamo ai concerti! Ciao!
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