Intervista Noirad (Dario Nuzzolo)
Ciao Dario, iniziamo subito: come, quando e perché nascono i Noirad?
Ciao Andrea, il progetto è nato ufficialmente nel 2010, quando ho deciso di pubblicare delle canzoni che erano stilisticamente troppo distanti da quanto proposto dal gruppo in cui suonavo. Bisogna anche dire che l’idea di creare un progetto libero dalle restrizioni imposte da un unico genere musicale risale ai primi anni del 2000! Una volta presa la decisione di percorrere questo sentiero ho coinvolto un po’ di amici nelle registrazioni.
Perché la scelta del monicker Noirad?
La scelta del monicker è stata un vero problema! Cercavo qualcosa che non fosse banale o pacchiano, che potesse rappresentarmi adesso e in futuro. Non avendo trovato nulla che soddisfacesse questi requisiti, in preda alla più totale disperazione, ho deciso di invertire l’ordine delle lettere del mio nome e l’iniziale del cognome ottenendo così Noirad! Non sarà il monicker più bello della storia, ma poteva andare peggio! Hahahah!
Com’è nato ‘Penny Dreadfuls’, il tuo album d’esordio? Quanto tempo hai impiegato a comporlo?
Quest’album è la raccolta di brani che sono stati scritti nel corso di circa otto anni (i più vecchi sono “From Hell”, “Bedlam” e “Genetic Scars” che risalgono al 2002/2003!). Durante questo periodo ho accumulato varie canzoni, alcune delle quali dovevano far parte del repertorio delle band in cui militavo, ma non sono mai riuscito a pubblicarle per un motivo o per un altro. Essendo un grande appassionato della letteratura inglese del XIX secolo e prendendo in considerazione la natura dei riff delle canzoni che avevo scelto per il disco, ho deciso di scrivere dei testi che in qualche modo fossero collegati all’epoca vittoriana. Da qui l’idea dei Penny Dreadfuls. Con il passare del tempo ho deciso di ampliare la portata dell’album e di non limitare le tematiche dei testi alla sola Inghilterra del 1800. Ho incluso avvenimenti come il disastro nucleare di Chernobyl e l’eruzione del Vesuvio che ha sommerso Pompei. Ho terminato la scrittura dei pezzi sul finire del 2010.
Perché la scelta di autoprodurre l’album?
Che il mercato discografico non stia attraversando un periodo semplice è ben noto a tutti e quindi ho pensato che aveva più senso produrre quello che avevo in mente e magari in un secondo momento cercare una label che fosse interessata al progetto, ma alla fine ho preferito pubblicare il disco su Bandcamp.
Chi è l’autore dell’artwork della cover? Vero che ‘Penny Dreadfuls’ era una pubblicazione inglese, ma perché scegliere di rappresentare una fantomatica scena di distruzione del Parlamento Inglese e del Big Ben e non, ad esempio, la caduta di un monumento italiano?
L’artista che ha curato l’artwork si chiama Mario Lopez. E’ un illustratore guatemalteco che aveva curato la copertina di una mia band in passato. Trovo che sia veramente bravo e sono estremamente soddisfatto di come abbia trasposto su tela l’idea che avevo per la copertina di questo disco!
Vorrei anche chiarire una cosa che per me è molto importante: condanno senza riserve gli atti terroristici. La copertina non inneggia alla distruzione e alla sovversione, ma è semplicemente legata al concept delle storie dell’orrore (oltre ad essere un omaggio al film “V Per Vendetta”).
Ho scelto il Big Ben perchè la maggioranza dei brani tratta di storie che hanno avuto luogo in Inghilterra e perchè, come giustamente dici tu, i Penny Dreadful nascono in terra d’Albione.
La pubblicazione ‘Penny Dreadfuls’ trattava tematiche horror anche reali ed attuali. Tu, nel tuo album, hai fatto lo stesso. Su quali basi hai scelto le storie da raccontare e secondo quali punti di vista vengono narrate?
Anche la scelta dei testi ha avuto una certa evoluzione: all’inizio avevo intenzione di trattare gli stessi temi dei Penny Dreadfuls (come ad esempio i misfatti di Spring-Heeled Jack e di Sweeney Todd), ma ho poi deciso di virare su tematiche reali ed in alcuni casi di mischiare tali avvenimenti con le leggende che ne sono derivate.
Ho iniziato a documentarmi su episodi del passato che fossero compatibili con le canzoni e sono così venuto a conoscenza di storie come quella del presunto vampiro di Highgate Cemetery. Ho poi compilato una lista degli argomenti papabili aggiungendo gli avvenimenti di cui ero già a conoscenza come le “cure” inflitte agli internati del manicomio di Bedlam o l’eruzione del Vesuvio a ciò che avevo scoperto e ho scelto quelle che mi sembravano le storie migliori.
Il punto di vista adottato è prevalentemente quello del narratore che illustra gli avvenimenti al pubblico. Fa eccezione “From Hell”, il cui testo è composto interamente da frasi tratte dalle lettere che Jack lo Squartatore ha inviato alla polizia.
Hai adattato le musiche ai testi o hai fatto il contrario?
Per questo disco avevo già scritto tutta la musica e quindi ho adattato i testi alle melodie precedentemente composte.
Hai riunito alcuni musicisti fissi, che suonano in tutto l’album, ed hai chiamato molti ospiti che hanno partecipato a singoli pezzi. Su quali basi hai scelto i tuoi collaboratori?
Ho la fortuna di avere dei grandi musicisti tra i miei amici, per cui ho semplicemente chiesto ad alcuni di loro una mano per il disco. Come hai potuto sentire, nelle canzoni ci sono svariati assoli e ne ho approfittato per ospitare sull’album parecchi chitarristi. Direi che la scelta ha ripagato in quanto ognuno di loro ha uno stile diverso e questo ha reso l’album ancora più ricco di sfaccettature!
Tu canti in growl, però hai scelto come voce principale una clean vocal femminile densa di melodia. Perché questa scelta? Che valore ha dato Barbara Beccaria ai testi delle canzoni?
Dire che canto forse è eccessivo, diciamo che ho fatto di necessità virtù, hehehe! I pezzi sono stati scritti per essere cantati da una voce pulita, i miei growl servono per aggiungere un’ulteriore dimensione alle canzoni e per creare un contrasto con la voce di Barbara laddove il brano lo richieda.
Quando Barbara è stata “arruolata” avevo già scritto tutto, quindi non ha avuto modo di contribuire ai testi. C’è da dire che è stata molto professionale e mi ha chiesto delucidazioni su ogni canzone in modo da poterla interpretare al meglio.
L’ultima traccia, ‘A Stain of Grey’, è una ballata acustica. Di cosa parla? Perché hai scelto questo brano per chiudere l’album?
Questa canzone parla di un evento di cronaca del 2007. Una donna è stata violentata nella sua casa di Londra da una banda di ragazzini davanti ai suoi due figli (rispettivamente di 2 e 4 anni…). La notizia mi aveva colpito molto… è uno schifo che dei bambini debbano subire esperienze del genere e così ho deciso di parlarne nel testo di quella che poi è divenuta “A Stain Of Grey”.
Non esiste un motivo preciso per cui questa sia l’ultima canzone del disco. Volevo che l’ascolto dell’album fosse scorrevole e che la successione dei brani fosse in qualche modo congruente. Mi è semplicemente sembrato che la soluzione migliore fosse di piazzarla come ultima traccia.
I tuoi progetti per il futuro? Hai in programma di portare i Noirad sui palchi?
Per quanto riguarda il futuro, l’obiettivo è un nuovo album (possibilmente in meno di dieci anni!). Purtroppo non penso che ci esibiremo dal vivo in quanto la band nasce come uno studio project, ma mai dire mai!
Oltre al progetto solista Noirad, militi in qualche altra band?
Non ci sono altre band al momento ma dato che sono sempre felice di collaborare con altri musicisti la situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro!
Cos’è per te l’Heavy Metal? Da cosa dipende questa voglia di non appartenere ad alcun genere, ma di ‘mischiare’ un po’ di tutto?
Il metal è passione, è melodia, impatto, velocità e riff coinvolgenti.
Più che non voler appartenere ad uno specifico genere voglio poter spaziare qualora ne abbia voglia. Con questo intendo dire che non mi sento obbligato a dover scrivere un disco che contenga canzoni così varie! Penso che questo approccio dipenda dal fatto che ascolto un po’ tutti i sottogeneri che la nostra musica preferita ha da offrire!
Cosa ne pensi dell’attuale scena Metal italiana?
Trovo che ci siano delle ottime band! La prima che mi viene in mente sono i White Skull che hanno prodotto un altro grandissimo disco ultimamente!
Con quest’ultima domanda concludiamo questa breve intervista. Ringraziamo Dario per la sua disponibilità, lasciando a lui i saluti finali ai lettori di TrueMetal.it. Grazie!
Volevo innanzitutto ringraziare te e TrueMetal.it per avermi dato questo spazio. E’ stato un vero onore poter fare questa intervista!
Volevo anche ringraziare tutti quelli che l’hanno letta ed invitarli ad ascoltare gratuitamente “Penny Dreadful” a questo link: https://noirad.bandcamp.com/, spero che vi piaccia!