Intervista Paolo Morbini (Paolo Morbini Project, Myland)
Intervista a un rocker di lungo corso, uno che s’è sempre sbattuto come un animale per la propria musica raccogliendo molto spesso meno di quanto seminato in anni e anni di milizia. Parole a pensieri in libertà da parte di Paolo Morbini, batterista e anima pulsante del Paolo Morbini Project, band con all’attivo il recente “2017“, nonché dominus dei disciolti Myland.
Buona lettura,
Steven Rich
Paolo Morbini
Paolo, da dove è scaturita la scintilla che ti ha fatto innamorare della batteria?
Buongiorno a tutti e grazie a te Steven, per questa intervista. Nel lontano 1979 un mio amico che io chiamo zio amichevolmente, aveva lasciato in comodato d’uso la sua drum nella mia cantina a Milano, dove con altri amici avevamo una specie di ritrovo isolato acusticamente, con i cartoni delle uova, a quei tempi ci si arrangiava così…
In questo ritrovo ascoltavamo musica, scambiavamo pareri su band etc… e quando non c’era nessuno al pomeriggio, io dopo aver visto ed ascoltato lo zio suonare la batteria, ho provato a tirare qualche colpo… rimanendo un po’ sorpreso perché, senza aver mai suonato, sapevo già fare il groove semplice tipo 4 quarti, roba simile. Preso dall’entusiasmo, iniziai a suonare tutti i giorni e così ho capito che la drum era una bella passione da coltivare!
Pare incredibile che in Italia, ove da qualche anno esiste un Festival a tema, non sia mai capitato di imbattersi in gruppi tricolori di assoluto valore – riconosciuto pure oltrefrontiera – come voi (Myland, Paolo Morbini Project) piuttosto che Danger Zone o Elektradrive. Ti sei dato una spiegazione di questo strano fenomeno?
Si, hai ragione, il problema è che i gruppi da te elencati, sono tutti Melodic rock, chi più Hard chi meno. Purtroppo i Festival Italiani, sono sempre e saranno sempre Heavy Metal e io alzo il ditino, quale ditino decidilo tu… ahahauahaha! Dico con simpatia che ci siamo anche noi melodici, ricordatevi di noi qualche volta… che all’estero siamo molto apprezzati, molto di più di band Heavy Metal Italiche, famose qui da noi!
Che ricordi hai del vostro gig all’Italian Metal Legends di Bereguardo del 2012?
Quello infatti, è un Festival che ha dato spazio anche a 2 Band diciamo nuove: noi Myland e i Cayne, anche se, eravamo attivi già da diversi anni, siamo stati inseriti dall’organizzazione insieme a band storiche dell’HM italiano. Per il pubblico, è stata una bella sorpresa anche perché, se suonano sempre gli stessi poi non lamentiamoci che la gente non va ai concerti di gruppi italiani.
Capitolo Myland: dammi una tua descrizione album per album.
The Time is Over (2004)
Io e Guido Priori vocalist, ci siamo ritrovati per divertimento a reinventare le melodie in inglese del nostro primo Album Paolo Morbini del 1993, che era cantato in Italiano. Così per divertimento abbiamo rifatto appunto melodie e testi sulle tracce strumentali, il tutto registrato in casa, poi abbiamo spedito il materiale ai giornalisti di tutto il mondo. Ai tempi mi ricordo che essi rimasero molto colpiti dal lavoro, perché di band Aor Italiane praticamente non ne esistevano. L’unica eccezione ero io con gli Eva nel 2000 e abbiamo avuto grandi riscontri a livello mondiale, per cui il primo Album dei Myland cosi’… quasi in segreto è stata una novità per i fan di questo genere. Di gruppi italiani Aor non se ne sentiva mai parlare: eravamo come uno sciatore del Congo che va a vincere qualche gara di Sci! Auahauah!
No Man’s Land (2008)
Dopo l’uscita di The time is over, io e Guido richiamammo i nostri amici, che anni prima avevano registrato il mio Primo Album (Paolo Morbini 1993). “Raga”, ho dei brani ready… avete voglia di registrarli? Tutti hanno dato l’ok e ci siamo messi sotto. Il isultato? Uno tra i migliori Album del mondo nel 2008 nel genere, con special guest quali: Kee Marcello (Europe), Fergie Frederiksen (Toto), Tommy Denander (Radioactive, Alice Cooper, Paul Stanley). Sull’onda dei riscontri ottenuti abbiamo poi fatto una serie di concerti, anche in Germania. Poi i miei compagni di viaggio si sono arresi agli impegni famigliari e per suonare, a malincuore ho dovuto cambiare tutta la formazione e ricominciare daccapo.
Light of a New Day (2011)
Nuova formazione, scrivo altri brani, alcuni coadiuvati dai nuovi componenti. Contatto, dopo aver ricevuto la sua stima a livello di artista, il Presidente della Point Music, storica etichetta tedesca e subito mi fa il contratto per il nuovo Album “Light of a new day”. Anche in questo caso abbiamo ricevuto ottime recensioni, poi appunto abbiamo fatto vari live show anche in Bosnia insieme agli Uriah Heep e ai Whitesnake classic, come headliner del giovedì. Il festival durava 4 giorni, poi in seguito appunto l’Italian metal Legends a Pavia. L’album secondo me è un po’ più hard rock del precedente, ci sono dei brani veramente sofisticati e molto diversi dalle solite cose Aor che si sentono in giro. Spesso molto scontate: scusate la presunzione ma ci abbiamo lavorato tantissimo!
Tales from the Inner Planet (2013)
Dopo le avventure di Light, continuiamo a suonare con continuità: sempre locali e niente festival!
Serate sempre organizzate da me, non ho mai avuto aiuto da parte dei musicisti che hanno partecipato ai miei progetti, purtroppo ho anche cambiato vari elementi proprio per questo motivo, perché oltre a non fare niente per la band, a parte suonare… auahauh… che è il minimo sindacale… non mi hanno mai aiutato e sostenuto in nulla per l’organizzazione. Ma no problem, ho il callo d’acciaio! Ritornando a Tales, nuovo cantante e nuovi brani, intanto nel mondo la musica digitale cambiava ulteriormente… prendeva piede Youtube e i social affondavano la lama nella testa della gente…
In ogni album, noi musicisti ci siamo dovuti adeguare a questa nuova realtà, nuova per dei vecchietti come noi, anche se io sono sempre stato tecnologico, il mio sito da Batterista compositore negli anni ‘90 era in classifica sul Sole 24 ore, prima di quello di Grillo e di Armani. Io ridevo e mi chiedevo: ma come KAAAZZ è possibile? Auahauahauah! Per cui, ritornando a noi, ho scritto 15 canzoni, coadiuvato dagli altri musicisti e poi ne sono state scelte 13. Abbiamo quindi fatto un altro album, Tales, appunto: ottima musica, sempre con il sound alla Myland. Seguirono molte date, circa 2 al mese per 2 anni, sempre in club e pub e sempre organizzate solo da me. Con quest’album abbiamo suonato in Germania, avevamo un gran seguito nei locali in zona Lombardia, soprattutto girl…! Yeahhh! Infatti poi ho deciso di fare svariati videoclip, tre o 4 con girl sexy style anni ’80: taccata a spillo e giù di lì… Insomma ci siamo divertiti… auahauahauh!
Com’è avvenuta la fine dei Myland?
Per l’ennesima volta abbiamo cambiato il cantante che decise di andarsene, non si sentiva più a suo agio, poi è andato a fare cover e tributi… come tutti gli altri militanti dei miei progetti. In Italia, in generale, si pensa erroneamente troppo spesso, che entrare a far parte di un progetto musicale più o meno conosciuto, significhi solo avere il riscontro del pubblico. Quindi autografi, fan, donne, fama, gloria, vanità, ricchezza e minchiate simili… Insomma il mito della rockstar del Lidl! Senza minimamente pensare di dover partecipare all’organizzazione concreta di tutto. Poi, oltre a questa superficialità e menefreghismo, ti giudicano pure dicendo che si potrebbe fare di meglio, per poi non fare nulla, non concretizzare mai una vera iniziativa, anche l’organizzazione di una cena per i fan diventa un peso insostenibile… troppa fatica! Bhuahahah! Si è capaci solo stare a casa sul divano col culo piombato a criticare! Vasco ha ragione quando dice che siamo in un mondo di “fenomeni”…
Dopo questa riflessione, torniamo a noi Steven: scrivo nuovi brani sempre coadiuvato dai musicisti e iniziamo a registrare l’album nuovo. E cosa fa il nuovo cantante? Si presenta in studio senza aver studiato nulla, impreparato e senza la minima professionalità, dimostrando rispetto zero nei confronti della band. Così decido di interrompere le registrazioni. Registrare come ben sai è un costo, le sale prove pure, tutto a mio carico e a carico dell’associazione dove collaboro. Per evitare sprechi di tempo e denaro, divisai di cercare altrove un nuovo vocalist. Il resto dei musicisti, per tutta risposta, seguì il nuovo cantante, quindi di loro iniziativa abbandonarono la band.
Io ho ringraziato tutti per la collaborazione e naturalmente sono andato avanti tranquillo per la mia strada, come sempre! The show must go on! Sono cose normali che possono succedere in un lungo percorso di lavoro: visioni diverse, priorità diverse, comunque per mia esperienza, in questo settore tutti sono utili e nessuno è indispensabile.
“Paolo Morbini” Cd
Aor/Hard Rock cantato in italiano… in passato hai fatto uscire un tal Cd… 😉 avanti tu, Paolo!
Si, anno 1993, “Paolo Morbini”, album anomalo per un batterista, compositore, che scrive i brani Aor e registra un album in Italia? Si sono io, adesso sembra normale, ma nel 1992 mica tanto…
Orgogliosissimo di questo Album, è l’inizio della mia attività discografica, poi ho lavorato per la Warner Bros e per altre situazioni, mi è servito tantissimo produrlo, ho capito tante dinamiche del mondo discografico Italiano ma non solo. Pensa che su E-bay ho visto questo album in vendita a 1500 Euro! La versione della prima stampa è andata esaurita, io ridevo, ok lo vendono a 1500 euro, ma chi cazzo lo compra? Auahauahauh! Comunque Aor style suonato benissimo Toto style, consigliato a tutti!!
Sempre riguardo i Myland, hai messo definitivamente una pietra sopra al progetto oppure vi sono margini di Réunion per il futuro?
Réunion no sicuramente, il progetto è stato inventato da me e Guido Priori, gli altri hanno solo girato intorno e niente di più.
Sia con i Myland che con il Paolo Morbini Project non è che vi sia visti poi così tante volte presenti nelle varie rassegne dal vivo che comunque stoicamente resistono sul suolo nazionale… Quali i motivi?
Auahauaha non ci caga nessuno!
E’ ormai acclarato, per chi frequenta i concerti nel nostro Paese, che l’heavy metal – grosse band a parte, capaci di radunare folle oceaniche non solo di metallari – non attiri più il pubblico giovanile. Manca da tempo il ricambio generazionale, insomma. Tuoi pensieri e parole a riguardo, Paolo…
Io insegno anche musica da tanto tempo, lavoro nelle scuole di musica da 30 anni, per cui ho visto svariate generazioni passare davanti a me, purtroppo non è colpa dei giovani etc… è solo il sistema che ha cambiato questo mondo, per cui ho notato che far appassionare un giovane è molto più difficile dei miei tempi, quando non avevamo internet, (che secondo me è una grande distrazione) o tutta questa roba in quantità esagerata: troppi concerti, troppi download, troppi dischi e poca qualità. Non parlo solo di heavy metal, ma della musica in generale: suona chiunque, canta chiunque, raglia chiunque, si è abbassata la qualità di tutto… si è persa la ricerca, la curiosità. I musicisti, o chi vuol intraprendere la professione oggi, non si dedica quasi mai seriamente allo studio, manca una vera cultura musicale, la professionalità. Ringrazio di avere vissuto in pieno gli anni ‘80, spaziali!
Quando è nata l’idea di allestire il Paolo Morbini Project?
E’ nata dopo la delusione che ho avuto per la fine dei Myland, adesso ti posso assicurare che sono contentissimo che sia successo, per tutto quello che ci siamo detti qualche riga su dell’intervista.
Ho solamente seguito la mia grande passione per la musica, ho riscritto di nuovo l’album, ho richiamato i miei vecchi amici dell’inizio (No Man’s land) Marco Andreasi e Guido Priori, che suonano con me in fasi alterne da 27 anni, per cui loro hanno i figli cresciutelli adesso, e sono un pochino più liberi di alcuni anni fa. Poi si sono aggiunti altri musicisti amici miei d’infanzia: Mimmo Corbo che conosco da 35 anni e Diego Belluschi che ha suonato con me in varie cover band, in più Alex Sperti che era già amico di Guido e suonava con lui da anni… insomma un progetto di amici secolari! Minkia se siamo vecchi, auahauahauah!
Con passione e nei ritagli di tempo di ognuno, sono riuscito ad organizzare le registrazioni, questo album è una vera bomba: feeling, groove, sudore, tecnica sopraffina, esperienza. C’è tutto questo nella musica del Cd, provare per credere, sono orgoglioso anche perché, molto spesso nelle recensioni soprattutto straniere ci paragonano a Toto, Foreigner, Journey, insomma ai migliori!
In che modo hai coinvolto gli altri musicisti che ne fanno parte?
Solo una frase: “RAGAZZ… c’e’ da divertirsi!”.
Sei dovuto andare fino a Nagasaki per trovare un’etichetta?
Si, con il presidente della label ho un buon rapporto di stima, vende i miei Cd da anni. Per cui quando gli ho detto che registravo un album nuovo, mi ha dato subito la sua disponibilità! Il lavoro della stampa è eccelso, qualità Japan veramente fiko!
Cosa ti viene in mente se ti cito…
Elektradrive – Grandissimi pionieri del Melodic Hard rock, fantastici!
Danger Zone – Non li conosco di persona, ma ottima band, tosti!
Bulldozer – Pionieri del Metal! Non li seguo, perché ascolto altro genere, ma spaccano!
Vanadium – Ho fatto delle prove come drummer con loro, dopo lo scioglimento della band ai tempi. Non mi sono trovato musicalmente, ma rispetto!
Death SS – Non conosco né i dischi né le persone, sono molto lontano dal loro genere musicale. Sempre rispetto totale comunque!
Hocculta – Ho suonato per molto tempo con il loro secondo chitarrista, Roberto Broggi. Pensa che avevamo un trio giusto per divertimento, facevamo solo i brani di Satriani, ti parlo del 1995/96. Poi in una mia band degli anni ’80, gli Hera, ha cantato con noi per molto tempo Massimo Lodini, voce appunto degli Hocculta, che saluto, Yeahh!
Sei un drummer affermato, non vi sono dubbi. Qui di seguito una serie di batteristi ai quali gradirei tu scrivessi a fianco un tuo pensiero:
Pete Gill (Saxon, Motorhead) – Ottimo, visto più di una volta nei primissimi anni Ottanta. I Saxon mi piacciono molto e andrò a rivederli al Live di Trezzo insieme agli Y&T e ai Raven a ottobre.
Gregg Bissonette – Spaziale, la sua video cassetta didattica l’ho guardata moltissime volte. E’ un grande batterista, infatti ha percorso un’ottima carriera, adesso suona nella band di Ringo Starr insieme a Luke, Richard Page dei Mr. Mister etc… fikata!
Mike Terrana – Ottimo, ma non ha uno stile che mi piace. Se devo scegliere tra quelli tecnici, ascolto Simon Phillips!
Che tipi sono i vari Kee Marcello, Tommy Denander (Radioactive) e Fergie Frederiksen (R.I.P.) dei Toto. Come hai fatto a entrare in contatto con loro?
In generale sono un cane sciolto, non li conoscevo io, sono sempre stati altri che li hanno contattati: amicizie comuni e cose così. Per quanto poi fatto devo dire che sono stati super professionali, anche appassionati della musica stessa, veramente umili e gentili, AMAZING!
Hai suonato dal vivo migliaia di volte. Quali le date che ricordi con più soddisfazione e perché…
A me piace il Pub, i club piccoli… dove suoni a contatto col pubblico… ho suonato al Palatrussardi davanti a 8 mila persone o alla festa dell’unità ai tempi, con molta gente, ma il pub mi piace di più’, non ci sono cazzi. Le date? Tantissime, alcune con gli Europe, ho suonato insieme con loro, divertendomi molto, erano raduni di fan club, in un periodo in cui loro non erano in attività, mi piace molto fare jam-session, sono il drummer ufficiale della Rock’n’roll band della catena dei Clubs Rock’n’roll. In quello di Rho, vicino a Milano, sono da 9 anni e ci ritroviamo da tempo per passare serate rock insieme e Jammare con molti bravi musicisti, ci divertiamo un casino! Il Periodo nel quale mi sono divertito di più probabilmente è stato con le cover band: i Fahrenheit insieme a G. Fersini, già chitarrista di Ramazzotti, Antonacci, Pausini. Ai tempi, anni ‘90 o giù di lì, avevamo locali fissi settimanali a Milano, clubs fikissimi, che adesso non ci sono più, suonavamo 3 volte a settimana. E’ stato così per molti anni e con l’altra band di cover, i Kevlar, abbiamo fatto anche un Ep mentre suonavamo come dannati negli anni 98/2002: più di 500 serate in 4 anni, abbiamo anche inciso brani inediti. Un bel periodo, senza dubbio!
Cosa ti senti di dire se ti elenco…
Toto – I migliori in ASSOLUTO!
Journey – Songwriting AOR da paura, Steve Perry belva, Steve Smith ultra belva, Neal Schon mega, Cain, il tastierista ideale!
Foreigner – Miglior band Hard rock di tutti I tempi!
Styx – Non tutti i loro album mi piacciono, ma dal vivo devo dire che sono la migliore band
nei Chorus che io abbia mai visto, e ne ho viste davvero tante!
Boulevard – Unici nel loro stile, non assomigliano ad altri. Veramente degli artisti!
FM – Miglior band live AOR in circolazione!
La copertina di “2017”, nuovo album del Paolo Morbini Project, uscito l’anno scorso per la label giapponese AnderStein Music
Come vedi la scena hard rock ed heavy metal in Italia fra dieci anni? Intendo a livello di locali, seguito, esposizione su riviste, TV a tema, concerti, festival…
Per quanto mi riguarda, non c’è mai stata una vera scena Metal o Hard che sia, in Italia! In questi ultimi anni le band si sbattono molto, forse si è mosso qualcosa in più, diciamo che Internet ha facilitato in questo senso, il pubblico ha conosciuto band… non raccomandate!
Quando hai iniziato la tua avventura nella musica, decenni fa, ti saresti aspettato di essere ancora qua a “combattere” nel 2018?
Si, assolutamente! Non è una questione di guerra, la musica è dentro di me, non posso non farla. Poi se gli appassionati ascoltano i miei album, bene, ma io compongo e suono per me stesso, ne ho bisogno, la musica mi fa stare bene!
Quale la maggiore soddisfazione e la più gran delusione in carriera, Paolo?
Delusione: aver quasi sempre reclutato e sostenuto musicisti fasulli, spesso dopo lavoristi, non appassionati della musica, ma solo del proprio ego del cazzo. Soddisfazione: nonostante questi, essere riuscito a suonare e a comporre tanto!
Come te la “svanghi” nella vita, visto che presumo tu non possa vivere solamente con i tuoi progetti musicali?
Ho una Scuola di musica, ho sempre lavorato nelle scuole di musica, faccio serate di cover, da fonico etc. La MUSICA, lei mi dà il pane anche se certe volte mi fa stare a dieta… auahauha! Ma non fa male!
Vuoi toglierti qualche sassolino dalle scarpe? Prego…
Troppi minchioni “gestiscono” la musica in Italia… diciamo solo questo… vah, che è meglio!
Progetti futuri, Paolo?
Suonare, comporre. Prossimo step: album Pop rock (Roxette, Shania Twain Style), scritto per mia moglie, cantante professionista, vocal coach, vedremo di finirlo appena possibile!
Spazio a disposizione per chiudere l’intervista come vuoi…
Ringrazio te, Steven e TrueMetal per avermi dato spazio. Saluto tutti gli appassionati veri del rock Melodico e del Metal!
Stay Melodic!
Paolo Morbini
Stefano “Steven Rich” Ricetti