Hard Rock Heavy

Intervista Pete Blakk (ex-King Diamond)

Di Mickey E.vil - 13 Maggio 2024 - 8:00
Intervista Pete Blakk (ex-King Diamond)

Intervista a Pete Blakk (ex-King Diamond) da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli. Buona fruizione.

Negli ultimi dieci anni ho avuto l’onore di intervistare la quasi totalità dei musicisti coinvolti nella band di King Diamond: Andy La Rocque, Michael Denner, Hal Patino, Snowy Shaw e ora l’altro virtuosissimo chitarrista, mr. Pete Blakk! Completeremo l’opera coinvolgendo anche Mikkey Dee, in futuro! Come leggerete, Pete ha avuto un ruolo determinante nella band di King e, dopo un lungo silenzio discografico, sembra essere intenzionato a tornare in grande stile! Qui lo dico e qui lo nego… Che sia coinvolto nel prossimo album del Re? Attendiamo fiduciosi e, in ogni caso, grazie a Pete per questo interessantissimo viaggio nel tempo anche senza l’aiuto dell’amuleto di “The Eye”!

Dunque, caro Pete. Dicci qualcosa delle prime band che ti hanno visto coinvolto, i Trazer e i Crystal Thanatus!

Beh, sai, tutti cominciamo da qualche parte: io avevo un paio di band nei tardi anni Settanta, eravamo tutti d’accordo sul fatto di voler suonare in modo più pesante, più metal! Non c’erano molte band metal in Svezia allora, si parla di prima dell’avvento degli Europe e via dicendo. La mia prima band furono i Trazer e forse potevamo essere categorizzati come NWOBHM. Poi fondai i Crystal Thanatus che durarono quattro o forse sei mesi e poi ottenni il posto nella E.F. Band, la prima band metal mai esistita in Svezia, sotto contratto con la Vertigo. Era una cosa grossa, avevano un’etichetta major, facevano tour e tutto il resto… Feci un’audizione e mi presero, dunque fu quello il momento in cui me ne andai dalla mia città natale, Jönköping, per raggiungere Gothenburg.

E cosa ricordi dell’esperienza con la band Geisha?

Sì, i Geisha arrivarono subito dopo. La storia è interessante perché fu allora che io e Mikkey (Dee) iniziammo a frequentarci. Provavamo in un posto chiamato Fryshuset: le band avevano la loro sala prove in un vecchio magazzino-freezer, ristrutturato come sale prova. Si trattava, forse, del 1982-83… Stavo cazzeggiando in sala prove e sentii questo batterista in un’altra sala, stavo suonando per i fatti miei e dissi: «Wow, questo suona davvero bene!»… Sbirciai dentro e c’era Mikkey, iniziammo a parlare e poi a frequentarci perché la scena musicale non era così grossa, giravamo insieme, facevamo feste e poi mi chiese: «Hai sentito che questo tizio danese cerca musicisti?»… Io gli risposi di no, non avevo sentito nulla: le voci erano che girava per i club cercando musicisti, si trattava di Yenz, Yenz Cheyenne. Yenz era nei Brats, non so se conosci la storia dei Mercyful Fate: Yenz era nei Brats con Hank Shermann, Michael Denner e… Non ricordo il batterista. Avevano questa band e quando si sciolsero in un qualche modo divennero i Mercyful Fate. Yenz stava cercando musicisti, formammo i Geisha e allora i Mercyful Fate stavano già suonando, probabilmente era già uscito il primo album, non ricordo… Lui era danese, io e Mikkey unimmo le forze insieme a lui, ci trasferimmo a Copenhagen e iniziammo a frequentare Michael Denner.

E poi come sei riuscito ad entrare nella band di King Diamond?

Beh, il fatto è che vivevamo a Copenhagen in quei giorni, coi Geisha: registrammo un demo che Dante Bonutto, il caporedattore di Kerrang!, mise al numero uno della sua playlist! Di solito non arrivavi ad una playlist, per lo meno non alla sua, se non avevi un album e se non avevi firmato con un’etichetta. Ma lui ci mise al primo posto e volle scrivere una storia completa della band… Comunque sia, vivevamo a Copenhagen, giravamo coi ragazzi dei Mercyful Fate che erano tornati dal tour americano, penso nel 1984… Sì, nel 1984! Michael Denner mi chiese se sapevo del fatto che si erano sciolti e io dissi: «Cosa? Siete appena tornati da un tour!»… Ma lui mi rispose che stavano formando una nuova band e che avrebbero voluto me e Mikkey nel gruppo, ci offrirono il posto nella band di King Diamond, la prima versione. Io dissi di no, Mikkey invece sì e il resto è storia: Mikkey registrò il primo album, Fatal Portrait e io diedi loro un suggerimento, dato che Andy (La Rocque) era a Gothenburg: effettivamente provarono un altro chitarrista per un paio di settimane, lo raccomandai sempre io, un mio amico che però non durò perché non conosceva le canzoni, era un disastro e non gli piaceva quello che facevano. Dunque Andy si unì, registrarono Fatal Portrait e poi quando tornarono… Fammi pensare… Per il tour di Abigail mi contattarono ancora per chiedermi se volevo unirmi a loro ma in quel momento ero nel bel mezzo del lavoro coi Geisha, dunque il tempismo non fu quello giusto, gli dissi che non potevo farlo e chiamarono Michael Moon per il tour. Fecero il tour di Abigail, tornarono indietro e tutto successe molto velocemente: ero a questa festa con King e in effetti condividevamo il posto dove provare, King Diamond e i Geisha erano nella stessa stanza. Sentii i nuovi brani e dissi ad Andy e Mikkey: «Wow, suonano davvero da paura le nuove canzoni!»… Dunque incontrai King a questa festa e gli dissi che trovavo davvero pazzeschi i nuovi brani: al ritorno da Copenhagen, nell’auto di Mikkey, mi chiesero ancora di entrare e io dissi di sì! Mi piaceva la musica, la tempistica era perfetta e in più cercavano anche un bassista, perciò fu perfetto per me e Hal (Patino) unirci a loro! Ecco come sono andate le cose!

Come fu registrare Them?

La registrazione di Them fu divertente perché eravamo vecchi amici di Gothenburg: io, Andy, Mikkey e Hal che suonavamo insieme, un sacco di divertimento! Sì, voglio dire, allora c’era la chimica, chimica totale tra noi tutti! Sfortunatamente non durò, perché Mikkey se ne andò prima di Conspiracy anche se ci suonò sopra, ma è un’altra storia… Però è stato divertente, se c’è quella chimica tutto suona bene e quello che fai funziona alla grande. Io ed Andy lavoravamo così: lui faceva un assolo, magari lo registrava su una canzone e io dovevo seguirlo, registrare la seconda parte e tutto diventa… Per esempio, su ‘Bye Bye, Missy’ c’è questo scambio di assoli, avanti e indietro. Sì, era tutto bello e divertente!

Anche per Conspiracy utilizzaste lo stesso metodo?

In quel caso fu un po’ diverso perché eravamo tornati da un tour, avevamo iniziato a provare i brani ma dato che Mikkey aveva lasciato la band, provavamo un sacco di batteristi ma non ne trovavamo uno: sai, se devi sostituire Mikkey Dee, è abbastanza dura! Non c’era nemmeno un batterista in grado di suonare quello che suonavamo, dunque mi venne un’idea dato che Mikkey e King non si parlavano molto in quel periodo, vista la separazione. Io dissi a King che forse avremmo dovuto usare Mikkey per l’album: in quel momento non stava facendo nulla, stava cercando una band e se l’avessimo pagato un po’, forse l’avrebbe fatto! Ecco com’è andata, questo perché io, Hal e Mikkey passavamo il tempo insieme alle feste quasi tutte le sere, eravamo ancora amici che si frequentavano. All’inizio Mikkey non voleva farlo, ma poi aveva bisogno di soldi e pensò che sarebbe stato divertente, dunque iniziammo a provare: le canzoni erano quasi tutte già composte ma lavorammo all’arrangiamento con Mikkey, perciò alcune parti vennero fuori un po’ diverse, piccoli cambiamenti qui e là. Ma fu bello, credo che il disco venne fuori bene dato che fu Mikkey a registrarlo: sarebbe stato un disastro se Mikkey non avesse suonato!

Durante il tour facevate un sacco di feste. C’erano eccessi rock’n’roll nel tuo stile di vita di allora?

Festeggiavamo tutti i giorni. Io ho smesso di bere quello stesso anno perché ero giunto ad un bivio, nel 1989: non ho più bevuto una goccia né introdotto nulla nel mio sistema negli ultimi trentacinque anni circa! Sì, sai, erano tempi davvero folli, abbiamo fatto davvero delle pazzie (ride) al punto che potrei scriverci un libro, un giorno!

The Eye include una canzone che tu hai scritto, ‘Father Picard’. Cosa puoi dirci della nascita di questa canzone?

La nascita di questa canzone… Per The Eye chiesi, o meglio dissi ad Andy che avrei voluto prender parte al processo di composizione, non essere escluso. Avevo un paio di riff, li provai perché è una cosa così speciale scrivere per King Diamond dato che lui poi deve registrare la voce e dunque gli dovrà piacere! Da quanto ricordo, registrammo un paio di demo che mostravano diverse parti e King apprezzò ‘Father Picard’. Più o meno è come l’ho scritta all’inizio, non ci sono cambiamenti, semplicemente calzava a pennello per King!

Cosa è successo dopo l’uscita e il tour di The Eye?

Cos’è successo… Siamo stati scaricati dalla nostra etichetta, non avevamo un contratto e quelli erano tempi duri, i primi anni Novanta: il grunge stava emergendo, il metal era escluso… Voglio dire, venimmo scaricati dalla Roadrunner o forse il contratto riguardava solo quell’album, non so! Non ne ho idea perché non ero coinvolto negli affari di King. Successe che formai i Blakk Totem, all’inizio erano un mio progetto parallelo tanto per fare qualcosa: credo che un qualche giornalista mi abbia citato in modo errato dicendo che avevo lasciato la band. King mi chiamò dicendo: «Ho sentito delle voci, hai lasciato la band!» e io dissi: «No, non ho lasciato la band! Ho la mia band!» e lui disse qualcosa come: «Devi scegliere, o sei dentro o fuori!»… Cose del genere, litigammo al telefono e alla fine dissi: «Ok, lascio la band!» dato che avevo la prospettiva di un contratto per cinque dischi con la RCA e non volevo perderla! L’ho persa comunque perché il cantante che avevo era un idiota totale e non voleva raggiungerci, ci avevano offerto questo contratto con la RCA e l’unica cosa che richiedevano era vederci dal vivo. Il mio manager organizzò la cosa e loro vollero una cosa del tipo concerto dal vivo in sala prove, solo per loro come uno showcase. Lui invitò altre etichette per lo showcase e disse che avremmo dovuto fare arrivare in aereo il cantante: al tempo il batterista era Snowy (Shaw), poi c’ero io con Snowy, un bassista chiamato Joe e il cantante, Tony. Lo chiamai in Svezia per dirgli: «Ti farò avere un biglietto aereo, tu vieni qui e facciamo uno showcase!»… Lui mi disse che non aveva tempo, blah-blah-blah e stronzate varie… Io gli dissi: «Sei serio? Abbiamo un contratto discografico in arrivo e devi solo fare questa data! Dobbiamo suonare per queste etichette!»… Lui era un tipo strano, si tirò indietro e andò così! Persi il contratto discografico, provai con altri cantanti ma non è lo stesso quando hai fatto un demo con un certo cantante e un certo stile. Più tardi, un paio d’anni dopo, Jacob Samuel che era nella band svedese The Poodles si unì a noi e registrammo un paio di demo con lui. Effettivamente registrò quelle canzoni in modo simile al tizio Tony che avevamo all’inizio.

Puoi rivelare alcuni dei tuoi progetti musicali attuali ai nostri lettori?

Ehh… Ho due cose in ballo ma non posso dire nulla perché sono abbastanza segrete le cose che sto facendo ora con le persone coinvolte. Ma ho anche un progetto che non è così segreto, sto lavorando con un cantante negli Stati Uniti. Vedremo se realizzare qualcosa, sto scrivendo del materiale, ho un po’ di materiale perché sai com’è, quando il tempismo è quello giusto l’impulso si fa vivo, dato che mi sono preso una pausa dalla scena musicale per molti anni. Poi sono tornato nel 2009, forse… Sì, nel 2009 quando mi sono spostato in Florida per la prima volta. Ho fatto un paio di cose, ho registrato un album con una band chiamata Disaster/Peace, non so se li hai mai sentiti. Ho fatto quella cosa ma comunque sai, il metal non era in voga e non era facile trovare qualcosa da fare. Non è successo nulla per un po’, per quanto mi riguarda. Poi recentemente ho ricominciato a fare qualcosa, da un paio d’anni a questa parte ho ricominciato a scrivere e ho del materiale davvero buono che sto registrando ora!

Quale messaggio e saluto finali manderesti ai tuoi fan italiani?

Beh, di sicuro i fan di King Diamond sono i fan più leali di sempre! Tutti noi lo apprezziamo ed è proprio vero: ho lavorato nell’industria musicale, ho conosciuto tante persone ma i fan di King Diamond sono i più leali e vi apprezzo davvero tanto. Vi prometto che se sarete pazienti, aspetterete un poco, ci sarà qualcosa di davvero fantastico presto in arrivo!